- Il termine PNRR è l’acronimo che indica il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, attraverso cui vengono impiegati i fondi previsti dal pacchetto europeo NGEU (Next Generation Eu).
- L’Italia ha accesso a 235,12 miliardi di euro attraverso cui ridurre i danni dovuti al Covid-19 e dare un impulso allo sviluppo della digitalizzazione, alla transazione ecologica e all’inclusione sociale.
- Sono previsti 16 settori di intervento, definiti componenti, raggruppati in 7 missioni, con obiettivi che devono essere conseguiti ogni 3 mesi in base a un calendario preciso.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, conosciuto comunemente come PNRR, è lo strumento attraverso cui vengono utilizzati i fondi stanziati dalla Unione Europea per limitare i danni economici della pandemia e contribuire allo sviluppo di un nuovo modello di economia sostenibile.
I fondi previsti in Europa sono pari a 750 miliardi, al fine di portare avanti le iniziative del piano Next Generation UE, suddiviso in due strumenti. Il primo è l’RRF (Recovery and Resilience Facility) ovvero il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, della durata di cinque anni, dal 2021 al 2026.
L’Italia è tra le prime beneficiare ad avere diritto a un importo pari a 191,5 miliardi, di cui 71,8 miliardi sono a fondo perduto, mentre i restanti 122,6 miliardi dovranno essere restituiti. A questi, oggi si aggiungono i fondi del secondo strumento il REACT-EU, consistente nel Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa.
L’importo per l’Italia sarà di altri 21,4 miliardi con un valore complessivo pari a 235,13 miliardi. Fino ad ora l’Italia ha ricevuto 85,4 miliardi, di cui 46,4 miliardi sotto forma di prestito e 39 miliardi a fondo perduto.
Il PNRR prevede una suddivisione dei fondi in diversi settori, con un programma dettagliato di riforme, investimenti e bandi. Come Partita IVA o persona fisica, grazie a questo piano, puoi attingere a una serie di bonus, bandi e finanziamenti a fondo perduto, con opportunità economiche e fiscali. Nell’articolo potrai conoscere come funziona il PNRR, quali sono i progetti di investimento e tutte le misure economiche previste.
Indice
- PNRR: novità 2024
- PNRR: significato e obiettivi
- Struttura del PNRR
- Obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
- PNRR: iter applicativo e governance
- Novità inserite dal Governo Draghi
- La gestione del Governo Meloni
- I numeri del PNRR: gli investimenti
- Ristrutturazione del PNRR e misura REPowerEU
- Progetti del PNRR: Missioni
- PNRR: le riforme
- PNRR: a che punto è l’Italia
- Misure del PNRR per le Partite Iva
- Come accedere ai fondi del PNRR per le imprese
PNRR: novità 2024
La novità nel 2024 per il PNRR è legata all’attivazione di una nuova missione, portandole complessivamente da quota 6 a 7, con il programma REPowerEU, finalizzato a dare un impulso al Paese nei settori:
- energia;
- ambiente.
Ciò comporterà un aumento delle riforme da 59 a 66, di cui 5 hanno oggetto proprio le iniziative collegate al piano REPowerEU. Inoltre, anche le risorse sono state incrementate. A variare non sono i fondi che dovranno essere restituiti sotto forma di finanziamento, pari a 122,6 miliardi, ma l’importo a fondo perduto.
Quest’ultimo, già aggiornato da 68,9 a 69 miliardi, vede un’aggiunta di altri 2,8 miliardi, con un totale di 71,8 miliardi di euro a fondo perduto. In sintesi, le misure previste nel capitolo REPowerEU hanno il fine di affiancare al supporto per la transizione digitale, anche quello in ambito energetico e ambientale, permettendo alle imprese e ai cittadini di allinearsi con l’andamento degli altri Paesi Europei. Ecco quali sono alcune delle misure previste:
- organizzazione e riordino degli incentivi alle imprese;
- nuove politiche per lo sviluppo e la coesione;
- creazione di un testo unico per le energie rinnovabili;
- riqualificazione dei lavoratori, pubblici e privati;
- ammodernamento delle reti gas e per gli impianti di biometano;
- riforma del SAD (Sussidi Ambientalmente Dannosi);
- supporto alle imprese per ridurre i rischi sugli investimenti sugli impianti legati alle energie rinnovabili;
- nuovi finanziamenti alle imprese legate al settore ambientale e alle energie rinnovabili.
PNRR: significato e obiettivi
La crisi economica collegata all’avvento della pandemia da Covid-19 ha sottolineato l’esigenza della Comunità Europea di intervenire al fine di aiutare gli Stati Membri ad affrontare questo particolare momento storico, oltre a contribuire allo sviluppo verso un sistema economico basato sulle sostenibilità ambientale e quella sociale.
La soluzione, approvata da tutti gli Stati Membri, è quella di realizzare un pacchetto di riforme e di investimenti dal 2021 al 2026, definito Recovery and Resilience Facility (RRF).
Lo strumento per attuare queste riforme è un pacchetto di 750 miliardi chiamato NGEU (Next Generation UE), costituito da sovvenzioni e da prestiti. La somma è stata divisa in rapporto agli effetti subiti dal Pil di ogni nazione europea a causa della pandemia.
L’Italia ha ricevuto l’equivalente di 191,5 miliardi. In questo contesto si colloca il piano PNRR. Ogni stato membro ha dovuto indicare in una relazione dettagliata le esigenze di finanziamento e le modalità per predisporre i fondi ottenuti.
Quindi al fine di accedere alle diverse trance previste dal NGEU, il Governo italiano ha redatto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), illustrando in modo dettagliato i progetti da realizzare, le riforme da applicare e le modalità per raggiungere gli obiettivi. Nella tabella, le principali caratteristiche del piano.
Caratteristica | Specifiche |
PNRR | Piano nazionale di Ripresa e Resilienza |
Approvazione | Governo Draghi, 13 luglio 2021 |
Importo finanziato | 235,12 miliardi di euro |
Durata | 2021-2026 |
Progetti previsti | 16 componenti raggruppate in 6 missioni +1 con il Programma REPowerEU |
Riforme | 66 in totale |
Obiettivi | Stimolare la ripresa dopo la pandemia e dare impulso a uno sviluppo tecnologico, ambientale e sociale del Paese e energetico |
Target e milestone 2021-2026 | 617 |
Bonus previsti | Digitalizzazione, rivoluzione green, inclusione e istruzione |
Effetti sulla crescita | Si prevede un incremento del tasso di sviluppo potenziale pari a 1,4% |
Struttura del PNRR
Il PNRR ha previsto un calendario di riforme necessarie per mettere in atto gli interventi e rispettare le scadenze previste per gli obiettivi. La sua elaborazione prende come riferimento le tre aeree di interesse del piano europeo:
- digitalizzazione e innovazione;
- transizione ecologica;
- inclusione sociale.
Per raggiungere questi obiettivi, il PNRR prevede una suddivisione in:
- missioni;
- riforme;
- attuazione e monitoraggio;
- valutazione degli effetti ottenuti.
Con le riforme si mettono in essere le leggi necessarie a determinare i cambiamenti ed attuare le varie fasi del PNRR. In base alle linee guida della Commissione Europea sono state stabilite 16 componenti, ovvero ambiti in cui si devono inserire i singoli progetti di investimento e le relative riforme previste.
Quindi, ogni componente rispecchia un determinato settore o definito anche come area di intervento, in cui si inseriscono le diverse normative e gli investimenti. I settori vengono indicati con il termine “Missioni” e sono state previste inizialmente sei diverse categorie, a cui si è aggiunta successivamente quella legata all’ambiente e alle energie rinnovabili. In totale oggi le Missioni sono 7:
- digitalizzazione, innovazione, cultura e turismo;
- rivoluzione verde e transizione ecologica;
- infrastrutture e mobilità sostenibile;
- istruzione e ricerca;
- coesione e inclusione
- salute;
- energia e ambiente (REPowerEU).
Infine, si prevede una fase di monitoraggio e una di valutazione degli eventuali interventi.
Obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
La finalità del PNRR si sviluppa su due binari. Da un lato i fondi saranno utilizzati al fine di colmare le difficoltà economiche affrontate dalle imprese e dai cittadini durante la crisi sanitaria da Covid-19. Dall’altro lato si andranno a realizzare incentivi per lo sviluppo tecnologico e riforme ambientali e sociali.
L’evoluzione tecnologica e digitale è al centro degli obiettivi del piano, con un impulso alla digitalizzazione e all’applicazione di nuovi sistemi sempre più integrati, sia nel pubblico, sia nel privato.
Inoltre, si è voluto intervenire in modo sostanzioso al fine di condurre il Paese verso una nuova educazione ambientale, con politiche finalizzate al raggiungimento di quella che viene definita come neutralità climatica, riducendo le emissioni di gas di oltre il 55% per il 2050.
Infine, l’ultimo pilastro è quello della coesione sociale e territoriale, tramite promozione dello sviluppo di integrazioni, eliminando gli squilibri sociali e territoriali, attraverso politiche per la partecipazione femminile al comparto del lavoro, rafforzando l’istruzione, la ricerca e la sanità pubblica e privata.
PNRR: iter applicativo e governance
La difficoltà iniziale nella redazione del piano è stata quella di trovare un sistema di finanziamento che potesse essere accettato da tutti gli Stati Membri. In data 21 luglio 2020, è stato raggiunto questo accordo tra gli Stati Membri, e lo sviluppo del PNRR è iniziato a settembre 2020, con una proposta completata dal Governo Draghi a gennaio 2021.
Il 30 aprile è stata presentato il PNRR alla Commissione ed è stato approvato il 22 giugno 2021. Il via libera da parte della Consiglio Economia e Finanza dell’UE (Ecofin) è stato dato il 13 di luglio 2021. Nella tabella, le date principali di riferimento.
Date | Evento |
21 luglio 2020 | Approvato il pacchetto Next Generation EU da 750 miliardi |
13-14 settembre 2020 | Le Camere accettano il pacchetto NGEU e predispongono l’elaborazione del Pnrr |
12 gennaio 2021 | Il Consiglio dei Ministri completa la proposta del piano |
31 marzo 2021 | Il parlamento italiano accetta la proposta del Pnrr |
30 aprile 2021 | Invio del Pnrr alla Commissione Europea per approvazione |
13 luglio 2021 | Approvazione della Commissione Europea e attuazione del Pnrr |
Governance del Piano di Ripresa e Resilienza
Il PNRR prevede una serie di fasi di programmazione e attuazione al fine di ricevere i fondi dalla Comunità Europea e di utilizzarli per realizzare le singole missioni. A questo fine è stato delineato un sistema di governance articolato, in modo da rendere le procedure più veloci sia a livello ministeriale sia sul territorio.
Il coordinamento centrale è stato affidato al Ministero dell’Economia, il quale ha istituito un comitato presso la Presidenza del Consiglio a cui partecipano i singoli ministri competenti, con il compito di:
- presentare le richieste di pagamento alla Commissione Europea;
- valutare e supervisionare le diverse iniziative previste nel Piano di Ripresa e Resilienza;
- controllare lo stato delle misure.
Per l’utilizzo dei fondi sul territorio sono responsabili le singole amministrazioni, le quali devono inviare una serie di resoconti al Ministero. Infine, il Governo ha istituito una serie di task force finalizzate ad affiancare i singoli enti Regionali e Comunali nell’attuazione delle misure.
Novità inserite dal Governo Draghi
Sotto il Governo Draghi sono state inserite una serie di modifiche al piano iniziale del PNRR. In particolare, si è avuta una ripartizione delle risorse tra le diverse Missioni. Il principale stanziamento di fondi rimane quello alla missione 2, della Transizione ecologica, ma con una riduzione del 3% rispetto al piano originale e giungendo il 29,7% dei fondi.
Invece, sono stati incrementati i finanziamenti per la missione 1, Digitalizzazione e Innovazione, raggiungendo quota 21,3%. Inoltre, si è voluto dare un maggior impulso al settore Istruzione e Ricerca, ovvero la Missione 4, passando da un 12,7% di fondi al 14,4%.
Sono state ridimensionate anche le quota della missione 3, Infrastrutture e mobilità, e quella di Inclusione e Coesione, rispettivamente con il 13,4% e il 12,3%, mentre si è potenziata la missione 6, sulla Salute, con l’8,8% degli investimenti.
Si è posta anche molta attenzione alle riforme richieste dalla Commissione Europea per ciò che riguarda:
- sistema giudiziario;
- semplificazione della Pubblica Amministrazione;
- promozione sociale;
- riforma legislativa.
Infine, si è aggiunto un fondo complementare con il Decreto-legge 108 del 7-05-2021, pari a 30,6 miliardi di euro.
La gestione del Governo Meloni
Con il Governo Meloni si sono effettuate una serie di interventi finalizzati a semplificare le procedure del PNRR, oltre a rafforzare il sistema della Governance. Il 16 febbraio 2023 è stata approvato il Decreto-legge che determina una serie di modifiche sul PNRR. Tra quelle più rilevanti troviamo:
- semplificazioni delle misure per l’attuazione del Piano;
- rafforzamento della capacità amministrativa;
- modifiche in ambito di politiche di coesione e in agricoltura;
- creazione di un comitato presso il Consiglio dei Ministri per il coordinamento e controllo sul PNRR;
- riorganizzazione delle unità di missione, create presso i singoli enti centrali al fine di snellire l’attuazione delle misure;
- possibilità di intervento da parte del Consiglio dei Ministri in caso di inerzia delle singole amministrazioni che ostacolano l’attuazione delle misure.
Inoltre, è stata prevista anche una revisione del PNRR, sia per le missioni sia per l’attuazione del secondo strumento di supporto il REPowerEU.
I numeri del PNRR: gli investimenti
L’importo complessivo a disposizione del PNRR è di 235,12 miliardi. L’Unione Europea ha stanziato dal fondo NGEU 191,5 miliardi di cui, inizialmente 68,9 miliardi sono a fondo perduto e quindi non dovranno essere restituiti dal Governo italiano. L’importo è stato successivamente modificato, portato a 69 miliardi e poi, con l’attivazione del capitolo REPowerEU, oggi sono pari a 71,8 miliardi. I restanti 122,6 sono sotto forma di prestiti.
Ecco come sono ripartiti i fondi:
- 40,32 miliardi: digitalizzazione e innovazione;
- 59,47 miliardi: rivoluzione verde e transizione ecologica;
- 25,40 miliardi: infrastrutture e mobilità sostenibile;
- 30,88 miliardi: istruzione e ricerca;
- 19,91 miliardi: coesione inclusione;
- 15,63 miliardi: salute;
- 6,683 miliardi: ambiente ed energie rinnovabili.
Ai seguenti fondi si aggiungono altri 30,6 miliardi previsti dal Piano Nazionale Complementare (PNC) del Governo Italiano.
Ristrutturazione del PNRR e misura REPowerEU
L’8 Dicembre 2023 è stato dato il via libera dalla Commissione Europea e dall’Ecofin alle modifiche di revisione sul PNRR comprensivo dell’attuazione anche dello strumento REPowerEU, con lo stanziamento di una tranche di fondi pari a 28,941 miliardi. Questi sono composti da:
- 19,648 miliardi dal PNRR;
- 9,293 miliardi per le nuove misure PNRR e REPowerEU.
Inoltre, si aggiungono 7,68 miliardi del Piano Nazionale Complementare, per un totale di fondi previsti nel corso dell’anno di 34,621 miliardi. In particolare, le nuove misure saranno così suddivise:
- Transizione 5.0: 6,393 miliardi;
- Supporto sistema produttivo e Tecnologie NET Zero: 2,5 miliardi;
- Sostegno PMI per l’autoproduzione da FER: 320 milioni;
- Finanziamento Start-up (Digital Transformation): 100 milioni;
- Riforma degli incentivi : 10 milioni.
Progetti del PNRR: Missioni
L’attuazione del PNRR deve avvenire nel giro di 5 anni per il periodo 2021-2026. Ogni anno sono previste delle scadenze entro le quali devono essere attuate le singole riforme e gli investimenti in rapporto alla tipologia di componente e alle relative missioni.
Ognuna di esse andrà a riflettere le linee guida previste dalla Commissione Europea. A sua volta ogni missione prevede dei settori di applicazione con lo stanziamento di fondi specifici e l’attuazione di altrettante riforme. Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono le sette missioni.
1) Digitalizzazione, Innovazione competitività, Cultura e Turismo
Settori | Investimenti in mld di euro |
M1C1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza PA | 9,75 |
M1C2 Digitalizzazione del sistema produttivo | 23,9 |
M1C3 Turismo e Cultura 4.0 | 6,68 |
Nella classifica dei Paesi più digitalizzati in Europa, l’Italia è al venticinquesimo posto. Una posizione dovuta a causa di diversi fattori tra cui devi considerare l’utilizzo ancora limitato di alcune tecnologie come i sistemi cloud, gli smart contract o le applicazioni DeFi.
Ecco quali sono le componenti che si vanno a sviluppare:
- innovazione, digitalizzazione e sicurezza della Pubblica Amministrazione;
- innovazione e competitività nel sistema produttivo;
- turismo e cultura 4.0.
Dare un impulso tecnologico alla Pubblica Amministrazione vuol dire cambiare in maniera radicale il sistema di accessibilità e l’esecuzione degli atti amministrativi. Per raggiungere questo obiettivo sono stati applicati degli interventi sia per quanto riguarda l’infrastruttura digitale, sia per ciò che concerne i servizi ai cittadini.
Un esempio di risultati già raggiunti: oggi puoi richiedere velocemente diversi certificati utilizzando lo SPID oppure, effettuare controlli e revisioni delle tue cartelle e dei contributi in tempi brevi e in via telematica, presentare la dichiarazione dei redditi precompilata online, o ancora la dichiarazione IVA precompilata.
Nella componete 2 l’attenzione si colloca al sistema produttivo e in particolare alle PMI e alle grandi industrie. L’obiettivo è quello di permettere la transizione tecnologica, attraverso cui rendere più competitivo il comparto industriale.
Infatti, sono state previste riforme per semplificare l’accesso al credito, oltre a dare impulso ad aziende innovative come nel caso delle start-up. Inoltre, come azienda puoi attingere a diversi bonus e fondi per l’innovazione tecnologica, la comunicazione e la connettività a banda ultra larga.
Infine, l’ultima componete si focalizza nel rilanciare i settori della cultura e del turismo tra quelli più colpiti dal Covid-19 e che richiedono un incremento in ambito tecnologico. Si procede attraverso diverse tipologie di interventi:
- modernizzare le infrastrutture ricettive e del patrimonio artistico;
- rimozione delle barriere fisiche e cognitive del patrimonio turistico;
- interventi territoriali per migliorare parchi e riserve naturali oltre ai borghi storici;
- incrementare e migliorare la sicurezza dei luoghi storici dal punto di vista sismico e turistico;
- incentivare e supportare la transazione digitale verde nel settore cultura e turismo;
- sostenere lo sviluppo dell’industria turistica attraverso iniziative culturali e creative.
2) Rivoluzione verde e Transizione ecologica
Settori | Investimenti in mld di euro |
M2C1 Agricoltura sostenibile ed economia circolare | 5,27 |
M2C2 Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile | 23,78 |
M2C3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici | 15,36 |
M2C4 Tutela del territorio e della risorsa idrica | 15,06 |
La Commissione Europea ha posto degli obiettivi per il 2050 per contrastare i cambiamenti climatici realizzando un programma che porterà a un primo step nel 2030, con la riduzione delle emissioni di gas pari al 55%, fino a raggiungere un sistema completamente sostenibile e con impatto ambientale zero nel 2050.
Per adeguarsi a questi obiettivi nel Pnrr il 37,5% dei fondi è dedicato alla missione 2, Rivoluzione del verde e Transizione Ecologica. Sono previsti quattro componenti. Andiamo ad analizzarli singolarmente:
- agricoltura sostenibile ed economia circolare: migliorare la gestione dei rifiuti, potenziando il sistema di raccolta differenziata e incrementando le infrastrutture necessarie per sviluppare un’economia circolare e potenziare lo stanziamento di fondi per le Partite IVA agricole a cui si aggiunge il traguardo di ottenere una filiera agricola-alimentare smart e sostenibile;
- energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile: l’obiettivo è quello di sviluppare quelle fonti di energia alternativa come l’eolica, il fotovoltaico per le aziende e l’idroelettrico. Un’attenzione particolare è prevista per la filiera produttiva;
- efficienza energetica e riqualificazione degli edifici: la rivoluzione verde passa anche per l’adeguamento energetico degli edifici residenziali e industriali, con l’obiettivo di ridurre in maniera drastica il consumo energetico, tramite diversi interventi finalizzati a dare un impulso al settore edile;
- tutela del territorio e della risorsa idrica: interventi per adattare il Paese ai cambiamenti climatici, mettendo in sicurezza il territorio, proteggendo la natura e garantendo la tutela delle risorse idriche. Ecco quali sono alcune delle iniziative: prevenzione dei rischi idrogeologici, salvaguardia delle aree verdi con riforestazione, interventi di forestazione urbana, digitalizzazione dei parchi, depurazione delle acque, eliminazione dell’inquinamento dei terreni.
3) Infrastrutture e Mobilità sostenibile
Settori | Investimenti in mld di euro |
M3C1 Investimenti sulla rete ferroviaria | 24,77 |
M3C2 Intermodalità e Logistica integrata | 0,63 |
La missione 3 ha la finalità di incrementare lo sviluppo del Paese, dal punto di vista digitale, della riduzione dei consumi e sociale. Ciò è possibile potenziando l’infrastruttura dei trasporti su ruota e quelli ferroviari. Il PNRR per venire incontro alle direttive poste dal Congresso di Parigi del 2020 (European Green Deal) ha previsto, per il 2026, il raggiungimento di due obiettivi:
- investimenti sulla rete ferroviaria;
- sviluppo di un sistema di logistica integrato.
La rete ferroviaria italiana viene utilizzata solo dal 6% dei cittadini contro una media del 7,9% dei Paesi Europei. Infatti, oggi il 90% del traffico privato e commerciale avviene prettamente sulle strade, con più di 860 miliardi di passeggeri all’anno. Ciò comporta un impatto ambientale con un incidenza del 23% per le emissioni di gas serra, oltre a costi maggiori per lo spostamento del cittadino e delle merci.
Inoltre, non tutte le regioni sono collegate, basta considerare come l’alta velocità è presente su una percentuale minima del territorio italiano, con una preponderanza di spostamenti con treni regionali. Invece, nella componente 2 , il PNRR prevede un potenziamento della logistica con interventi di sicurezza stradale, oltre alla creazione di ponti e viadotti e alla ristrutturazione di quelli esistenti con il minor impatto ambientale possibile.
4) PNRR: Istruzione e ricerca
Settori | Investimenti in mld di euro |
M4C1 Servizi di istruzione: dagli asili nido alle università | 19,44 |
M4C2 Dalla ricerca all’impresa | 11,44 |
Gli obiettivi da raggiungere con la missione 4 sono:
- migliorare i servizi di educazione e di istruzione primaria;
- ridurre il tasso di abbandono scolastico;
- eliminare i divari territoriali;
- incrementare il numero dei soggetti adulti con un titolo di studio universitario o qualificante;
- migliorare il sistema di trasmissione delle domande e del reclutamento dei lavoratori;
- incrementare il numero di ricercatori e la perdita di talenti;
- stimolare la domanda all’innovazione.
Il punto di partenza è quello di potenziare l’accesso alla scuola primaria e alle medie, attraverso la ristrutturazione e la costruzione di nuove infrastrutture. Inoltre, si andrà a rafforzare anche la componete educativa modernizzando la didattica, semplificando la nomina di maestri e professori e rendendo l’istruzione italiana competitiva rispetto al resto dell’Europa.
Invece, la seconda componete si focalizza sull’offrire gli strumenti adatti ai giovani al fine di crescere in ambito culturale e formativo. In questo modo si favorisce lo sviluppo di un modello basato principalmente sulla conoscenza.
5) Coesione e inclusione
Settori | Investimenti in mld di euro |
M5C1 Politiche per il lavoro | 6,66 |
M5C2 Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore | 11,17 |
M5C3 Interventi speciali per la coesione territoriale | 1,98 |
Contrastare la discriminazione di genere, permettere un riequilibrio territoriale e lo sviluppo delle aree interne e del Mezzogiorno oltre a favorire l’accesso al lavoro, sono gli elementi che caratterizzano la missione 5.
Si sono previste tre tipologie di interventi. Nelle politiche di lavoro si pone l’attenzione alla formazione professionale, la transizione dei lavoratori disoccupati oltre a rafforzare i centri per l’impiego. Inoltre, si andrà a potenziare lo sviluppo di imprese femminili e della parità di genere.
Nella seconda categoria si inseriscono tutte quelle iniziative finalizzate ad abbattere le differenze sociali offrendo un supporto economico alle persone e famiglie che si trovano in difficoltà, come il caso del rifinanziamento del Reddito di Cittadinanza.
A questo si aggiunge il potenziamento del settore sportivo come elemento di inclusione e di integrazione sociale. Infine, nella componente 3 si attua un rafforzamento delle aree interne, attraverso un’integrazione dei servizi scolastici, sanitari e sociali.
6) Salute
Settori | Investimenti in mld di euro |
M6C1 Reti di prossimità, strutture, telemedicina per l’assistenza territoriale | 24,77 |
M6C2 Innovazione, Ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario | 0,63 |
La risposta del Sistema Sanitario Nazionale alla pandemia se da un lato ha dimostrato professionalità e competenza di tutti gli operatori, dall’altro ha anche evidenziato alcune carenze territoriali e organizzative. Le due componenti della missione 6 hanno il fine di :
- rafforzare la territorialità delle strutture ospedaliere e dei servizi medici;
- incrementare l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del servizio sanitario.
Nel primo caso si andranno a potenziare le infrastrutture già esistenti aggiungendo presidi territoriali e creando la possibilità ai medici di sfruttare le nuove tecnologie digitali per migliorare l’accesso alla salute per il cittadino.
Dall’altro lato sono previsti investimenti per l’innovazione dei sistemi di registrazione, la diffusione dei Fascicoli Sanitari Elettronici e il potenziamento della ricerca scientifica.
7) REPowerEU
Settori | Investimenti in mld di euro |
Transizione 5.0 | 6,363 miliardi |
Sostegno alle PMI per l’autoproduzione da FER | 100 milioni |
Come specificato prima, gli obiettivi dello strumento REPowerEU sono finalizzati a potenziare la transizione ecologia e quella ambientale. Il fine è quello di attuare interventi finalizzati a:
- risparmiare energia;
- sostituire i combustibili fossili con le energie rinnovabili;
- supportare le nuove tecnologie green net zero;
- diversificare le fonti energetiche.
PNRR: le riforme
Gli obiettivi previsti nelle sette missioni sono messe in atto attraverso una serie di riforme. In questo modo si vanno a colmare quelle debolezze presenti in ogni Paese, permettendo l’innovazione tecnologica, la rivoluzione verde e l’inclusione sociale e territoriale. Sono state previste tre tipologie di riforme nel PNRR italiano:
- orizzontali: prevedono misure di interesse generale, come nel caso della Pubblica Amministrazione della Giustizia;
- abilitanti: sono quelle che hanno il fine di garantire l’attuazione di una o più missioni;
- settoriali: con riferimento a singole missioni oppure a specifici settori di competenza.
È stata richiesta dalla Comunità Europea di rendere la giustizia più rapida, e alleggerire la burocrazia. Basta considerare che un processo penale o civile in Italia ha una durata media più alta rispetto a Paesi come Francia e Germania.
In questo modo si andrà a stimolare il rilancio dell’economia soprattutto nel caso di imprese che si trovano in difficoltà. Questa riforma a sua volta si struttura su interventi settoriali, come quelli legati al processo civile e a quello penale.
Per ciò che riguarda la pubblica amministrazione viene richiesta la necessità di semplificare le procedure, oltre a permette un accesso più trasparente ai servizi amministrativi da parte del cittadino.
PNRR: a che punto è l’Italia
In totale fino al 2026 sono state delineate 617 scadenze nel PNRR italiano, tra target e milestone. Nel caso di gravi ritardi la Commissione Europea ha la facoltà di interrompere le erogazioni fino al raggiungimento dei precedenti obiettivi.
Ad aggi, anche se si sono avuti alcuni ritardi per il raggiungimento delle missioni del 2022, come riportato dall’ANSA e dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, l’Italia ha raggiunto il 53% degli obiettivi delle milestone e dei target concordati con la Commissione Europea. Per il 2024 sono previsti in totale 51 target e 62 milestone.
Misure del PNRR per le Partite Iva
Nella tabella seguente abbiamo riportato quali sono le iniziative previste a favore delle imprese e dei professionisti già in essere e per il 2024.
Iniziativa/Misura | Importo | A chi si rivolge |
Transizione 5.0 | 6,3 miliardi | Tutte le imprese che investono nella transizione digitale |
Tecnologia satellitare ed economia spaziale | 1,487 miliardi | Imprese del settore aerospazio attraverso appalti |
Supporto al sistema produttivo, alla transazione ecologica e tecnologie Net Zero | 2,5 miliardi | Pmi che acquistano tecnologie per la produzione di energia rinnovabile |
Sostegno PMI per autoproduzione di fonti energetiche rinnovabili (FER) | 320 milioni | PMI che acquistano strumenti per l’autoproduzione e autoconsumo di fonti energetiche rinnovabili |
Digital Transformation Fund | Da 300 a 400 milioni | Investimenti in equity |
Contratti di Sviluppo (Cds) | 750 milioni di euro | Imprese italiane ed estere legati alla filiera agroalimentare, pesca, acquacoltura, ecc. |
Parco Agrisolare | 850 milioni di euro | Aziende agricole e di allevamento per l’installazione di pannelli fotovoltaici |
Fondo Tematico BEI per il Turismo | 308 milioni di euro | PMI nel settore turistico |
Rinnovabili e batterie | 1 miliardo | PMI e grandi imprese che effettuano investimenti nel fotovoltaico e nelle batterie |
Supporto Start-up e venture capital attivi nella transizione tecnologica | 250 milioni | Start-up attive nei settori rinnovabili, economia circolare e mobilità |
Finanziamento Start-up | 300 milioni | Start-up collegate al settore dell’intelligenza artificiale, del cloud, industria 4.0, cybersicurezza, fintech e blockchain |
Fondo Imprese femminili, Nito-on e Smart&Start | 400 milioni | Imprese femminili costituite da meno 12 mesi Micro e piccole imprese Start-up femminili |
Bus elettrici | 300 milioni | PMI e grandi imprese che investono nella filiera produttiva dei autobus elettrici |
Troverai l’elenco completo e aggiornato sul sito Italiadomani, in cui sono presenti anche le ultime notizie sul PNRR con gli obiettivi raggiunti e i target annuali da conseguire.
Misure attive nel 2024
Tra le misure stanziate a dicembre 2023 e accessibili per il 2024, puoi valutare la Transizione 5.0, pari a 6,3 miliardi, che prevede un credito di imposta a favore delle imprese che investono nella transizione digitale ed ecologica.
Se come PMI hai in programma di investire in tecnologie per la produzione di energia rinnovabile, puoi accedere all’iniziativa Supporto al sistema produttivo per la transizione ecologica. Gestito da Invitalia prevede un contributo a fondo perduto e finanziamenti agevolati, pari a 2,5 miliardi.
Altra misura interessante rivolta alle piccole, medie e grandi aziende, che si focalizzano sui sistemi di autoproduzione e autoconsumo di FER (Fonti energie rinnovabili), è il contributo a fondo perduto Sostegno FER, con fondi pari a 320 milioni.
Invece se hai una Start-up puoi accedere a :
- Supporto Start-up e venture capital: per le aziende ad alta tecnologia improntate nei settori dell’economia rinnovabile, quella circolare e sulla mobilità;
- Finanziamento Start-up: per le imprese collegate al settore AI, del cloud, industria 4.0, cybersicurezza, fintech e sviluppo blockchain.
Inoltre, per le aziende agricole e di allevamento che prevedono l’istallazione di pannelli fotovoltaici, è possibile accedere al bando Parco Agrisolare.
Tra i bonus in essere puoi valutare quello sulle nuove imprese, finalizzato all’apertura di Partita IVA per soggetti tra i 18 e i 35 anni. Per ciò che riguarda l’innovazione puoi avere accesso al fondo blockchain e al bonus Pc e quello sulla connettività.
Infine, per far fronte ai rincari energetici degli ultimi mesi è stato previsto l’acceso diretto al bonus bollette con detrazioni e deduzioni per Partite Iva.
PNRR e imprese femminili
Nel PNRR sono previsti 400 milioni di euro al fine di supportare la creazione e sviluppo delle imprese femminili. Le iniziative si suddividono in tre diversi strumenti agevolati:
- Fondo Impresa Femminile: rivolto alle PMI di donne costituite da meno di 12 mesi e alle persone fisiche, ma anche alle imprese con più di 12 mesi in fase di sviluppo e consolidamento;
- NITO-ON: per le persone fisiche, micro e piccole imprese con una vita inferiore a 60 mesi;
- Smart&Start: rivolto alle start-up femminili costituite da meno di 60 mesi.
Infine, sono previste una serie di misure finalizzate al monitoraggio, campagne di comunicazione e formazione sull’imprenditoria femminile.
Come accedere ai fondi del PNRR per le imprese
Se hai aperto una Partita IVA come impresa, sei un professionista o un lavoratore autonomo, hai la possibilità di accedere ai fondi del PNRR in diversi modi:
- finanziamenti a fondo perduto;
- bandi pubblici;
- accesso diretto.
Potrai ottenere direttamente i fondi, aderendo a un bonus previsto dal PNRR. In questo caso come impresa o cittadino riceverai una somma di denaro o uno sgravio fiscale presentando semplicemente la domanda.
In altri casi devi partecipare a un bando pubblico, indetto da Invitalia o da altro Ente (Comune, Regione, Ministero), presentando un progetto che rifletta la missione della misura per cui sono stati stanziati i i fondi. Ovviamente saranno richiesti requisiti:
- economici;
- personali;
- reddituali.
Per rimanere sempre aggiornati, ti consigliamo di consultare il sito del MIMIT o quello dedicato Italiadomani, su cui vengono pubblicati le singole misure attive. La presenza di un numero elevato di iniziative può essere a volte però dispersivo.
Per questo valuta di farti affiancare da un consulente specializzato come un commercialista, al fine di verificare i requisiti per accedervi e valutare quale dei fondi previsti dal PNRR siano più adatti per il tuo obiettivo di business.
Piano nazionale di Ripresa e Resilienza – Domande frequenti
Nel Pnrr sono presenti 67missioni che raggruppano 16 diversi settori su cui si dovranno effettuare gli interventi. Ecco una guida punto per punto.
Il numero complessivo di obiettivi è 617 da effettuare entro il 2026, di cui per il 2024 sono previsti 51 target e 62 milestone.
Come Partita IVA potrai partecipare ai bandi, attingere a finanziamenti a fondo perduto o accedere ai bonus diretti introdotti con il PNRR, questi ultimi previsti anche per i privati.
Gennaro Ottaviano
Esperto di economia aziendale e gestionale