- Anche le imprese e le Partite Iva nel 2023 possono accedere ad alcuni bonus per l’edilizia.
- Le aziende possono accedere senza problemi all’Ecobonus.
- Sono previste importanti restrizioni per le imprese che vogliono accedere al Superbonus 90%.
Anche le imprese ed i titolari di Partita Iva hanno la possibilità di accedere ai bonus edilizi. Troppo spesso, però, le condizioni di accesso a queste misure sono poco conosciute, soprattutto se ci si riferisce a particolari iniziative.
Quali sono i casi nei quali un’impresa può accedere ad uno dei tanti bonus edilizi? Un esempio può essere costituito da un’impresa edile, che stia effettuando dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione in uno stabile. L’immobile è stato acquistato direttamente dall’azienda, che ha intenzione di rivenderlo una volta che i lavori sono conclusi. Ha diritto, a questo punto, ad accedere alle detrazioni?
Ovviamente non c’è una risposta univoca a questo tipo di domanda. I bonus edilizi hanno regole diverse e permettono di ottenere diversi tipi di agevolazioni. Scopriamo le soluzioni più interessanti e quando le agevolazioni spettano anche ai titolari di Partita Iva.
Bonus edilizi per imprese: Ecobonus
Quando un’azienda effettua degli interventi su un immobile di proprietà, può accedere all’Ecobonus? Questa domanda ha creato, in questi ultimi anni, molto dibattito. Fortunatamente di recente il tema è stato chiarito.
Una presa di posizione ufficiale è arrivata dall’Agenzia delle Entrate, che attraverso la risoluzione 34/2020 ha finalmente risolto la diatriba. Questo documento, sostanzialmente, ha provveduto a modificare le precedenti direttive della stessa AdE, arrivando ad indicare esplicitamente che anche i contribuenti che conseguono il reddito di impresa possono accedere all’Ecobonus.
Ovviamente, come per tutti i bonus edilizi, per accedere a questa misura è necessario che siano rispettate le condizioni di base per richiederla. Fatta salva questa ovvia premessa, le aziende ed i titolari di Partita Iva possono richiedere l’Ecobonus senza alcun tipo di limitazione (vedasi le categorie catastali), né di tipo soggettivo. Vi potranno accedere, quindi, indistintamente:
- persone fisiche;
- titolari e non di reddito di impresa;
- società di persone;
- società di capitali.
L’Ecobonus può andare dal 50% al 65% ma in alcuni casi la detrazione può arrivare fino al 75%. Il bonus scadrà il 31 dicembre 2024.
Decade la distinzione degli immobili
Il capitolo più importante, per le aziende che vogliono accedere all’Ecobonus, è sicuramente quello relativo agli immobili, per i quali viene a decadere la distinzione tra i seguenti tipi:
- immobili strumentali: sono quelli il cui unico scopo è quello di essere impiegati direttamente per lo svolgimento delle attività imprenditoriali;
- immobili merce: sono i fabbricati che l’impresa costruisce per mettere in vendita, compresi quelli riqualificati;
- immobili patrimonio: stiamo parlando di quei fabbricati che non sono strumentali né merce, ma sono semplicemente un investimento per l’impresa.
Tutti questi immobili possono accedere ad uno dei più importanti bonus edilizi anche nel 2023: l’Ecobonus.

Bonus edilizi: la ristrutturazione per le imprese
A quali altri bonus edilizi possono accedere le imprese? Soffermiamoci, a questo punto, su un capitolo molto particolare: il bonus ristrutturazione. Gli interventi effettuati dalle aziende permettono di accedervi?
Questa volta a disciplinare l’accesso alla misura è l’articolo 5 del TUIR. In questo caso possono accedere alla detrazione solo e soltanto i soggetti Irpef, ossia le persone fisiche e le micro imprese (stiamo parlando delle società semplici, delle Snc e delle Sas).
Gli immobili, per i quali è possibile richiedere il bonus ristrutturazione, sono quelli ad uso residenziale o quelli che rientrano più specificatamente nell’ambito privatistico. Ne sono esclusi, in questo caso, i beni strumentali o merce.
Sostanzialmente, questo significa che da questa misura sono escluse le società che sono sottoposte alla tassazione Ires, come le Srl, le Srls e le SpA, indipendentemente dal tipo di immobili oggetto dell’intervento.
Il Superbonus 90% per le Partite Iva
Senza dubbio, tra i bonus edilizi con il maggior appeal vi è il Superbonus che dal 110% scende al 90% per il 2023. Questa misura è regolata da tre documenti fondamentali:
- il Decreto Rilancio;
- la Guida dell’Agenzia delle Entrate;
- la circolare 24/E del 2020.
Per riuscire a capire se le aziende ed i titolari di Partita Iva possano accedere a al Superbonus 110% è necessario andare a leggere i primi due documenti, i quali stabiliscono che ne possono usufruire solo le seguenti categorie:
- condomini;
- persone fisiche, purché si rimanga al di fuori dell’esercizio dell’attività di impresa;
- Istituti autonomi case popolari (Iacp), o altri enti che abbiano le stesse finalità;
- cooperative di abitazione a proprietà indivisa;
- organizzazioni non lucrative di utilità sociale;
- organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale iscritte negli appositi registri;
- le associazioni e società sportive dilettantistiche, limitatamente ai lavori destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi. Risulta possibile accedere all’agevolazione solo e soltanto quando ci siano degli interventi su parti comuni condominiali, come quando una società possiede un negozio al pianterreno di un condominio in cui si conducono lavori agevolati al 110%.
Rispetto a quanto abbiamo visto fino a questo momento, la circolare 24/E del 2020 ci fornisce un’interpretazione leggermente più estensiva.
Stando a quanto indicato in quest’ultimo documento, il Superbonus al 90% rientrerebbe tra i bonus edilizi a cui possono accedere anche i titolari di Partita Iva.
Purché l’immobile, su cui insiste l’intervento, appartenga alla sfera privata. Deve essere, quindi, un’abitazione di residenza e non deve essere un bene relativo all’impresa.
I soggetti che hanno presentato il SAL (stato di avanzamento lavori) del 30% entro il 30 settembre 2022, potranno beneficiare del bonus al 110%.
Il problema dei crediti bloccati
Recentemente l’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, ha lanciato un allarme: attualmente ci sarebbero almeno 15 miliardi di crediti derivati dai bonus per l’edilizia bloccati, che mettono un freno ai lavori nei cantieri di numerose imprese italiane.
I dati comunicati dall’associazione sono drammatici: sarebbero a rischio chiusura almeno 25.000 imprese che lavorano nelle costruzioni. Questa situazione di stop potrebbe portare a 130.000 disoccupati. Il mercato del settore si è bloccato o ha subito un rallentamento a seguito delle misure di limitazione del numero delle cessioni del credito possibili, e dello stop delle banche di assorbire tali crediti.
La situazione si è poi leggermente sbloccata con la decisione del governo di intervenire garantendo una cessione del credito aggiuntiva, tuttavia la situazione di blocco rimane critica.
Le associazioni che tutelano le imprese del mondo dell’edilizia puntano a mettere in campo strategie specifiche per sbloccare questi crediti, tuttavia le soluzioni definitive non sono ancora state trovate.
Bonus edilizi – Domande frequenti
Sicuramente la misura più importante è l’Ecobonus, alla quale è possibile accedere senza alcuna limitazione. Ecco cosa sapere.
In questo caso possono accedere unicamente i soggetti Irpef, quindi solo le società di persone. Vi sono, comunque, delle limitazioni sugli immobili per i quali è possibile accedere alla misura.
In questo caso è possibile accedervi unicamente le persone fisiche. Possono accedervi anche i titolari di Partita Iva, ma l’immobile oggetto dell’intervento deve appartenere alla sfera privata.
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