Principio di cassa: cos’è, come funziona, esempi e quando adottarlo

In base al principio di cassa puoi adottare un sistema di contabilità semplificata per la redazione del bilancio di esercizio e per il calcolo delle tasse. Scopri come funziona e chi può applicarlo.

di Gennaro Ottaviano

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Principio di cassa
  • Il principio di cassa è un criterio contabile in base al quale, ai fini reddituali, sono calcolate solo le transazioni finanziarie effettivamente incassate.
  • Per aderire a questo criterio contabile, devi rientrare in un’attività professionale o imprenditoriale che prevede l’accesso a un sistema fiscale semplificato: professionisti, ditte individuali, società di persone.
  • Se hai una partita IVA con regime forfettario vedrai applicare il principio di cassa.

Per determinare gli importi ai fini fiscali e previdenziali di un singolo contribuente, lo Stato italiano adotta i criteri di contabilità. Questi sistemi hanno il fine di determinare la rilevanza di una transazione ai fini fiscali.

Quelli utilizzati sono: il principio di cassa e quello di competenza. In questa guida ci soffermeremo sul primo criterio che comporta l’applicazione di una contabilità semplificata.

Possono adottarlo i privati, i professionisti, le ditte individuali e le società di persone che rientrano in precisi limiti dimensionali, o che utilizzano dei regimi agevolati, come il forfettario.

Al di fuori di questi casi si applica il regime ordinario con il criterio di competenza. Di seguito avrai le informazioni utili per comprendere a cosa serve, come funziona e quando si applica il principio di cassa.

Cos’è il principio di cassa

Il principio di cassa è un criterio contabile impiegato per determinare le somme che devi versare ai fini tassativi e previdenziali sia come persona fisica, sia come attività d’impresa. Infatti, è un sistema che prevede la rilevanza fiscale di una transazione per l’anno contabile, solo con riferimento a quelle operazioni con effettivo pagamento.

Quindi per determinare il reddito imponibile si va a calcolare quali sono le somme che hai effettivamente incassato, collegate a vendite o a prestazioni di servizi.  

La normativa del principio di cassa è stata inserita dall’art 66 del TUIR (Testo Unico in Materia dei Redditi) e con l’art 18 del DPR 600/73. Tuttavia, la Legge di Bilancio del 2017 ha previsto una serie di modifiche, con l’adozione del sistema per cassa anche alle ditte individuali e alle società di persona, in presenza di specifici requisiti reddituali.

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Principio di cassa e principio di competenza

Il criterio contabile per cassa si differenzia da quello per competenza per il concetto di imputazione dei pagamenti. Infatti, ai fini reddituali si considera:

  • principio di cassa: data in cui è stato effettuato il pagamento di un servizio o di una vendita;
  • principio di competenza: il periodo di imposta in cui è avvenuta la transazione.

Un esempio può essere utile per chiarire questo concetto. Immagina di aver effettuato la vendita di un prodotto o servizio a novembre 2022, con il pagamento a 60 giorni. In questo caso l’importo collegato alla fattura ti verrà accreditato a gennaio 2023. Secondo il principio per cassa, dovrai inserirlo nella futura dichiarazione dei redditi del 2023.

Invece, rimanendo sullo stesso esempio, per il principio di competenza si prenderà come riferimento il momento in cui è stata effettuata l’operazione contabile, e quindi novembre 2022. Per questo il controvalore della fattura andrà a determinare le imposte con riferimento all’anno contabile 2022. Lo stesso vale per quanto riguarda il calcolo dell’IVA.

Come funziona il principio di cassa

Vediamo come funziona dal punto di vista pratico il criterio per cassa. Gli elementi che dovrai considerare sono:

  1. data in cui è stato eseguito il pagamento;
  2. applicazione di un regime semplificato;
  3. requisiti reddituali.

Iniziamo dall’aspetto temporale. Devi prendere come riferimento il momento in cui si perfeziona una transazione economica. Ai fini del criterio per cassa si considerano tre casi:

  • data in cui è avvenuto il pagamento in contanti;
  • momento in cui è stato accreditato un bonifico;
  • data di pagamento attraverso carta di credito, prepagata o di debito.

Quindi la data in cui stacchi la fattura ha rilevanza solo se l’adempimento della prestazione e dei servizi è avvenuto attraverso il versamento dei contanti, entro i nuovi limiti dei contanti. Invece, se il pagamento è avvenuto con un bonifico bancario o postale, devi prende come riferimento la data di accredito sul tuo conto corrente business.

Ad esempio, se emetti fattura il 28 dicembre e questa viene pagata entro il 30 del mese, potrai farla rientrare nell’anno di imposta corrente. Al contrario se il versamento avviene a gennaio, rientrerà in quello successivo.

Infine, se la transazione è eseguita attraverso un terminale Pos oppure con un sistema di pagamento digitale online, allora dovrai considerare la data in cui è registrata dal servizio Pos.

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Quando si applica il principio di cassa: requisiti contabili

In base alle modifiche determinate dalla Legge di Bilancio 2017 all’art 66 del TUIR e all’art 18 del DPR 600/73, il principio di cassa si può applicare per quelle attività che rientrano nella contabilità semplificata. Quindi, potrai utilizzare questo criterio se hai aperto partita IVA e rientri in queste forme di impresa:

  • professionisti;
  • ditte individuali;
  • società di persone;
  • enti commerciali.

Tuttavia, oltre alla forma societaria, devi rientrare anche in alcuni limiti reddituali:

  • importo di fatturato pari a 400.000 euro per le attività di prestazione di servizi;
  • ricavi non superiori ai 700.000€ per le altre tipologie di attività.

L’aliquota fiscale in un sistema di contabilità semplificata è pari a un valore dal 23% al 43% in base agli scaglioni IRPEF 2023 in cui rientri. Ai fini del calcolo, devi fare attenzione ad inserire solo le somme ottenute dal 1° gennaio al 31 dicembre dell’anno di riferimento.

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Quali sono gli obblighi fiscali

Il criterio di cassa prevede alcuni vantaggi anche dal punto di vista della contabilità, con l’esonero dalla redazione di alcuni registri contabili. Tuttavia, sono previsti comunque alcuni obblighi. Infatti, se rientri tra quelle attività d’impresa che non devono redigere un bilancio di esercizio sei comunque tenuto ad annotare in un apposito registro i ricavi percepiti, andando a indicare:

  • importo;
  • estremi della fattura;
  • comune di riferimento del soggetto che esegue il pagamento.

Inoltre, è necessario comunque indicare in un altro registro quali sono le uscite sostenute in corso dell’anno. Sei esentato da questa compilazione se sono previsti i registri ai fini di IVA. In questo caso, per tutte le operazioni dovrai inserire la data di incasso e di pagamento con relativo importo d’IVA versato.

Le transazioni che, ai fini contabili avvengono nell’anno di riferimento, ma con il pagamento eseguito in quello successivo, vanno comunque indicate. È necessario evidenziare l’importo complessivo del mancato incasso o pagamento e la fattura di riferimento. Infine, le operazioni esenti IVA devi annotarle in una seziona a parte.

Criterio per cassa e regime forfettario

Il criterio per cassa si applica anche se la tua attività rientra tra i regimi agevolati. Ad oggi, se apri una nuova partita IVA, puoi aderire al sistema forfettario. I principali vantaggi di questo sistema contabile sono:

  • semplificare il calcolo contabile del reddito imponibile;
  • le tasse vengono determinate in base a un principio forfettario;
  • non sei tenuto alla compilazione del bilancio di esercizio e dei registri contabili.

Per adottare il regime forfettario la tua attività deve avere requisiti dal punto di vista della forma societaria e del reddito.

Dal punto di vista contabile è richiesto di non superare un fatturato annuo complessivo che, con la Legge di Bilancio 2023, è stato portato a 85.000€. Inoltre, ciò che distingue il regime forfettario dalle altre forme di sistemi contabili è anche il calcolo delle imposte.

Questo avviene in base a una percentuale fissa, pari al 5% per i primi cinque anni, e del 15% per quelli successivi. Quindi non si applicano gli scaglioni IRPEF. Ai fini contabili non sei tenuto alla redazione di un registro delle fatture, né a quello IVA, dato che questo regime prevede l’esenzione dell’imposta sul valore aggiunto.

Tuttavia, se da un lato la contabilità è semplificata, dall’altro dovrai emettere le fatture con una numerazione progressiva e non potrai dedurre i costi professionali e aziendali dalle tasse.

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Principio di cassa allargato

Il termine principio di cassa allargato fa riferimento a un criterio di contabilità applicato ai dipendenti. È previsto dall’art 51 del TUIR in base al quale, per il calcolo delle tasse, si prende sempre come riferimento la data in cui lo stipendio è stato realmente accreditato sul conto corrente del dipendente o del collaboratore.

Quindi, non devi considerare l’indicazione presente sulla busta paga. Viene definito principio di cassa allargato, dato che si prevede un’eccezione per i redditi percepiti dal lavoratore a gennaio dell’anno successivo.

Infatti, secondo questo criterio, gli importi collegati alla sua prestazione lavorativa, accreditati sul conto entro il 12 gennaio, andranno a completare l’ammontare dell’imponibile con riferimento all’anno precedente.

Un esempio può chiarire questo concetto. Immagina la dichiarazione dei redditi del 2022. Se lo stipendio di dicembre è stato accreditato sul tuo conto entro la fine del mese o nei primi 12 giorni di gennaio, questo sarà inserito nel modello 730 del 2022 o nel Modello Unico.

Invece, se l’importo a te spettante per l’attività di lavoro di dicembre, viene accreditato dopo il 12 di gennaio, andrà a sommarsi ai calcoli per le aliquote IRPEF del 2023.

Principio per cassa – Domande frequenti

Cosa vuol dire principio per competenza o per cassa?

I principi di cassa o per competenza sono due criteri contabili utilizzati per determinare la rilevanza fiscale di una transazione ai fini fiscali e contribuitivi.

Come si calcola il principio per cassa?

Con il principio per cassa vanno a formare reddito solo quelle transazioni che sono state completate con un riscontro finanziario imputabile all’anno di riferimento.

Chi applica il principio per cassa?

Il criterio per cassa si applica a tutte quelle attività imprenditoriali che possono adottare un regime semplificato oltre alle partite IVA forfettarie. Scopri maggiori dettagli qui.

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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

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