- Il limite ai pagamenti in denaro in contante per il 2023 è fissato a 5.000 euro.
- Per il 2023, secondo la Legge di Bilancio, è aumentato il limite ai pagamenti in contanti.
- Non ci sono limiti di prelievo o versamento di contanti sul proprio conto corrente, tuttavia le banche possono stabilire regole precise e commissioni.
Nel corso del 2022 si è fatta molta confusione sul limite dei contanti spendibili. In un primo momento la soglia era scesa a 1.000 euro: dal 1° gennaio 2022 questo doveva essere il nuovo massimale spendibile. Grazie ad un emendamento al Decreto Milleproroghe, il tetto è salito nuovamente a 2.000 euro. Ma i cambiamenti non finiscono qui. Infatti, il limite dei contanti per il 2023 è fissato a 5.000 euro.
Inizialmente si ipotizzava che il limite per i contanti sarebbe sceso a 1.000 euro dal 1° gennaio 2023, tuttavia con il nuovo governo Meloni il limite è aumentato secondo le disposizioni della Legge di Bilancio 2023 fino a 5.000 euro.
Teniamo presente che la modifica alla soglia dell’uso del contante influisce direttamente anche sulle eventuali violazioni, che qualcuno potrebbe aver commesso da inizio anno.
In questi casi, viene applicata la regola del favor rei, ossia gli eventuali trasferimenti di denaro oltre la soglia successivamente modificata, si considerano come se non fossero mai stati effettuati. Non si deve, però, aver oltrepassato il tetto massimo di 5.000,00 euro.
Limite contanti 2023
Quando parliamo del limite all’uso dei contanti i cambiamenti sembrano continui. Dal 1° gennaio 2023 la soglia sarebbe dovuta passare a 1.000 euro: grazie alle ultime decisioni prese con la Legge di Bilancio 2023, il governo ha istituito un nuovo limite ai contanti, di 5.000 euro.
Questa novità coinvolge tutte le operazioni effettuate da inizio anno. Oltre la soglia di 5.000 euro quindi è vietato l’utilizzo di denaro in contante per un pagamento, ed è necessario utilizzare un metodo tracciabile.

La disposizione sul limite ai contanti ha un ambito applicativo molto ampio. Si deve rispettare il tetto massimo del trasferimento per qualsiasi operazione, indipendentemente dalla causale che lo ha determinato e dai rapporti che intercorrono tra i due soggetti interessati.
La regola deve essere applicata per acquistare beni e servizi, ma anche per le donazioni. L’esempio classico potrebbe essere costituito dal padre che doni al figlio una determinata somma per acquistare un’automobile.
Se la donazione dovesse superare nello specifico nel 2023 la soglia dei 4.999,99 euro, l’operazione dovrà essere effettuata tramite un mezzo di pagamento tracciabile: un bonifico o un assegno bancario circolare.
L’aumento del limite massimo sarebbe dovuto, secondo i primi chiarimenti del governo, alla volontà di incentivare l’economia e sostenere le imprese italiane, garantendo una maggiore libertà nell’utilizzo del denaro, anche in contanti.
Divieto di frazionare i pagamenti
La normativa è molto severa e fissa alcuni paletti. Non è possibile aggirare il limite contanti frazionando l’operazione. Non si potrà oltrepassare il tetto massimo, nemmeno suddividendo in più parti il pagamento, rimanendo per ogni singola operazione al di sotto della soglia prevista dalla legge.
Sarà opportuno, quindi, evitare di frazionare troppo artificiosamente le operazioni. Su questo punto è necessario richiamare l’art. 1, comma 2, lettera v), D. Lgs. n. 231/2007, dove viene chiaramente precisato che per operazione frazionata si debba intendere quella operazione unitaria, sotto il profilo economico, che sia superiore al tetto massimo stabilito dalla normativa, ma che si sviluppi in più operazioni che singolarmente sono inferiori ai suddetti limiti ed in un periodo circoscritto di tempo, fissato in sette giorni.
A questo punto parrebbe evidente che, nel caso in cui l’operazione venga frazionata in un arco di tempo superiore agli otto giorni, sarebbe corretta. In realtà non è così. La norma che abbiamo appena citato precisa che rimane ferma la sussistenza dell’operazione frazionata, nel momento in cui ci siano degli elementi perché la si possa ritenere tale. Anche se sono passati più di sette giorni.
In estrema sintesi è necessario verificare di volta in volta se ci siano degli elementi tali da far presupporre che le parti in causa abbiano deciso di frazionare i pagamenti. L’intento, ovviamente, è quello di ovviare al trasferimento del denaro contante.

Limite contanti: casi particolari
Nel momento in cui si stia procedendo a pagare a rate una fattura, in contanti, non si incorre in alcuna infrazione, purché i singoli importi siano inferiori a 5.000 euro. Questa regola vale anche se l’importo totale della fattura supera complessivamente il limite di contanti.
Ormai sappiamo che rientra nella prassi commerciale effettuare i pagamenti dei fornitori a 30, 60 e 90 giorni dalla data di emissione della fattura. Pagare in più rate la fattura in questo caso è consentito, perché lo scopo non è quello di eludere la soglia prevista dalla legge.
Limite ai contanti per versamenti o prelievi
Il legislatore non ha previsto dei limiti nel versamento o nel prelievo di contanti dal proprio conto corrente. In questo caso il diretto interessato non sta compiendo alcun tipo di trasferimento di denaro in favore di un soggetto terzo.
Il denaro è già disponibile sul conto corrente dell’interessato, e in quanto giacenza non prevede passaggi a soggetti terzi. Tuttavia anche se non c’è una violazione della normativa, almeno in astratto, se il cliente utilizza eccessivamente il contante, questo potrebbe indurre l’istituto di credito a ritenere che queste operazioni siano poste in essere con finalità di riciclaggio.
Potrebbero quindi essere richieste spiegazioni aggiuntive sulla provenienza del denaro o sulle finalità del prelievo, nel caso in cui il soggetto sia a rischio riciclaggio.
Limite contanti 2023 – Domande frequenti
Per quest’anno è possibile spendere fino a 5.000,00 euro in contanti. Tutte le informazioni nell’articolo.
Sì, ed è possibile pagare in contanti, purché si rispettino le soglie previste dalla legge.
No, perché non ci sono passaggi di denaro tra più soggetti. Ma attenzione a prelevare troppo contante: l’operazione potrebbe far scattare controlli per riciclaggio.
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