Regime semplificato: cos’è, requisiti e differenze con quello ordinario e forfettario

Il regime semplificato è un sistema fiscale con caratteristiche specifiche, molto convenienti per le piccole imprese. Ecco come funziona, quando si applica e chi può aderirvi, oltre a una panoramica di vantaggi e svantaggi.

di Gennaro Ottaviano

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Regime semplificato
  • Il regime semplificato si basa su un sistema  meno complesso e oneroso di contabilità.
  • Per aprire una partita IVA semplificata devi rientrare in particolari requisiti societari e dal punto di vista del fatturato annuo.
  • La contabilità semplificata può essere considerata una via di mezzo tra il regime forfettario e quello ordinario, con elementi comuni e differenze.

Scegliere il sistema fiscale della tua attività d’impresa è determinante per sviluppare il tuo business. Oggi oltre alle forme più conosciute come l’ordinario e il forfettario hai la possibilità di aderire al regime semplificato. In un certo senso può essere considerato una forma intermedia, con una contabilità più semplice e meno oneri per chi gestisce un’impresa o un’attività professionale.

Tuttavia, devi considerare che è una tipologia di regime fiscale che non si adatta a tutte le partite IVA, data la presenza di specifici requisiti societari ed economici. Anche con questo particolare regime fiscale è possibile accedere a delle agevolazioni fiscali interessanti, che vedremo nell’articolo.

Di seguito andremo ad analizzare come funziona, quando puoi aderire al regime fiscale semplificato, con un confronto diretto con gli altri due sistemi, ordinario e forfettario, e vedremo tutte le informazioni necessarie ad effettuare una scelta che sia vantaggiosa per il caso specifico in cui eventualmente ti trovi.

Regime semplificato 2022: cos’è

Il termine regime semplificato identifica un sistema di contabilità che ha come vantaggio quello di essere meno oneroso sia dal punto di vista fiscale, sia per la tenuta della contabilità.

È conosciuto anche come regime delle imprese minori, dato che può essere applicato a quelle partite IVA che non rientrano nei regime agevolati, ma che hanno un bilancio annuo inferire a quello che prevede l’obbligo del sistema ordinario.

Date queste sue caratteristiche questa forma di regime fiscale si applica in maniera diretta nel momento in cui apri una partita IVA e rientri nei requisiti previsti. Inoltre, è considerato opzionale, dato che potrai comunque scegliere di passare alla contabilità ordinaria.

Questa scelta è particolarmente indicata per chi avvia una nuova attività, ovvero vuole iniziare a sviluppare una piccola impresa, poco complessa, e per cui non è necessario avere conoscenze approfondite di contabilità.

Cos'è il regime semplificato
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Regime semplificato: requisiti

Per aderire al regime semplificato sono richiesti i seguenti requisiti:

  • societari;
  • di fatturato.

Nel primo caso devi avere un’impresa individuale, una società di persone, ovvero una S.a.s o S.n.c. o una partita IVA come lavoratore autonomo o libero professionista, o con una ditta individuale. Vengono inglobati anche gli enti associativi che non svolgono attività commerciali.

Invece, sono escluse le S.r.l, le SRL Unipersonali le Srls e le SPA. Inoltre, non possono aderire a questo regime gli enti pubblici e le società cooperative, oppure le attività d’impresa con sede all’estero.

L’altro requisito necessario è il fatturato annuo. Il volume di affari non deve superare i 400.000€ se l’attività è una prestazione di servizi, e i 700.000€ se esula da questa tipologia di impresa.

Quando si applica il regime semplificato

Il regime semplificato verrà applicato in automatico al momento dell’apertura della partita IVA, se il volume di affari che andrai a indicare rientra nei parametri previsti.

Per quelle imprese che prevedono attività di servizi e di altra natura, si andrà a considerare l’attività prevalente, ovvero quella che prevede un fatturato maggiore.

Non sei obbligato ad adottare il regime semplificato al momento della creazione della tua impresa. Infatti, ai fini dello sviluppo e della crescita della tua attività, può essere utile anche valutare il regime forfettario oppure quello ordinario.

In questo caso, dovrai indicarlo al momento della domanda per l’apertura della partita IVA. Se non disponi dei requisiti, oppure il tuo fatturato annuo va a superare i limiti previsti, si andrà ad applicare in maniera automatica il  regime ordinario. Leggi anche la nostra guida su come aprire partita IVA.

Come funziona il regime semplificato

La caratteristica principale di questa forma di regime fiscale, che lo distingue da quello ordinario, è la semplificazione della contabilità. Infatti, non sei obbligato a redigere il bilancio a fine anno, e sei esonerato da una serie di scritture contabili come il libro giornale, quello degli inventari e le scritture ausiliare. Tuttavia, sono presenti alcuni obblighi di contabilità con la compilazione del:

  • Registro IVA;
  • Registro dei beni ammortizzabili;
  • Libro unico del lavoro;
  • Registro di incassi di pagamenti.

In particolare, nel Registro IVA dovrai andare ad indicare tutte le operazioni, anche quelle che non riguardano la determinazione dell’imponibile come le autofatture elettroniche.

Invece, il Libro Unico del Lavoro è previsto solo nel momento in cui disponi di dipendenti. Infine, per quanto riguarda gli incassi e i pagamenti, la registrazione deve avvenire entro un massimo di 60 giorni dalla transazione conclusa.

Altro aspetto da considerare è che dal 2017 il regime semplificato prevede una contabilità per cassa. Infatti, prima di questa data il calcolo del reddito imponibile era simile al regime ordinario con il principio di competenza.  

Questo sistema prevede che i costi e i ricavi vengono contabilizzati in base al periodo d’imposta di riferimento, indipendentemente dalla data in cui una fattura viene pagata. Quindi se hai emesso una fattura a novembre 2021 e ti viene pagata a gennaio del 2022, rientrerà nel reddito del 2021.

Invece, la contabilità per cassa prevede un calcolo dei costi e dei ricavi in base al momento in cui  questi vengono contabilizzati e registrati con il verificarsi dell’uscita o dell’incasso. Ritornando all’esempio della fattura emessa nel novembre 2021 e pagata a gennaio 2022, verrà considerata quest’ultima data e quindi ai fini fiscali, andrà a cumularsi nel reddito dell’anno successivo.

Tasse
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Regime semplificato: tassazione

La tassazione del regime ordinario è calcolata in maniera progressiva, prendendo come riferimento le aliquote IRPEF vigenti nel 2022. Ciò significa che in base al reddito generato dalla tua impresa si applicherà un importo di tassazione variabile.

Nella tabella seguente abbiamo riportato le percentuali a cui fare riferimento dal 2022, poiché precedentemente questa tassa prevedeva un sistema di aliquote a 5 scaglioni.

Percentuale aliquoteImporto del reddito
23%Fino ai 15.000€
25%Dai 15.001€ ai 28.000€
35%Dai 28.0001 ai 50.000€
43%Dai 50.000€ in su.

Regime semplificato: esempio

Un esempio può essere utile per comprendere l’aspetto fiscale. Immagina che la tua società realizzi in un anno un fatturato pari a 25.000€. In base alla tabella precedente, dovrai pagare:

  • 23% di tasse fino ai 15.000€;
  • per la differenza di 10.000€ (25.000-15.000), si applicherà un valore pari al 25%.

Invece, se il tuo fatturato è di 33.000€, il calcolo sarà il seguente:

  • 23% fino ai 15.000€;
  • 25% sull’importo di differenza di 13.000€ (28.000-15.000);
  • 35% sulla restante parte pari a 5.000€, calcolato sottraendo le aliquote precedenti [33.000 –(15.000+13.000€)].

Regime semplificato: cosa posso scaricare

Uno dei vantaggi che differenzia il regime semplificato da quello forfettario è la possibilità di avere accesso a una serie di detrazioni e di deduzione fiscali. Le prime si applicano direttamente sulle tasse, come nel caso dell’IVA , mentre le spese deducibili ti permettono di abbassare la base imponibile su cui vengono successivamente calcolate le tasse.

Per ciò che riguarda il regime semplificato, è prevista la deducibilità al 100% per tutte quelle spese che sono inferiori ai 1.000€ e inerenti all’attività di professionista o d’impresa. Inoltre, puoi dedurre quelle che fanno riferimento in maniera esclusiva all’attività professionale, ovvero:

  • beni strumentali;
  • libri e riviste;
  • cancelleria;
  • compensi dei collaboratori;
  • affitto o acquisto dell’immobile;
  • trasporti, spese di rappresentanza.

Invece, per quei costi che posso essere considerati promiscui, si applicherà una deducibilità che va dal 20% al 50%. Se vuoi conoscere quali sono tutte le spese che potrai andare a dedurre e detrarre, ti invitiamo a leggere il nostro articolo: partita IVA e costi che si possono scaricare.

Differenze tra regime forfettario o semplificato
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Regime semplificato o regime ordinario: differenze

Il regime semplificato prevede diversi vantaggi soprattutto per quanto riguarda la gestione contabile semplificata e con costi inferiori. Tuttavia, sono presenti anche una serie di svantaggi. Ad esempio non sottoscrivendo il bilancio avrai una valutazione limitata della tua attività d’impresa.

Puoi essere soggetto a controlli da parte dell’Agenzie delle Entrate, per una verifica dei limiti e dei requisiti previsti. Inoltre, devi rientrare in un fatturato ben preciso, oltre al fatto che è richiesta una struttura societaria che non prevede forme di limitazione alle responsabilità personali.

Può capitare che nello sviluppo del tuo business, hai la necessità di trasformare il sistema societario e quello fiscale. In questo caso può essere utile valutare se adottando la forma del regime ordinario, puoi avere maggiori benefici. Di seguito abbiamo creato una tabella con un confronto diretto tra le due forme di regimi fiscali.

VociRegime semplificatoRegime ordinario
Forma societariaImpresa individuale, S.a.s, S.n.c., partita IVA professionaleTutte le tipologie di forme societarie
Calcolo del reddito imponibilePer cassaPer competenza
Fatturato annuoNon superiore ai 400.000€ per le attività di servizi e ai 700.000€ per quelle commercialiNon è previsto un limite di fatturato
IVASi applica l’IVA in base alle diverse percentuali previsteSi applica l’IVA
FatturazioneObbligo di fatturazione elettronicaObbligo di fatturazione elettronica
Detrazione e deduzioniSono previsteSono previste
BilancioNon è obbligatorioObbligatorio
Libri contabiliRegistro IVA, beni ammortizzabili, incassi e pagamentiRegistro IVA, beni ammortizzabili, libro giornale, libro inventari, libri sociali, incassi e pagamenti
TassazioneIRAP e IRPEFIRES, IRAP e IRPEF

Regime forfettario o semplificato: quale scegliere?

Se tra il regime semplificato e quello ordinario vi sono diverse similitudini, invece le differenze sono sostanziali con il regime forfettario.

VociRegime forfettarioRegime semplificato
Forma societariaPartita IVA personale, ditta individualeImpresa individuale, S.a.s, S.n.c., partita IVA professionale
Calcolo del reddito imponibileCon sistema forfettarioPer cassa
Fattura annuo65.000€Non superiore ai 400.000€ per le attività di servizi e ai 700.000€ per quelle commerciali
IVANon applicataSi applica l’IVA in base alle diverse percentuali previste
FatturazioneElettronica / cartaceaObbligo di fatturazione elettronica
Detrazione e deduzioniSono escluseSono previste
BilancioNon previstoNon è obbligatorio
Libri contabiliNon previstiRegistro IVA, beni ammortizzabili, incassi e pagamenti
TassazioneAl 5% per i primi 5 anni e poi al 15%IRAP e IRPEF

Di seguito andremo a soffermarci su alcuni aspetti pratici come:

  • tipologia di società;
  • reddito annuale;
  • IVA e fatturazione;
  • contabilità
  • tassazione.

In primo luogo, il regime forfettario prevede tra i requisiti l’applicazione solo alle partita IVA personali e professionali e alle ditte individuali, mentre per il regime semplificato puoi aprire anche una società di persone.

Un altro aspetto è l’importo di fatturato annuo. Per rientrare nella forma agevolata non devi supere i 65.000€ all’anno, mentre è previsto un tetto massimo di fatturato a 400.000€, per le attività di servizi e 700.000€ per quelle di natura diversa nel regime semplificato.

IVA e fatturazione elettronica

Un altro aspetto riguarda l’IVA, che non è applicata nelle fatture attive e passive nel regime forfettario, mentre in quello semplificato devi inserirla. Ciò comparta quindi che nel sistema agevolato non potrai dedurre o detrarre costi, mentre ciò è previsto nell’altra forma di regime fiscale.

Ambedue prevedono l’obbligo di fatturazione elettronica. Tuttavia, nel caso del regime forfettario, se hai aperto partita IVA nel 2022 o hai un fatturato inferiore ai 25.000€, hai l’opzione di utilizzare la fatturazione cartacea, con marca da bollo fino a gennaio 2024.

Contabilità

Il regime forfettario non prevede l’obbligo di registri IVA, dei beni ammortizzabili, dei costi e dei ricavi. Sarà necessario solo conservare le fatture che dovranno essere emesse con numerazione crescente.

Invece, nel regime semplificato vi è l’obbligo di redigere alcuni libri contabili. Ambedue non prevedono la compilazione del bilancio a fine anno.

Tassazione e base imponibile

Infine, una differenza sostanziale riguarda anche l’aspetto fiscale. Nel regime forfettario il calcolo del reddito imponibile viene effettato in modo forfettario, quindi considerando i costi equivalenti a un percentuale fissa pari 22% del fatturato e un imponibile del 78%.

Invece, per quanto riguarda il regime semplificato, il calcolo dei costi e ricavi avviene in base al principio per cassa. Inoltre, l’aliquota nel sistema forfettario è unica, pari al 5% per i primi 5 anni e del 15% successivamente. Invece, per il regime semplificato si applica una tassazione  proporzionale dal 23%  al 43% in base ai ricavi.

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Regime semplificato: conviene?

La risposta a questo quesito non è semplice. Infatti, devi considerare la tipologia di attività d’impresa che vuoi svolgere e gli obiettivi imprenditoriali da raggiungere. Senza dubbio se rientri in un fatturato annuo pari o inferiore a 65.000€ non conviene adottare un regime semplificato, dato che i vantaggi di quello forfettario sono numerosi, sia ai fini fiscali, sia per ciò che riguarda la contabilità.

Invece, se hai un fatturato superiore, il regime semplificato può essere più vantaggioso rispetto a quello ordinario, anche se emetti molte fatture attive, con la possibilità di scaricare costi e IVA. Inoltre, la contabilità è nettamente più semplice, rendendo più facile gestire la tua PMI.

Devi però considerare che le forme societarie non inglobano le SRL. Quindi se vuoi dividere il tuo patrimonio da quello dell’impresa o professionale, dovrai trasformare la società in una di capitali e cambiare regime passando a quello ordinario.

Regime semplificato – Domande frequenti

Cosa si intende per regime semplificato?

Il regime semplificato è una tipologia di sistema fiscale che prevede una contabilità meno onerosa e più facile da realizzare. Ecco come funziona.

Quanto si paga di tasse con il regime semplificato?

La tassazione nel regime semplificato avviene in base a scaglioni di reddito con una percentuale che va dal 23% fino al 43%.

Chi può aderire al regime semplificato?

Tutte le partite IVA che prevedono requisiti societari e di fatturato ben definiti, come indicato nel nostro articolo, possono aderire al regime fiscale semplificato.

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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 26 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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