Costi partita IVA: confronto tra regime forfettario e ordinario

La partita IVA comporta dei costi: dall'apertura, fino al versamento dei contributi previdenziali alle tasse. Ecco un confronto delle spese tra regime forfettario e ordinario.

di Maria Saia

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • La partita IVA si può aprire a costi ridotti, tuttavia comporta ogni anno il pagamento di una certa quota allo stato.
  • I costi che caratterizzano il lavoro autonomo con Partita Iva sono principalmente quelli relativi a imposte e contributi.
  • Aprendo una Partita Iva è possibile optare per il regime fiscale ordinario o forfettario.

Sulla Partita IVA circolano moltissimi dubbi, soprattutto arrivando al mese di giugno, il momento dell’anno in cui si devono iniziare a pagare le imposte e i contributi. Questi adempimenti obbligatori fanno sorgere diverse questioni, e domande da parte dei lavoratori autonomi.

Quanti contributi dovrò versare? Quali tasse dovrò pagare allo stato? Sono domande che ogni libero professionista si sarà probabilmente posto. Oltre ai costi per la gestione di una attività infatti, il lavoratore autonomo deve sostenere anche i pagamenti verso lo stato.

Nella prossime righe analizzeremo quali sono i costi da preventivare nel caso in cui si abbia intenzione di aprire una Partita IVA, al fine di fare chiarezza sull’argomento. Parleremo della fase di apertura, delle imposte, dei contributi e delle spese per il commercialista. 

Aprire partita IVA: quanto costa

Forse ti sembrerà strano, ma l’apertura della Partita IVA è gratuita. Potrai quindi decidere di avviare la tua attività come libero professionista senza dover investire somme iniziali, appoggiandoti direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate

È importantissimo ricordare comunque che pagare un consulente per aprire la Partita IVA può risultare indispensabile almeno per due motivi:

  1. potrà aiutarti nella scelta del codice Ateco relativo al tuo lavoro;
  2. potrà darti assistenza specifica nelle fasi successive, per esempio quelle relative alla fatturazione elettronica;
  3. ti assisterà nel versamento delle somme dovute allo stato, come i contributi e le tasse.

Si può dire quindi che l’apertura di una attività autonoma abbia comunque alcuni costi iniziali, anche se di per sé la Partita Iva è gratuita. I costi da sostenere inizialmente sono prevalentemente quelli per il commercialista.

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Costi Partita IVA: la ditta individuale

Un po’ diverso è il caso in cui dovrai aprire una ditta individuale, specialmente come artigiano o commerciante. Dovrai infatti presentare un documento, la Comunicazione Unica d’Impresa, tramite una pratica online che prende il nome di ComUnica. In questo modo potrai svolgere, con un solo passaggio:

  • l’iscrizione al Registro delle Imprese, al REA della CCIAA, all’Albo degli Artigiani;
  • l’apertura della Partita IVA, con scelta del codice Ateco e del regime fiscale;
  • l’iscrizione alla Gestione Artigiani e commercianti per il pagamento dei contributi;
  • l’apertura, se necessario, di una posizione INAIL. 

Quanto dovrai spendere? L’iscrizione al Registro delle Imprese, comprensiva di diritti camerali, imposte di segreteria e imposte di bollo, ha un costo di circa 100 euro

Le tasse con la Partita Iva forfettaria

A questo punto del nostro articolo, ci si può focalizzare sul pagamento delle imposte, il quale sarà differente a seconda del regime scelto. La tassazione più vantaggiosa attualmente è quella offerta dal regime forfettario, che si potrà scegliere solo se i ricavi non superano i 65.000 euro lordi all’anno. 

Il regime forfettario prevede l’applicazione di un’aliquota:

  • pari al 5% per i primi cinque anni di apertura attività, se non è mai stata svolta la stessa professione in precedenza;
  • 15% a partire dal sesto anno. 

A quale importo si applicano tali percentuali? Il calcolo delle imposte si effettua a partire dal cosiddetto reddito imponibile. Nel caso del regime forfettario, si deduce un quota forfettaria, che si ricava applicando la percentuale associata al proprio codice Ateco.

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Le tasse con la Partita Iva ordinaria

Per la Partita IVA ordinaria, tale reddito si calcola sommando le fatture annuali e sottraendo, al totale lordo, le voci di spesa deducibili. Le tasse che vengono applicate con questo regime fiscale sono superiori a quelle del regime forfettario. In questo caso infatti non esiste una aliquota unica, ma si fa riferimento all’IRPEF 2024, secondo alcune percentuali in base alla fascia di reddito:

  • Aliquota al 23% fino a 28.000 euro di reddito annuo;
  • Aliquota al 35% da 28.001 a 50.000 euro di reddito annuo;
  • Aliquota al 43% per reddito annuo superiore a 50.000 euro.

Come si può facilmente intuire, con una Partita Iva ordinaria le tasse sono molto più elevate, tuttavia è possibile superare i 85.000 euro di reddito, e inoltre è possibile accedere ad una serie di detrazioni fiscali sulla base delle spese sostenute l’anno precedente, come quelle mediche, veterinarie, o per la scuola.

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Partita IVA e contributi previdenziali

Le tasse per chi ha aperto una nuova attività con il regime fiscale forfettario, sono molto contenute. Facciamo un esempio: Michela è un’osteopata che ha deciso di aprire la Partita IVA con il regime forfettario. Per calcolare quanto dovrà pagare di imposte con questo regime fiscale, si dovrà applicare al suo reddito lordo annuale un coefficiente di redditività pari al 78%. Il calcolo è questo:

  • nel 2021, Michela ha guadagnato 35.000 euro lordi;
  • il suo reddito imponibile sarà uguale a 35.000 * 78% = 27.300.

A tale importo, quindi al reddito imponibile di Michela, si applicherà l’aliquota per il calcolo delle imposte. Nel 2022, Michela dovrà pagare:

  •  27.300 * 5% = 1.365 euro.
  • oppure per gli anni successivi al quinto:  27.300 * 15% = 4.095 euro. 

Come si calcolano invece i contributi? Forse non tutti sanno che i liberi professionisti devono versare i contributi in autonomia. Il calcolo dei contributi dipende dalla Cassa di appartenenza alla quale si è iscritti. Si potrà dunque distinguere tra:

  1. professionisti con cassa;
  2. professionisti senza cassa;
  3. artigiani e commercianti. 
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1. Professionisti con cassa

Vi rientrano quelle professioni per cui il freelancer deve iscriversi a un Albo o un Ordine professionale, come per esempio:

Ogni cassa avrà le proprie regole da considerare per il calcolo dei contributi e potrà prevedere anche delle agevolazioni rivolte ai nuovi iscritti. I professionisti con cassa devono riferirsi alle regole specifiche di ciascun Albo di riferimento.

2. Liberi professionisti senza cassa

I lavoratori autonomi che non hanno un Ordine o un Albo (che si ritrovano dunque senza una specifica cassa previdenziale) sono quelli che dovranno iscriversi alla Gestione Separata INPS per il versamento dei contributi previdenziali. Tra gli altri, vi rientrano:

  • i copywriter;
  • gli sviluppatori;
  • i traduttori;
  • i social media manager;
  • i web designer;
  • i wedding planner. 

In questi casi, al reddito imponibile sarà applicata un’aliquota dal 24% al 26,07% per l’anno fiscale 2024. 

3. Artigiani e commercianti

Artigiani e commercianti dovranno pagare due diverse tipologie di contributi:

  • i contributi minimi, obbligatori a prescindere dal fatturato, che corrispondono a 4.427,04 euro per gli artigiani o a 4.515,43 euro per i commercianti;
  • i contributi variabili, a partire da un reddito minimo di 18.415 euro, che si calcolano applicando sulla parte eccedente una percentuale del 24% per gli artigiani o del 24,48% per i commercianti.

In entrambi i casi, sono previste delle agevolazioni per chi non ha compiuto ancora 21 anni, e delle riduzioni del 35% dei contributi nel regime forfettario

Affidarsi a un commercialista per la gestione della propria Partita IVA può essere utile sia per la gestione della contabilità, che per il calcolo delle detrazioni spettanti, con il regime fiscale ordinario.

Costi partita IVA – Domande frequenti

Quanto costa avere una Partita IVA all’anno?

I costi della Partita IVA dipendono dalle spese dell’attività, dal proprio regime fiscale e dalla Cassa in cui si versano i contributi: scopri di più nella nostra guida. 

Quanto costa la partita IVA se non fatturo?

Ci sono alcuni casi, come per artigiani e commercianti, in cui si devono pagare dei contributi minimi obbligatori anche quando non si fattura durante l’anno.

Quante tasse si pagano con la Partita Iva?

Nella nostra guida sui costi della Partita IVA, ti aiutiamo a capire come funziona il calcolo di imposte e contributi, per ricavare il guadagno netto di un professionista autonomo.

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Maria Saia

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Una laurea in Traduzione e un sogno nel cassetto: non vedere più le È con l'apostrofo al posto dell'accento online. La sua più grande passione - scrivere - è anche il suo lavoro: provate a cercarla su Google.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 26 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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