Agevolazioni lavoratori impatriati 2023: come funzionano e secondo ingresso

Quali sono le agevolazioni fiscali per i lavoratori impatriati, come funzionano e come si possono richiedere.

di Francesco D'Angelo

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • I lavoratori impatriati sono coloro che si sono in un primo momento trasferiti all’estero, per poi tornare in Italia.
  • I lavoratori impatriati possono accedere ad alcune importanti agevolazioni di tipo fiscale tornando in Italia.
  • Per accedere alle agevolazioni, è necessario per questi lavoratori rientrare in alcuni requisiti specifici, tra cui la permanenza in Italia per un certo periodo di tempo.

I lavoratori espatriati, o “cervelli in fuga” sono persone che si trasferiscono all’estero per motivi di lavoro, a causa di migliori condizioni lavorative, riconoscimenti personali più elevati e una tassazione inferiore dei redditi.

La cosiddetta “fuga dei cervelli” per l’ Italia è stata sempre al centro dell’attenzione per i diversi governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Il Governo ha programmato tuttavia alcune manovre volte a favorire il rientro dei nostri connazionali dall’estero.

Queste manovre consistono in diverse agevolazioni a livello fiscale per chi decide di trasferire nuovamente in Italia la propria residenza, ovvero gli impatriati. Vediamo di preciso di cosa si tratta, come funzionano le misure e come richiederne l’accesso.

Lavoratori impatriati: requisiti per accedere alle agevolazioni

Inizialmente, queste misure di agevolazione erano previste solo per i cosiddetti “cervelli in fuga”, ovvero: professori, ricercatori, medici ed altri individui con alcune specifiche competenze a livello universitario.

Oggi invece, con le ultime manovre, tali agevolazioni sono concesse a tutti, a patto che vengano rispettati alcuni requisiti. Quindi, operai, impiegati o autonomi con partita Iva che decidono di spostare la propria residenza dall’estero, in Italia, possono godere del regime agevolato in quanto lavoratori impatriati.

Ma oltre a quanto detto, quali sono i requisiti da rispettare per poter accedere a tali agevolazioni? I requisiti fanno riferimento al D.lgs. 147/2015, e sono:

  • il lavoratore non deve essere stato residente in Italia nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento;
  • il lavoratore deve impegnarsi a risiedere fiscalmente in Italia almeno per i 2 anni successivi al rimpatrio;
  • l’attività lavorativa deve essere svolta prevalentemente nel territorio italiano.
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Quali sono le agevolazioni per lavoratori impatriati

Requisiti agevolazioni impatriati

Per i lavoratori che rientrano in Italia quindi è possibile accedere ad alcuni regimi fiscali agevolati, che favoriscono la permanenza nel paese.

Qualora il soggetto possieda i requisiti elencati sopra, nel periodo d’imposta in cui trasferisce la propria residenza e nei suoi 5 anni successivi, il reddito di lavoro dipendente e il reddito di lavoro autonomo prodotto in Italia concorrono alla formazione del reddito complessivo nella percentuale del:

  • 30% dell’ammontare, nella generalità dei casi;
  • 10% dell’ammontare, se la residenza è in una delle Zone Economiche Speciali, come: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.

Nel caso in cui il soggetto abbia almeno un figlio minorenne a carico o diventi proprietario di almeno un immobile residenziale in Italia dopo il trasferimento o nei 12 mesi precedenti, può avere l’agevolazione per altri 5 anni di periodi d’imposta.

Sono quindi agevolabili tutti i redditi, da lavoro dipendente, da lavoro autonomo con Partita Iva, oppure redditi di impresa. Sono tuttavia esclusi da questa possibilità coloro che, pur rientrando in Italia, accedono al regime fiscale di vantaggio, ovvero al regime forfettario.

Come richiedere le agevolazioni per lavoratori impatriati

Vediamo nel dettaglio come procedere alla richiesta delle agevolazioni per lavoratori rimpatriati, nei diversi casi. Nel caso di un lavoratore dipendente, si deve presentare una richiesta scritta al datore di lavoro resa mediante autocertificazione DPR 445/2000. Deve contenere le seguenti informazioni:

  • nome, cognome e data di nascita;
  • codice fiscale;
  • data di rientro in Italia;
  • data della prima assunzione in Italia;
  • dichiarazione del possesso dei requisiti per accedere alle agevolazioni;
  • residenza in Italia e impegno a comunicarne le variazioni;
  • dichiarazione di non accedere a regimi fiscali similari.

Una ulteriore richiesta scritta va presentata al datore di lavoro in caso di proroga delle agevolazioni, con i dati relativi all’unità immobiliare e alla composizione del nucleo famigliare.

Nel caso di un lavoratore autonomo che ha aperto partita Iva, si può accedere al regime agevolato compilando direttamente la dichiarazione dei redditi, oppure durante l’applicazione della ritenuta di acconto. Nella richiesta vanno indicate le medesime informazioni del caso visto prima. Una ulteriore domanda può essere presentata nel caso di proroga delle agevolazioni.

In conclusione, si può dire che il regime agevolato per gli impatriati può essere un’ottima opportunità per coloro che desiderano rientrare in Italia. Per ulteriori informazioni riguardanti la tua posizione, chiedi una consulenza specifica al commercialista di fiducia.

Agevolazioni anche per il secondo ingresso

Recentemente l’Agenzia delle Entrate, con una specifica risposta ad interpello, ha dichiarato che le agevolazioni sono possibili anche nel caso di secondo ingresso.

Ricapitolando, per beneficiare delle agevolazioni, il lavoratore non deve aver avuto residenza in Italia nei due anni di imposta che precedono il trasferimento, l’attività deve essere svolta in Italia, e il lavoratore deve rimanerci per almeno due anni.

Non ci sono quindi cause di esclusione dal beneficio, se vengono rispettati questi requisiti, nel caso di un secondo ingresso. Questo vuol dire che un lavoratore può trovarsi per due volte nella situazione di rientrare in Italia dopo un periodo all’estero, e può beneficiare entrambe le volte dell’agevolazione, purché vengano rispettati i requisiti di base.

Agevolazioni lavoratori impatriati – Domande frequenti

Quali sono le agevolazioni per lavoratori impatriati?

I lavoratori impatriati, che dall’estero tornano in Italia, possono accedere ad alcune agevolazioni fiscali sui redditi: ecco di cosa si tratta.

Quali sono i requisiti per chiedere le agevolazioni per lavoratori impatriati?

Il lavoratore non deve essere stato residente in Italia nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento, deve risiederci per almeno due anni, e svolgere una attività lavorativa in Italia.

Come richiedere le agevolazioni per lavoratori impatriati?

Si possono richiedere le agevolazioni per lavoratori impatriati tramite richiesta scritta al datore di lavoro, nel caso di dipendenti, oppure tramite dichiarazione dei redditi, per autonomi.

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Francesco D'Angelo

Commercialista esperto di fiscalità nazionale ed internazionale

Dottore commercialista specializzato in fiscalità nazionale ed internazionale delle società e delle persone fisiche. PMI e Startup innovative. Esperto IVA e Membro CFE Tax Advisor Europe, Gestione Stabili Organizzazioni e rappresentanze fiscali in Italia di soggetti non residenti.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 24 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

28 commenti su “Agevolazioni lavoratori impatriati 2023: come funzionano e secondo ingresso”

  1. Buongiorno,
    mettiamo il caso in cui il rientro in Italia avvenga (rispettando i requisiti) come lavoratore dipendente e successivamente (dopo qualche mese/anno) si decida di iniziare ANCHE un attivita’ con apertura partita IVA.
    Si inizia a usufruire del regime con richiesta al datore di lavoro.
    Il regime e’ applicabile successivamente ANCHE al reddito da partita IVA (aperta dopo qualche mese/anno dal rientro)? Si applicherebbe cioe’ sul totale dei redditi (dipendente + autonomo)

    Cordiali Saluti

    Rispondi
  2. Grazie questo è un articolo molto utile. Ho una domanda. È sufficiente un indirizzo fiscale per accedere al regime, o devo stabilire la residenza legale in Italia, che è più complicato?

    Rispondi
  3. Buongiorno,

    Essere residenti all’estero ma in possesso di un immobile in italia da cui si percepisce un affitto, prevarica la possibilità di accedere al regime fiscale agevolato impatriati una volta che si rientra in italia?

    Un cordiale saluto e grazie per questo articolo molto utile

    Rispondi
    • Buongiorno,
      la sua condizione di proprietario e locatore non sembra essere ostativo all’adesione al regime. Per un approfondimento sul regime applicato al suo caso può consultarsi con un esperto.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  4. Buongiorno,
    Mi sono trasferito all’estero a settembre 2017 lavorando per un’azienda estera e pagando le tasse in un paese europeo nel 2018 e nel 2019. A fine dicembre 2019 ho firmato un contratto di lavoro con un ente italiano ed a dicembre 2020 ho trasferito la mia residenza. Posso usufruire in ritardo dei benefici? Se si devo considerare dicembre 2019, dicembre 2020 o luglio 2020 come periodo di partenza per il conteggio del beneficio?

    Rispondi
    • Buongiorno,
      è possibile presentare delle dichiarazioni dei redditi integrative, per correggere delle posizioni gestite in modo errato negli anni precedenti. La domanda è molto specifica, per un approfondimento può compilare il seguente form: https://partitaiva.it/link/consulenza.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  5. Salve,

    Per i Lavoratori impatriati (non i rientro dei cervelli) bisogna essere in posseso di una Laurea, oltre a tutti gli altri requisiti, per avere le agevolazioni fiscali con il rientro in Italia?

    Grazie mille.

    Marco

    Rispondi
  6. Buongiorno,
    Per un operaio che non ha chiesto al suo datore di lavoro (inizio lavoro il 1 gennaio 2022), si può recuperare qualcosa con il 730 di quest anno ? (2023).
    Oltre a quello, come quantificare il rimborso nel caso ci fosse ?
    Se non fosse possibile recuperare sul 730, si può fare richuesta al datore di lavoro da ora ?
    Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      la situazione dovrebbe essere recuperabile anche con il modello 730. Consigliamo di approfondire con un commercialista esperto sul tema degli impatriati. Per info può contattare il nostro team di consulenti utilizzando il seguente form: https://form.jotform.com/222503188166354.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  7. Buongiorno,

    il rimpatrio del lavoratore è applicabile a chi lavora all’estero presso Pubbliche Amministrazioni, ad esempio la Commissione Europea?

    Grazie

    Rispondi
  8. Buongiorno,
    ho studiato in Scozia per 5 anni dal 2015 al 2020. A gennaio 2021 sono rientrato in Italia e a settembre 2021 ho iniziato a lavorare con un’azienda italiana. Posso usufruire dell’agevolazione?

    Grazie

    Rispondi
  9. buongiorno se comincio a lavorare a settembre (e quindi non posso spostare residenza fiscale per anno corrente) posso usufruire da gennaio dell’agevolazione fiscale del rientro?

    Rispondi
  10. Buongiorno,

    sono lavoratore impatriato da Maggio 2019 e attualmente sto godendo del beneficio dell’imponibile (50%) da quella data.

    Questi giorni andando a vedere un po’ la situazione casomai dovesse fare richiesta l’anno prossimo di una estensione del regime mi sono accorto che poco dopo la mia data di rientro è entrata in vigore una modifica per cui (sembra) che dovrei avere avuto una riduzione del 70% dell’imponibile, anziché del 50%. Non ho ancora chiaro del tutto questo punto, ma mi domando se questo fosse vero, se è possibile recuperare questa parte non goduta delle detrazioni.

    Grazie mille per la risposta.

    Rispondi
    • Buonasera,
      in linea di principio, a certe condizioni, è sempre possibile presentare dichiarazione integrativa in rettifica a quelle già presentate.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  11. Buongiorno,

    c’è qualche vantaggio anche per il datore di lavoro? Inoltre pagano meno tasse per i dipendenti?

    Grazie mille per la risposta.

    Rispondi
    • Buonasera,
      il vantaggio principale è per il lavoratore, potrebbero esserci anche vantaggi per l’impresa in base al luogo di lavoro, tipo di assunzione ed età del lavoratore. Da approfondire con un commercialista.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  12. Salve io sono stato in Asia iscritto aire da marzo 2017 a maggio 2019 – e quindi rientrato in Italia per poi ripartire in Asia da settembre 2020 a settembre 2021 -sempre aire.
    Adesso inizio un contratto ad ottobre 2023 in Italia .. posso richiedere le agevolazioni ?
    Grazie per la sua risposta.

    Rispondi
  13. Buongiorno,
    Se si inizia il lavoro nuovo in Italia da Novembre 2023 è possibile spostare la residenza e richiedere le agevolazioni da gennaio 2024 per non perdere 10 mesi (gennaio-ottobre 2023) di agevolazioni dato che viene contato l’anno fiscale?
    Grazie!

    Rispondi
  14. Ciao,

    Molto utile il vostro articolo, complimenti!
    Ho un dubbio, sono extra-UE e sono arrivato in 2022 con il codice fiscale rilasciato dall’ambasciata italiana in Brasile. Ho iniziato a lavorare in 2023 e ho ottenuto la residenza anche in 2023. La mia domanda è, sono idoneo a chiedere l’agevolazione fiscale destinata ai lavoratori impatriati al mio datore di lavoro?

    Grazie!

    Rispondi
    • Buongiorno,
      probabilmente non ci sono le condizioni, ma sarebbe da approfondire con una consulenza mirata.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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