- Il 23 ottobre 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato alcuni decreti legislativi che vanno a modificare lo Statuto del contribuente, introducendo importanti novità.
- Gli interventi dell’esecutivo mirano a modificare anche il principio del contraddittorio.
- Le modifiche allo statuto sono contenute all’interno di due decreti attuativi della riforma fiscale, che puntano a migliorare il rapporto tra Fisco e contribuenti.
Il Governo sta attuando la riforma fiscale puntando a creare un rapporto paritario con il contribuente, tenendo conto delle esigenze dei cittadini e, allo stesso tempo, contrastando l’evasione fiscale. Per farlo, il 23 ottobre 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato due nuovi decreti attuativi1 della riforma fiscale che apportano modifiche allo Statuto del contribuente.
Lo Statuto dei diritti del contribuente contiene una serie di disposizioni a tutela dei cittadini nei confronti del Fisco. Approvato dalla legge n. 212 del 27 luglio 2000, attua i principi di democraticità e trasparenza del sistema impositivo.
L’esecutivo si è posto l’obiettivo di migliorare ancora di più il rapporto con i contribuenti, modificando alcuni principi fondamentali di tale Statuto.
Statuto del contribuente: le novità

Il Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 55 espone in modo chiaro quali sono le novità apportate dai decreti legislativi approvati in attuazione della legge 9 agosto 2023, n. 111. Nello specifico, i principali cambiamenti introdotti nello Statuto del contribuente sono:
- la revisione del principio del contraddittorio;
- le modifiche alla disciplina degli interpelli e delle circolari che il Fisco mette a disposizione dei contribuenti.
Tra le altre novità, inoltre, c’è anche un nuovo principio che punta a equiparare lo Statuto del contribuente alla Costituzione. I decreti attuativi della riforma fiscale modificano lo Statuto confermando il principio di irretroattività delle disposizioni tributarie.
1. Il principio di irretroattività
I decreti approvati dal Consiglio dei Ministri puntano a rafforzare il principio di irretroattività. Nello specifico, in relazione alla disciplina dell’efficacia temporale delle norme tributarie, il CdM ha stabilito con il nuovo decreto il regime dei tributi periodici.
Il comunicato stampa chiarisce che in caso di tributi “dovuti, determinati o liquidati periodicamente” le modifiche introdotte verranno applicate solamente a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della modifica. Inoltre, con il nuovo decreto le presunzioni legali non sono applicate in modo retroattivo.
Altra novità è il regime dell’annullabilità: se i provvedimenti vengono emessi dal fisco senza invitare il contribuente a fornire chiarimenti specifici, è nulla l’iscrizione a ruolo.
2. Il principio del contraddittorio
La nuova normativa introduce il principio del contraddittorio. Infatti, le disposizioni del CdM stabiliscono che tutti i provvedimenti sfavorevoli per il contribuente devono essere preceduti da un contraddittorio informato ed effettivo, a pena di annullabilità.
Tuttavia, la normativa precisa anche che il diritto al contraddittorio non è previsto, invece, per gli atti non a contenuto provvedimentale. I decreti, inoltre, delineano le procedure, i requisiti e i termini del contraddittorio nel rapporto tra contribuente e Fisco.
In più, il Consiglio dei Ministri ha stabilito che i provvedimenti dell’amministrazione finanziaria devono essere motivati “a pena di annullabilità”. Tali provvedimenti, quindi, devono riportare l’indicazione specifica dei presupposti, dei mezzi di prova e delle ragioni giuridiche relative alla decisione del Fisco. Il cittadino quindi deve essere informato in modo specifico sulle cause, le prove e i presupposti per un provvedimento da parte del Fisco.
Infine, la nuova normativa stabilisce che gli atti della riscossione devono necessariamente prevedere i criteri di calcolo, la data di decorrenza e i tassi applicati relativi agli interessi applicati.
3. Atti dell’amministrazione finanziaria

Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri introduce una nuova disciplina relativa ai vizi degli atti emessi dall’amministrazione finanziaria. Infatti, prevede:
- l’annullabilità degli atti: gli atti sono impugnabili dagli organi della giurisdizione tributaria e annullabili per violazione di legge;
- la nullità degli atti: le norme devono stabilire i vizi che determinano la nullità degli atti, che possono essere rilevabili d’ufficio e danno diritto alla ripetizione di quanto versato, ad eccezione della prescrizione del credito;
- l’irregolarità degli atti: in caso di incompleta o inesatta indicazione dell’ufficio presso il quale il contribuente può richiedere informazioni sull’atto di riscossione, l’atto è considerato irregolare (e non con un vizio di annullabilità);
- l’inesistenza degli atti: gli atti impositivi e della riscossione che mancano degli elementi essenziali sono considerati inesistenti.
Statuto del contribuente: altre novità
Nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri vi sono elencate anche ulteriori novità relative al rapporto tra contribuenti e Fisco.
Nello specifico, il Consiglio dei Ministri estende l’obbligo di conservazione delle scritture contabili per dieci anni, al termine dei quali è preclusa all’amministrazione finanziaria l’utilizzabilità della documentazione per fini probatori.
I decreti, inoltre, introducono espressamente il principio per cui un’azione accertativa può essere svolta una sola volta per ogni periodo d’imposta. Un’altra novità riguarda il divieto di divulgare i dati dei contribuenti da parte dell’amministrazione finanziaria, acquisiti con l’utilizzo e l’interoperabilità delle banche dati.
La riforma fiscale ha, inoltre, modificato il principio della non sanzionabilità del “ragionevole affidamento”. Con queste novità, infatti, il contribuente non è obbligato al pagamento di sanzioni e interessi per il periodo di vigenza del tributo, quando le indicazioni contenute negli atti sono formulate in modo preciso. L’unica eccezione riguarda i tributi dell’Unione Europea.
I decreti introducono, poi, il principio di proporzionalità dell’azione dell’amministrazione finanziaria. Stabilisce, inoltre i seguenti principi:
- principio di autotutela obbligatoria: l’obbligo di annullare l’atto in caso di errore;
- principio di autotutela facoltativa per i casi di annullabilità per illegittimità, infondatezza dell’atto o dell’imposizione.
Arrivano novità anche relative all’istituto dell’interpello, con cui l’Agenzia delle Entrate offre diversi chiarimenti ai contribuenti. Si prevede il versamento di un contributo e l’individuazione di documenti e prassi con cui l’amministrazione finanziaria offre maggiore supporto nell’interpretazione e nell’applicazione delle norme tributarie. In più, è prevista anche la possibilità per l’amministrazione finanziaria di effettuare consulenza giuridica ai cittadini.
Infine, i decreti attuativi istituiscono il Garante nazionale del contribuente, ampliandone le funzioni rispetto all’attuale Garante del contribuente.
Statuto del contribuente equiparato alla Costituzione
Una novità importante introdotta dai decreti è l’equiparazione dello Statuto del contribuente alla Costituzione.
Si tratta, quindi, di un rafforzamento dello Statuto da un punto di vista legislativo. Di conseguenza, nei casi di dubbi interpretativi delle normative di natura tributaria, la giurisprudenza dovrà fare riferimento alla normativa contenuta nello Statuto del contribuente.
Statuto del contribuente – Domande frequenti
Con i decreti attuativi della riforma fiscale è stato modificato lo Statuto del contribuente garantendo un rapporto migliore tra Fisco e contribuenti. Tra le principali novità troviamo il principio del contraddittorio e la disciplina degli interpelli e delle circolari messe a disposizione dei contribuenti.
Lo Statuto del contribuente è un documento che raccoglie i diritti e la normativa a tutela dei contribuenti nei confronti del Fisco. Con la riforma fiscale il Consiglio dei Ministri sta attuando importanti modifiche alla disciplina. Scopri quali sono le principali novità.
Con le modifiche apportate dal Consiglio dei Ministri con i decreti legislativi attuativi della riforma fiscale, lo Statuto del contribuente è oggi equiparato alla Costituzione. Ciò significa che in caso di dubbi interpretativi si dovrà fare riferimento alle norme contenute nello Statuto.
In base alla nuova disciplina relativa allo Statuto del contribuente, i provvedimenti sfavorevoli per il contribuente devono esser preceduti da un contraddittorio informato ed effettivo. Se ciò non avviene l’atto si considera nullo.
Con i nuovi decreti legislativi viene introdotta una nuova disciplina relativa ai vizi degli atti dell’amministrazione finanziaria, che possono portare all’annullabilità, alla nullità, all’irregolarità o all’inesistenza degli atti in base al vizio riportato.
- Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n.55 del 23 ottobre 2023 ↩︎
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