Global minimum tax: cos’è e come funziona

Sulla global minimum tax disposta dall'Europa, si è aperta la consultazione in Italia per il nuovo decreto. Ecco in cosa consiste.

di Valeria Oggero

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  • A livello europeo sono state date direttive specifiche per la global minimum tax, una tassa minima da applicare alle aziende multinazionali.
  • L’Europa ha introdotto nel 2022 una apposita normativa sulla tassazione minima da applicare alle grandi multinazionali globali.
  • Dall’11 settembre 2023 è attiva la consultazione pubblica sul decreto specifico con cui anche l’Italia segue le linee europee, che sarà confermato entro la fine di quest’anno.

L’Europa già da tempo ha dato precise direttive sull’introduzione di una global minimum tax, ovvero una imposizione fiscale minima da applicare alle grandi aziende o multinazionali che operano nel continente europeo.

Si tratta della direttiva UE 2022/2523 del Consiglio del 14 dicembre 2022, a cui è seguita una comunicazione alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, la comunicazione L 328/2022 del 22 dicembre 2022. Entro la fine del 2023 anche l’Italia dovrà redigere un apposito decreto per l’applicazione delle indicazioni europee.

Si tratta di una disposizione inserita nella delega fiscale dell’attuale governo, e il decreto è stato sottoposto a consultazione pubblica. Questo vuol dire che, data la complessità del tema, entro il 1 ottobre 2023 gli operatori economici, ma anche le associazioni di categorie, gli ordini professionali e persone esperte in materia potranno inviare la propria osservazione sulle disposizioni da applicare.

Cos’è la global minimum tax

Si parla di global minimum tax in riferimento all’applicazione di una tassa minima generale alle aziende, nazionali e internazionali, definite come multinazionali, o di grosse dimensioni in base ai ricavi percepiti. Si tratta di una disposizione voluta a livello europeo, e che tutti i paesi del continente dovranno recepire.

In particolare, viene dato tempo fino alla fine del 2023 ai singoli stati per adeguare queste disposizioni alla giurisdizione specifica. Ad approvare questo intervento, nel 2021, è l‘inclusive Framework dell’OCSE, con l’obiettivo di arginare il fenomeno del passaggio degli utili in paesi con fiscalità privilegiata, e garantire una concorrenza leale tra stati.

dipartimento finanze global minimum tax

Uno dei problemi intorno alle grosse aziende, o multinazionali, riscontrato dagli stati, è proprio quello dei trasferimenti in paesi in cui la tassazione è vantaggiosa o inesistente, a discapito degli altri. Una global minimum tax introdurrebbe una tassa unica per tutte le aziende di questo tipo.

Ma come funzionerà questa tassa? Secondo quanto previsto dall’Unione Europea, le multinazionali, o le grandi aziende con ricavi di 750 milioni di euro, o superiori, saranno sottoposte ad una tassazione minima del 15% per ogni giurisdizione in cui vanno ad operare.

Si tratta di una disposizione del tutto nuova, che andrebbe a risolvere le problematiche fiscali esistenti attualmente intorno alle grosse multinazionali. Pensiamo ad esempio a quelle del fintech o che ruotano intorno al settore digitale.

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Global minimum tax: la consultazione per il decreto

In Italia il Dipartimento delle Finanze ha comunicato l’inizio della consultazione, l’11 settembre 2023, a proposito del nuovo decreto per l’applicazione di queste regole, e per la ricezione delle disposizioni europee entro la fine dell’anno.

La consultazione pubblica sarà aperta fino al 1 ottobre 2023, e da qui il decreto dovrà essere ultimato, approvato e diventare definitivo. Entro il 2024, tutti i paesi europei, inclusa l’Italia, dovranno aver adeguato le proprie disposizioni alle direttive europee.

Come riporta il Dipartimento delle Finanze, la direttiva europea ha un obiettivo ben preciso:

“La direttiva (UE) 2022/2523, che si inserisce nell’ambito delle misure adottate negli ultimi anni per potenziare la lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva nel mercato interno, recepisce nel diritto dell’Unione le regole fiscali approvate il 14 dicembre 2021 dal Quadro Inclusivo dell’OCSE/G20 sul BEPS (Base Erosion and Profit Shifting).”

In questo frangente quindi, tutti gli esperti in materia, inclusi i professionisti, gli ordini professionali e gli operatori economici, potranno esprimersi sull’applicazione delle disposizioni europee per l’Italia.

Come procedere alla comunicazione

Tutti i soggetti citati prima potranno inviare una comunicazione al Dipartimento delle Finanze seguendo uno schema proposto dallo stesso dipartimento:

  • tematica;
  • capo, articolo, comma, periodo dello schema di decreto legislativo;
  • osservazioni;
  • contributo;
  • finalità.

La presentazione fornita dal Dipartimento sullo schema del decreto, contiene diverse questioni importanti e complesse dal punto di vista fiscale, per cui gli obiettivi sono quelli di elaborare una direttiva in linea con le disposizioni europee, definire una struttura per recepire le disposizioni, e utilizzare un linguaggio in linea con la legislazione italiana.

Il testo cita anche le diverse imposte che verranno applicate:

  • IIR: imposta minima integrativa;
  • UTPR: imposta minima supplettiva;
  • QDMTT: imposta minima nazionale.

Per procedere alla comunicazione è necessario accedere al sito ufficiale del Dipartimento delle Finanze inserendo i propri dati.

Come funzionerà la global minimum tax

La tassazione minima unica per le multinazionali verrà quindi recepita dai singoli stati in base alle normative già presenti, e seguendo le indicazioni europee. La tassa verrà quindi applicata in tutta Europa a partire dal 2024, al termine dell’adeguamento di tutti gli stati.

Con questa nuova tassa, le multinazionali che al momento hanno ampi profitti, ma versano una quantità esigua di tasse, andranno a versare le imposte agli stati in cui operano. Secondo le stime effettuate da OCSE, questo intervento potrebbe portare complessivamente agli stati UE 150 miliardi di dollari di entrate aggiuntive a livello di tassazione.

global minimum tax come funziona

Secondo le prime indiscrezioni, verranno tenute fuori da questa tassazione tutte le Ong, i fondi pensione e di investimento, oltre agli enti governativi. Ma cosa accadrà nella pratica, alle grandi multinazionali che rientrano in questa tassazione? Dovranno versare almeno il 15% di tasse, e questo vuol dire che nel caso in cui attualmente stiano versando una percentuale minore, dovranno pagare la differenza.

Solamente in Italia questa imposizione fiscale potrebbe portare 3 miliardi di euro nelle casse dello stato, sempre secondo previsioni OCSE, che il governo potrebbe utilizzare per coprire alcuni degli interventi messi a punto per la prossima riforma fiscale.

Rimane aperta la questione che riguarda le banche che dovranno provvedere a pagare questa tassa: anche questi istituti, se superano le soglie viste prima, rientrano in questa tassazione, ma attualmente è presente anche una tassa sugli extraprofitti decisa dall’attuale governo.

Stessa sorte toccherà a imprese hi-tech oppure a quelle che distribuiscono e vendono energia elettrica o gas. Per ulteriori dettagli si attende la versione definitiva del decreto.

Global minimum tax – Domande frequenti

Cos’è la global minimum tax?

Si tratta di un’imposizione fiscale applicata a tutte le multinazionali o aziende di grande dimensione, disposta dall’Unione europea. Ecco quando arriverà.

Come funzionerà la global minimum tax?

Questa tassa verrà applicata a tutte le grandi imprese o multinazionali, con almeno 750 milioni di euro di ricavi. In Italia attualmente è in corso la consultazione per il decreto di applicazione delle regole europee.

Chi sarà escluso dalla global minimum tax?

Per il momento è chiaro che saranno escluse le Ong, enti governativi, i fondi pensione e di investimento. Tuttavia ancora non sono attuate le regole specifiche.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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