Delega fiscale: approvata con 184 voti. Ecco con quali misure

La Camera ha dato il suo via libera alla Legge Delega riguardante la Riforma Fiscale. Ecco le principali novità e modifiche che saranno implementate a partire dal 2024.

di Francesca Di Feo

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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delega fiscale 2023 approvata
  • Il 4 agosto, la Camera dei deputati ha approvato il Ddl per la riforma fiscale con 184 voti favorevoli.
  • La riforma comprende cambiamenti significativi in vari settori, tra cui l’IRPEF, l’IRES, l’Iva e l’IRAP, con l’obiettivo di modernizzare e rendere più equo il sistema fiscale italiano.
  • Tra le altre misure, la riforma incoraggia la cooperazione tra contribuenti e amministrazione fiscale, offrendo agevolazioni a chi collabora attivamente e in maniera trasparente con il fisco.

Il 4 agosto, la Camera dei deputati ha dato il via libera al Ddl delega per la riforma fiscale, con un sostanziale appoggio di 184 voti favorevoli e 85 contrari.

Tra gli obiettivi del Governo, spiccano quello di semplificare e razionalizzare il sistema tributario, stimolare la crescita economica e contrastare l’evasione fiscale attraverso una serie di misure volte a migliorare i rapporti tra Stato e contribuenti.

Il percorso di riforma proseguirà il 7 agosto, data in cui è prevista la firma di un decreto che darà vita al Comitato tecnico per la riforma tributaria, che avrà il delicato compito di elaborare e proporre gli schemi attuativi, in modo che, una volta ottenuto il parere delle Camere, possano essere resi operativi a partire dal 2024. Ecco le principali novità.

Delega fiscale e IRPEF: verso un’aliquota unica

La proposta di riformare l’Irpef punta a modernizzare e rendere più equo il sistema fiscale italiano. Uno degli elementi chiave di questa riforma è la riduzione delle aliquote, misura apripista per un’eventuale flat tax in futuro. In attesa del decreto attuativo, l’ipotesi più probabile comprende:

  • primo scaglione: per redditi fino a 28 mila euro l’aliquota IRPEF sarà del 23%;
  • secondo scaglione: per redditi da 28 mila euro a 50 mila euro l’aliquota IRPEF sarà del 27%;
  • terzo scaglione: per i redditi di oltre 50 mila euro l’aliquota IRPEF sarà del 43%.

Parallelamente, per garantire che la tassazione sia giusta e basata sulla capacità contributiva di ciascuno, è prevista una revisione approfondita del sistema di detrazioni e deduzioni.

Allo stesso tempo, al fine di incentivare gli investimenti e sostenere la crescita del mercato, saranno introdotti regimi agevolati per i redditi finanziari. Si ipotizza che verrà implementata anche una tassazione ridotta su bonus, tredicesima e incentivi legati alla produttività.

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Riforma fiscale e IRES

Nell’ambito di una visione rinnovata e al passo con le esigenze del mercato, la proposta di riforma dell’Ires presenta innovazioni sostanziali. Uno degli aspetti salienti è l’introduzione di un doppio regime agevolato, che offrirà alle imprese un onere fiscale ridotto rispetto all’aliquota ordinaria del 24%.

Questo passo mira a incentivare la crescita delle attività imprenditoriali, fornendo nel contempo un supporto alle startup e alle PMI che rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana. Parallelamente, sono previsti specifici interventi.

Tali modifiche serviranno a rendere il sistema più trasparente, equilibrato e in linea con le dinamiche economiche attuali, garantendo che le aziende siano tassate in modo giusto e proporzionato, incentivando allo stesso tempo gli investimenti e la competitività sul mercato internazionale.

Riforma dell’IVA

Nell’ottica di una maggiore chiarezza e semplificazione fiscale, la riforma dell’Iva si presenta come una risposta concreta alle necessità contemporanee del tessuto economico, e nel contempo una volontà di allinearsi con la normativa UE.

La ridefinizione dei presupposti impositivi è un pilastro fondamentale di questo rinnovamento, puntando a delineare con maggiore precisione le condizioni e le circostanze in cui prodotti e servizi sono esenti da IVA, eliminando eventuali zone grigie e ambiguità.

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Accanto a ciò, la razionalizzazione di aliquote e detrazioni rappresenta un altro passo fondamentale. Questa manovra mira a semplificare la struttura dell’Iva, riducendo le complessità legate alle diverse aliquote e garantendo una detrazione più uniforme e comprensibile.

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Superamento dell’IRAP con la riforma fiscale

L’intenzione della riforma fiscale è anche quella di procedere a un graduale superamento dell’Irap, riconosciuta da molti come una tassa che incide pesantemente sulle aziende, in particolare sulle medie e piccole imprese.

Questo non significherà una diminuzione del gettito fiscale, ma piuttosto una sua riallocazione su altri fattori produttivi. In pratica, la riforma mira a ridistribuire il peso fiscale, affinché non gravi eccessivamente su una singola componente produttiva.

Concordato preventivo biennale per le imprese

Il concordato preventivo biennale è un meccanismo proposto per i titolari di partita IVA e le piccole e medie imprese (PMI) in Italia, che permette ai contribuenti di concordare in anticipo con l’Agenzia delle Entrate una stima dell’imposta sui redditi che dovranno versare per i prossimi due anni.

Chi decide di aderire a questa proposta avrà la sicurezza di sapere in anticipo quanto dovrà pagare in termini di imposte sui redditi per due anni, senza la preoccupazione di eventuali contestazioni relative all’IRPEF. Tuttavia, questo non elimina l’obbligo di pagare l’IVA o di mantenere accurate registrazioni contabili e dichiarazioni.

Uno degli obiettivi di questo meccanismo è semplificare e rendere più prevedibile la gestione fiscale per le aziende. Ma è anche un tentativo di sfruttare la tecnologia, l’intelligenza artificiale e l’interoperabilità delle banche dati per fare previsioni più accurate sui redditi futuri.

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Riforma dei tributi indiretti con la delega fiscale

La riforma dei tributi indiretti è un elemento chiave per semplificare e rendere più trasparente l’intero sistema fiscale. Una delle prime voci di questa riforma è la razionalizzazione dell’imposta di registro. L’obiettivo è rendere questo tributo più equo, eliminando possibili incoerenze e semplificando la sua applicazione per i cittadini e le imprese.

Inoltre, viene posta una particolare attenzione alla razionalizzazione delle successioni e delle donazioni. La riforma punta a rendere questi processi meno onerosi e burocratici.

Analogamente, la razionalizzazione del bollo mira a standardizzare e semplificare questa imposta, evitando costi nascosti o inaspettati per i contribuenti ed eliminando il cosiddetto “superbollo” per le auto con potenza superiore a 185 Kw. 

Infine, l’attenzione si rivolge alle accise, con l’intento di renderle più chiare e dirette, eliminando eventuali sovrapposizioni o doppie imposizioni.

Razionalizzazione delle tax expenditures

La razionalizzazione delle tax expenditures è un elemento fondamentale per ottimizzare l’efficacia e l’efficienza del sistema fiscale.

Troppo spesso, nel corso degli anni, si sono accumulate una serie di agevolazioni fiscali che, pur nate con buone intenzioni, nel tempo possono aver perso di rilevanza o di coerenza con le esigenze economiche e sociali attuali.

La revisione delle agevolazioni fiscali sulla base delle relative finalità intende fare chiarezza su questo intrico di benefici, valutando la loro reale necessità, efficacia e impatto sul bilancio dello Stato.

Riforma della riscossione

Mentre si cerca di migliorare le modalità di riscossione, si mira anche a garantire che tutti i contribuenti siano trattati con giustizia, senza subire oneri eccessivi o ingiustificati.

Una delle novità introdotte è il discarico automatico delle quote non riscosse dopo un determinato periodo di tempo. Questo meccanismo serve a evitare un inutile e prolungato inseguimento di debiti ormai irrecuperabili, permettendo alle autorità di concentrarsi su somme più facilmente riscuotibili.

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Parallelamente, verrà effettuata una profonda revisione degli strumenti attualmente in uso, come le cartelle esattoriali. L’obiettivo è rendere questi strumenti più chiari, comprensibili e meno gravosi per i contribuenti, assicurando al contempo che essi siano efficaci nel garantire che le somme dovute allo Stato vengano effettivamente pagate.

Sanzioni “light” per i contribuenti che collaborano

I contribuenti che si pongono attivamente in accordo con il fisco e che mostrano quindi “comportamenti collaborativi”, comunicando in anticipo i rischi fiscali a cui potrebbero andare incontro, non verranno più sanzionati con pene tributarie di natura penale, in particolare quelle legate alla dichiarazione infedele.

Questa misura vuole incentivare una maggiore trasparenza e cooperazione tra contribuente e amministrazione fiscale, ponendo l’accento sulla prevenzione piuttosto che sulla punizione.

Per quei contribuenti che dimostrano un adeguato sistema di gestione del rischio, certificato da professionisti qualificati, si prevede anche l’esclusione delle sanzioni amministrative e una riduzione dei tempi previsti per l’accertamento.

Inoltre, ricordiamo anche che è stato introdotto un regime di collaborazione specifico per determinate persone fisiche, in particolare per quelle che decidono di trasferire la loro residenza in Italia o per coloro che pur mantenendo la residenza all’estero hanno legami economici significativi nel Paese.

Infine, al fine di evitare eccessivi disagi ai contribuenti, la riforma ha previsto l’interruzione delle procedure automatiche di pignoramento sui conti correnti.

Delega fiscale approvata – Domande frequenti

Cosa cambia per l’IRPEF nel 2024?

La riforma dell’IRPEF prevede una modernizzazione del sistema fiscale, con la graduale riduzione delle aliquote. Scopri di più qui.

Cos’è il concordato preventivo biennale?

Il concordato preventivo biennale è una proposta rivolta a titolari di partite IVA e PMI in Italia, che permette di concordare in anticipo con l’Agenzia delle Entrate una stima dell’imposta sui redditi da versare per i successivi due anni.

Cosa si intende con “tax expenditures”?

Le “tax expenditures” (spese fiscali) si riferiscono alle perdite di entrate per lo stato derivanti da sconti, detrazioni, crediti d’imposta, esenzioni e altre agevolazioni fiscali inserite nella normativa tributaria. Scopri le novità con la riforma fiscale.

Autore
Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 29 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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