Conto corrente per ditta individuale: quando è obbligatorio?

Una ditta individuale non è obbligata ad avere un conto corrente aziendale dedicato, ma semplifica la gestione delle finanze e non solo.

di Gennaro Ottaviano

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Conto corrente per ditta individuale
  • In Italia non è obbligatorio aprire un conto corrente dedicato per partita IVA individuale, salvo alcune eccezioni.
  • Aprire un conto aziendale separato ti offre diversi vantaggi organizzativi, contabili e fiscali. Oggi è possibile farlo anche online direttamente da app o da computer.
  • Come ditta individuale non sei obbligato ad aprire un conto business: anche un conto corrente privato e dedicato alla tua attività è consentito.

Chi apre una ditta individuale spesso si ritrova di fronte a questo dilemma: è obbligatorio avere anche un conto corrente aziendale dedicato all’attività? Questa domanda spesso genera un po’ di confusione, e in questa guida vogliamo provare a rispondere.

La prima cosa da dire è che la legge non obbliga le ditte individuali ad aprire un conto business.

Ma avere un conto dedicato all’attività imprenditoriale può essere molto utile per diversi motivi, sia organizzativi che fiscali.

Non è tutto. Ci sono altri dubbi ricorrenti che riguardano l’apertura di un conto aziendale: si può cointestare il conto? Posso aprire un conto estero? Come funziona per le ditte individuali in regime forfettario? Andiamo a rispondere con ordine.

Il conto corrente per ditta individuale è obbligatorio?

In Italia non esiste, ancora oggi, una legge che obbliga le partite IVA (professionisti e ditte individuali) ad avere un conto corrente dedicato (salvo alcune eccezioni).

Devi però avere comunque un conto corrente per svolgere un’attività, almeno personale.

Infatti, se da un lato con i nuovi limiti sull’uso del contante puoi pagare e ricevere denaro cash fino a 4.999€, dall’altro alcune tipologie di transazioni vanno necessariamente effettuate passando da un conto corrente.

L’esempio tipico sono gli F24 per pagare le imposte o il versamento dei contributi.

In questo contesto, scegliere un conto corrente dedicato alle ditte individuali può avere dei vantaggi organizzativi e fiscali.

Quando è obbligatorio avere un conto aziendale?

L’obbligo di apertura di un conto corrente per partita IVA, separato da quello personale, si verifica quando:

  • un’azienda è una società di capitali in qualunque forma (ma non è il caso della ditta individuale);
  • una società di persone, di professionisti, un’associazione professionale e una ditta individuale presenta un fatturato superiore ai 400.000€ annui, rientra nel regime ordinario e ha l’obbligo di bilancio.

Pertanto, anche una ditta individuale può essere obbligata ad avere un conto business separato da quello personale del titolare.

Ditta individuale in regime forfettario: serve un conto aziendale?

Le ditte individuali in regime forfettario non hanno l’obbligo di possedere un conto corrente aziendale dedicato, per via delle caratteristiche stesse del regime:

  • non vi è l’obbligo di redazione di bilancio;
  • il calcolo del reddito viene fatto in base al principio per cassa con riferimento all’anno corrente;
  • è applicabile solo per un fatturato inferiore agli 85.000€;
  • puoi aderirvi come società di persone.

Ditta individuale: serve un conto corrente privato o aziendale?

Se la tua ditta individuale non ricade fra le eccezioni appena menzionate, allora avere un conto aziendale dedicato o meno dipende solo da te (nonostante abbia dei vantaggi, come vedremo).

Non solo. Professionisti e ditte individuali non sono tenuti ad aprire per forza un conto corrente business. Anche un conto corrente normalmente rivolto ai privati può andare bene.

Quindi il ventaglio di oppurtunità diventa ancora più ampio, oltre che economico. Infatti online si trovano tanti conti correnti per privati a canone zero, o zero spese. Alcune banche consumer, come ING, FinecoBank, Mediolanum o Crédit Agricole, hanno condizioni davvero vantaggiose per nuovi clienti.

Va da sé che un conto aziendale business ha delle funzionalità uniche nel suo genere che spesso un conto corrente per privati non offre. Dai un’occhiata alle migliori offerte in questa tabella e valuta liberamente se aprire un conto corrente, o meno.

Disclaimer Partitaiva.it seleziona le migliori offerte sul mercato in maniera indipendente. Tuttavia, se apri un conto passando da un nostro link, potremmo ricevere una commissione.
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Aggiornato al: 29 Aprile 2024

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Molte società ti offrono anche alcuni giorni di prova per vedere come ti trovi e se il conto aziendale fa al caso della tua ditta individuale.

Conto aziendale estero per ditta individuale: si può aprire?

Oggi sono sempre di più i professionisti che operano online con transazioni fuori dall’Italia. Aprire un conto corrente estero per ditta individuale è legale e spesso anche economicamente vantaggioso.

Aprire un conto business con società straniere, come Qonto, Revolut, Blank o Finom è perfettamente lecito.

Tuttavia, anche se non ci sono problemi nell’accredito di fatture o nei pagamenti, informati con attenzione per quello che riguarda gli adempimenti fiscali. Ad esempio, i versamenti tassativi tramite F24 e quelli previdenziali possono essere fatti solo ed esclusivamente attraverso un IBAN bancario italiano.

Ciò ti obbliga comunque a tenere un conto corrente italiano. Inoltre, come partita IVA, tutti gli incassi ricevuti all’estero si considerano inerenti all’attività d’impresa che ha sede in Italia, e come tali soggetti a tassazione. A questo si aggiunge:

  • l’obbligo di monitoraggio fiscale per le attività estere, con la compilazione del quadro RW del modello Redditi P.F;
  • versamento annuale dell’IVAFE (Imposta patrimoniale per le attività Finanziarie Estere).

Perché aprire un conto corrente ditta individuale dedicato

Tra le domande più frequenti sul web vi è quella se la ditta individuale può avere un conto corrente personale dedicato. Rispondiamo subito in modo affermativo. Oggi esistono diverse banche e IMEL (istituti di moneta elettronica) che hanno creato conti specifici per freelance con partita IVA e ditte individuali.

Scegliere di separare il tuo conto personale da quello professionale può avere una serie di vantaggi dal punto di vista organizzativo e fiscale. Analizziamo quelli più interessanti iniziando da quelli legati alla gestione finanziaria e contabile:

  • richiesta di un POS: puoi collegare un POS per ricevere pagamenti ovunque anche se sei fuori sede, oppure online;
  • controllo delle finanze: hai la separazione delle spese e delle entrate personali, da quelle dell’azienda;
  •  gestione semplificata: alcuni conti per ditte individuali prevedono piattaforme integrate per la gestione contabile, attraverso cui puoi inviare direttamente le fatture e comunicarle al commercialista;
  • finanziamenti per le imprese: hai l’opportunità di accedere a servizi di credito dedicati alle attività imprenditoriali come finanziamenti bancari o a fondo perduto previsti dallo Stato.

Tuttavia, vi sono anche alcuni aspetti negativi, come ad esempio i costi. Quasi sempre un conto per partite IVA individuali non è a canone zero, ma prevede diversi piani di abbonamento in base alla tua operatività con una media di spesa superiore a quella di un conto corrente personale.

Inoltre, devi aggiungere anche l’imposta di bollo sui conti aziendali e il costo collegato al rilascio della carta di debito o di credito.

Conto ditta individuale e aspetti fiscali

I vantaggi di aprire un conto corrente per ditte individuali sono principalmente i seguenti:

  • deducibilità dei costi del conto;
  • semplicità nelle verifiche fiscali;
  • compilazione della dichiarazione dei redditi.

Il primo aspetto da considerare è la deducibilità dei costi del conto, prevista solo per il regime ordinario e semplificato. Inoltre, ai fini della dichiarazione dei redditi la presenza di un conto corrente separato da quello personale rende più semplice determinare gli importi da inserire ai fini tassativi.

Conto corrente per ditte individuali e aspetti fiscali

Questo vale anche per il regime forfettario. Infatti, se da un lato per determinare il reddito complessivo annuale devi far riferimento alle fatture, il calcolo segue il principio di cassa, considerando la data in cui è stata pagata la fattura e non quando è stata emessa.

In questo caso, diventa essenziale avere un riscontro sul conto corrente. Infatti, in caso di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate è più facile dimostrare quali sono le somme inerenti alla tua attività di impresa individuale rispetto a quelle personali.

Conto corrente aziendale: va inserito nell’ISEE?

Nel determinare il valore dell’ISEE al momento della compilazione della DSU (Dichiarazione Sostituiva Unica) devi comunicare i conti correnti in tuo possesso, con la relativa giacenza media.

Vale lo stesso per il conto corrente di una ditta individuale?

Dipende se sei obbligato a redigere il bilancio oppure no. Infatti, la presenza di un bilancio prevede l’obbligo di  inserire nell’ISEE il valore del patrimonio netto collegato all’attività e non il conto corrente.

Invece, se non è previsto l’obbligo di bilancio, come nel caso del regime fiscale forfettario, allora devi indicare il conto corrente e gli importi di giacenza media presenti.

Esiste un conto corrente cointestato per ditta individuale?

Anche in questo caso la risposta è sì. Puoi utilizzare un conto cointestato per gestire la ditta individuale, ma è un’operazione non consigliabile e che non porta alcun beneficio fiscale.

L’errore più grande è quello di pensare che, utilizzando un conto cointestato, puoi dichiarare solo il 50% del denaro transitato su di esso. Tuttavia, come sancito dalla sentenza della Corte di cassazione n. 2868/2013, i versamenti su un conto riferiti alle operazioni professionali e commerciali di una ditta individuale sono considerati reddito imponibile per intero, salvo la presenza di una prova che dimostri il contrario.

Conto corrente per partita IVA individuale

Inoltre, un conto cointestato potrebbe diventare problematico nel caso di verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate. Se ricevi un avviso di accertamento l’onere della prova è a tuo carico e come tale devi andare a sperare e giustificare le:

  • tue entrate personali;
  • quelli inerenti la tua attività professionali;
  • i movimenti del cointestatario.

Se sul conto cointestato si verificano tante movimentazioni mensili, con bonifici, domiciliazioni e pagamenti con carte di debito o di credito di due o più persone, districarsi potrebbe essere molto complicato.

Quali documenti occorrono per aprire un conto per ditta individuale

Puoi aprire un conto corrente per partita IVA individuale recandoti:

  • presso una filiale di una banca che preveda un servizio dedicato per le imprese;
  • su una digital bank o un IMEL online, con una procedura completamente digitale.

In ambedue i casi, per completare l’operazione dovrai essere l’intestatario della ditta individuale, residente in Italia e fornire i seguenti documenti:

  • documento personale valido;
  • codice fiscale;
  • attribuzione di partita IVA;
  • iscrizione alla Camera di Commercio.

Come scegliere il conto corrente per partite IVA

Oggi sono presenti un numero crescenti di conti dedicati alle ditte invidiali con offerte di servizi e costi vantaggiosi. Per completare la nostra guida, di seguito troverai alcuni consigli pratici su come scegliere quello più adatto alla tua attività professionale o commerciale:

  • tipologia di apertura: è preferibile un conto online, dato che prevede costi e operatività più flessibili;
  • piano di abbonamento: utile se hai una start-up, o una ditta individuale già in fase avanzata;
  • carte di pagamento: presenza di carte aziendali di debito, prepagate o di credito;
  • costi: valuta attentamente non solo il un canone di abbonamento, ma anche i costi di bonifici, prelievi, pagamenti online e offline;
  • servizi previsti: presenza di piattaforme di gestione, servizi di fatturazione, ecc.;
  • opzione POS: molto utile se hai un’attività che prevede il pagamento in sede, in cui è necessaria la presenza di un dispositivo POS;
  • assistenza: è utile rivolgersi a banche o IMEL che abbiano un sistema di customer service con più canali, in modo da avere subito un supporto in caso di necessità.

Conto corrente per ditta individuale: domande frequenti

Posso utilizzare il conto corrente personale per la ditta individuale?

Sì, è possibile salvo alcune eccezioni che troverai nella nostra guida, ma non consigliabile ai fini organizzativi e per eventuali controlli fiscali.

Quando è obbligatorio il conto corrente per ditta individuale?

Sei obbligato ad aprire un conto corrente dedicato per ditta individuale se rientri nel regime ordinario, con un fatturato annuo superiore ai 400.000€.

Che documenti ci vogliono per aprire un conto corrente ditta individuale?

Per l’apertura di un conto dedicato come ditta individuale è necessario presentare un tuo documento di riconoscimento, l’attribuzione di partita IVA e l’iscrizione in Camera di Commercio.

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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

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