Partita Iva con fisso mensile: quando è possibile, regole e limiti

Anche i titolari di partita Iva possono avere un fisso mensile a specifiche condizioni: ecco i casi in cui è possibile, le regole e i limiti.

di Laura Pellegrini

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partita iva con fisso mensile
  • I titolari di partita Iva possono avere un fisso mensile rispettando alcune condizioni e limiti di legge.
  • La partita Iva monocommittente è una possibilità per ottenere un compenso fisso mensile, purché rispetti alcune condizioni, per non sconfinare nella presunzione di subordinazione.
  • In alcuni casi, l’attività autonoma occasionale e temporanea è compatibile con il rapporto di lavoro dipendente e permette di ottenere un fisso mensile.

Il mondo del lavoro è cambiamo moltissimo negli ultimi anni, così come sono cambiate l’organizzazione aziendale, la selezione del personale e le esigenze dei lavoratori: dalla diffusione dello smart working all’attenzione per il welfare aziendale, fino alle agevolazioni per imprese e cittadini. Il cosiddetto “posto fisso” ha perso il suo fascino in favore di una maggiore flessibilità.

In questo contesto, per un’azienda potrebbe essere più conveniente svolgere dei progetti con un lavoratore con partita Iva (da inquadrare come collaboratore) piuttosto che un dipendente, soprattutto per quanto riguarda gli oneri contributivi. Tuttavia, anche i titolari di partita Iva possono ottenere un fisso mensile a parità di alcune condizioni e nel rispetto dei confini con il lavoro subordinato.

Scopriamo in quali casi è possibile avere la partita Iva con fisso mensile, quali sono le regole e i limiti, e quando è consentito coniugare lavoro autonomo e dipendente.

Partita Iva con fisso mensile: è possibile?

All’interno di un’azienda possono operare due tipologie di lavoratori:

  • i dipendenti, regolarmente assunti dal datore di lavoro;
  • le partite Iva, che instaurano un rapporto di collaborazione con l’azienda.

La partita Iva, per sua natura, può avere diversi committenti e ottenere un fisso mensile è possibile se è legato a compensi uguali per ciascun mese dell’anno; oppure può avere un unico committente, facendo attenzione a non sconfinare nella falsa partita Iva. Quest’ultima è una sorta di maschera sul lavoro dipendente che viene spacciato come autonomo.

Le partite Iva che vogliono ottenere un fisso mensile, quindi, possono rivolgersi a un unico committente a parità di alcune condizioni, oppure attivare diverse collaborazioni. In alcuni casi è possibile anche affiancare al lavoro autonomo un rapporto di lavoro dipendente, nel rispetto dei limiti e delle condizioni legislative.

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Partita Iva con fisso mensile e unico committente: le regole

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Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali definisce le differenze tra lavoro subordinato e autonomo, con le diverse tipologie contrattuali. In alcuni casi può scattare la trasformazione del contratto per cui un collaboratore con una partita Iva può essere assunto a tempo indeterminato o viceversa: ma è possibile avere la partita Iva monocommittente e ottenere un fisso mensile?

La risposta è sì, ma a parità di alcune condizioni:

  • se sei un professionista iscritto a un Ordine Professionale (avvocato, ingegnere, ecc);
  • se sei membro di organi di amministrazione e controllo dell’azienda;
  • se lavori nelle ASD (associazioni sportive dilettantistiche) riconosciute dal CONI;
  • se previsto dai contratti collettivi nazionali dei lavoratori o da specifici accordi sindacali per venire incontro a specifiche esigenze lavorative;
  • nel caso di prestazioni specifiche e certificate dai requisiti di legge.

In definitiva, è possibile collaborare con un committente unico nelle situazioni viste sopra purché vengano rispettate la flessibilità oraria e fisica nello svolgimento della professione, senza attivare nuove collaborazioni con altri committenti. In questo caso è possibile avere un fisso mensile con la partita Iva.

False partite Iva: condizioni e conseguenze

Al di fuori delle casistiche elencate precedentemente, che specificano quando è possibile avere una partita Iva con fisso mensile e unico committente, si potrebbe essere considerati “false partite Iva“.

Con la legge n. 92/20121 sono state modificate le principali tipologie di contratto di lavoro subordinato e autonomo, per limitare o eliminare il mercato delle “false partite Iva”, ovvero tutte quelle attività che pur essendo inquadrate come lavoro autonomo, rientrano nei rapporti di lavoro subordinato.

Sono tre le condizioni fissate dalla legge per riconoscere una partita Iva falsa:

  • criterio organizzativo, ovvero il “lavoratore autonomo” gode di una postazione fissa all’interno dell’azienda e deve rispettare degli orari prestabiliti;
  • criterio temporale, ovvero il rapporto di lavoro tra l’autonomo e il committente è continuativo (almeno pari a 241 giorni anche non continuativi) e non limitato a un singolo progetto;
  • criterio del fatturato, ovvero l’80% dei compensi ottenuti dal lavoratore in due esercizi consecutivi deriva dallo stesso committente.

Basta soddisfare due delle precedenti condizioni per rientrare nelle false partite Iva. Di fronte a questa situazione il committente può essere sanzionato o costretto ad assumere il lavoratore, mentre l’autonomo dovrà rispondere di illecito amministrativofiscale e contributivo.

Fisso mensile per una Partita Iva con con diverse collaborazioni

Una situazione diversa è quella che riguarda i titolari di Partita Iva con diverse collaborazioni attive: è possibile, a parità di queste condizioni, ottenere un fisso mensile? La risposta è affermativa, qualora ciascuna collaborazione permetta di ottenere lo stesso compenso per tutti i mesi dell’anno.

Il rapporto di lavoro tra il committente e il libero professionista assume la forma di contratto di collaborazione (o prestazione d’opera) con il pagamento di un corrispettivo in cambio dell’impegno per la realizzazione di un bene o di un servizio.

A definire il rapporto di collaborazione è l’articolo 222 del codice civile, che prevede lo svolgimento dell’attività del libero professionista “prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente“. 

In questo caso, quindi, il lavoratore autonomo può stabilire gli orari e i luoghi di lavoro con maggiore flessibilità, fermo restando l’impegno preso con l’azienda limitatamente a un bene o un servizio da corrispondere. Inoltre, il libero professionista è tenuto al versamento dei contributi previdenziali presso la cassa di riferimento e delle tasse in autonomia.

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Partita Iva e lavoro dipendente: quando è possibile

partita iva fisso mensile

Molto spesso l’attività autonoma e il lavoro dipendente sono considerate due realtà opposte e tra loro incompatibili: tuttavia, a parità di alcune condizioni, i titolari di partita Iva possono svolgere anche altre attività rispetto al lavoro autonomo secondo i limiti e le regole previste dalla legge.

Prima di tutto, occorre sottolineare le differenze tra lavoro autonomo e dipendente: dal contratto di lavoro ai metodi organizzativi, fino agli oneri contributivi.

Lavoro autonomo con partita IvaLavoro dipendente
Tipologia di contrattoContratto di collaborazione o senza contrattoContratto di lavoro subordinato
Tasse e contributiVersati in autonomiaTrattenuti in busta paga
Orario e sede di lavoroNon ha vincoli orari o fisiciHa un orario e una sede di lavoro specifica
PagamentoEmissione della fatturaStipendio in busta paga

Ci sono delle eccezioni che consentono al lavoratore autonomo di svolgere anche altre attività come dipendente, ottenendo quindi un fisso mensile. Ciò può avvenire quando:

  • non deve risultare un conflitto di interessi tra lavoro autonomo e dipendente;
  • il lavoro come autonomo non deve danneggiare l’azienda per cui si è impiegati come dipendenti.

Se il lavoratore dipendente è impiegato presso la Pubblica Amministrazione, le cose si complicano: spesso è necessaria un’autorizzazione specifica per lavorare anche come autonomo e molti contratti nelle PA non ammettono questa possibilità.

Partita Iva con fisso mensile – Domande frequenti

Chi ha la partita Iva può avere un contratto?

La collaborazione tra il committente e un lavoratore autonomo con partita Iva assume la forma di un contratto di prestazione d’opera, in cui il professionista si impegna a portare a termine la richiesta, sulla base di un corrispettivo, agendo in modo autonomo.

Chi ha la partita Iva può fare un altro lavoro?

Sì, se vuoi lavorare come dipendente di un’azienda privata puoi farlo rispettando l’eventuale patto di non concorrenza stipulato con il datore di lavoro al momento dell’assunzione. Con tale accordo, ti impegni a non svolgere altri lavori in concorrenza con l’attività dell’azienda che ti ha assunto.

Cosa sono le false partite Iva?

Le false partite IVA comprendono tutti quei rapporti di lavoro che, pur essendo inquadrati nell’ambito del lavoro autonomo con un contratto d’opera, in realtà celano delle forme di collaborazione subordinata.

  1. Legge 28 giugno 2012, n.92, Gazzetta Ufficiale, gazzettaufficiale.it ↩︎
Autore
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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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