- Il welfare aziendale prevede una vasta gamma di servizi e soluzioni che vengono riconosciuti al dipendente al di fuori della busta paga.
- Definiti anche come fringe benefit, gli importi erogati non vanno ad accumularsi al reddito del lavoratore.
- Il limite dei fringe benefit è stato portato prima a 600€, e poi con il Decreto Aiuti Quater a 3.000€, fino a gennaio 2023. Per tutto l’anno tuttavia è tornato a 258,23 euro, con l’eccezione dei lavoratori con figli a carico.
Per contrastare l’emergenza del caro bollette e l’aumento dell’inflazione, nel Decreto Aiuti Bis di agosto dello scorso anno era stato innalzato il tetto a 600€ per ciò che riguarda i fringe benefit.
I benefit aziendali, o anche conosciuti come fringe benefit, rientrano tra quelle iniziative aggiuntive corrisposte dal datore di lavoro ai dipendenti, e sono intervenuti talvolta per aiutare i lavoratori a superare la fase di incertezza economica e il rincaro dei costi della vita.
Con il Decreto Aiuti Quater, l’importo nel 2022 era stato aumentato a quota 3.000€. Per il 2023 tuttavia la soglia torna ad essere quella originaria, ad eccezione di alcune categorie di lavoratori. I dipendenti con figli a carico possono beneficiare di fringe benefit detassati fino a 3.000 euro.
Welfare aziendale 2023: come funziona
Con il termine welfare aziendale si comprendono tutti quei beni e servizi che un’impresa riconosce al lavoratore dipendente e che non rientrano nell’importo pattuito al momento dell’assunzione del lavoratore dipendente, e della firma del contratto di lavoro. Possono consistere in erogazioni in denaro, servizi a vantaggio della comunità oppure buoni di acquisto.
Infatti, il fine del sistema di welfare aziendale è quello di migliorare la qualità di vita del lavoratore sia nell’ambito del luogo di lavoro stesso, sia tra le mura domestiche. Questo è un vero e proprio cambiamento nel modo di fare impresa, in cui si pone attenzione non unicamente al profitto, ma al benessere dei lavoratori e della società. I soggetti che ricevono i benefici sono due:
- l’azienda: otterrà dei benefici fiscali;
- Il lavoratore dipendente: l’importo fino a un limite prestabilito non fa cumulo con il reddito imponibile.
Il governo Meloni ha introdotto alcune novità per i lavoratori con figli a carico, estendendo i limiti dei fringe benefit detassati in questi casi.

A definire le somme, le prestazioni e servizi di utilità sociale vi sono le seguenti normative:
- dall’art 51 a 100 del TUIR (Testo unico in materia di Redditi);
- Leggi di Bilancio 2016, 2017, 2018 con modiche agli importi;
- Circolari dell’Agenzia delle Entrate, di cui l’ultima è la numero 35 del 4 novembre 2022 al fine di chiarire l’ambito applicativo;
- Decreto aiuti BIS e Quater che hanno definito i limiti dei benefit.
Le categorie di benefit nel welfare aziendale
Ecco quali sono le categorie di beni che rientrano nel welfare aziendale 2023 e che non concorrono a formare reddito, entro le soglie stabilite ogni anno.
Categoria | Cosa comprendono |
Tempo libero e ricreazione | Ingressi presso cinema e teatri, centri sportivi, impianti sciistici, viaggi, spettacoli, attività extrascolastiche |
Sevizi di assistenza | Baby-sitting, assistenza domiciliare |
Educazione e istruzione | Master, corsi di lingua, spese di educazione, rette, acquisti di libri scolastici, soggiorni e campus estivi |
Abbonamenti | Metropolitane, autobus, treni |
Prestazioni sanitarie | Visite specialistiche, check up, riabilitazione, supporto piscologico |
Beni e servizi di natura | Buoni spesa per benzina, shopping, buoni per e-commerce |
Assistenza sanitaria | Contributi per l’assistenza presso enti e case |
Fondi di previdenza | Integrazioni previdenziali |
In base all’art 12 del TUIR i fringe benefit possono essere utilizzati dal dipendente, ma si estendono anche ai suoi familiari. Quindi, rientreranno anche il coniuge, i figli, sorelle e fratelli. Potranno anche usufruire del sistema di welfare aziendale i genitori oppure i suoceri.
Welfare aziendale e fringe benefit
Le erogazioni presenti nel welfare aziendale prendono anche il nome di fringe benefit, che puoi tradurre letteralmente come benefico marginale.
Il principale vantaggio di questi servizi sociali è quello di non concorrere a formare il reddito del lavoro dipendente, in deroga all’articolo 51 comma 3 del TUIR. Fino ad agosto 2022 l’importo previsto era pari a 258,23€. Questo valore è stato raddoppiato dal Decreto Aiuti Bis che ha portato il tetto non tassabile a quota 600€.
Una ulteriore modifica era stata effettuata dal Decreto Aiuti quater, raggiungendo il valore di 3.000€. L’attenzione del Governo verso i fringe benefit rientrava tra quelle strategie finalizzate a contrastare l’aumento del prezzo della corrente elettrica. La misura è stata applicata fino a gennaio 2023.
Con questi benefici infatti il lavoratore ha potuto pagare le bollette, per cui il prezzo dell’energia è aumentato, da febbraio 2022, del 60%, e quello del gas arrivato fino a un 40% in più. Inoltre, grazie al welfare aziendale, si offriva al lavoratore un supporto all’aumento del costo della vita, a causa dell’inflazione che ha superato il 10%.
Per il 2023 tuttavia sono tornate le soglie originarie, se non per i lavoratori dipendenti con figli a carico. In questi casi infatti la soglia è portata a 3.000 euro, per volontà dell’attuale governo.
Welfare aziendale 2023: i limiti
La circolare dell’Agenzia delle Entrate numero 35 del 4 novembre 2022 aveva chiarito anche i limiti temporali oltre al valore complessivo del fringe benefit previsti dall’art 12 del Decreto-Legge Aiuti Bis.
Per quanto riguarda il primo parametro si considera che il periodo d’imposta è quello del 2022 e quindi si andranno a considerare le somme trasferite ai lavoratori entro e non oltre il 12 gennaio 2023. A questo si aggiunge che sono stati allargati i benefici anche a:
- utenze domestiche;
- buoni benzina.
Nelle utenze domestiche si includono le bollette luce e gas relative agli immobili di uso abitativo che sono in possesso del dipendente oppure in affitto. Il lavoratore quindi poteva presentare documentazione che attesta il pagamento delle bollette a suo carico, o per la famiglia, e certificare di non aver ricevuto sostegni similari da altre fonti.
Inoltre, le bollette dovevano essere intestate direttamente al lavoratore oppure al coniuge o a un familiare. Ciò valeva indipendentemente se è stato fissato da questi soggetti il domicilio oppure la residenza nell’immobile. Tra le bollette erano incluse anche:
- spese di riscaldamento;
- quelle idriche con riferimento agli spazi condominiali.

Un’agevolazione ulteriore era quella riguardante il bonus carburante con un importo pari a 200 euro. Se ti stai domandando se questa somma è inclusa nel tetto di 3.000 euro del fringe benefit, la risposta è negativa. Infatti, in base al principio di cassa allargato, la somma dei 200€ veniva aggiunta a quella prevista come spesa massima.
Per il 2023 i limiti tornano ad essere quelli precedenti, ovvero i fringe benefit possono essere erogati fino alla soglia di 258,23 euro. Infine, il limite viene portato a 3.000 euro per i genitori con almeno un figlio a carico.
Welfare aziendale 2023 e tassazione
Il sistema dei fringe benefit ha il vantaggio di non incidere nel determinare l’importo da dichiarare all’interno del 730 precompilato o quello online, fino al limite previsto.
Per la detassazione dei fringe benefit interviene il principio di onnicomprensività, ovvero per cui il reddito di lavoro dipendente è formato da tutte le somme e i valori di genere, a qualunque titolo, che sono stati percepiti, anche in forma di erogazioni liberali.
Tuttavia i fringe benefit entro le soglie che abbiamo visto prima sono detassati per i lavoratori, e deducibili per le imprese. Il regime particolare di esenzione viene applicato non solo per ciò che riguarda il reddito imponibile in relazione alle imposte sui redditi, ma anche sulla base imponibile per la contribuzione previdenziale.
Scadenza comunicazioni per i fringe benefit 2022
Vediamo nel dettaglio come funzionava la comunicazione obbligatoria che i datori di lavoro devono presentare per i fringe benefit erogati nel 2022. Il 16 gennaio 2023 l’INPS ha comunicato quali sono le scadenze per i datori nella comunicazione di fringe benefit e stock option riferite all’anno scorso.
La raccolta dei dati da parte dell’ente previdenziale è importante per predisporre le Certificazioni Uniche, e la scadenza per i datori per la comunicazione era fissata al 21 febbraio 2023. La trasmissione dei dati è importante anche per permettere eventuali conguagli a fine anno al lavoratore.
Per procedere alla comunicazione, i datori di lavoro, in quanto sostituti di imposta, dovevano accedere al portale INPS alla sezione “Comunicazione benefit aziendali“, e seguire il percorso indicato per accedere ai servizi per aziende e consulenti.
A questo punto si inserivano i dati su una singola comunicazione, predisponendo i dati da inviare tramite software e visualizzare le istruzioni.
Quali sono i vantaggi del welfare aziendale per le imprese
L’innalzamento della soglia dei fringe benefit è una misura che può ha portato a diversi vantaggi alle imprese e al lavoratore. Infatti, la detassazione della somma può essere vista come una spinta per aiutare ad aumentare il tetto di spesa delle famiglie e quindi incrementare i consumi, anche in un momento di inflazione elevata.
Basta considerare che nel 2021, le percentuali di benefit utilizzati come welfare aziendale dalle imprese erano salite rispetto all’anno precedente del 34%: segno di come le aziende vedano in maniera favorevole questo strumento.
In quanto imprenditore, continuare ad applicare le misure di welfare aziendale nel 2023 può portare diversi benefici sia dal punto di vista sociale, sia per ciò che riguarda l’aspetto fiscale.
Infatti, come azienda, potrai migliorare il benessere dei lavoratori, incentivando la fidelizzazione del dipendente, rafforzando il rapporto con l’azienda e semplificando la conciliazione tra vita professionale e quella familiare.
Si tratta di un elemento importantissimo soprattutto per mantenere all’interno della tua società il personale più qualificato. Inoltre, si viene a creare una maggiore interazione tra l’azienda e la comunità. Invece, dal punto di vista fiscale avrai un trattamento agevolato. Infatti, si prevede:
- i fringe benefit sono detassati per le aziende, e deducibili per i lavoratori;
- semplicità nell’acquisto e invio ai dipendenti;
- i servizi di welfare hanno un’esenzione al 100% dal punto di vista contributivo;
- per il datore di lavoro non costituiscono un obbligo, ma sono facoltativi.
Welfare aziendale 2023 – Domande frequenti
No, il sistema di welfare aziendale non è obbligatorio, ma prevede diversi vantaggi per l’azienda, che potrai leggere nella nostra guida.
I fringe benefit sono detassati a partire dal 10 agosto 2022, data di entrata in vigore del Decreto Aiuti Bis, ed è possibile ottenere l’estensione a 3.000 euro fino a gennaio 2023. Dopo questa data si torna alle soglie originarie, con eccezione dei lavoratori con figli a carico.
Il Decreto aiuti Bis aveva portato la soglia a 600 euro, mentre con il Decreto Aiuti quater, l’importo esente tasse per i fringe benefit era salito a 3.000€. Per il 2023 tuttavia si torna alla soglia di 258,23 euro, ad eccezione dei lavoratori con figli a carico.
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