Detassazione premi di risultato al 5%: è necessario l’accordo collettivo

L'Agenzia delle Entrate conferma la detassazione dei premi di risultato al 5% fino a 3.000 euro: ecco come funziona e quando si applica.

di Valeria Oggero

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  • Con una recente circolare, l’Agenzia delle Entrate ha confermato la detassazione dei premi di risultato al 5% fino a 3.000 euro di erogazione in denaro. La detassazione tuttavia è possibile solo con un accordo collettivo, non sono sufficienti i regolamenti aziendali.
  • La detassazione si applica solamente per i lavoratori dipendenti del settore privato, il cui reddito annuo è inferiore a 80.000 euro lordi.
  • I premi di risultato possono anche essere utilizzati, entro certe condizioni, per riscattare alcuni anni in cui non sono stati versati contributi a fini previdenziali.

L’Agenzia delle Entrate in una recente circolare ha chiarito il funzionamento della detassazione dei premi di risultato, ovvero la riduzione dal 10% al 5% dell’imposta sostitutiva sui premi di produttività. Ricordiamo che il governo attuale ha proposto anche nuove soglie per i fringe benefit, a 1.000 euro per tutti e 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli.

Sempre nell’ottica di detassare i benefit garantiti dall’azienda ai lavoratori dipendenti, viene confermato per il 2024 che sui premi di risultato viene applicata l’imposta sostitutiva fino alla soglia di 3.000 euro.

Tuttavia questa riduzione sussiste solamente dove il reddito da lavoro dipendente lordo non superi 80.000 euro annui. Inoltre per la detassazione sono necessari accordi collettivi, non basta il regolamento aziendale.

Premi di risultato lavoratori dipendenti: tasse al 5%

La detassazione sui premi di risultato era già arrivata nel 2023, per cui si era assistito ad un abbassamento dell’imposta sostitutiva dal 10% al 5%. Tale intervento viene quindi confermato anche per l’anno in corso, dalla Circolare n.5/E del 7 marzo 2024 dell’Agenzia delle Entrate1.

Viene quindi riproposta una misura fiscale presente già lo scorso anno, introdotta dalla Legge di Bilancio 2023. Per premi di risultato si intendono tutte quelle erogazioni variabili, in base al welfare aziendale, che il datore di lavoro può corrispondere ai lavoratori per diverse circostanze, in aggiunta al normale stipendio, per situazioni come:

  • incrementi di produttività;
  • incrementi di redditività;
  • incrementi di efficienza e innovazione;
  • partecipazioni agli utili dell’impresa.

L’Agenzia delle Entrate ricorda anche che tali erogazioni possono essere sottoposte all’aliquota agevolata del 5% solamente se versate ai lavoratori dipendenti del settore privato.

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Detassazione dei premi di risultato con accordo collettivo

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La detassazione viene quindi applicata solamente per i lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito di lavoro inferiore a 80.000 euro annui.

Inoltre vi è un limite specifico per l’entità del premio in denaro corrisposto, di 3.000 euro. Trattandosi di un’imposta sostitutiva, su queste somme non si applica quindi la normale imposizione IRPEF prevista invece sul reddito da lavoro dipendente.

Bisogna evidenziare che per applicare tale detassazione, non è sufficiente il regolamento aziendale sui premi di risultato, ma è necessario un accordo collettivo aziendale. Nel primo caso infatti si tratterebbe di scelte specifiche del datore di lavoro, nel secondo invece di regole stabilite a livello collettivo.

L’Agenzia delle Entrate quindi non può disporre una detassazione se manca un accordo collettivo aziendale in cui sono indicate tutte le specifiche sul funzionamento dei premi di risultato. Inoltre devono essere riscontrati effettivi incrementi di produttività, efficienza, redditività e così via, che giustificano tali premi.

Trattamento integrativo al 15% per il turismo

Un altro approfondimento portato avanti dall’Agenzia delle Entrate nella stessa circolare riguarda i lavoratori dipendenti del settore ricettivo e turistico. In questo caso si tratta di un vero e proprio trattamento integrativo del 15%, che non rientra nel reddito del lavoratore, detto anche bonus estate per il turismo.

Questo sostegno è messo in pratica per aiutare il settore del turismo e garantisce in base alla Legge di Bilancio 2024, un’aggiunta retributiva detassata per le ore di straordinario oppure per il lavoro notturno nei giorni festivi.

In questo caso l’aggiunta è possibile per lavoratori dipendenti nel settore del turismo e termale che percepiscono un reddito annuo inferiore a 40.000 euro, con un periodo di riferimento che va dal 1 gennaio al 30 giugno 2024. Anche per questa misura è preso in considerazione solo il lavoro nel settore privato.

Il datore di lavoro, in quanto sostituto di imposta, corrisponde questo trattamento nella prima paga utile, anche in un momento successivo al 30 giugno 2024. Il recupero avviene con compensazione orizzontale.

Riscatto dei periodi non coperti da contribuzione

Con la stessa circolare l’Agenzia delle Entrate propone anche un chiarimento sul riscatto dei periodi non coperti da contribuzione a fini pensionistici. Per gli anni 2024 e 2025 chi è iscritto ad una gestione previdenziale INPS può riscattare alcuni mesi non coperti da contribuzione, per un massimo di 5 anni non continuativi.

Per poter procedere in questo modo, è necessario non essere titolari di pensione o avere un’anzianità contributiva alla data del 31 dicembre 1995. Il regolamento prevede che il datore di lavoro possa procedere a sostenere il costo per il riscatto, scegliendo di utilizzare i premi di risultato a tal fine.

  1. Circolare n.5/E del 7 marzo 2024, Agenzia delle Entrate, agenziaentrate.gov.it ↩︎
Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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