- Per promuovere l’attività delle aziende, il governo ha previsto nuovi incentivi fiscali.
- Allo studio vi è anche un’aliquota ridotta sulle imposte indirette.
- Si vuole promuovere anche il rientro in Italia dei lavoratori all’estero, tramite appositi incentivi.
Nuovi incentivi fiscali sono in arrivo per sostenere l’attività delle aziende italiane. Tra gli obiettivi che si è prefissato il Governo vi è quello dell’Iva ad aliquota zero, da introdurre direttamente nell’attuazione della Delega Fiscale. Progetto da realizzare, comunque, solo e soltanto se verranno trovate le risorse necessarie per la sua copertura.
Tra gli incentivi fiscali riservati alle aziende che rientrano dall’estero è prevista una riduzione delle aliquote delle imposte indirette. Il Governo avrebbe inoltre in programma di estendere il meccanismo di cooperative compliance alle persone fisiche: l’intenzione è quella di riuscire a rendere, in qualche modo, più attrattivo il nostro paese agli occhi degli investitori e dei lavoratori.
A fornire queste indicazioni è Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze, il quale ha provveduto a fornire alcuni chiarimenti sulla Delega Fiscale.
Gli incentivi fiscali per le aziende
Ma quali sono gli incentivi fiscali, che potrebbero arrivare grazie alla riforma fiscale? Ad anticiparli è stato il viceministro Maurizio Leo, che prima di tutto si è soffermato sull’Iva ad aliquota zero, che era stata sperimentata mentre c’era la pandemia.
Questo progetto rientra nel secondo segmento della riforma, che è strettamente legato ai tributi. In questo caso, come spiega direttamente Leo, è necessario reperire le risorse, senza fare troppe fughe in avanti.
Capitolo più importante delle anticipazioni del viceministro riguarda il rientro delle società dall’estero o l’ingresso di nuove imprese.
Leo spiega che nel caso in cui un’azienda abbia intenzione di rientrare in Italia con gli asset che aveva all’estero, nel momento in cui maturano determinate condizioni, ha la possibilità di riportarli sulla base dei valori correnti di mercato, non su quelli contabili.
Secondo Leo si potrebbe aggiungere a questa possibilità una vera e propria riduzione delle imposte indirette. Situazione completamente differente è quella nella quale le aziende decidano di dismettere completamente l’attività all’estero ed acquistino tutti i beni necessari per l’attività in Italia.
Secondo Leo, in questo caso, oltre che ad una vera e propria riduzione dell’aliquota, si può pensare ad un incentivo a titolo di avviamento. In questo modo, spiega Leo, si potrebbe riconoscere:
“In un certo lasso temporale anche inferiore rispetto ai 18 anni un elemento aggiuntivo che possa poi concorrere ad aumentare le agevolazioni per attrarre capitali esteri”.
Gli incentivi fiscali per le persone fisiche
Gli incentivi fiscali non si limiterebbero a promuovere il rientro in Italia delle imprese all’estero. Ma sarebbero rivolti anche alle persone fisiche, che in questo momento sono all’estero e che abbiano intenzione di trasferirsi in Italia.
Leo spiega che l’esecutivo è al lavoro per innestare nella cooperative compliance un meccanismo attraverso il quale dare una certezza anche alle persone fisiche.
L’obiettivo, secondo Maurizio Leo, sarebbe quello di poter comunicare alle persone fisiche con dei trust o delle situazioni finanziarie particolarmente complesse all’estero, che è stata verificata la loro situazione.
In questo modo possono stare tranquille per il rientro. In questo modo si potrebbe riuscire a realizzare qualcosa di realmente attrattivo per il nostro paese.

Incentivi fiscali già esistenti
Tra gli incentivi già presenti in Italia, in attesa di quelli promessi con la Delega fiscale, al momento uno dei più importanti è quello sul Rientro dei Cervelli. Questa norma provvede ad incentivare, anche grazie ad importanti agevolazioni fiscali, il trasferimento in Italia di persone altamente qualificate e specializzate.
Solo per fare un esempio, nel caso in cui dovessero rientrare dei docenti e dei ricercatori è previsto che fino al 90% del reddito da lavoro dipendente o autonomo non sia fiscalmente imponibile ai fini Irpef.
Per accedere a questa agevolazione, i diretti interessati devono essere in possesso dei seguenti requisiti:
- possedere un titolo di studio universitario o equiparato;
- essere stati residenti all’estero in maniera continuativa;
- aver effettuato attività di ricerca o docenza per almeno due anni continuativi, presso degli istituti all’estero;
- trasferire la propria residenza fiscale in Italia e svolgere attività di ricerca nel nostro paese.
Questi incentivi fiscali sono applicabili per cinque anni, che possono diventare otto nel caso in cui il diretto interessato abbia un figlio minorenne a carico.
Cosa è previsto per il rientro dall’estero di altri lavoratori
Importanti incentivi fiscali sono previsti anche per i lavoratori impatriati, che decidono di trasferire la propria residenza in Italia. Questi soggetti devono essere stati all’estero per almeno due anni.
In questo caso i loro redditi da lavoro dipendente o autonomo, che vengono prodotti in Italia, non sono imponibili ai fini Irpef per il 70%. Per poter usufruire di questi incentivi fiscali i diretti interessati devono essere in possesso di un titolo di laurea e aver svolto un’attività, dipendente o come autonomo, all’estero per almeno ventiquattro mesi.
L’agevolazione dura per cinque anni e può essere estesa per altri cinque periodi d’imposta, con una tassazione al 50% per quanti abbiano almeno un figlio minorenne a carico o diventi proprietario di un almeno un immobile.
Incentivi fiscali – Domande frequenti
No, non ancora. Arriveranno con la delega fiscale, sempre che siano trovare le coperture fiscali necessarie. Ecco tutte le ipotesi.
L’ipotesi è un abbattimento delle imposte indirette. Si pensa, inoltre, a delle vere e proprie agevolazioni per chi decida di acquistare macchinari ed attrezzatura in Italia.
Sì, sono allo studio delle importanti novità anche per loro. Nello specifico di pensa di introdurre un cooperative compliance, in modo che possano rientrare senza timori di controlli fiscali.
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