Paradisi fiscali nel mondo: cosa sono e come funzionano

I paradisi fiscali sono giurisdizioni in cui si evadono le normali regole fiscali, bancarie ed economiche. Queste caratteristiche li rendono molto ricercati dalle imprese, generando però una disparità e disuguaglianza nel libero mercato. Ecco quali sono i paradisi fiscali nel mondo e in Europa.

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Paradiso fiscale
  • I paradisi fiscali sono luoghi in cui si applica una tassazione agevolata, e talvolta il segreto bancario.
  • Oggi sono presenti più di 133 paesi in cui si pagano tasse ridotte, e tra i primi 20 sono presenti anche alcuni stati europei.
  • La presenza dei paradisi fiscali determina uno squilibrio in ambito della libera concorrenza nel mercato.

I paradisi fiscali sono da sempre possibilità di cui si discute soprattutto in ambito imprenditoriale. Infatti, sono considerati luoghi di attrazione per chi dispone di una Partita IVA e vuole evitare completamente la pressione fiscale. Inoltre attirano realtà che dispongono di liquidità elevate. Al contempo sono sotto l’attenzione del fisco italiano, in quanto si tratta di paesi spesso scelti per l’evasione del pagamento delle tasse.

La loro presenza è per molti analisti un pericolo per l’equilibrio finanziario mondiale, dato che non permettono una concorrenza leale tra le aziende. Infatti, si devono considerare gli effetti che vanno a colpire i contribuenti degli altri paesi. L’esempio più diretto è una riduzione del gettito fiscale e del versamento dei tributi, necessari a finanziare i servizi di uno Stato.

In base al Financial Secrecy Index, sono di 133 paesi che prevedono giurisdizioni agevolate in ambito finanziario. Di seguito andremo ad analizzare cosa vuol dire il termine paradisi fiscali, come funzionano e perché sono considerati pericolosi per l’economia mondiale.

Paradisi fiscali: cosa sono

Iniziamo dalla definizione di paradisi fiscali. L’impiego di questo termine deriva dall’inglese tax heaven ovvero paradiso fiscale o tax haven, riparo fiscale. Inoltre, come sinonimo, si impiega il termine off-shore, lontano dalla terra. Infatti, nell’immaginario comune, i paradisi fiscali sono luoghi difficili da raggiungere, situati su isole distanti dalla terraferma.

Negli anni 80’ e 90’ venivano utilizzate anche le parole white list e black list. In quest’ultima venivano inseriti tutti quei paesi che prevedevano specifiche caratteristiche bancarie e fiscali che evadevano le normali regole economiche e fiscali. Mettendo da parte le immagini di posti esotici e lontani dalle economie occidentali, oggi vi sono paradisi fiscali quasi in tutto il mondo, compresa l’Europa.

Sono dei paesi in cui la giurisdizione permette di aggirare in maniera legale una serie di regole che in altri Stati sono più restrittive e obbligatorie. Oggi per dare una definizione, si può parlare di luoghi con leggi che agevolano le imprese e i correntisti dal punto di vista economico, della segretezza e dell’anonimato nelle transazioni.

I paradisi fiscali sono realtà che non attirano solamente le imprese. Una società, di qualunque entità, può trovare un vantaggio nell’utilizzare queste giurisdizioni. Devi però valutare che attirano anche persone fisiche, che dispongono di diversi capitali propri e operano investimenti, cercando soluzioni per ridurre la tassazione.

Paradisi fiscali nel mondo

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Paradisi fiscali nel mondo: quali sono

Oggi sono ben identificabili le giurisdizioni tax heaven. Per il 2022 un punto di riferimento può essere il Finacial Secrecy Index sviluppato dall’associazione ONG Tax Justice Network. Questo ente negli anni ha sempre posto attenzione a evidenziare quali sono i paradisi fiscali nel mondo e la loro incidenza sui mercati liberi. I parametri impiegati per stilare questa classifica sono:

  • grado di segretezza;
  • l’incidenza dei servizi off-shore sull’economia mondiale.

Nella tabella seguente abbiamo riportato la lista dei primi 20 paradisi fiscali.

GiurisdizionePunteggio di segretezza
da 1 a 100
Influenza sul sistema globale
1. Isole Cayman764,58%
2. Stati Uniti6321,7%
3. Svizzera744,12%
4. Hong Kong664,44%
5. Singapore655,17%
6. Lussemburgo5512,36%
7. Giappone632,20%
8. Paesi Bassi671.11%
9. Isole Vergini britanniche710,50%
10. Emirati Arabi Uniti780,21%
11. Guernsey710,41%
12. Regno Unito4615,94%
13. Taiwan660,59%
14. Germania724,71%
15. Panama720,22%
16. Tailandia730,15%
17. Malta620,66%
18. Canada561,60%
19. Qatar770,09%
20. Bahamas750,09%

Come funzionano i paradisi fiscali

I paradisi fiscali nascono al fine di offrire un vantaggio economico, finanziario e di segretezza a chi decide di aprire un conto tax heaven. In base all’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, un paese per essere inserito nella lista dei paradisi off-shore dovrà disporre di una serie di caratteristiche politiche ed economiche.

Infatti, è richiesta una stabilità del governo, necessaria per offrire sicurezza alle imprese, un fattore che contribuisce alla loro decisone di spostare i capitali. Inoltre, è necessaria la presenza di banche e di società di consulenza che possono offrire un supporto agli investitori. Infine, la tipologia di politica governativa non dovrà andare a incidere sulle attività imprenditoriali. Per ciò che riguarda l’aspetto economico i principali fattori da considerare sono:

  • benefici fiscali;
  • mancanza di scambio di informazioni con altre nazioni;
  • segreto bancario;
  • utilizzo di conti solo ai fini fiscali.

Come puoi notare non si fa riferimento solo alle tasse, ma si prevede un complesso di aspetti che portano a ottenere per le imprese diversi vantaggi, ma come vedremo più avanti, anche conseguenze per il mercato.

Benefici fiscali

Se apri Partita IVA in Italia, sarai obbligato a pagare una serie di tasse sul tuo guadagno. Per esempio, per una ditta individuale o un professionista con regime forfettario si avrà un versamento unificato pari al 5% per i primi cinque anni. Invece, se disponi di una SRL o di una società di capitali, dovrai considerare una serie di imposte come: IRES, IRAP, IRPEF per i soci e l’IVA.

A questo si sommano anche eventuali tasse, pari al 26%, per i guadagni ricevuti attraverso strumenti finanziari come titoli, criptovalute o obbligazioni. L’insieme di questi elementi compone la pressione fiscale sulle imprese. Cosa accade in un paradiso off-shore? In alcuni casi, avrai la possibilità di non pagare tasse sul tuo denaro. In altre situazioni, l’importo della tassazione è nettamente inferiore rispetto al resto dei paesi industrializzati.

Per esempio, in Lussemburgo l’imposta sul reddito in molti casi è inferiore al 28%, mentre in Italia questa può arrivare anche dal 46% in su, in base alla tipologia di aliquota e alla quantità di reddito. Inoltre, vi sono dei paesi off-shore in cui avrai il vantaggio di non dover pagare l’imposta sul valore aggiunto, ovvero l’IVA, come alle Isole Cayman. Tutti questi fattori possono incidere in maniera preponderante sul bilancio di fine anno delle tue società.

Mancanza di scambio di informazioni

Altro requisito è quello di una mancanza di comunicazione economica con gli altri stati. Non è da confondere con il segreto bancario, ma disporre di un conto off-shore permette, a chi ne è proprietario, di essere al sicuro da eventuali controlli o indagini. Infatti, i paradisi fiscali non prevedono la sottoscrizione di accordi bilaterali per lo scambio di informazioni finanziarie.

Ovviamente come puoi immaginare questo aspetto può contribuire all’utilizzo del denaro anche per scopi non sempre leciti, dato che non verranno rispettate le normative diffuse in Europa sull’antiriciclaggio e sulla necessità di identificare i soggetti detentori del patrimonio.

Per questo motivo, quando si parla di grosse indagini fiscali, vengono prese in considerazione imprese e società che spostano grandi capitali all’estero, e che svolgono attività soggette a tassazione in Italia, senza però pagare le imposte: in questo caso si parla di evasione fiscale, e in alcuni casi, di esterovestizione, quando la residenza fiscale fittizia viene posta in un paradiso fiscale.

Paesi a tassazione ridotta

Segreto bancario

La mancanza di comunicazione con enti di controllo nazionali e internazionali o altri organi bancari permette di rafforzare in maniera esasperante il segreto bancario. Ciò significa che chi apre un conto corrente in una delle banche, definite off-shore, avrà diritto al completo anonimato.

La segretezza va in contrasto con tutte le normative vigenti che prevedono una registrazione delle proprietà, una trasparenza normativa dal punto di vista fiscale e finanziaria, oltre alla cooperazione tra i singoli organismi al fine di evitare situazioni illecite. Nei paradisi fiscali questi concetti non esistono.

Il segreto bancario di questi paesi può quindi andare a discapito delle leggi presenti in altri luoghi del mondo, come anche l’Italia, impedendo la trasparenza e alimentando i casi di evasione fiscale.

Utilizzo dei conti solo ai fini fiscali

L’ultimo aspetto che identifica uno stato come tax heaven, riguarda la disponibilità di conto che viene utilizzato solo ai fini fiscali. Quindi, non si disporrà di uno strumento di pagamento operativo, per esempio, per effettuare pagamenti o fatture. Il suo fine è solo quello di mantenere una liquidità sotto forma di denaro contante oppure investimenti redditizi.

Va ricordato che in Italia la legge prevede che tutti i redditi, depositati nei relativi conti correnti, vengano dichiarati. Utilizzare un conto corrente solo a fini fiscali nella peggiore delle ipotesi nasconde altri conti correnti in cui sono presenti somme di denaro molto maggiori.

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Paradisi fiscali in Europa

Come puoi notare dall’elenco che abbiamo riportato, alcuni dei governi che prevedono una giurisdizione agevolata sono presenti proprio in Europa e all’interno della stessa Comunità Europea. Infatti se si osserva con attenzione la politica economica in Europa, da un lato sono presenti regolamenti appositi, finalizzati a creare una sana concorrenza. Dall’altro, vi è però la libertà da parte dei singoli governi di gestire alcuni aspetti legati alla tassazione.

Ciò ha portato a creare un sistema molto diversificato. Un esempio è l’applicazione dell’IVA, che in Italia è al 22%, mentre in Germania è pari al 19% e nel Lussemburgo al 17%. Inoltre, un altro aspetto riguarda l’ambito della tassazione sui redditi, che si riduce drasticamente in paesi come la Svizzera e Malta. Infine, alcuni di questi paesi sono considerati anche dei paradisi fiscali per i pensionati. Un esempio è il Portogallo che prevede una tassazione molto bassa sulla pensione e offre quindi la possibilità di avere un surplus economico.

Le differenze vi sono anche dal punto di vista della segretezza bancaria. Rispetto all’Italia, le nazioni che abbiamo citato offrono un maggior livello di anonimato per i correntisti sia in quanto imprese, sia come persone fisiche. Un esempio, fino a pochi mesi addietro era il regno Unito, che prevedeva un regime bancario e fiscale senza obbligo di identificare gli intestatari di beni, conti e di proprietà.

Rischi dei paesi off-shore

Utilizzare un conto in una giurisdizione off-shore può apparire inizialmente una valida opportunità, ma si devono considerare gli effetti che il suo utilizzo determina sul mercato mondiale. A questo proposito può essere utile valutare alcuni numeri.

Nel 2021 i capitali depositati in conti segreti, e quindi nei paradisi fiscali, si aggirano tra i 21 e i 33 trilioni di dollari. Quasi tutto questo denaro non è tassato o si prevedono aliquote proporzionalmente basse rispetto ad altri stati occidentali.

Cosa comporta questa massa di liquidità sommersa? Gli effetti sull’economia dei paesi emergenti e in quelli sviluppati sono importanti, anche se non è facile quantificarli, data la presenza di diverse tipologie di sistemi di evasione previsti nelle giurisdizioni off-shore. Un esempio può essere utile.

Immaginiamo un’azienda nel settore dell’abbigliamento, che definiremo società uno con sede legale in Italia, ma prevede una filiale, la società due, in un paradiso fiscale, come le Isole Cayman. Quest’ultima società acquista da un paese che prevede manodopera a buon prezzo, come l’India, un certo quantitativo di prodotti al costo di 1.000 euro. Ora la filiale alle Isole Cayman, ovvero la società due, non è soggetta a tassazione o a IVA, dato che è situata in un paradiso off-shore.

Quindi se vende i prodotti in Italia al prezzo di 10.000€ potrà ottenere un profitto pieno, sottraendo il capitale iniziale investito con quello guadagnato, ovvero 9.000€. Invece, in un Paese con una tassazione regolare, il surplus finale dovrà essere sottoposto ad un’aliquota a fine anno. Quindi sui 9.000€ si dovrà applicare una percentuale variabile dal 35% al 47% ai fini fiscali, in base alla tipologia di sistema di tassazione, riducendo nettamente i profitti.

Alternative ai paradisi fiscali
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Le alternative ai paradisi fiscali

Visti inizialmente come una sorta di mito e con accenti folkloristici, i paradisi fiscali sono un qualcosa di concreto che crea diversi contrasti in ambito finanziario e nell’equilibrio economico mondiale. Il problema va oltre al concetto di tassa inesistente o ridotta. Infatti, la segretezza sui conti influenza in modo negativo i mercati aprendo le porte a realtà come riciclaggio, frode ed evasione fiscale.

Spostare capitali in questi paesi crea una sorta di violazione di quello slogan di no taxation without rappresentation, ovvero nessuna tassazione senza rappresentanza, un motto che è stato alla base della rivoluzione americana e che negli anni ha portato alla crescita delle economie nazionali.

Infatti, la storia insegna che la tassazione è utile, un fattore alla base dello sviluppo di una nazione generando una distribuzione di ricchezza e servizi diffusi, tipici di un sistema democratico. Evitare la tassazione vuol dire andare a discapito dei singoli cittadini e delle imprese che la rispettano.

Inoltre, vi sono diverse alternative legali ai paradisi fiscali se si dispone di una Partita IVA, rispettando al contempo la normativa di legge. L’esempio più tipico è quello di scegliere un regime fiscale adatto, come quello forfettario.

Altra opportunità è rappresentata dai diversi bonus previsti per il rilancio dell’economia, da cui si può ottenere una detrazione fiscale per ridurre la pressione fiscale a fine anno. In questa prospettiva, sarà possibile richiedere una consulenza di uno studio di commercialisti, al fine di valutare le alternative più adatte in base alle singole necessità, con una tutela fiscale e bancaria adeguata e senza necessità di impiegare un paradiso fiscale.  

Paradisi fiscali – Domande frequenti

Come funzionano i paradisi fiscali?

I paradisi fiscali sono delle giurisdizioni in cui si applicano una serie di agevolazioni nell’ambito della tassazione, a cui si aggiunge il segreto bancario e la limitazione delle informazioni. Scopri quali sono i paesi considerati paradisi fiscali, qui.
 

Cosa sono i paesi off-shore?

Il termine off-shore, letteralmente “lontano dalla terra ferma”, fa riferimento ad alcuni paesi in cui la tassazione è agevolata, ed è un sinonimo per indicare i paradisi fiscali.

Quali sono i paesi considerati paradisi fiscali?

Sono più i 100 i paradisi fiscali in cui si applica una tassazione ridotta: potrai conoscerli leggendo la nostra guida.

Autore
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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

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