Tassazione TFR: come funziona e aliquote in base alla scelta del lavoratore

Al momento del pagamento del trattamento di fine rapporto, o TFR, questo è soggetto a tassazione. Ma quale? Leggi la guida per conoscere tutti i dettagli sulle imposte previste sul TFR.

di Ilenia Albanese

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  • Il Trattamento di Fine Rapporto, o TFR, è soggetto a tassazione e a rivalutazione annuale in base alle imposte vigenti e ai tassi collegati all’andamento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo, in riferimento alle famiglie composte da operai e impiegati.
  • Il TFR è riconosciuto ai lavoratori al termine del rapporto lavorativo, quindi in caso di accesso alla pensione, licenziamento o dimissioni.
  • Al TFR si applicano le aliquote progressive dell’IRPEF nell’anno in cui è maturato il diritto alla percezione. Tuttavia le tasse possono scendere se il lavoratore sceglie di destinare queste somme ad un altro utilizzo.

Il TFR, o Trattamento di Fine Rapporto, è una parte della retribuzione accantonata dal datore di lavoro e restituita al dipendente al termine del rapporto lavorativo. Questa quota è soggetta alle imposte ed è sottoposta a tassazione separata.

Il dipendente può scegliere di lasciare il TFR in azienda o trasferirlo in un fondo pensione esterno. In tal caso la tassazione può variare ed essere molto vantaggiosa.

Il TFR è tassato nel momento in cui questo viene erogato e l’aliquota per quest’anno parte dal 23%. Ma questa non è l’unica cosa da conoscere a proposito delle imposte sul Trattamento di Fine Rapporto. Continua a leggere per saperne di più.

TFR: cos’è e come funziona

Il Trattamento di Fine Rapporto, anche detto TFR, è una somma di retribuzione che non viene direttamente erogata dal datore di lavoro al dipendente insieme allo stipendio, se non in casi particolari, ma viene accantonata per il futuro.

Questa somma viene, poi, erogata al lavoratore alla fine del rapporto di lavoro e quindi in caso di:

  • raggiungimento dell’età pensionabile;
  • licenziamento;
  • dimissioni.
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Il TFR accantonato si calcola sommando per ogni anno di servizio una quota pari o inferiore all’importo della retribuzione annua, divisa per 13,5.

Il trattamento viene, inoltre, incrementato, al 31 dicembre di ogni anno, applicando un tasso costituito dall’1,5 per cento in misura fissa e dal 75 per cento dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo, ossia l’indice Istat, rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente.

Il TFR matura durante gli anni del rapporto lavorativo ed è costituito dalla somma degli accantonamenti annui oltre alla quota di retribuzione rivalutata periodicamente. Viene, quindi, definito come un compenso con corresponsione differita al momento della cessazione del rapporto di lavoro o un salario posticipato e accantonato annualmente.

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La tassazione del TFR

Questa quota, al momento della sua concessione al lavoratore, è soggetta a tassazione. Il tipo di imposta può cambiare a seconda che si tratti del TFR assorbito, lasciato in azienda o depositato in un fondo pensione esterno. L’importo imponibile viene determinato riducendo il suo ammontare dalle rivalutazioni già assoggettate ad imposta sostitutiva.

Per la determinazione dell’imposta, quindi, occorre, individuare il “reddito di riferimento” dividendo l’importo del TFR maturato, al netto delle rivalutazioni già assoggettate ad imposta, per il numero di anni lavorati.

Di base, al TFR si applicano le aliquote IRPEF relative all’anno in cui è maturato il diritto alla percezione, per il 2023 ad esempio vanno dal 23% fino al 43%. Invece, per quanto riguarda il TFR accantonato in un fondo pensione, può essere prevista una tassazione più leggera, con un’aliquota del 15%.  

Ricordiamo che il datore di lavoro deve accantonare il valore del TFR comprensivo delle tasse. Gli uffici finanziari liquidano l’imposta in base all’aliquota media di tassazione dei 5 anni precedenti a quello in cui è maturato il diritto alla percezione.

Tuttavia, qualora in uno o più degli anni considerati non è stato generato reddito imponibile, l’aliquota media si calcola in base agli anni in cui questo vi è stato.

Invece, in caso di decesso del dipendente mentre il rapporto di lavoro è ancora in essere, l’imposta è determinata sempre in base al principio sopracitato ed è dovuta dagli eredi in proporzione all’ammontare percepito da ciascuno.

Anticipazione del TFR: come si applicano le tasse

In alcuni casi specifici, il dipendente può richiedere l’anticipazione del TFR. Tuttavia, la liquidazione anticipata del TFR senza il raggiungimento dell’età pensionabile, licenziamento o dimissioni, deve rispettare alcuni requisiti.

Prima di tutto occorre stabilire che, come sancito dall’art. 2120 del c.c., il dipendente può richiedere un’anticipazione del TFR se presenta i seguenti requisiti:

  • lavora da almeno 8 anni presso lo stesso datore di lavoro;
  • è la prima volta che la richiede.

Infatti, è possibile ottenere l’anticipazione del TFR solamente una volta e non in misura totale. Con la richiesta di anticipazione la somma è limitata al 70 % del trattamento spettante in caso di cessazione del rapporto alla data della richiesta.

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Inoltre, è possibile ottenere fino al 70% del TFR solamente se tale anticipazione è giustificata da una delle seguenti necessità:

  • spese sanitarie e interventi straordinari riconosciuti da strutture pubbliche;
  • acquisto della prima casa di abitazione per sé o per i figli;
  • sostenere eventuali spese durante i periodi di fruizione dei congedi parentali e per formazione del lavoratore.

In caso di anticipazione del TFR, la tassazione applicata è la seguente:

  • imposta con aliquota al 23% se richiesto per l’acquisto della prima casa;
  • imposta con aliquota al 15% meno lo 0,30% ogni anno dopo il 15° anno di servizio, fino a un massimo del 6% se richiesto per spese mediche;
  • imposta con aliquota al 15% meno lo 0,30% ogni anno dopo il 15° anno di servizio, fino a un massimo del 9% se richiesto per motivi personali.
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TFR in un fondo pensione: la tassazione

Il lavoratore dipendente può scegliere anche di:

  • lasciare in TFR in azienda;
  • accantonare il TFR in un fondo pensione esterno.

Il lavoratore dipendente ha, quindi, diritto di scegliere di lasciare il TFR in azienda sotto forma di liquidazione oppure di destinarlo ad un fondo pensione.

Il TFR lasciato in azienda, inoltre, può essere accantonato presso il Fondo di Tesoreria gestito dall’Inps per i dipendenti di aziende con più di 49 lavoratori.

In base alla scelta effettuata dal lavoratore dipendente, varia anche il tipo di tassazione e di rivalutazione del TFR accantonato. In genere la tassazione in questi casi è agevolata, con percentuale di circa 15%.

Tassazione TFR – Domande frequenti

Quanto viene tassato il TFR?

Il TFR viene tassato al momento della sua erogazione in base alle aliquote vigenti dell’IRPEF. Tuttavia, in caso di TFR accantonato in un fondo pensione è prevista una tassazione più bassa con aliquota anche del 15%.

Quanto si paga in tasse sul TFR?

Al termine del rapporto di lavoro il TFR è tassato con le aliquote IRPEF a partire dal 23% o al 15% per i TFR accantonati presso fondi pensione. Sono soggette ad imposte anche le quote anticipate dopo almeno 8 anni di servizio prestati presso il medesimo datore di lavoro.

Quanto è tassato il TFR 2023?

Al momento della sua erogazione, il TFR è soggetto a tassazione separata che equivale alla media dell’IRPEF degli ultimi cinque anni di lavoro, per cui nel 2023 l’aliquota minima è del 23% ma può arrivare fino ad un massimo del 43%.

Quali sono i vantaggi di lasciare il TFR in un fondo pensione?

Oltre a poter accantonare queste cifre per la pensione, l’accesso al fondo garantisce una tassazione agevolata su questi importi. Scopri come funziona qui.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.

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