- I fringe benefit agiscono come un incentivo in più rispetto al salario di base, che viene erogato non in denaro, bensì sottoforma di beni e servizi.
- Con la legge di conversione del DL 4 maggio 2023 n. 48, la 3 luglio 2023 n. 85, la soglia di detassazione riguardante i fringe benefit viene innalzata a 3.000 euro, ma solo per i lavoratori con figli a carico.
- Con la Legge di Bilancio 2024 arrivano alcune importanti novità sui fringe benefit, con limite innalzato a mille euro per tutti e a 2.000 per i lavoratori con figli a carico.
Nella gestione delle risorse umane, diverse ricerche dimostrano come le imprese che implementano misure di welfare aziendale riscontrano un aumento nella produttività dei loro dipendenti, nonché una maggiore fidelizzazione dei talenti.
In Italia si parla di fringe benefit, una componente aggiuntiva della retribuzione che rappresenta il cosiddetto “compenso in natura”, erogata non sottoforma di denaro, ma di beni e servizi.
Con la legge di conversione del DL 4 maggio 2023 n. 48, la 3 luglio 2023 n. 85 del Decreto Lavoro, vengono introdotte significative modifiche al regolamento dei fringe benefit, tuttavia non sempre i datori di lavoro hanno chiaro il funzionamento delle regole su questi beni.
Inoltre, con la nuova Legge di Bilancio 2024, il prossimo anno cambieranno nuovamente le soglie di detassazione. Facciamo chiarezza in questo articolo, vedendo anche cosa succede se si superano i limiti previsti.
Indice
Che cosa sono i fringe benefit
I fringe benefit, noti anche come benefici o vantaggi accessori, sono una forma di retribuzione indiretta che i datori di lavoro possono offrire ai propri dipendenti oltre al salario base. Possono assumere diverse forme, e includono una vasta gamma di beni e servizi, come:
- buoni pasto;
- contributi per la previdenza complementare;
- servizi di assistenza sanitaria, formazione;
- abbonamenti a palestre;
- servizi di asilo nido;
- rimborsi per spese di trasporto;
- prodotti di tecnologia.
A differenza del salario, che è tassato secondo le normative fiscali standard, i fringe benefit godono di un trattamento fiscale favorevole fino a una certa soglia, per cui vengono detassati.
Ciò li rende particolarmente interessanti sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. Per l’azienda, rappresentano uno strumento per migliorare il benessere dei propri lavoratori e, al contempo, aumentare la loro produttività e la loro fedeltà verso l’impresa.
Fringe benefit: soglia di detassazione
Anno | Soglia di detassazione lavoratori | Soglia di detassazione lavoratori con figli |
2023 | 258,23 euro | 3.000 euro |
2024 | 1.000 euro | 2.000 euro |
La Legge 3 luglio 2023 n. 85 ha sancito una serie di modifiche sostanziali per quanto riguarda i fringe benefit, elevando la soglia di detassazione a 3.000 euro, ma solo per i lavoratori dipendenti che hanno figli a carico e per i seguenti vantaggi:
- beni ceduti e servizi prestati al dipendente;
- somme erogate per il pagamento delle utenze domestiche come acqua, elettricità e gas.
Prima di procedere con l’erogazione, i datori di lavoro devono informare le rappresentanze sindacali, se presenti. Ai lavoratori è richiesta una dichiarazione con i codici fiscali dei figli a carico, che devono rispettare certe condizioni di reddito come da art. 12, comma 2 del TUIR.

Per i lavoratori senza figli a carico, la vecchia norma rimane in vigore per il 2023: il valore dei beni e servizi erogati non deve superare i 258,23 euro per non essere tassato. Qualsiasi somma che supera questo limite comporta la tassazione in toto.
Non sono mancate le polemiche su queste novità. Da un lato, c’è chi teme che questo cambio possa disincentivare le imprese a investire in programmi di welfare aziendale più strutturati. Dall’altro, sono emerse critiche sul carattere discriminatorio della legge, che favorisce solo i lavoratori con figli a carico.
Con la manovra 2024 si prevedono quindi degli aggiustamenti sostanziali di queste componenti, con l’aumento della soglia detassata per tutti i lavoratori a 1.000 euro, mentre per i lavoratori con figli a carico si scende a 2.000 euro. Inoltre si prevede che i benefici potranno andare a vantaggio delle spese per l’affitto e per il mutuo dei lavoratori.
Come funzionano i fringe benefit
Va notato che i fringe benefit non sono obbligatori per legge, ma rappresentano un accordo volontario tra datore di lavoro e dipendente. Tuttavia, una volta che questi vantaggi sono inclusi nel contratto di lavoro o in accordi collettivi, diventano legalmente vincolanti.
Il quadro normativo che regola questi incentivi in Italia è in gran parte delineato dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che definisce le tipologie di benefit esenti da imposizioni fiscali e i limiti entro i quali questi possono essere erogati.
La loro applicazione è tuttavia anche regolamentata da ulteriori circolari e linee guida emesse dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS, che forniscono chiarimenti su alcuni aspetti specifici.
I fringe benefit dal punto di vista fiscale sono regolarmente tassati, ma solamente se superano una certa soglia annuale. Gli scorsi anni tale soglia ha subito diverse modifiche, ed è stata aumentata con diversi interventi per garantire un sostegno maggiore alle imprese e ai lavoratori quando è arrivata la pandemia.
Chi ha diritto ai fringe benefit in busta paga

In linea generale, i fringe benefit sono offerti ai dipendenti con contratto a tempo indeterminato, ma possono estendersi anche a coloro con contratti a termine, a progetto o part-time, a seconda delle politiche aziendali e delle normative vigenti. Tuttavia, ci sono alcuni fattori da tenere in considerazione:
- i fringe benefit possono variare significativamente a seconda del livello gerarchico e del tipo di ruolo all’interno dell’azienda. Manager e dirigenti potrebbero infatti avere accesso a un pacchetto di benefit più ampio rispetto ai dipendenti a livelli più bassi;
- in genere, le grandi aziende hanno la capacità di offrire un ventaglio più vasto di fringe benefit rispetto alle PMI, che fruiscono di un budget decisamente più basso;
- alcuni settori sono più propensi a offrire specifici tipi di benefit. Ad esempio, nel settore tech è quasi la norma offrire abbonamenti a corsi di formazione e certificazioni;
- la legge italiana prevede alcuni limiti e condizioni per l’erogazione di fringe benefit in ambito di agevolazioni fiscali;
- in alcune circostanze, i diritti ai fringe benefit possono essere oggetto di negoziazioni sindacali, che possono estendere o limitare l’accesso a determinate categorie di lavoratori;
- in alcuni casi, particolari condizioni di salute o esigenze personali possono dare diritto a benefit specifici, come per esempio orari di lavoro flessibili o supporto psicologico per i caregiver;
- alcune aziende offrono fringe benefit che incrementano con l’anzianità di servizio, come ad esempio pacchetti di previdenza complementare più generosi.
Va notato che l’assegnazione di fringe benefit non deve essere discriminatoria, e deve quindi rispettare i principi di uguaglianza e non discriminazione come sancito dalla legge. Pertanto, ogni lavoratore che si trova in condizioni simili dovrebbe avere la stessa opportunità di accedere ai benefit offerti dall’azienda.
Fringe benefit: cosa succede se si superano le soglie
Sui fringe benefit sono quindi stabilite delle soglie precise per la detassazione, che riguarda i lavoratori dipendenti e consente le deduzioni alle imprese. Ma cosa succede nel momento in cui tali soglie vengono superate, ovvero se i datori di lavoro superano questi importi?
In questo caso il valore del bene erogato diventa completamente imponibile: ovvero non è possibile detassare una parte e applicare la tassazione sul rimanente. Questo perché le soglie previste non funzionano come delle franchigie.
Per raggiungere la soglia bisogna tenere presenti tutti i beni erogati come fringe benefit, quindi fare un calcolo totale della somma dei valori corrispondenti. Il datore di lavoro deve considerare quindi tutti i valori e i redditi percepiti dal lavoratore, in termini di fringe benefit.
Fringe benefit – Domande frequenti
I fringe benefit sono vantaggi accessori forniti dai datori di lavoro ai dipendenti oltre al salario base. Questi possono includere una serie di beni e servizi, come buoni pasto, contributi per la previdenza complementare, e servizi di assistenza sanitaria. Tali benefit sono spesso soggetti a un trattamento fiscale favorevole.
Secondo la recente Legge 3 luglio 2023 n. 85, i lavoratori dipendenti con figli a carico possono godere di una soglia di detassazione elevata fino a 3.000 euro. I lavoratori senza figli a carico rimangono invece soggetti alla precedente soglia di 258,23 euro.
Le modalità con cui i fringe benefit vengono forniti ai dipendenti variano in base al tipo di servizio o bene. Le opzioni principali sono per uso strettamente professionale, dove il beneficio è destinato solo per il lavoro, e uso misto, dove può essere utilizzato sia per lavoro sia per scopi personali.
In base alla legge, il calcolo del Tfr viene effettuato tenendo anche in considerazione le prestazioni in natura, ovvero i fringe benefit.
No, perché se non superano la soglia di 258,23 euro non sono imponibili. Questo limite cambia per tutti i lavoratori con figli a carico, salendo a 3.000 euro nel 2023.
Con la manovra 2024 si innalza la soglia dei fringe benefit detassati, arrivando a mille euro. Per i lavoratori con figli invece la soglia sarà di 2.000 euro.
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