- Il contributo IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) è una somma di denaro obbligatoria per legge che deve essere versata dai lavoratori di alcune categorie, sia da chi dispone di partita IVA, sia dai dipendenti del settore privato.
- Il calcolo del valore delle aliquote dovute è effettuato in base a una serie di parametri e varia in relazione alla tipologia di attività che viene svolta.
- Il versamento del contributo è a carico del lavoratore autonomo oppure, in caso di lavoratore dipendente, sarà a carico del datore di lavoro.
Hai aperto partita IVA o sei un dipendente privato e ti stai domandando cos’è il contributo IVS INPS? Intorno a questo argomento possono sorgere dei dubbi, sia nel valutare chi deve provvedere al pagamento, sia per ciò che riguarda le tempistiche e gli importi specifici.
Il contributo IVS nasce come tutela assicurativa e previdenziale per il lavoratore autonomo e i dipendenti in caso di eventi che possono portare a invalidità e decesso. Inoltre, permette di disporre di una pensione per la vecchiaia. Sono tutti elementi che rendono il versamento di questa somma importante per ogni lavoratore.
Conoscere gli aspetti specifici diventa fondamentale per calcolare esattamente l’importo che dovrà essere versato annualmente per i contributi e per sapere chi è obbligato a versarli. Di seguito ti forniremo tutte le informazioni necessarie per comprendere i contributi IVS.
Contributo IVS: cos’è
Iniziamo dal significato della parola contributo IVS. Il termine viene utilizzato per identificare una quota che dovrà essere versata all’ente previdenziale INPS dal lavoratore autonomo e dal dipendente, in precisi momenti e per un importo variabile in base a diversi fattori. Questa somma ha la finalità di creare un fondo assicurativo e previdenziale in caso in cui si verificano i seguenti eventi:
- Invalidità;
- Vecchiaia;
- Superstiti.
Semplifichiamo questo concetto. Siamo nella categoria dei contributi previdenziali e assistenziali finalizzati a creare una pensione, che interviene nel momento in cui un lavoratore si trova a non poter più svolgere la sua attività, dato che ha raggiunto una determinata età.
A questo si aggiungono eventuali situazioni che possono limitare in tutto o in parte la sua capacità di generare reddito, e quindi si farà riferimento all’invalidità. Infine, si considera la situazione in cui il lavoratore muore prematuramente e il contributo IVS sarà utilizzato per contribuire al mantenimento dei superstiti, ovvero il coniuge, i figli minorenni o quelli inabili.
Il contributo IVS è obbligatorio?
Questo quesito è tra quelli più comuni se disponi di una partita IVA oppure sei un dipendente pubblico o privato. Infatti, il contributo IVS è obbligatorio solo per alcune categorie di lavoratori.

Iniziamo da chi è escluso dal suo versamento: i dipendenti pubblici. Quindi, se disponi di un contratto a tempo determinato o indeterminato in questo settore, non ti dovrai preoccupare del contribuito IVS INPS. Lo stesso vale per i professionisti che sono regolarmente iscritti a un albo, come avvocati, architetti, ingegneri e medici.
Vediamo invece, chi è soggetto al versamento obbligatorio di questa somma a titolo di assicurazione previdenziale:
- detentori di partita IVA con Gestione Separata;
- artigiani;
- commercianti;
- artisti e lavoratori dello spettacolo;
- i mezzadri e i coltivatori diretti;
- lavoratori occasionali.
Quando si paga il contributo IVS 2022
Se fai parte di una delle categorie che abbiamo elencato, dovrai considerare che vi sono delle precise tempistiche per il versamento dei contributi IVS. La somma totale infatti viene scaglionata in 4 rate distribuite nel corso dell’anno e con versamenti differenti.
La somma, in base all’aliquota di riferimento, dovrà essere versata entro e non oltre la scadenza indicata. Nel caso dei lavoratori dipendenti, la somma viene trattenuta direttamente in busta paga. In caso di ritardo o di mancato versamento, come leggerai più avanti, si applica una procedura di recupero da parte dell’INPS che prevede una sanzione aggiuntiva.
Nella tabella seguente abbiamo riportato quali sono le rate che dovrai affrontare e le date da aggiungere nel tuo calendario fiscale.
Piano rateale contributo IVS | Scadenza |
Prima rata | 16 maggio |
Seconda rata | 20 agosto |
Terza rata | 16 novembre |
Quarta rata | 16 febbraio |
Come si calcola il contributo IVS
Su cosa si calcola il contributo IVS INPS? Devi considerare che per il calcolo di questa aliquota sono previsti diversi parametri, che incidono sul suo importo. In linea di massima corrisponde a una percentuale molto variabile, anche in base al settore lavorativo specifico.
L’aliquota può variare da un 24% fino ad arrivare anche al 35%. Questa differenziazione nasce dal fatto che sono tantissime le attività lavorative che sono obbligatoriamente tenute al suo versamento.
Basta considerare come la digitalizzazione e il Web hanno determinato l’apertura di un numero crescente di partite IVA in settori innovativi e che non prevedono la presenza di un albo. In tutti questi casi si dovranno considerare i contributi IVS. Quali sono i parametri per valutare l’importo di aliquota da versare? Di seguito indichiamo quelli più rilevanti:
- settore lavorativo;
- dimensione dell’azienda;
- reddito annuo del lavoratore;
- età del soggetto;
- collocazione geografica dell’attività lavorativa;
- tipologia di regime fiscale scelto.
In base a questi fattori andiamo a considerare quali sono i contributi IVS che dovrai versare se svolgi attività occasionale, sei un lavoratore autonomo, un commerciante o artigiano, oppure svolgi un’attività in quanto dipendente privato.

Attività occasionale
Un lavoratore occasionale è un soggetto che si dedica a una precisa attività con dei limiti temporanei ed economici. Dal punto di vista della tempistica, il tuo lavoro dovrà essere saltuario e non superare i 30 giorni complessivi all’anno.
Inoltre, disporrai di un tetto massimo di 5.000€ di fatturato. Per i collaboratori occasionali, e i venditori a porta a porta iscritti alla Gestione Separata, il contributo da versare viene calcolato ogni anno dall’INPS. Il versamento è ripartito tra committente e collaboratore.
Partita IVA con gestione separata
Tutti i lavoratori autonomi devono effettuare i versamenti dei contributi previdenziali, al pari dei lavoratori dipendenti, e lavorando sono inseriti all’interno di una cassa previdenziale specifica. Tramite cassa previdenziale, l’ente preposto ha la funzione di raccogliere i contributi versati e di gestirli al fine di trasformali nella futura pensione.
Tutte le attività professionali che prevedono un’iscrizione a un albo hanno una propria cassa previdenziale, mentre dove questo non è previsto, esiste una gestione particolare INPS. In questa casistica possono rientrare le attività professionali nate negli ultimi anni, svolte da web designer, copywriter, consulenti di marketing, e quelle del settore artistico e intellettuale.
In questa circostanza si colloca la Gestione Separata INPS. È un ente che ha la funzione di raccogliere i contributi IVS di tutti i lavoratori autonomi che non dispongono di una specifica cassa previdenziale, in modo da creare un fondo pensionistico.
Quanto ammonta il versamento che dovrai affrontare se appartieni alla Gestione Separata? La quota complessiva per il 2022 è pari al 25,72% comprensiva di contributo IVS e aliquote aggiuntive. Questa somma è completamente a carico tuo in quanto detentore di partita IVA.
Un’ultima considerazione riguarda la scelta del regime forfettario, dato che questa tipologia di sistema fiscale prevede una serie di agevolazioni anche dal punto di vista dei contributi INPS. Il calcolo del contributo IVS dovrà essere effettuato solo sull’imponibile ai fini fiscali con riferimento al 78% del tuo fatturato annuo. Su questo valore si applicherà la percentuale del 25,72% ai fini contributivi.
Dipendenti privati
Se disponi di un contratto di lavoro come dipendente nel settore privato, il calcolo delle aliquote INPS avviene in maniera diversa rispetto al calcolo per gli autonomi con una partita IVA. In primo luogo, il pagamento sarà eseguito per due terzi a carico del datore di lavoro e per il restante terzo da parte del lavoratore.
I contributi vengono versati con la busta paga, e ad occuparsi di questo versamento è il sostituto di imposta, ovvero il datore di lavoro. Inoltre, vi sono una serie di fattori che andranno a influenzare l’importo complessivo che dovrà essere versato. Ecco cosa devi considerare:
- la RAL;
- settore di attività;
- numero di dipendenti dell’azienda;
- presenza di agevolazioni fiscali;
- stato familiare ed età del lavoratore.
Inoltre, l’applicazione dell’aliquota farà riferimento a un livello di reddito annuo specifico, in base al quale sarà obbligatorio un versamento. Una soglia di cui tenere conto per il calcolo dei contributi è quella di una RAL, ovvero alla retribuzione annua lorda, di 47.379 € annui.
Se rientri in questo valore dovrai considerare il versamento di un contributo minimo che è pari al 33% diviso per 2/3 sul datore di lavoro e per 1/3 a carico del dipendente. Nel caso in cui la tua retribuzione è superiore si applicherà un altro 1%, raggiungendo quota 34%.
Commercianti e artigiani
Se hai aperto una partita IVA e il tuo codice ATECO rientra tra le attività collegate al commercio e all’artigianato, i tuoi contributi previdenziali saranno inseriti all’interno della Cassa Commercianti e Artigiani.
Cosa comporta questa cassa ai fini dei versamenti del contributo IVS? Se rientri in questa categoria devi considerare che rispetto alla Gestione Separata, il calcolo delle aliquote avviene in modo diverso.
Infatti, non viene preso come parametro il reddito annuo, ma viene fissata una somma di base, definita soglia minima. Per i contributi IVS nel 2022 è pari a 16.243,00 euro, con un aumento rispetto all’anno scorso. Si tratta di una cifra da utilizzare come punto di partenza per il calcolo.
Ciò significa che per l’anno in corso sussistono alcune aliquote specifiche per i commercianti e per gli artigiani, anche in base all’età: l’aliquota è al 24% per gli artigiani (con riduzione al 22,80% per soggetti di età inferiore a 21 anni) e al 24,48% per i commercianti (con riduzione al 23,28% per soggetti di età inferiore a 21 anni).
Il contributo sul reddito minimale è riassunto in questa tabella.
Contributo sul reddito minimale | Under 21 | Over 21 |
Artigiani | 3.710,84 euro | 3.905,76 euro |
Commercianti | 3.788,81 euro | 3.983,73 euro |
Nel caso in cui la tua attività supera questo valore ma rientra entro il tetto dei 48.279,00€ allora le aliquote cambieranno leggermente, fino al 25% per gli artigiani e al 25,48% per i commercianti, con le dovute agevolazioni per gli under 21.
Ben diversa è la situazione per ciò che concerne il regime forfettario. In questo caso si può richiedere l’applicazione di un’aliquota contributiva fissa agevolata presentando domanda entro la fine di febbraio di ogni anno.
Chi deve versare il contributo IVS e come si paga
Se sei un dipendete privato, sarà il datore di lavoro a effettuare il versamento all’INPS oltre a trattenere in busta paga l’importo di un terzo che è a tuo carico. Questo valore è ben visibile nelle specifiche dello stipendio che permettono quindi di calcolare il valore netto della tua retribuzione.
Invece, in quanto possessore di partita IVA e appartenente alla Gestione Separata oppure alla Cassa Artigiani e Commercianti, i versamenti sono a tuo carico. Dovrai effettuare tu il calcolo contributivo e pagare le aliquote in base al sistema di rateizzazione attraverso apposito modello F24. Per farlo, puoi avvalerti di un professionista come un Dottore Commercialista.

Cosa succede se non si pagano le aliquote IVS?
Come hai letto, il versamento dei contributi IVS è obbligatario per legge per alcune tipologie di lavoratori. Ciò significa che il mancato versamento prevede una serie di sanzioni. Dovrai distinguere tra:
- multe;
- sanzioni civili;
- sanzioni penali.
Infatti, in caso di ritardi nel versamento di una delle rate, al di fuori della tolleranza di legge, si applicherà una sanzione in percentuale in base al ritardo. Se invece, non effettui annualmente il versamento dell’intero importo, riceverai un avviso bonario da parte dell’INPS con l’invito a regolarizzare la tua posizione. In caso di mancato pagamento riceverai una cartella esattoriale con le relative spese e sanzioni aggiuntive.
Infine, se non dichiari la tua attività lavorativa e di conseguenza non effettui i relativi versamenti, si manifesterà il reato di evasioni fiscale, soggetto a gravi conseguenze anche dal punto di vista penale.
Contributo IVS: il fondo pensionistico
Il contributo IVS è un versamento obbligatorio che ti permette, in quanto lavoratore autonomo non iscritto a un albo specifico o dipendente privato, di creare un fondo pensionistico. Grazie a esso avrai la possibilità di disporre di una pensione di vecchiaia e di contributi previdenziali in caso di invalidità o di morte prematura, assicurando un sostegno alla tua famiglia.
Il pagamento e i calcoli di queste aliquote variano in base a una serie di parametri, con dei fattori che possono influenzare l’importo che dovrai eseguire. A questo si aggiunge che vi sono particolari circostanze in cui si determina anche un’agevolazione da parte dell’INPS riducendo la quota contributiva.
Per questo nel calcolare i contributi IVS dovrai porre la massima attenzione ai parametri che ti abbiamo indicato, oppure affidarti a un consulente, come uno studio di commercialisti, al fine di avere la sicurezza di adempire ai tuoi obblighi previdenziali.
Contributo IVS: domande frequenti
Il calcolo del contributo IVS cambia in base all’attività che si svolge, dato che la sua percentuale è diversa per i lavoratori autonomi, artigiani e commercianti o dipendenti del settore privato.
Sono previste quattro rate per il versamento del contributo IVS, rispettivamente il 16 maggio, il 20 agosto, il 16 novembre e il 16 febbraio. Qui trovi tutte le informazioni.
Il versamento dei contributi IVS è obbligatorio, per alcuni lavoratori autonomi e dipendenti, e permette di creare un fondo pensionistico che interviene in caso di invalidità, vecchiaia o come supporto ai superstiti.
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