Taglio del cuneo fiscale: come aumentano gli stipendi e cosa cambia per i datori di lavoro

Quanto aumenteranno gli stipendi grazie al taglio del cuneo fiscale? In una simulazione, gli importi.

di Francesca Di Feo

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Taglio del cuneo fiscale aumento stipendi
  • Il Decreto Lavoro 2023 include il taglio del cuneo fiscale, una misura che andrà di fatto ad incrementare lo stipendio dei lavoratori dipendenti.
  • Per i lavoratori con un reddito inferiore a 25.000 euro all’anno, è previsto un taglio del cuneo contributivo del 7%, mentre per quelli con un reddito compreso tra 25.000 e 35.000 euro all’anno, del 6%.
  • Grazie a una simulazione è possibile verificare gli aumenti a seconda della propria fascia di reddito.

Il Decreto Lavoro 2023, ed il conseguente taglio del cuneo fiscale recentemente introdotto dal governo Meloni, porterà importanti cambiamenti nelle buste paga dei lavoratori, a partire dal periodo di paga di luglio.

Questa nuova misura, mirata a ridurre il carico contributivo a carico dei lavoratori dipendenti, si aggiunge alla riduzione già prevista dalla Legge di Bilancio 2023 all’inizio dell’anno, offrendo un ulteriore alleggerimento del peso fiscale per i lavoratori italiani.

Una simulazione pubblicata recentemente da Il Sole 24 Ore, fornisce esempi specifici di quanto potrebbe aumentare mensilmente lo stipendio per diverse fasce di reddito.

Taglio del cuneo fiscale: quanto aumenteranno gli stipendi?

Secondo le disposizioni stabilite nel decreto-legge n. 48/2023, l’esonero contributivo sarà applicato alla quota dovuta dai lavoratori dipendenti, con conseguente aumento delle retribuzioni nette. L’obiettivo principale di questa misura è quello di aumentare il potere di acquisto dei lavoratori, stimolare la domanda interna e promuovere la crescita economica complessiva del paese.

Dal mese di luglio fino a novembre, si applicherà quindi un aumento del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro, che passerà da 2 a 6 punti percentuali, e per i redditi al di sotto dei 25.000 euro, che passerà da 3 a 7 punti percentuali. Nella tabella, un’indicazione del variare dell’incremento in base al reddito annuale lordo.

Reddito annuale lordoIncremento
10.000€44,92€
12.500€56,15€
15.000€67,38€
17.500€67,22€
20.000€76,82€
22.500€86,42€
25.000€96,03€
27.500€90,54€
30.000€90,49€
32.500€91,52€
35.000€98,56€
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Fino a quanto dureranno gli aumenti

È importante sottolineare che il taglio del cuneo fiscale sarà però una misura temporanea, e terminerà il 1° dicembre 2023. A partire da quella data, i contributi torneranno alle fasce attuali.

Tuttavia, la decisione su come procedere nel 2024 dipenderà dalla prossima Legge di Bilancio. Il governo dovrà valutare la possibilità di mantenere i tagli del cuneo fiscale del 6 e 7 percento e trovare le risorse finanziarie necessarie per farlo.

Secondo stime preliminari, sarà necessario reperire almeno una dozzina di miliardi di euro per sostenere i tagli del cuneo fiscale. Pertanto, la questione sarà affrontata nella prossima Legge di Bilancio, che determinerà se i benefici del taglio del cuneo fiscale saranno mantenuti anche nel 2024.

La decisione di ridurre il cuneo fiscale è finalizzata a stimolare l’economia e fornire un sollievo finanziario alle famiglie italiane a seguito dell’inflazione. L’aumento degli stipendi potrebbe consentire alle persone di sostenere meglio le spese quotidiane e contribuire a una maggiore fiducia nel futuro economico del paese.

L’aumento effettivo degli stipendi dipenderà dal reddito lordo annuale e, sebbene temporaneo, fornirà un beneficio tangibile fino a novembre. Il futuro dei tagli del cuneo fiscale sarà deciso nella prossima manovra, che richiederà risorse finanziarie significative per essere mantenuta.

Taglio del cuneo fiscale 2023: istruzioni per datori di lavoro

Al fine di fornire indicazioni operative e contabili chiare ai beneficiari di questa misura, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha emesso un messaggio, il 24 maggio 2023, fornendo istruzioni dettagliate sull’applicazione del nuovo esonero contributivo.

In questo messaggio, vengono fornite indicazioni specifiche per l’esposizione dei dati relativi alla fruizione del beneficio nel flusso UNIEMENS, il sistema di trasmissione delle comunicazioni obbligatorie per i datori di lavoro.

Per quanto riguarda l’esposizione dei dati nel flusso UNIEMENS, i datori di lavoro dovranno attenersi alle istruzioni già fornite dall’INPS nel messaggio n. 3499/2022 e nella circolare n. 7/2023.

Saranno utilizzati codici specifici per indicare l’esonero contributivo del 6% o del 7% a seconda del reddito dei lavoratori. Seguire attentamente queste indicazioni è fondamentale per garantire una corretta comunicazione e rendicontazione delle riduzioni contributive applicate.

Taglio del cuneo fiscale – Domande frequenti

Come funziona il taglio del cuneo fiscale 2023?

Il taglio del cuneo fiscale si applica alle retribuzioni dei lavoratori e si traduce in un aumento delle retribuzioni nette percepite. L’obiettivo è quello di consentire ai lavoratori di trattenere una quota maggiore del proprio reddito, aumentando così la disponibilità di risorse.

Da quando parte il cuneo fiscale 2023?

Il taglio del cuneo fiscale previsto per il 2023 avrà effetto a partire dal periodo di paga del 1° luglio 2023. A partire da quella data, i lavoratori dipendenti in Italia potranno beneficiare della riduzione del carico contributivo prevista dalla misura.

Quanto sarà l’aumento in busta paga 2023?

Per i lavoratori con un reddito inferiore a 25.000 euro all’anno, è previsto un taglio del cuneo contributivo del 7%. Per i lavoratori con un reddito compreso tra 25.000 e 35.000 euro all’anno, è previsto un taglio del cuneo fiscale del 6%. Scopri tutte le soglie, qui.

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Autore
Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 26 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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