- Il Trattamento integrativo Irpef, anche noto come ex bonus Renzi, è un bonus fino ad un massimo di 1.200 euro, che si aggiunge allo stipendio netto percepito dai lavoratori dipendenti e assimilati.
- Il contributo in busta paga è a carico dello Stato, ma anticipato dai datori di lavoro, che lo riconoscono mensilmente al dipendente nella misura massima di 100 euro al mese.
- Il limite reddituale entro cui è riconosciuto il trattamento è di 28.000 euro. La misura massima del bonus però è riconosciuta ai lavoratori con redditi fino a 15.000 euro.
Il Trattamento integrativo Irpef è un bonus che è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2021, noto anche come Bonus Irpef o ex bonus Renzi.
Il contributo è un sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti, riservato a chi ha un reddito inferiore a 40.000 euro. Dal 2021 ad oggi è cambiata la disciplina che regola il bonus. Infatti, a partire dal 1° gennaio 2022 il limite sul reddito è sceso a 28.000 euro in seguito all’introduzione delle nuove aliquote Irpef.
In più, per i lavoratori che percepiscono redditi superiori a 15.000 euro, ma inferiori a 28.000 euro, il bonus è previsto solamente in base ad un calcolo che tiene presenti le detrazioni fiscali spettanti.
Per verificare la presenza del bonus in busta paga basta individuare la voce “Trattamento integrativo L. 21/2020”, che indicherà la presenza del contributo. Ma vediamo nel dettaglio in cosa consiste questo trattamento integrativo, in che misura è riconosciuto e quali sono i soggetti che ne possono beneficiare nel 2023.
Indice
Cos’è il trattamento integrativo Irpef
Il Trattamento integrativo Irpef, fino al 2020 noto come “bonus Renzi”, è un contributo che fa parte del decreto Cura Italia, introdotto a partire dal 2020.
Negli anni ha subìto diverse modifiche, passando prima da 80 euro a 100 euro mensili, e cambiando nome in bonus Irpef, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2021. Il bonus viene erogato in busta paga dal datore di lavoro, che anticipa il bonus per conto dello Stato.
In più, a partire dal 2022, il bonus Irpef 2023 tiene conto anche delle imposte lorde, vale a dire delle tasse da pagare al lordo, oltre che delle detrazioni in busta paga nel calcolo del reddito.
Il trattamento integrativo è riconosciuto dallo Stato fino a un massimo di 1.200 euro annui. In più, dal 1° gennaio 2022 il limite di reddito per fruirne in misura massima è sceso da 28.000 a 15.000 euro.
Le variazioni sui limiti di reddito sono state giustificate dalle modifiche che hanno subìto gli scaglioni Irpef, che con la Legge di Bilancio 2022 sono state fissate a:
- 23%, per i redditi annui fino a 15.000 euro;
- 25%, per i redditi annui da 15.000 a 28.000 euro;
- 35%, per i redditi annui da 28.000 a 50.000 euro;
- 43%, per i redditi annui da 50.000 euro in poi.
I lavoratori che hanno percepito questo bonus devono tenerne conto in fase di dichiarazione dei redditi e, quindi, di compilazione del modello 730.

Trattamento integrativo Irpef: a chi spetta
Il bonus Irpef, o Trattamento integrativo Irpef, spetta ai lavoratori dipendenti o percettore di reddito assimilato. Rientrano tra i soggetti beneficiari anche:
- soci lavoratori di cooperative;
- lavoratori in cassa integrazione: con CIG ordinaria, CIG straordinaria, CIG in deroga, assegno ordinario ed assegno di solidarietà;
- collaboratori con contratto a progetto o co.co.co;
- stagisti e tirocinanti;
- percettori di borsa di studio, di assegno o premio per studio;
- lavoratori socialmente utili;
- sacerdoti;
- disoccupati in regime di indennità NASpI;
- disoccupati in regime DIS-COLL;
- disoccupati agricoli;
- lavoratrici in maternità per congedo obbligatorio;
- lavoratori in congedo di paternità.
Possono, inoltre, avere diritto al bonus:
- i soci lavoratori delle cooperative;
- i lavoratori atipici;
- i lavoratori assunti con contratto co. co. co.;
- borsisti, stagisti o chi svolge altra attività di formazione;
- chi svolge un lavoro socialmente utile;
- i revisori di società, amministratori comunali e addetti della PA.
Sono, quindi, esclusi i pensionati, i lavoratori autonomi e per gli incapienti.
Il bonus Irpef viene erogato direttamente in busta paga dal datore di lavoro, ovvero dai sostituti d’imposta.
Viene riconosciuto mensilmente (ad esempio 1.200 euro spalmati su 12 mesi) nella busta paga, per le prestazioni rese dal lavoratore e rapportate al periodo di lavoro.
Trattamento integrativo Irpef 2023: le novità
Per il 2023 è stato riconfermato il Trattamento integrativo Irpef, ma con qualche modifica. Il bonus fino a 1.200 euro verrà sempre riconosciuto per redditi annui fino a 28.000 euro. Tuttavia, l’importo massimo del bonus percepito varia in base al reddito. Infatti:
- per redditi fino a 15.000 euro annui: lo Stato riconosce il bonus per intero, ossia di 1.200 euro annui;
- per redditi tra i 15.000 euro e i 28.000 euro annui: il lavoratore dipendente percepisce la differenza tra le detrazioni e l’imposta lorda, sempre entro il limite di 1.200 euro.
Di conseguenza, un lavoratore che percepisce un reddito superiore a 15.000 euro, con detrazioni che ammontano a 2.000 euro e l’imposta lorda pari a 1.100 euro, avrà un “bonus Irpef” di 900 euro mensili.
Invece, se le detrazioni sono pari a 2.000 euro e l’imposta lorda ammonta a 500 euro, il lavoratore avrà comunque diritto a percepire il bonus nella sua misura massima di 1.200 euro, e non di 1.500 euro.
Le detrazioni sono quelle relative a:
- familiari fiscalmente a carico;
- lavoro dipendente;
- interessi su mutui contratti fino al 31 dicembre 2021;
- rate relative alle detrazioni per spese sanitarie;
- detrazioni edilizie per spese sostenute fino al 31 dicembre 2021.
È stata, invece, eliminata la detrazione fiscale per redditi da lavoro dipendente e assimilati. Per quanto riguarda il calcolo del reddito complessivo del lavoratore dipendente, non vengono considerati:
- l’abitazione principale e delle relative pertinenze;
- il reddito di cittadinanza;
- gli assegni familiari;
- l’assegno per il nucleo familiare;
- l’assegno di maternità dello Stato;
- le indennità COVID 19;
- il premio alla nascita (o bonus mamma);
- l’assegno di natalità (o bonus bebè);
- il bonus baby sitter.

Le nuove detrazioni per i lavoratori dipendenti
Con la Legge di Bilancio 2022 sono state stabilite nuove detrazioni per i lavoratori dipendenti. Infatti, in base alle fasce di reddito le detrazioni Irpef sono le seguenti:
- per redditi fino a 15.000 euro: è prevista una detrazione di 1.880 euro (fino al 2021 era per i redditi fino a 8.000 euro);
- per i redditi tra 15.000,01 e 28.000 euro: la detrazione è di circa 1.910 euro;
- per i redditi tra 28.000,01 e 50.000 euro: la detrazione è di circa 1.910 euro;
- per redditi oltre i 50.000 euro: non è prevista alcuna detrazione.
Trattamento integrativo Irpef: errori di calcolo in fase di conguaglio
Il bonus Irpef 2023 spettante al lavoratore è calcolato sulla base del suo reddito annuo lordo. Di conseguenza, è possibile verificare se è stato percepito il bonus nella misura corretta solamente a fine anno, ovvero in fase di conguaglio finale.
Infatti, possibile recuperare il trattamento integrativo non percepito attraverso la dichiarazione dei Redditi.
Durante l’anno potrebbero, inoltre, essere stati fatti alcuni errori. Nella fattispecie, vi sono due possibili casi in cui può essere stato commesso un errore di calcolo. I due casi sono i seguenti:
- il Trattamento integrativo Irpef corrisposto mensilmente è inferiore a quello spettante: in tal caso, il dipendente riceve il rimborso dell’importo non percepito in busta paga;
- il Trattamento integrativo Irpef corrisposto mensilmente è superiore a quello spettante: in tal caso il datore di lavoro tratterrà dalla busta paga l’eccedenza di quanto realmente spettante.
Per calcolare correttamente il trattamento integrativo spettante, i lavoratori dipendenti sono tenuti a compilare il rigo C14 del quadro C del modello 730.
Trattamento integrativo Irpef – Domande frequenti
Il Trattamento integrativo Irpef, ex bonus Renzi, spetta ai lavoratori dipendenti e assimilati che percepiscono un reddito fino a 28.000 euro annui. Per verificare la presenza del bonus bisogna individuare la voce “Trattamento integrativo L. 21/2020” in busta paga.
Puoi recuperare il trattamento integrativo Irpef non percepito in fase di dichiarazione dei redditi, compilando la Sezione V del quadro C modello 730/2023.
Sono tenuti a restituire il Trattamento integrativo Irpef 2023 i lavoratori dipendenti che, durante l’anno, hanno erroneamente percepito un bonus superiore a quanto realmente spettante in base al reddito conseguito.
Lascia un commento