Il reddito di cittadinanza cambia volto: le novità con il Decreto Lavoro

Il reddito di cittadinanza presto potrebbe cambiare, diventando MIA, Misura di Inclusione Attiva. Tutte le ipotesi al vaglio.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Reddito di cittadinanza cambia
  • Il reddito di cittadinanza presto cambierà volto, e verrà suddiviso in due misure a sé stanti.
  • Le nuove misure faranno una distinzione tra famiglie povere con persone occupabili al lavoro e famiglie con persone non occupabili (come minori o pensionati).
  • In base alla modifica prospettata con il Decreto Lavoro, l’importo della misura potrebbe cambiare.

Si parla molto di riforma del reddito di cittadinanza, ovvero di cambiare volto a questa misura molto discussa dall’attuale governo. L’RdC attualmente garantisce un’erogazione mensile a tutti coloro che si trovano in una situazione di disoccupazione, ed è integrato con un percorso di inserimento nel mondo del lavoro.

Tuttavia questa misura ha destato numerose critiche negli scorsi mesi, anche a causa degli abusi intorno a tale sostegno. Il reddito di cittadinanza secondo le bozze del Decreto Lavoro subirà delle modifiche, e l’importo sarà minore per tutti i cittadini che rientrano nella categoria degli occupabili.

Ricordiamo che il reddito di cittadinanza attualmente è erogato con una carta RdC, ed è accessibile da chi rientra in determinati requisiti. Oggi è anche possibile aprire una partita Iva chiedendo un anticipo al sostegno. Vediamo nel dettaglio cosa cambierà con le nuove misure.

Il reddito di cittadinanza cambia volto: GIL e GAL

Secondo le ipotesi precedenti, il reddito di cittadinanza doveva essere sostituito dalla misura MIA, Misura di Inclusione Attiva. Tuttavia questo nome è stato accantonato, per dare posto a due misure sostitutive del reddito di cittadinanza, ovvero GIL e GAL.

Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, aveva inizialmente spiegato che il cambiamento poneva l’accento proprio sulle politiche attive per l’inserimento lavorativo dei disoccupati:

“Il Mia nasce dalla volontà di risolvere il tema delle politiche attive e di spostare quello che oggi è un sussidio sul tema della politica attiva.”

Mia tuttavia non arriverà, ma lascia il posto a due misure distinte. Una delle critiche che infatti ha ricevuto il reddito di cittadinanza per come è conosciuto oggi, è proprio quella di non consentire facilmente l’inserimento lavorativo dei percettori.

I dubbi intorno al futuro di questo sostegno quindi si sono moltiplicati, e il nuovo governo ha dichiarato più volte la propria volontà di cancellarlo o modificarlo radicalmente.

Secondo la bozza del Decreto Lavoro, si sceglierà per la modifica del sostegno, che diventerà uno strumento per avvicinare le persone al lavoro, piuttosto che un sussidio puramente economico. Le due misure prospettate per quest’anno sono le seguenti:

  • GIL, Garanzia di Inclusione Lavorativa;
  • GAL, Garanzia per l’Attivazione Lavorativa.
Come funzionerà il reddito di cittadinanza
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Chi potrà beneficiare delle misure

A beneficiare delle nuove misure saranno pressoché gli stessi soggetti che percepiscono il reddito di cittadinanza, tuttavia il cambiamento maggiore a questo proposito riguarderà la distinzione tra le due categorie specifiche di soggetti che potranno avere accesso al sostegno:

  • misura GIL per le famiglie povere senza persone occupabili: rientreranno qui i beneficiari per cui in famiglia sono presenti persone non occupabili al lavoro, ovvero minorenni, disabili o persone sopra i 60 anni di età.
  • misura GAL per le famiglie con persone occupabili: in questa categoria rientreranno le famiglie senza persone non occupabili, e con persone occupabili dai 18 ai 60 anni di età.

Secondo le proposte contenute nel Decreto Lavoro, cambieranno anche gli importi e la durata di applicazione della misura, rispetto a quelli attuali del reddito di cittadinanza. Si parla comunque di un importo di base confermato a 500 euro per chi ha in famiglia un soggetto non occupabile, con l’aggiunta di 280 euro in caso di affitto.

Per chi invece è occupabile al lavoro, il reddito di cittadinanza subisce una stretta sull’importo, e si ipotizzano 350 euro per un single e 525 euro per una coppia. Gli importi definitivi si conosceranno alla pubblicazione ufficiale del Decreto Lavoro.

Va tenuto presente che l’importo minimo previsto per questo tipo di sostegni è una misura voluta anche dall’Unione Europea, per cui anche in Italia si è parlato spesso negli ultimi mesi di come cambiare il reddito di cittadinanza, o dell’introduzione del così detto salario minimo, che per il momento è rimasta solamente un’ipotesi.

Percepire il GIL e in contemporanea svolgere un’attività lavorativa dipendente o autonoma sarà possibile solamente entro i 3.000 euro lordi. Viene anche stabilito, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa.

Stretta sul reddito di cittadinanza

Una delle modifiche principali riguarda quindi la stretta sugli importi e la durata del sostegno. Le nuove misure saranno quindi applicabili per un tempo più breve rispetto a quanto accade oggi con il reddito di cittadinanza, e non potranno essere richieste a ripetizione.

Secondo le prime ipotesi quindi il nuovo reddito di cittadinanza avrà una durata di tempo inferiore rispetto a quanto accade al momento, intorno a 12 mesi.

Si ipotizza una ulteriore stretta sui limiti per l’accesso alla nuova misura: attualmente a poter chiedere il reddito di cittadinanza sono le famiglie che hanno un ISEE inferiore al valore di 9.360 euro, mentre la soglia per accedere alla misura GIL scende a 7.200 euro, e per la GAL scende a 6.000 euro.

Tra i requisiti che verranno modificati c’è anche quello dell’obbligo della residenza in Italia di 10 anni, che verrà ridotto a 5 anni.

Si ipotizza che con la stretta alla misura, almeno un terzo degli attuali beneficiari potrebbe essere escluso dal percepire questo sostegno. Per questo motivo il Decreto Lavoro contiene anche un intervento per compensare chi perde il sostegno, ovvero la Prestazione di Accompagnamento al Lavoro (PAL).

Come funzionerà il nuovo reddito di cittadinanza

Visti quali saranno con molta probabilità i requisiti e gli importi delle nuove misure, vediamo come potrebbero funzionare. Come anticipato, l’obiettivo di questa misura è quello di inserire nel mondo lavorativo coloro che sono senza lavoro.

In quest’ottica si ipotizza lo sviluppo di una piattaforma online apposita per le misure, e in base alla categoria del nucleo familiare si prevedono due strade:

  • i nuclei in cui non sono presenti persone occupabili verranno destinati ai singoli Comuni, per percorsi di inserimento sociale specifici;
  • i nuclei in cui sono presenti persone occupabili verranno destinati ai Centri per l’Impiego, dove dovranno sottoscrivere un patto di inserimento al lavoro per ottenere il sostegno, e iniziare un apposito percorso.

Si ipotizza che oltre ai centri per l’impiego possano essere coinvolte anche imprese private nello sviluppo di contratti di lavoro per l’inserimento degli occupabili. Un singolo rifiuto all’inserimento lavorativo causerà la perdita del sostegno. Tuttavia queste proposte di lavoro saranno entro la provincia o le provincie confinanti di residenza del lavoratore.

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Aumenteranno i controlli sul reddito di cittadinanza

L’erogazione del sussidio collegata alle nuove misure sarà sottoposta a nuovi controlli, per evitare che a recepire la misura siano persone che in contemporanea lavorano in nero, fenomeno molto diffuso da quando è presente il reddito di cittadinanza.

Il governo attuale intende quindi erogare il nuovo reddito solamente a chi si trova senza occupazione, e rientra nei requisiti visti sopra, e inoltre intende risparmiare sulla misura.

Sanno esclusi quindi coloro che non rispettano le norme intorno alle nuove misure, o che non accettano l’inserimento lavorativo.

RdC e Partita Iva


GIL, GAL e partita Iva

Rimane aperta l’incognita sul funzionamento della nuova misura per chi ha una partita Iva attiva, per cui ci si aspetta che il funzionamento delle misure GIL e GAL venga confermato per questi soggetti. Vediamo come funziona al momento il sussidio per le partite Iva.

Nel rispetto dei requisiti per l’accesso alla misura, attualmente anche chi ha una partita Iva può ottenere il reddito di cittadinanza. Chi è autonomo quindi deve dimostrare di rientrare nella soglia di reddito necessaria ad accedere alla misura.

Anche i requisiti che riguardano la residenza e le proprietà mobiliari e immobiliari sono gli stessi, al pari di come accade per un dipendente o un disoccupato. Tuttavia esiste anche la possibilità di chiedere un anticipo della RdC per chi vuole aprire una partita Iva per avviare una nuova attività.

Nella pratica, chi riceve il reddito di cittadinanza attualmente può richiedere un anticipo di alcune mensilità, fino alla cifra di 4.680 euro, per avviare la propria attività autonoma e ricevere così un aiuto importante nel primo periodo.

Tale sostegno può decadere nel momento in cui si chiude l’attività, se si vende la quota di capitale entro il primo anno di attività, o se si perde il diritto di ricevere l’RdC.

Si attende di conoscere le evoluzioni di questa possibilità di anticipo per l’apertura di una Partita Iva anche con la nuova misura MIA, per cui al momento non si possono ancora fare ipotesi a riguardo.

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Reddito di cittadinanza e incentivi per le imprese

Una novità che riguarda da vicino il nuovo reddito di cittadinanza coinvolge anche le imprese, tramite nuovi incentivi. Per chi assume infatti secondo le ipotesi sarà possibile accedere ad interessanti sgravi contributivi, del 100%, per almeno due anni.

Nel dettaglio, i datori di lavoro che assumeranno personale, a tempo determinato o indeterminato, che si trova nella categoria degli occupabili, potrà ricevere questo beneficio contributivo per 24 mesi. Il periodo si riduce a 12 mesi nel caso di assunzioni part time o stagionali.

Al momento si parla ancora di ipotesi, al vaglio infatti ci sono diverse possibilità e la questione è ancora in discussione. Tuttavia le nuove misure potrebbero diventare anche un forte incentivo alle assunzioni, e motivo di risparmio per le imprese.

Reddito di cittadinanza cambia volto – Domande frequenti

Come cambierà il reddito di cittadinanza nel 2023?

Nel 2023 il reddito di cittadinanza si dividerà in due misure, GIL e GAL. Ecco come cambieranno requisiti e importi.

Come cambieranno i requisiti per accedere all’RdC?

Nel 2023 si potrà accedere all’RdC, ovvero con le nuove misure GIL e GAL, con una soglia ISEE abbassata a 7.200 euro o a 6.000 euro. Qui tutte le novità con il Decreto Lavoro.

Come funziona la stretta sul reddito di cittadinanza?

L’attuale reddito di cittadinanza si dividerà in due misure, per occupabili e non occupabili. Verranno modificati requisiti, caratteristiche e importi, con una stretta alla misura attuale.

Autore
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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 26 Aprile 2023
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

1 commento su “Il reddito di cittadinanza cambia volto: le novità con il Decreto Lavoro”

  1. L’attuale maggioranza parlamentare aveva preso milioni di voti da persone contrarie al Reddito di Cittadinanza, adesso questo Governo non sa dove “sbattere la testa” per cercare di tagliare fondi e nello stesso tempo non perdere i consensi di chi ci aveva creduto, dopo tutte le bugie raccontate soprattutto in campagna elettorale 2022. L’RdC è stato sempre boicottato dalle regioni, andava sicuramente migliorato, c’erano già le relative proposte ma sono state ignorate…
    Ora l’intenzione di chiamarla “MIA” (quindi non cancellare il sussidio come promesso) con quello che si preannuncia sarà un vero disastro, molto peggio di prima.

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