- L’ISCRO è una indennità per i lavoratori autonomi con Partita IVA che si può equiparare ad una cassa integrazione.
- Dal 2022 possono accedere all’ISCRO nuovi lavoratori autonomi, in base al fatturato annuale.
- Nel 2023 le modalità di accesso rimangono le stesse della misura dello scorso anno.
L’Iscro è una misura rivolta agli autonomi introdotta dal 2021 al 2023. Dallo scorso anno possono accedere a questa particolare indennità i titolari di partita Iva. A comunicarlo è stata direttamente l’Inps, attraverso la circolare n. 26 del 16 febbraio 2022, che ha provveduto ad adeguare i parametri di reddito seguendo l’inflazione. I nuovi valori sono stati calibrati in base ai prezzi al consumo resi noti direttamente dall’Istat.
A lievitare è stato anche l’importo concesso ai diretti interessati, che continuerà ad essere pari al 25% su base semestrale dell’ultimo reddito, che è stato regolarmente dichiarato all’Agenzia delle Entrate. Per il 2023 comunque, l’importo erogato è compreso nel range tra 200 e 800 euro.
Rispetto al 2021 sono state introdotte due importanti novità: requisiti di reddito più alti e revisione dell’importo che spetta. Per il resto non si segnalano altre novità per l’Iscro 2023, che ricordiamo è rivolta ai titolari di partita Iva che risultino essere regolarmente iscritti alla Gestione Separata Inps. Le regole continuano ad essere quelle contenute nella Legge di Bilancio 2021.
Iscro 2023: il requisito del reddito
Senza dubbio una delle novità più importanti relative all’Iscro introdotte nel 2022 è stata quella relativa al reddito. Nel 2021 questo era stato fissato in 8.145 euro, ma a partire dal 1° gennaio dello scorso anno l’importo è stato portato a 8.299,76 euro, che deve corrispondere al reddito dichiarato l’anno prima rispetto a quello in cui si presenta la domanda.
In questo modo, il legislatore ha provveduto ad adeguare gli importi della cassa integrazione per i titolari di partita Iva rispettando la rivalutazione annuale dell’Istat. A definire i nuovi importi ci ha pensato la circolare n. 26 del 16 febbraio 2022 dell’Inps.
Questa soglia dovrebbe essere riconfermata, secondo le prime dichiarazioni, anche per il 2023, in linea con la misura introdotta gli scorsi anni. Tuttavia si attendono le dichiarazioni ufficiali.

Un ammortizzatore più ricco
Ricordiamo che l’Iscro è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2021 ed è a tutti gli effetti un ammortizzatore sociale rivolto ai lavoratori autonomi in possesso di una partita Iva.
Viene riconosciuta direttamente a quanti presentano una apposita domanda di accesso. I diretti interessati possono ricevere un contributo variabile, e il contributo si può chiedere fino al 31 ottobre 2023, al servizio online INPS.
L’erogazione dell’indennità viene corrisposta per sei mesi, a partire dal primo giorno del mese successivo a quando si presenta la domanda di accesso, e non è soggetto a Irpef.
Chi può chiedere l’Iscro
È importante ritornare a fare il punto della situazione su chi possa fare domanda per ottenere l’indennità Iscro. Lo scorso anno, come abbiamo visto, la rivalutazione Istat è andata ad incidere direttamente sui parametri, che permettono di ottenere il contributo. Proviamo a vedere chi può farsi avanti.
Questa particolare forma di cassa integrazione, riservata ai titolari di partita Iva, può essere richiesta dai lavoratori autonomi, ma anche da quanti abbiano dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa e che siano iscritti alla Gestione Separata Inps. Non devono rientrare in nessun altro regime pensionistico obbligatorio, pubblico o privato.

Le condizioni per ottenere il contributo
Per riuscire ad ottenere l’Iscro è necessario che il diretto interessato abbia perso almeno il 50% del fatturato rispetto alla media dei tre anni precedenti. Stando alle indicazioni che arrivano dalla circolare n. 94 del 30 giugno 2021 dell’Inps, i requisiti per presentare la domanda, che dovrebbero rimanere i medesimi per il 2023, sono i seguenti:
- non si deve essere titolare di un trattamento pensionistico diretto;
- il diretto interessato non deve essere assicurato presso altre forme di previdenza obbligatorie;
- non bisogna essere beneficiari del reddito di cittadinanza;
- è necessario aver dichiarato un reddito non superiore, per il 2023, a 8.299,76 euro. Questa cifra si riferisce unicamente al reddito prodotto per lo svolgimento dell’attività lavorativa autonoma;
- essere titolari di partita Iva da almeno quattro anni nel momento in cui si presenta la domanda;
- essere in regola con i versamenti previdenziali;
- aver prodotto un reddito da lavoro autonomo, nel corso dell’anno precedente rispetto a quello che si presenta la domanda, inferiore del 50% rispetto alla media di quello percepito nei tre anni precedenti.
Entro quando presentare la domanda
Nel momento in cui i diretti interessati dovessero rispettare i requisiti, che abbiamo appena elencato, potranno presentare la domanda Iscro entro il 31 ottobre 2023. Le richieste dovranno arrivare unicamente in via telematica utilizzando i seguenti canali:
- portale INPS, accessibile con credenziali SPID, CIE o CNS;
- Contact Center Integrato chiamando i seguenti numeri: 803164 da telefono fisso o 06164164 da mobile.
Nel presentare la domanda i richiedenti dovranno autocertificare i redditi prodotti, per ogni anno di interesse. Sempre che l’Inps non li abbia già a disposizione.

Come si calcola l’Iscro
L’Iscro spetta per un periodo pari a sei mesi a partire dal mese successivo nel quale si è presentata la domanda. L’importo sarà pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito dichiarato all’Agenzia delle Entrate.
Facciamo un esempio: a fronte dell’ultimo reddito annuo certificato pari a 6.000 euro, lo stesso verrà diviso per due (6.000/2 = 3.000) e successivamente moltiplicato per il 25% (3.000 x 25% = 750 euro), determinando così l’importo mensile della prestazione.
Iscro 2023 – Domande frequenti
I titolari di partita Iva e quanti abbiano un contratto di collaborazione coordinata e continuativa possono chiedere l’Iscro, purché abbiano registrato una perdita del 50% del fatturato rispetto alla media degli ultimi tre anni.
Il contributo è pari al 25% dell’ultimo fatturato dichiarato. Ma non potrà superare i 815,20 euro, né andare sotto i 254,75 euro.
Si tratta di una erogazione mensile a favore di lavoratori autonomi titolari di Partita IVA, a seguito della perdita di fatturato. Il bonus si può richiedere fino al 31 ottobre 2023 e consiste in una sorta di cassa integrazione per autonomi.