- L’ISCRO è una indennità per i lavoratori autonomi con Partita IVA che si può equiparare ad una cassa integrazione.
- Dal 2022 possono accedere all’ISCRO nuovi lavoratori autonomi, in base al fatturato annuale.
- Nel 2023 le modalità di accesso rimangono le stesse della misura dello scorso anno.
L’Iscro è una misura rivolta agli autonomi introdotta in via sperimentale dal 2021 al 2023. Possono accedere a questa particolare indennità i titolari di partita Iva.
Attraverso la circolare n. 14 del 3 febbraio 2023, vengono date istruzioni sui parametri della misura, in base al reddito, seguendo i dati relativi all’inflazione. I nuovi valori sono stati calibrati in base ai prezzi al consumo resi noti direttamente dall’Istat.
A lievitare è stato anche l’importo concesso ai diretti interessati, che continuerà ad essere pari al 25% su base semestrale dell’ultimo reddito, che è stato regolarmente dichiarato all’Agenzia delle Entrate. Per il 2023 comunque, l’importo erogato è compreso nel range tra 275,38 euro e 881,23 euro.
Rispetto agli anni scorsi sono state introdotte due importanti novità: requisiti di reddito più alti e revisione dell’importo che spetta. Per il resto non si segnalano altre novità per l’Iscro 2023, che ricordiamo è rivolta ai titolari di partita Iva che risultino essere regolarmente iscritti alla Gestione Separata Inps.
Indice
Iscro 2023: le soglie di reddito
Senza dubbio una delle novità più importanti relative all’Iscro è quella relativa al reddito. Nel 2021 questo era stato fissato in 8.145 euro, ma a partire dal 1° gennaio dello scorso anno l’importo è stato portato a 8.299,76 euro, che doveva corrispondere al reddito dichiarato l’anno prima rispetto a quello in cui si presenta la domanda.
A seguito di un’ulteriore valutazione, come comunicato recentemente dalla circolare INPS, la soglia reddituale cambia per il 2023 a 8.972,04 euro.
In questo modo, il legislatore ha provveduto ad adeguare gli importi della cassa integrazione per i titolari di partita Iva rispettando la rivalutazione annuale dell’Istat. A definire i nuovi importi ci ha pensato la circolare n. 14 del 3 febbraio 2023.

Ricordiamo che l’Iscro è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2021 ed è a tutti gli effetti un ammortizzatore sociale rivolto ai lavoratori autonomi in possesso di una partita Iva.
Viene riconosciuta direttamente a quanti presentano una apposita domanda di accesso. I diretti interessati possono ricevere un contributo variabile, e il contributo si può chiedere fino al 31 ottobre 2023, al servizio online INPS.
L’erogazione dell’indennità viene corrisposta per sei mesi, a partire dal primo giorno del mese successivo a quando si presenta la domanda di accesso, e non è soggetta a Irpef.
Chi può chiedere l’Iscro
È importante ritornare a fare il punto della situazione su chi possa fare domanda per ottenere l’indennità Iscro. Recentemente, come abbiamo visto, la rivalutazione Istat è andata ad incidere direttamente sui parametri, che permettono di ottenere il contributo. Proviamo a vedere chi può farsi avanti.
Questa particolare forma di cassa integrazione, riservata ai titolari di partita Iva, può essere richiesta dai lavoratori autonomi, ma anche da quanti abbiano dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa e che siano iscritti alla Gestione Separata Inps. Non devono rientrare in nessun altro regime pensionistico obbligatorio, pubblico o privato.

Per riuscire ad ottenere l’Iscro, è necessario che il diretto interessato abbia perso almeno il 50% del fatturato rispetto alla media dei tre anni precedenti. Stando alle indicazioni che arrivano dalla circolare Inps, i requisiti per presentare la domanda, aggiornati al 2023 sono i seguenti:
- il diretto interessato non deve essere assicurato presso altre forme di previdenza obbligatorie;
- non bisogna essere beneficiari del reddito di cittadinanza;
- è necessario aver dichiarato un reddito non superiore a 8.972,04 euro. Questa cifra si riferisce unicamente al reddito prodotto per lo svolgimento dell’attività lavorativa autonoma;
- essere titolari di partita Iva da almeno quattro anni nel momento in cui si presenta la domanda;
- essere in regola con i versamenti previdenziali;
- aver prodotto un reddito da lavoro autonomo, nel corso dell’anno precedente rispetto a quello che si presenta la domanda, inferiore del 50% rispetto alla media di quello percepito nei tre anni precedenti.
Iscro 2023, aperte le domande
Nel momento in cui i diretti interessati dovessero rispettare i requisiti, che abbiamo appena elencato, potranno presentare la domanda Iscro entro il 31 ottobre 2023. Le richieste dovranno arrivare unicamente in via telematica utilizzando i seguenti canali:
- portale INPS, accessibile con credenziali SPID, CIE o CNS;
- Contact Center Integrato chiamando i seguenti numeri: 803164 da telefono fisso o 06164164 da mobile.
Nel presentare la domanda i richiedenti dovranno autocertificare i redditi prodotti, per ogni anno di interesse. Sempre che l’Inps non li abbia già a disposizione.

Come si calcola l’Iscro
L’Iscro spetta per un periodo pari a sei mesi a partire dal mese successivo nel quale si è presentata la domanda. L’importo sarà pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito dichiarato all’Agenzia delle Entrate.
Facciamo un esempio: a fronte dell’ultimo reddito annuo certificato pari a 6.000 euro, lo stesso verrà diviso per due (6.000/2 = 3.000) e successivamente moltiplicato per il 25% (3.000 x 25% = 750 euro), determinando così l’importo mensile della prestazione.
L’Iscro non si può ricevere in concomitanza con altre misure di sostegno al reddito, come l’RdC, una eventuale pensione diretta, Naspi o Dis-Coll, o in presenza di cariche elettive o politiche.
Iscro 2023 – Domande frequenti
I titolari di partita Iva e quanti abbiano un contratto di collaborazione coordinata e continuativa possono chiedere l’Iscro, purché abbiano registrato una perdita del 50% del fatturato rispetto alla media degli ultimi tre anni.
Il contributo è pari al 25% dell’ultimo fatturato dichiarato. Ma il range consentito per il 2023 va da 275,38 euro a 881,23 euro.
Si tratta di una erogazione mensile a favore di lavoratori autonomi titolari di Partita IVA, a seguito della perdita di fatturato. Il bonus si può richiedere fino al 31 ottobre 2023 e consiste in una sorta di cassa integrazione per autonomi.
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