Patreon è una piattaforma sempre più utilizzata da creatori di contenuti per monetizzare il proprio lavoro attraverso abbonamenti, donazioni e vendita di prodotti. Tuttavia, molti utenti hanno dubbi su come gestire correttamente la tassazione di questi guadagni.
Vediamo quindi come funziona dal punto di vista fiscale.
Indice
Come funziona Patreon?
Patreon è una piattaforma che permette ai creatori di contenuti di ricevere un supporto economico continuativo dai propri fan, in cambio di accesso a contenuti esclusivi, esperienze o interazioni.
I creatori possono offrire diversi livelli di abbonamento, ognuno con specifici benefici, incoraggiando così i sostenitori a contribuire con somme maggiori per accedere a vantaggi premium.
La piattaforma è disponibile sia come sito web che come app per dispositivi Android e iOS. Viene solitamente utilizzata per condividere con la propria community contenuti esclusivi non accessibili gratuitamente o su altre piattaforme, come retroscena di video per youtuber, disegni inediti per fumettisti, demo di nuove uscite per sviluppatori di videogiochi e così via.
I creatori hanno ampia flessibilità nel decidere cosa offrire: possono mettere a disposizione un numero illimitato di “tier” di abbonamento con diversi vantaggi e prezzi (di solito su base mensile), oppure vendere direttamente prodotti singoli.
Inoltre hanno uno spazio personale dove pubblicare post testuali, immagini e video accessibili solo ai membri paganti.
Come dichiarare i guadagni su Patreon
I guadagni ottenuti tramite Patreon, che derivino da abbonamenti, donazioni, pubblicità, vendita di prodotti o altro, sono considerati a tutti gli effetti redditi imponibili in Italia e nella maggior parte dei paesi europei.
Vanno quindi dichiarati al fisco seguendo le normative del proprio paese.
In Italia, se l’attività su Patreon è occasionale e i compensi sono di modesta entità, questi possono essere dichiarati nella categoria dei redditi diversi nel modello Redditi Persone Fisiche.
Se invece costituisce un’attività professionale continuativa, è necessario aprire partita IVA, emettere fattura per le transazioni e dichiarare i compensi come redditi di lavoro autonomo.
IVA su Patreon
Per quanto riguarda l’IVA, in Europa è Patreon stesso ad occuparsi di calcolarla in base al paese del sostenitore e di riscuoterla e versarla alle autorità fiscali. L’IVA viene addebitata in aggiunta all’importo dell’abbonamento, senza intaccare i guadagni del creator. Le aliquote IVA variano a seconda del paese.
I creator hanno comunque alcuni obblighi:
- Comunicare a Patreon l’eventuale numero di partita IVA compilando il modulo W-8BEN nella sezione Impostazioni > Fatturazione e Pagamenti. Questo permette l’applicazione corretta dell’IVA;
- Tenere traccia dei guadagni e dell’IVA versata dai sostenitori accedendo ai report nella sezione Pagamenti. Queste informazioni vanno fornite al proprio commercialista per la dichiarazione dei redditi;
- Informarsi presso un consulente fiscale locale riguardo eventuali altri adempimenti, ad esempio l’iscrizione al VIES se si supera una certa soglia di vendite a clienti europei.
Pur occupandosi di applicare e versare l’IVA, Patreon non opera come sostituto d’imposta. I creator restano responsabili di dichiarare correttamente i propri redditi in base alle norme del paese in cui sono fiscalmente residenti.
Ravvedimento operoso per omesse dichiarazioni dei redditi Patreon in passato
Se ci si accorge di non aver dichiarato dei guadagni ottenuti tramite Patreon negli anni precedenti, è possibile rimediare attraverso l’istituto del ravvedimento operoso. Questo permette di sanare le irregolarità beneficiando di sanzioni ridotte, a patto di attivarsi spontaneamente prima dell’inizio di controlli fiscali.
Per regolarizzare la posizione, è necessario:
- Presentare la dichiarazione dei redditi integrativa per ciascun anno in cui i compensi Patreon sono stati omessi, indicando gli importi nel quadro appropriato (solitamente nel quadro RL come redditi diversi o nel quadro LM/RE se si tratta di redditi di lavoro autonomo);
- Versare le imposte dovute sulle somme non dichiarate, gli interessi legali maturati dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato fino a quello in cui viene eseguito, e le sanzioni in misura ridotta a seconda del momento in cui avviene la regolarizzazione;
- Trasmettere telematicamente le dichiarazioni integrative e inviare il modello F24 con cui sono state pagate imposte, sanzioni e interessi.
Errore in dichiarazione? Rimettiti in regola.
Più tempo passa, più le sanzioni sono elevate: è quindi importante attivarsi il prima possibile per limitare il rischio di pesanti conseguenze economiche. In caso di importi significativi o situazioni complesse, è consigliabile rivolgersi a un commercialista per gestire al meglio il ravvedimento ed evitare errori.
Regolarizzare spontaneamente la propria posizione permette non solo di beneficiare di sanzioni ridotte, ma anche di evitare guai peggiori in futuro, considerando che l’omessa dichiarazione oltre certe soglie costituisce un reato penale. Il ravvedimento è quindi lo strumento giusto per mettersi in regola col fisco e dormire sonni più tranquilli.
Tassa etica su Patreon
Patreon sta diventando un’alternativa a Onlyfans come piattaforma dove monetizzare contenuti esclusivi per la propria fanbase, e permette l’iscrizione anche a cam model e ad altri creator di contenuti per adulti.
In certi casi, quindi, è necessario pagare anche la cosiddetta “tassa etica“, un’addizionale sui redditi derivanti dalla produzione, distribuzione, vendita e rappresentazione di materiale pornografico, inteso in senso ampio come ogni opera che ritrae in modo esplicito atti sessuali e che offende il comune sentimento del pudore.
Non ci sono distinzioni basate sul mezzo di diffusione (che sia cartaceo, video, tramite abbonamento online ecc.) né sul tipo di piattaforma utilizzata.
Quindi, i creator su Patreon che guadagnano offrendo contenuti per adulti, anche realizzati in proprio come nel caso delle cam girl, sono soggetti all’addizionale con le stesse modalità previste per l’industria pornografica in generale:
- L’addizionale è pari al 25% dell’imposta sul reddito dovuta sui compensi derivanti da tale attività;
- Va dichiarata nel modello Redditi all’interno del quadro RQ;
- Il creator dovrà tenere distinti i proventi derivanti da contenuti per adulti per calcolare correttamente l’addizionale dovuta;
- In caso di omessa o infedele dichiarazione, si applicano le sanzioni previste per l’imposta sul reddito, aumentate dal 240% al 480% per l’omessa dichiarazione e dal 180% al 360% per l’infedele dichiarazione.
Anche se realizzati “in proprio”, i compensi per contenuti per adulti su Patreon ricadono nell’ambito di applicazione della tassa etica, da dichiarare e versare con le stesse regole della pornografia “professionale”. L’assoggettamento a questo speciale regime impositivo risponde infatti alla finalità, perseguita dal legislatore, di disincentivare fiscalmente la diffusione di materiali ritenuti eticamente disdicevoli, a prescindere dalle modalità di produzione.
Come funziona l’inversione contabile dell’Iva
Quando il creator su Patreon ha la partita IVA si applica un particolare meccanismo di applicazione dell’IVA chiamato inversione contabile (o reverse charge). Normalmente funziona così:
- Il fornitore/prestatore (in questo caso il creator) emette fattura con IVA al cliente (Patreon);
- Il cliente (Patreon) paga la fattura comprensiva di IVA al fornitore (creator);
- Il fornitore (creator) versa l’IVA ricevuta all’Erario.
Con l’inversione contabile invece:
- Il creator emette fattura a Patreon senza applicare l’IVA, indicando che si tratta di operazione soggetta a reverse charge;
- Patreon integra la fattura ricevuta con l’IVA, registrandola sia nel registro acquisti che in quello vendite;
- Patreon versa direttamente l’IVA all’Erario, senza girarla al creator.
In sostanza, con questo meccanismo, l’obbligo di versare l’imposta si trasferisce dal fornitore (creator) all’acquirente (Patreon).
Per il creator con partita IVA questo significa che:
- Deve emettere fattura a Patreon senza IVA, con dicitura “inversione contabile”;
- Non incassa l’IVA da Patreon e di conseguenza non deve versarla lui all’Erario;
- Deve comunque registrare la fattura e includerla nella dichiarazione IVA.
Questo sistema viene utilizzato per prevenire possibili frodi IVA e semplificare gli adempimenti per prestazioni di servizi intracomunitarie. Nel rapporto creator-Patreon, è quest’ultimo che si occupa di applicare, riscuotere dai clienti e versare l’IVA alle autorità fiscali competenti.
Come vengono tassate le donazioni su Patreon
Le donazioni ricevute tramite Patreon sono tassabili e vanno dichiarate come reddito imponibile, seguendo però alcune distinzioni:
- Se l’attività su Patreon è occasionale e non continuativa, le donazioni possono essere dichiarate come “redditi diversi” nel modello Redditi Persone Fisiche;
- Se invece l’attività è professionale e continuativa nel tempo, le donazioni vanno considerate come componenti positivi del reddito d’impresa o di lavoro autonomo. In questo caso è necessario aprire partita IVA e dichiarare i compensi nel quadro LM o RE del modello Redditi.
Per quanto riguarda l’IVA, in linea generale le donazioni “pure”, cioè elargizioni liberali effettuate senza che ci sia un obbligo contrattuale di controprestazione da parte del ricevente, non sono soggette a IVA.
Tuttavia, su piattaforme come Patreon spesso le “donazioni” sono in realtà dei pagamenti per accedere a contenuti o servizi esclusivi. In questo caso, anche se vengono chiamate donazioni, dal punto di vista fiscale si tratta di veri e propri corrispettivi per prestazioni di servizi, su cui va applicata e versata l’IVA nei modi ordinari.
Quindi, se le donazioni su Patreon sono legate a specifici benefit per i sostenitori (accesso anticipato ai contenuti, contenuti extra, merchandising ecc.) scatta l’obbligo di emettere fattura e versare l’IVA. Se invece si tratta di donazioni liberali disinteressate, senza nessun obbligo di fare qualcosa in cambio, allora non c’è IVA.
In ogni caso, anche le donazioni “pure” vanno dichiarate ai fini delle imposte dirette (IRPEF o IRES), salvo che rientrino nelle cause di non imponibilità (ad esempio donazioni da familiari).
Il trattamento fiscale dipende dalla natura delle donazioni: se remunerano un servizio, anche informale, vanno trattate come compensi con obbligo di fattura e IVA. Se sono mere liberalità, scontano solo l’imposta sul reddito. Ma in entrambi i casi vanno dichiarate al fisco.
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista