Sanatoria criptovalute: cos’e e come funziona, tutte le scadenze

La Legge di Bilancio 2023 ha inserito diverse novità sul mondo delle valute digitali, come quella della sanatoria sulle criptovalute. Ecco cos'è, come funziona e se conviene utilizzarla.

revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Sanatoria criptovalute 2023
  • La sanatoria sulle criptovalute è un sistema attraverso cui puoi correggere il mancato inserimento delle valute digitali all’interno della dichiarazione dei redditi.
  • Prevede il versamento di una sanzione sul totale dell’operazione che varia da un minimo dello 0,5% fino a un massimo dello 3,5%.
  • È richiesta domanda di eversione all’Agenzia delle Entrate, in base a una procedura specifica.

La Legge di Bilancio 2023 (197/2022) ha portato diverse novità nel settore delle monete digitali, sia in materia fiscale, sia per ciò che riguarda il loro inquadramento. Tra quelle più interessanti vi è la sanatoria sulle criptovalute, un sistema attraverso cui correggere un’eventuale dimenticanza fiscale o un errore nella compilazione dei quadri RW e RT della dichiarazione dei redditi.

Questo tuttavia è un sistema che è stato accolto in modo contradditorio da chi opera nel settore. Infatti, sono diversi i dubbi sulla sua reale convenienza e sugli step da affrontare per aderire a questo strumento. In questo articolo troverai tutto ciò che c’è da sapere sulla sanatoria sulle crypto e su come funziona, oltre a una serie di osservazioni oggettive sui pro e i contro di un suo utilizzo.

Sanatoria criptovalute: cos’è

Il termine sanatoria criptovalute identifica un procedimento in base al quale puoi rimediare al mancato inserimento delle valute digitali nel modello redditi. In base al TUIR (Testo unico in materia dei Redditi) le criptomonete sono equiparate a quelle estere. Come tali al momento della dichiarazione fiscale a fine anno dovrai inserirle:

  • nel quadro RT (in alcuni casi);
  • nella sezione RW.

Se vuoi avere una guida completa su come gestire dal punto di vista delle tasse le valute digitali, leggi la nostra guida su criptovalute e dichiarazione dei redditi 2023. Di seguito andremo ad analizzare brevemente cosa si deve inserire in queste due sezioni.

Significato di sanatoria crypto

Nel quadro RT, come previsto dall’art 67 del TUIR, dovrai indicare tutte le plusvalenze e minusvalenze ottenute dagli strumenti finanziari che possono generare reddito. Quindi si includono i Bitcoin e gli altri altcoin, ma anche azioni, obbligazioni ed ETF. L’altra sezione è il quadro RW.

In questo contesto si colloca il sistema della sanatoria. Infatti, in caso di errore e di dimenticanza, hai la possibilità di adempiere ai tuoi obblighi fiscali, senza incorrere in gravi sanzioni, pagando una piccola imposta sostitutiva.

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Come funziona la sanatoria sulle criptovalute

La sanatoria sulle criptovalute è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2023. Infatti, con gli articoli 31 a 35 sono state inserite una serie di norme finalizzate a definire questa tipologia di strumento finanziario e a regolare l’aspetto fiscale, sia per le persone fisiche sia per le aziende.

In questo contesto il comma 140 della Legge di Bilancio 197/2023 prevede l’istanza di emersione per le crypto-attività eseguite entro il 31/12/2022.

Questo procedimento ti permette di far conoscere una precisa posizione contabile al fisco. Quindi, la sanatoria prevede una comunicazione attraverso cui andrai a informare lo Stato italiano delle criptovalute non dichiarate in tuo possesso. Per sanare l’errore o la dimenticanza all’interno del quadro RW e RT, dovrai effettuare un versamento che varia in base a una serie di fattori. Devi distinguere tra:

  • sanatoria senza percezione dei redditi;
  • sanatoria per chi ha percepito i redditi.

Il primo caso fa riferimento all’obbligo di dichiarazione nel quadro RW, se hai una giacenza superiore ai 5.000€, ma non hai ottenuto un reddito dalle crypto-attività. La sanzione sarà pari allo 0,5% per ciascun anno, con riferimento al valore complessivo che non è stato dichiarato. Ben diversa è la situazione in cui hai ottenuto una plusvalenza, attraverso la vendita o lo staking, omettendo il versamento dell’imposta sostitutiva ai fini della tassazione sulle criptovalute.

In questo caso è stato generato un reddito che dovrà essere aggiunto alla tua dichiarazione di fine anno ai fini del calcolo dell’imponibile. Per questo la sanatoria sulle criptovalute prevede una sanzione del 3,5% sul valore delle valute digitali al termine di ciascun anno contabile. Inoltre, dovrai aggiungere anche uno 0,5% per la mancata compilazione del quadro RW.

Come richiedere la sanatoria: requisiti

Per aderire alla sanatoria delle criptovalute, dovrai presentare un’apposita domanda di emersione all’Agenzia delle Entrate. Nella Legge di Bilancio 2023 sono stati indicati alcuni requisiti sub massima, necessari per richiedere la sanatoria:

  • riferimento ai redditi realizzati entro il 31-12-2021;
  • dimostrazione di liceità dei proventi.

In primo luogo, potrai richiedere la sanzione sostitutiva e riparatrice solo con riferimento a quelle attività sulle valute digitali avvenute fino al 31-12-2021. Inoltre, dovrai dimostrare che la provenienza delle criptovalute sia di natura lecita.

Ciò è possibile solo dimostrando come hai ottenuto il pagamento in Bitcoin o altcoin e il motivo per cui è stata eseguita questa transazione. Se vuoi conoscere come utilizzare le criptovalute per operazioni commerciali, leggi anche il nostro articolo su come farsi pagare in Bitcoin.

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Come richiedere la sanatoria delle criptovalute: i passaggi

Recentemente è arrivato il modello specifico per poter chiedere la sanatoria delle criptovalute, il cui versamento, ricordiamo, è fissato entro la scadenza del 30 novembre 2023, e riguarda le criptovalute detenute fino a dicembre 2021.

Con il provvedimento del 7 agosto 2023 l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione il modello con le istruzioni per richiedere la sanatoria delle criptovalute. Vediamo quali sono i passaggi da compiere per chiedere l’accesso alla sanatoria.

Pro e contro sanatoria

Per farlo è necessario inviare una PEC alla direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate del territorio di competenza in base al domicilio fiscale. Questa email deve contenere alcuni documenti importanti, ovvero: il modello della domanda compilato, la quietanza di versamento, ovvero del pagamento effettuato tramite F24, e una relazione di accompagnamento.

Qui bisogna quindi inserire la documentazione probatoria che specifica qual è il soggetto che presenta la domanda e a quali cripto attività ci si riferisce, per cui è necessario includere questi dati attraverso ad esempio le contabili bancarie.

Il versamento di quanto dovuto deve avvenire necessariamente entro il 30 novembre 2023, con il pagamento di una sanzione ridotta allo 0,5% del valore delle criptovalute. Per i redditi non dichiarati inoltre va versata una imposta sostitutiva del 3,5% del valore delle cripto attività. i codici tributo da utilizzare per i versamenti verranno specificati dall’Agenzia delle Entrate.

Sanatoria criptovalute: conviene?

Per rispondere a questa domanda è utile far riferimento ad alcuni dubbi sull’efficacia della sanatoria criptovalute. Prima della Legge di Bilancio 2023, eventuali errori o mancanze in ambito di dichiarazione delle criptovalute, venivano per lo più risolte attraverso l’interpello dell’Agenzia delle Entrate da parte dei contribuenti.

Infatti, non esisteva una normativa specifica che andava a regolare questa evenienza, e di conseguenza una relativa sanzione. Una eventualità abbastanza paradossale, soprattutto se lo si collega al comma 127 della legge 197/2022.

In base a esso sono dichiarate come eseguite tutte quelle operazioni che hanno come oggetto le crypto-attività avvenute prima dell’entrata in vigore della legge. Un comma che ha portato diversi dubbi, dato che in un certo senso può essere interpretato in maniera retroattiva. Ciò significa che in teoria tutte le plusvalenze realizzate prima del 2023, sono potenzialmente tassabili.

Tuttavia, se si accetta questa interpretazione, si andrebbe a confermare il vuoto legislativo che fino ad adesso era presente nel settore delle cripto. In quanto tale, tutti coloro che in passato hanno adempiuto al versamento dell’imposta sostitutiva del 26% potrebbero chiedere il rimborso, dato che non era prevista una normativa apposita, e presentare successivamente istanza di sanatoria.

Come noti, se da un lato questo istituto ha cercato di spingere gli utenti a far emergere somme economiche che andrebbero a fare cumulo con i redditi, dall’altro continuano a esserci molti dubbi e incertezze sulla tassazione delle cripto.

In questo contesto se vuoi procedere con la sanatoria sulle criptovalute ti consigliamo di valutare questa operazione con uno studio di commercialisti o un consulente esperto, in modo da non commettere errori. Infine, grazie al supporto di un professionista potrai calcolare l’importo nel modo corretto, senza trovarti a eseguire un versamento superiore a quanto dovuto.

Sanatoria criptovalute – Domande frequenti

Cosa vuol dire sanatoria criptovalute?

La sanatoria sulle criptovalute è un sistema attraverso cui potrai correggere un eventuale errore o dimenticanza fiscale sulle monete digitali all’interno della dichiarazione dei redditi.

Come richiedere la sanatoria criptovalute?

Per richiedere la sanatoria criptovalute dovrai effettuare una apposita domanda all’Ente di riscossione. Trovi tutte le informazioni nella nostra guida.

Perché utilizzare la sanatoria sulle crypto?

La sanatoria sulle crypto può essere utile, dato che ti permette di sanare una posizione debitoria o un eventuale omissione di importi soggetti a tassazione, evitando sanzioni più elevate.

Autore
Foto dell'autore

Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.
Fact-Checked
dottore commercialista giovanni emmi
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 10 Agosto 2023
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

4 risposte a “Sanatoria criptovalute: cos’e e come funziona, tutte le scadenze”

  1. Avatar Riccardo
    Riccardo

    Buongiorno,

    Non mi è chiara una cosa, nel caso in cui si fosse avuta una plusvalenza ritirata nel 2021 e si richiedesse la sanatoria, il famoso 3,5% + lo 0,5% si andrebbe a pagare come di consueto solo sul capital gain ottenuto e ritirato o su tutto il valore del portafoglio crypto al 31/12?

    Grazie mille

    1. Avatar Redazione Professionale
      Redazione Professionale

      Buongiorno,
      è un approfondimento che può essere effettuato una richiesta di consulenza specifica: https://partitaiva.it/link/consulenza

      Grazie per averci scritto

  2. Avatar Roberto
    Roberto

    Salve
    Ho una domanda da farvi sul condono
    Nel 2021 ho avuto plusvalenze su criptovalute e ho pagato le relativa tasse. Per errore non sono stati inviati i quadri rw RT ecc. Immagino che dovrà essere fatto il condono. Ho letto che va versato lo 0,5% delle cripto detenute al 31/12/21 o al momento della cessione. Non sono però sicuro di quale sia l’interpretazione giusta. Le faccio un esempio semplice: il 1 gennaio 2021 compro 2 Bitcoin per 10000 euro l’uno. 1 lo tengo fino al 31/12/21 l’altro lo vendo il 1 febbraio a 12000 il 5 febbraio ne ricompro 1 a 13000 e lo rivendo a 15000 il 10 febbraio 2022 poi lo ricompro a 16000 a marzo e ail 3 aprile lo rivendo a 20000. Il valore dell’altro Bitcoin al 31/12/2021 è di 50000. Nel condono devo dichiarare come valore delle cripto detenute 12000 valore btc al 1 febbraio + 15000 il 10 febbraio + 20000 il3 aprile + 50000al 31dicembre=totale 97000 su cui calcolare lo 0,5%. Se così fosse non sarebbe molto logico perché pagare i un sanzione più alta di 1 che fa 1 sola operazione ad esempio comprando 2 btc il 1 gennaio a 20000 e li rivende il 30/12 a 80000. Pagherei lo 0,5% su 60000. Oltretutto nel secondo caso avrei una plusvalenza maggiore

    1. Avatar Redazione Professionale
      Redazione Professionale

      Buongiorno,
      per avere una consulenza su questo argomento può compilare il seguente form: https://partitaiva.it/link/consulenza.

      Grazie per averci scritto

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