Sanatoria criptovalute: cos’e e come funziona, scadenze e nuove proroghe

Cos’è la sanatoria sulle criptovalute? Scopri come funziona questo sistema con l'ultima proroga del ravvedimento speciale al 31 maggio 2024.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Sanatoria criptovalute 2023
  • La sanatoria sulle criptovalute è un sistema attraverso cui puoi correggere il mancato inserimento delle valute digitali all’interno della dichiarazione dei redditi.
  • Tramite ravvedimento operoso speciale è possibile sanare situazioni che riguardano le cripto attività nel 2024 pagando sanzioni ridotte.
  • Per procedere è necessario presentare una dichiarazione dei redditi integrativa indicando le informazioni mancanti, entro il 31 maggio 2024.

La Legge di Bilancio 2023 (197/2022) aveva portato diverse novità nel settore delle monete digitali, sia in materia fiscale, sia per ciò che riguarda il loro inquadramento. Tra quelle più interessanti vi era la sanatoria sulle criptovalute, un sistema attraverso cui correggere un’eventuale dimenticanza fiscale o un errore nella compilazione dei quadri RW e RT della dichiarazione dei redditi.

Recentemente è stata prorogata la possibilità di sanare le irregolarità fiscali sulle criptovalute tramite ravvedimento operoso speciale: c’è ancora tempo fino al 31 maggio 2024.

In questo articolo troverai tutto ciò che c’è da sapere sulla sanatoria sulle crypto e su come funziona, oltre a una serie di osservazioni oggettive sui pro e i contro di un suo utilizzo.

Sanatoria criptovalute: cos’è

Il termine sanatoria criptovalute identifica un procedimento in base al quale puoi rimediare al mancato inserimento delle valute digitali nel modello redditi. In base al TUIR (Testo unico in materia dei Redditi) le criptomonete sono equiparate a quelle estere. Come tali al momento della dichiarazione fiscale a fine anno dovrai inserirle:

Se vuoi avere una guida completa su come gestire dal punto di vista delle tasse le valute digitali, leggi il nostro articolo su criptovalute e dichiarazione dei redditi. Di seguito andremo ad analizzare brevemente cosa si deve inserire in queste sezioni.

Significato di sanatoria crypto

Nel Quadro RT, come previsto dall’art 67 del TUIR, dovrai indicare tutte le plusvalenze e minusvalenze ottenute dagli strumenti finanziari che possono generare reddito. Quindi si includono i Bitcoin e gli altri altcoin, ma anche azioni, obbligazioni ed ETF. L’altra sezione è il Quadro RW.

In questo contesto si colloca il sistema della sanatoria. Infatti, in caso di errore e di dimenticanza, hai la possibilità di adempiere ai tuoi obblighi fiscali, senza incorrere in gravi sanzioni.

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Sanatoria criptovalute: ravvedimento speciale al 31 maggio 2024

La più importante novità a tema trading online e fisco riguarda la proroga al ravvedimento operoso speciale, accessibile fino al 31 maggio 2024. Il recente Decreto Legislativo n. 39/2024 del 29 marzo 20241 ha infatti garantito più tempo per regolarizzare la propria posizione.

Questo tuttavia è possibile unicamente se è stata presentata la dichiarazione dei redditi (anche se alcuni Quadri specifici per le criptoattività non sono stati compilati). Non è quindi possibile accedervi se la dichiarazione è stata del tutto omessa.

La sanatoria in questo caso prevede l’applicazione di una sanzione al 5% di quanto dovuto, procedendo con una dichiarazione integrativa che va a completare i dati mancanti in riferimento ai guadagni del 2022.

Questa opzione consente quindi di regolarizzare ancora nel 2024 situazioni arretrate che riguardano il trading online, anche con soggetti esteri e le criptoattività in generale.

Come richiedere la sanatoria: requisiti

Per accedere alla sanatoria attuale, ovvero al ravvedimento speciale, è necessario aver presentato la dichiarazione dei redditi: sono infatti esclusi coloro che l’hanno del tutto omessa. Sono quindi esclusi da questo strumento i seguenti soggetti:

  • chi non ha presentato una dichiarazione dei redditi;
  • chi ha presentato la dichiarazione dei redditi ma senza provvedere al pagamento delle imposte dovute;
  • chi non ha compilato il Quadro RW con attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero.

La sanatoria presente attualmente quindi è disponibile solamente nel caso in cui siano state omesse informazioni che riguardano operazioni remunerative di trading online o criptoattività, non per altri casi in cui è accertata una vera e propria evasione fiscale di quanto dovuto annualmente al fisco.

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Come richiedere la sanatoria delle criptovalute: i passaggi

Attualmente per richiedere il ravvedimento speciale è necessario presentare una dichiarazione dei redditi integrativa, che va ad indicare i dati mancanti nella prima dichiarazione presentata.

In questo modo si può provvedere poi al pagamento delle somme effettivamente dovute al fisco su quei ricavi, in un unico versamento oppure in modo rateizzato. Si prevede quindi che le somme siano corrisposte interamente entro il 31 maggio 2024 oppure in 4 rate, con le seguenti scadenze:

  • 31 maggio 2024;
  • 30 giugno 2024;
  • 30 settembre 2024;
  • 20 dicembre 2024.

Per aderire a questa sanatoria bisogna provvedere a versare correttamente sia le imposte che le sanzioni applicate (ridotte di un diciottesimo) e gli interessi. Il mancato versamento di una o più rate comporta la perdita dell’accesso al ravvedimento speciale.

Sanatoria sulle criptovalute 2023

Pro e contro sanatoria

Andiamo a vedere come funzionava la sanatoria lo scorso anno. Questa possibilità era stata introdotta con la Legge di Bilancio 2023. Infatti, con gli articoli 31 a 35 erano state inserite delle norme finalizzate a definire questa tipologia di strumento finanziario e a regolare l’aspetto fiscale, sia per le persone fisiche sia per le aziende.

In questo contesto il comma 140 della Legge di Bilancio 197/2023 prevedeva l’istanza di emersione per le crypto-attività eseguite entro il 31/12/2022.

Questo procedimento permetteva di far conoscere una precisa posizione contabile al fisco. Quindi, la sanatoria prevedeva una comunicazione attraverso cui informare lo Stato italiano delle criptovalute non dichiarate in possesso.

Per sanare l’errore o la dimenticanza all’interno dei Quadri RW e RT, dovevi quindi effettuare un versamento che variava in base a una serie di fattori. Dovevi distinguere tra:

  • sanatoria senza percezione dei redditi;
  • sanatoria per chi ha percepito i redditi.

Il primo caso faceva riferimento all’obbligo di dichiarazione nel Quadro RW, con giacenza superiore ai 5.000€, ma senza un reddito dalle crypto-attività. La sanzione era pari allo 0,5% per ciascun anno, con riferimento al valore complessivo che non è stato dichiarato.

Ben diversa è la situazione in cui hai ottenuto una plusvalenza, attraverso la vendita o lo staking, omettendo il versamento dell’imposta sostitutiva ai fini della tassazione sulle criptovalute.

In questo caso è stato generato un reddito che doveva essere aggiunto alla dichiarazione di fine anno ai fini del calcolo dell’imponibile. Per questo la sanatoria sulle criptovalute prevedeva una sanzione del 3,5% sul valore delle valute digitali al termine di ciascun anno contabile. Inoltre, dovevi aggiungere anche uno 0,5% per la mancata compilazione del Quadro RW.

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Sanatoria criptovalute: conviene?

Per rispondere a questa domanda è utile far riferimento ad alcuni dubbi sull’efficacia della sanatoria criptovalute. Prima della Legge di Bilancio 2023, eventuali errori o mancanze in ambito di dichiarazione delle criptovalute, venivano per lo più risolte attraverso l’interpello dell’Agenzia delle Entrate da parte dei contribuenti.

Infatti, non esisteva una normativa specifica che andava a regolare questa evenienza e di conseguenza una relativa sanzione. Una eventualità abbastanza paradossale, soprattutto se lo si collega al comma 127 della legge 197/2022.

In base a esso sono dichiarate come eseguite tutte quelle operazioni che hanno come oggetto le crypto-attività avvenute prima dell’entrata in vigore della legge. Un comma che ha portato diversi dubbi, dato che in un certo senso può essere interpretato in maniera retroattiva. Ciò significa che in teoria tutte le plusvalenze realizzate prima del 2023, sono potenzialmente tassabili.

Tuttavia, se si accetta questa interpretazione, si andrebbe a confermare il vuoto legislativo che fino ad adesso era presente nel settore delle cripto. In quanto tale, tutti coloro che in passato hanno adempiuto al versamento dell’imposta sostitutiva del 26% potrebbero chiedere il rimborso, dato che non era prevista una normativa apposita e presentare successivamente istanza di sanatoria.

Come noti, se da un lato questo istituto ha cercato di spingere gli utenti a far emergere somme economiche che andrebbero a fare cumulo con i redditi, dall’altro continuano a esserci molti dubbi e incertezze sulla tassazione delle cripto.

In questo contesto se vuoi procedere con la sanatoria sulle criptovalute ti consigliamo di valutare questa operazione con uno studio di commercialisti o un consulente esperto, in modo da non commettere errori. Infine, grazie al supporto di un professionista, potrai calcolare l’importo nel modo corretto, senza trovarti a eseguire un versamento superiore a quanto dovuto.

Sanatoria criptovalute – Domande frequenti

Cosa vuol dire sanatoria criptovalute?

La sanatoria sulle criptovalute è un sistema attraverso cui potrai correggere un eventuale errore o dimenticanza fiscale sulle monete digitali all’interno della dichiarazione dei redditi.

Come richiedere la sanatoria criptovalute?

Per richiedere la sanatoria criptovalute dovrai presentare una dichiarazione dei redditi integrativa ed aderire al ravvedimento operoso speciale pagando poi imposte, sanzioni e interessi.

Perché utilizzare la sanatoria sulle crypto?

La sanatoria sulle crypto può essere utile, dato che ti permette di sanare una posizione debitoria o un eventuale omissione di importi soggetti a tassazione, evitando sanzioni più elevate.

  1. Decreto Legge 29 marzo 2024, n.39, Gazzetta Ufficiale, gazzettaufficiale.it ↩︎
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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 19 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

6 risposte a “Sanatoria criptovalute: cos’e e come funziona, scadenze e nuove proroghe”

  1. Avatar Riccardo
    Riccardo

    Buongiorno,

    Non mi è chiara una cosa, nel caso in cui si fosse avuta una plusvalenza ritirata nel 2021 e si richiedesse la sanatoria, il famoso 3,5% + lo 0,5% si andrebbe a pagare come di consueto solo sul capital gain ottenuto e ritirato o su tutto il valore del portafoglio crypto al 31/12?

    Grazie mille

    1. Avatar Redazione Professionale
      Redazione Professionale

      Buongiorno,
      è un approfondimento che può essere effettuato una richiesta di consulenza specifica: https://partitaiva.it/link/consulenza

      Grazie per averci scritto

  2. Avatar Roberto
    Roberto

    Salve
    Ho una domanda da farvi sul condono
    Nel 2021 ho avuto plusvalenze su criptovalute e ho pagato le relativa tasse. Per errore non sono stati inviati i quadri rw RT ecc. Immagino che dovrà essere fatto il condono. Ho letto che va versato lo 0,5% delle cripto detenute al 31/12/21 o al momento della cessione. Non sono però sicuro di quale sia l’interpretazione giusta. Le faccio un esempio semplice: il 1 gennaio 2021 compro 2 Bitcoin per 10000 euro l’uno. 1 lo tengo fino al 31/12/21 l’altro lo vendo il 1 febbraio a 12000 il 5 febbraio ne ricompro 1 a 13000 e lo rivendo a 15000 il 10 febbraio 2022 poi lo ricompro a 16000 a marzo e ail 3 aprile lo rivendo a 20000. Il valore dell’altro Bitcoin al 31/12/2021 è di 50000. Nel condono devo dichiarare come valore delle cripto detenute 12000 valore btc al 1 febbraio + 15000 il 10 febbraio + 20000 il3 aprile + 50000al 31dicembre=totale 97000 su cui calcolare lo 0,5%. Se così fosse non sarebbe molto logico perché pagare i un sanzione più alta di 1 che fa 1 sola operazione ad esempio comprando 2 btc il 1 gennaio a 20000 e li rivende il 30/12 a 80000. Pagherei lo 0,5% su 60000. Oltretutto nel secondo caso avrei una plusvalenza maggiore

    1. Avatar Redazione Professionale
      Redazione Professionale

      Buongiorno,
      per avere una consulenza su questo argomento può compilare il seguente form: https://partitaiva.it/link/consulenza.

      Grazie per averci scritto

  3. Avatar Marco
    Marco

    Domanda, perchè ho pareri discordanti dai commercialisti: 2021 mai avuto plusvalenze, mai fatto ritiri o prelievi ecc… Giacenza sotto i 2000euro al 31/12/2021. Il commercialista del 730 mi disse di non dover dichiarare niente non avendo plusvalenze e avendo una giacenza cosi bassa, in rete e da un altro commercialista mi è stato detto che il 2021 doveva essere dichiarato e che dopo il 30 Novembre non è più sanabile, che avrei comunque dovuto fare la dichiarazione dei miei assets indipendentemente dal valore della giacenza e dalle plusvalenze fatte o meno, quindi adesso devo solo sperare che non mi controllino. Chi ha ragione?

    1. Avatar Redazione Professionale
      Redazione Professionale

      Buongiorno,
      sarebbe una situazione da approfondire con numeri e documentazione per poter dare un giudizio definitivo.

      Grazie per averci scritto

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