Piano Transizione 5.0, gli incentivi fiscali per le imprese, ultimi emendamenti

Il Piano Transizione 5,0 premia le aziende che investono in beni strumentali per la riduzione dei consumi energetici: scopriamo gli incentivi fiscali e come fruire del credito.

di Laura Pellegrini

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  • Il Piano Transizione 5.0 introduce nuovi crediti di imposta per le imprese che raggiungono determinati obiettivi di risparmio energetico.
  • L’aliquota ordinaria è pari al 35% del costo, fino al limite di 2,5 milioni di investimenti; ma può salire fino al 45% nel caso di raggiungimento di specifici obiettivi di risparmio energetico.
  • Il nuovo credito di imposta si applica sulle spese sostenute tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, con decorrenza presumibilmente retroattiva rispetto alla data di entrata in vigore del decreto.

Per avere la conferma sulle nuove agevolazioni fiscali per le imprese occorre attendere l’approvazione della bozza del decreto per l’attuazione del PNRR, il cosiddetto Piano Transizione 5.0.

Il provvedimento contiene una serie di crediti di imposta per le imprese che hanno intenzione di investire, nel 2024 e nel 2025, in beni materiali e immateriali, oltre che nella digitalizzazione e nella transizione green. Il Piano prevede lo stanziamento di 6,3 miliardi di euro, che si aggiungono ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio, per un totale di circa 13 miliardi.

Scopriamo quali sono i nuovi incentivi fiscali per le imprese, cosa prevede il testo del Piano Transizione 5.0 e come è possibile fruire del credito.

Piano Transizione 5.0: il testo e ultimi emendamenti

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge PNRR che introduce il nuovo Piano Transizione 5.01, ma per avere la certezza delle misure dedicate alle imprese occorre attendere la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e l’adozione di un provvedimento attuativo (entro fine marzo) che possa rendere effettivi i crediti di imposta previsti dal Governo.

Lo stanziamento di risorse è pari a 6,3 miliardi di euro, così suddivisi:

  • 3.780 milioni per gli investimenti in beni strumentali;
  • 1.890 milioni per autoconsumo e autoproduzione;
  • 630 milioni per la formazione.
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Al centro del provvedimento c’è il risparmio energetico delle imprese, che dovrà essere certificato da valutatori indipendenti che ne descrivano:

  • la riduzione dei consumi energetici conseguibili tramite gli investimenti;
  • l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità a quanto previsto ex ante.

Le spese sostenute per la certificazione necessaria per la fruizione degli incentivi fiscali potranno essere calcolate, per le piccole e medie imprese, in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 10.000 euro.

In questi giorni sono presentati al governo diversi emendamenti, ovvero proposte che vanno a delineare nello specifico i dettagli degli interventi. Si tratta di più di un centinaio di proposte che puntano a definire nello specifico i beneficiari del piano, ovvero le imprese, con l’ipotesi di estensione anche ai liberi professionisti, ma anche a definire nel dettaglio la percentuale dei crediti di imposta definitiva.

Viene anche considerata la possibilità di intervenire a sostegno di alcuni specifici settori, come quello dell’agricoltura, particolarmente critico, come rilevano le proteste recenti. Si sta discutendo anche sulle modalità di accesso ai fondi, in modo da garantire il reale utilizzo delle risorse solamente a chi intende investire.

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Piano Transizione 5.0: nuovi crediti di imposta per le imprese

Credito di impostaQuota di investimento
35% del costofino a 2,5 milioni di euro
15% del costotra i 2,5 milioni i 10 milioni di euro
5% del costooltre i 10 milioni e fino a 50 milioni di euro

Nel rispetto del requisito di interconnessione e dell’obiettivo di riduzione dei consumi energetici di almeno il 3%, vengono introdotti alcuni crediti di imposta per le imprese, come indicato in tabella in alto.

Nel caso in cui il risparmio energetico sia superiore al 3% (o superiore al 5%), sono previste delle percentuali aggiuntive per le imprese:

  • per la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva superiore al 6% o, in alternativa, nel caso di riduzione dei consumi energetici superiore al 10%: percentuale maggiorata al 40% fino a 2,5 milioni di euro, al 20% tra i 2,5 milioni i 10 milioni di euro e al 10% oltre i 10 milioni e fino a 50 milioni di euro;
  • per la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva superiore al 10% o, in alternativa, nel caso di riduzione dei consumi energetici superiore al 15%: 45% fino a 2,5 milioni di euro, 25% tra i 2,5 milioni i 10 milioni di euro e 15% oltre i 10 milioni e fino a 50 milioni di euro.

Incentivi per i pannelli fotovoltaici

Oltre al credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali, l’accordo siglato con l’Unione Europea prevede anche degli incentivi per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia, purché il progetto preveda anche l’acquisto di beni strumentali.

L’incentivi sui moduli fotovoltaici è limitato agli impianti con efficienza minima del 21,5%, con delle maggiorazioni in caso di aumento di efficienza secondo le disposizioni previste dal Decreto Energia.

Riassumendo, quindi, si possono ottenere due crediti di imposta:

  • 120% per i moduli fotovoltaici con celle, con un’efficienza pari ad almeno il 23,5%;
  • 140% per i moduli con un’efficienza pari ad almeno il 24%.

Spese per la formazione

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Infine, è previsto uno stanziamento di risorse, pari a 630 milioni di euro, volto a incentivare la formazione all’interno delle imprese per quanto riguarda i temi di transizione green e digitale.

Il credito di imposta può coprire al massimo il 10% degli investimenti in beni strumentali, entro una spesa massima di 300mila euro.

Chi può ottenere gli incentivi fiscali

I beneficiari di questi nuovi incentivi fiscali volti al risparmio energetico devono soddisfare alcune condizioni per poter ottenere le agevolazioni, che possiamo ipotizzare in base al piano Transizione 4.0:

  • effettuare un investimento in almeno uno dei beni strumentali materiali e immateriali previsti agli allegati A e B del piano Transizione 4.0;
  • tali beni devono essere inseriti in un progetto volto a ottenere una riduzione dei consumi energetici;
  • la riduzione dei consumi deve essere pari ad almeno il 3% della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale oppure ad almeno il 5% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento.

Nonostante tutto, il piano 4.0 resta attivo per gli investimenti che non generano risparmio energetico, oppure lo generano al di sotto delle soglie previste dal piano 5.0. Per conoscere i dettagli per l’attuazione del nuovo credito bisogna attendere la pubblicazione dell’apposito provvedimento.

Soggetti certificatori

Secondo il piano 4.0 era un titolare dell’impresa o un professionista esterno a certificare il rispetto dei requisiti per accedere al credito, con il piano 5.0 le imprese dovranno procedere attraverso un ente certificatore indipendente.

Al momento non è ancora disponibile un elenco esaustivo di questi soggetti, tuttavia saranno inclusi gli Esperti in Gestione dell’Energia e le Energy Service Company. Sarà necessario quindi avere a disposizione diversi certificati, che indicano la situazione precedente e quella successiva all’intervento, ma anche l’intervento del revisore legale dei conti.

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Modalità di fruizione del credito di imposta

Come spiega il Ministero per le imprese e il made in Italy, le modalità di fruizione prevedono la compensazione del credito spettante presentando il modello F24 in un’unica rata. L’eventuale eccedenza non compensata entro il 31 dicembre 2025 sarà compensabile in 5 rate annuali di pari importo.

Bisogna sottolineare che i crediti di imposta già previsti dal Piano Transizione 4.0 e i nuovi incentivi del Piano Transizione 5.0 non sono cumulabili per i medesimi costi, così come accade con il credito d’imposta per investimenti nella ZES unica.

Si potranno sfruttare, invece, altri incentivi riconosciuti per le stesse spese, purché le somme complessivamente spettanti non superino il costo sostenuto.

Piano Transizione – Domande frequenti

Cosa prevede il Piano Transizione 5.0?

Il Piano Transizione 5.0 introduce nuovi crediti di imposta per le imprese che nel 2024 e nel 2025 effettueranno nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, nell’ambito di progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici.

Quali sono le tre fasce del Piano Transizione 5.0?

La prima fascia riguarda gli investimenti che generano un risparmio compreso tra il 5% e il 10%, oppure tra il 3% e il 6% dei consumi dell’intera unità produttiva. La seconda fascia si applica sugli investimenti che generano tra il 10% e il 15% di risparmio, oppure tra il 6% e il 10% dell’intera unità produttiva. La terza fascia comprende gli investimenti che generano risparmi superiori al 15%, oppure al 10% dei consumi dell’intera unità produttiva.

Come fruire del credito di imposta sui beni strumentali?

Le modalità di fruizione del credito di imposta per le imprese prevedono la compensazione del credito spettante presentando il modello F24 in un’unica rata.

  1. Mimit, DL Pnrr: al via Transizione 5.0, 6,3 miliardi per la sfida green e digitale delle imprese“, MIMIT, 26 febbraio 2024, mimit.gov.it ↩︎
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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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