Piano Transizione 4.0: compensazione sugli incentivi per le imprese possibile dal 29 aprile 2024

Il Piano Transizione 4.0 ha aiutato le imprese ad investire nei beni strumentali e nel digitale. Il MIMIT comunica la riapertura delle comunicazioni per accedere alla compensazione.

di Redazione

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Piano Transizione 4.0 2022
  • Grazie al Piano Transizione 4.0 le imprese fino ad oggi hanno potuto investire in nuovi beni strumentali in modo agevolato.
  • A spingere la misura di Transizione 4.0 sono stati principalmente il PNRR ed il Decreto Aiuti.
  • Per i crediti di imposta scatta l’obbligo della comunicazione preventiva, con il decreto legge apposito del 26 marzo 2024. Dopo un periodo di sospensione del credito, apre la compensazione dal 29 aprile 2024.

Le basi del Piano Transizione 4.0 sono state poste nel 2017. In quel periodo si chiamava ancora Piano Industria 4.0 ed era stato presentato attraverso una massiccia campagna mediatica. Grazie ad una comunicazione ben organizzata era stato presentato a tutte le imprese.

In un primo momento era destinato al settore manifatturiero. Nel corso del tempo, però, è stata allargata la platea dei potenziali beneficiari, arrivando anche ad estendere gli strumenti agevolativi. A quel punto non si poteva parlare solo e soltanto di Piano Industria 4.0 e il progetto è diventato Piano Impresa 4.0, per essere trasformato in Piano Transizione 4.0.

Nuova semantica, continui aggiustamenti e una necessaria evoluzione hanno caratterizzato il progetto. Sono rimasti invariati, però, alcuni punti fermi. Ad incentivare il piano è stato prima di tutto il PNRR.

La misura nel corso del tempo si è arricchita e trasformata, introducendo delle azioni che hanno messo al centro la persona ed il lavoratore, ma soprattutto degli investimenti che hanno supportato le imprese nell’intero ciclo della loro vita. Vediamo le ultime novità.

Comunicazione preventiva obbligatoria per il credito 4.0

Una recente novità, stabilita con un apposito decreto del 26 marzo 2024, rende più stringente l’applicazione del Piano Transizione 4.0, stabilendo l’obbligo della comunicazione preventiva degli investimenti da effettuare.

Con l’arrivo del Piano Transizione 5.0 scatta quindi l’obbligo anche sulla misura precedente. Entrambe le iniziative prevedono la necessità di comunicare preventivamente gli investimenti per l’accesso al credito, se successivo all’entrata in vigore del decreto. In mancanza di questa operazione sarà impossibile accedere al credito in compensazione.

Vengono introdotte quindi anche alcune sanzioni specifiche per i trasgressori: per chi ha degli investimenti già avviati e non procede alla comunicazione si parla di una multa in denaro di 10.000 euro, per quelli che invece non sono ancora stati avviati, l’omissione bloccherà direttamente l’accesso ai contributi.

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Sbloccata la compensazione dei crediti di imposta

Recentemente l’Agenzia delle Entrate aveva comunicato la sospensione della compensazione dei crediti di imposta derivati dal piano transizione 4.0, in modo temporaneo. Secondo il nuovo regolamento infatti le aziende devono comunicare in via preventiva l’ammontare totale delle spese per gli investimenti.

Con la risoluzione n.19/E del 12 aprile 20241, l’Agenzia delle Entrate aveva spiegato che questa sospensione è rivolta ai crediti di imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi e per attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.

Il MIMIT ha recentemente comunicato lo sblocco della compensazione dei crediti2, a partire dal giorno 29 aprile 2024: dalle ore 12:00 di questa giornata possono essere utilizzati i modelli ufficiali da parte delle imprese per la compensazione del credito di imposta.

Sono stati quindi approvati due modelli ufficiali per la presentazione della domanda di accesso ai crediti per investimenti in beni strumentali e in attività di ricerca e sviluppo. Questi si possono trovare sul sito ufficiale del GSE, Gestore dei servizi energetici.

Piano Transizione 4.0: la ricerca delle competenze

Senza dubbio il piano di innovazione, digitalizzazione e transizione verde in cui le imprese sono coinvolte risulta essere particolarmente complesso. Per poter essere portato a compimento è necessario che ci sia un vero e proprio cambio culturale e nuovi processi di organizzazione aziendale.

Ma soprattutto è necessario sostenere dei costi ingenti: ad esempio per innovare si devono acquistare nuove infrastrutture e macchinari nuovi. Si deve essere in possesso di software gestionali ERP, di sistemi IoT, soluzioni cloud, ma soprattutto accedere a delle connessioni ultraveloci.

Quelli che abbiamo elencato sono degli elementi indispensabili, ma che purtroppo non bastano a realizzare la digitalizzazione e la transizione verde.

Sono necessarie delle ulteriori competenze tecniche e manageriali. Le imprese e i lavoratori nei prossimi anni dovranno essere in possesso di conoscenze in linea con la green economy o digitali per rimanere sul mercato. Si tratta di un nuovo fabbisogno di professionisti nel mercato del lavoro, con la costante ricerca di persone che siano in grado di gestire e sviluppare strategie ecosostenibili.

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Incentivi per le imprese, eliminazione dell’ACE

Trasformazione digitale

Un’altra modifica da considerare introdotta con il recente decreto è il taglio dell’ACE, ovvero l’Aiuto alla Crescita Economica, una deduzione fiscale che andava a vantaggio delle imprese che reinvestivano risorse proprie interne dell’azienda invece di chiedere finanziamenti all’esterno.

Di fatto questa agevolazione andava a premiare le aziende che decidevano di reinvestire i propri utili, consentendo un risparmio sulle imposte. Questa possibilità ha riguardato società ed enti commerciali residenti e non, imprese individuali, società in nome collettivo e in accomandita semplice.

Intorno all’ACE tuttavia sono state riscontrate diverse frodi, per cui il governo ha deciso di procedere con l’eliminazione dell’agevolazione, a partire da gennaio 2024. La misura è stata quindi sostituita dalla deduzione introdotta sulle assunzioni.

Piano Transizione 5.0: tutte le novità

Dopo il Piano Transizione 4.0, è arrivato il Piano 5.0, che va a premiare le imprese che investono in beni strumentali e con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici. Il piano quindi risponde ad una esigenza di transizione verso un’economia verde e digitale, garantendo un credito di imposta a chi investe nel passaggio al green e nella digitalizzazione.

Questo piano si applica per un periodo esteso, che va dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, per cui viene stanziato un ammontare complessivo di 6,3 miliardi di euro di fondi. In questo progetto viene incentivato l’autoconsumo, oltre all’autoproduzione e alla formazione portata avanti per aggiornare le competenze all’interno dell’azienda.

Sono poi previsti incentivi specifici per le imprese che investono nei pannelli fotovoltaici, in base a diversi criteri. Va ricordato che con il Piano 4.0 bastava la certificazione dei lavori da parte di un titolare di impresa o un professionista esterno, mentre con il nuovo Piano 5.0 bisogna ottenere una certificazione specifica da parte di un ente indipendente.

Piano Transizione 4.0 – Domande frequenti

Come sono stati utilizzati i sussidi messi a disposizione con il Piano Transizione 4.0?

Le imprese hanno investito in beni strumentali, in software avanzati e in ricerca e sviluppo.

Quali sono i progetti successivi al Piano Transizione 4.0?

Dopo il Piano Transizione 4.0 rivolto alle imprese, arriva il Piano 5.0 che va ad agevolare le aziende che investono nell’economia green e nel digitale.

  1. Risoluzione n.19/E del 12 aprile 2024, Agenzia delle Entrate, agenziaentrate.gov.it ↩︎
  2. Emanato il decreto compensazione dei crediti di imposta per investimenti transizione 4.0, MIMIT, mimit.gov.it ↩︎
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