- Con la riforma fiscale il governo intende apportare delle modifiche a diverse imposte, tra cui anche la cedolare secca, un’agevolazione per chi affitta degli immobili.
- La cedolare secca potrebbe essere estesa a tutti, includendo secondo le proposte anche gli immobili non residenziali.
- Anche altre imposte sugli immobili potrebbero essere riviste con la riforma fiscale, e accorpate in un’unica tassa.
Si attende la riforma fiscale del nuovo governo, che interverrà su diverse tasse e andrà a semplificare il sistema fiscale italiano. Si attende una riforma di grande portata, che coinvolgerà i contribuenti su diversi aspetti: tassazione sul lavoro, sulle imprese, sull’acquisto di beni e prodotti.
La riforma secondo le prime ipotesi potrebbe incidere anche sulle tasse applicate sugli affitti in ambito immobiliare: si parla di una possibile estensione della cedolare secca, un particolare regime fiscale di vantaggio, anche per gli immobili non residenziali.
La cedolare secca attualmente può essere applicata, con tassazione vantaggiosa al 10% oppure al 21%, sugli affitti di immobili residenziali, tuttavia il governo potrebbe estenderla anche ai fabbricati. Vediamo nel dettaglio quali sono le prospettive più accreditate.
Riforma fiscale e cedolare secca: le ipotesi
La riforma fiscale interviene principalmente nella direzione di semplificare l’attuale sistema fiscale, per contribuenti e imprese. A questo proposito infatti si attende una revisione dell’Irpef, dell’Irap e dell’Ires, le principali tasse versate ogni anno dalle PMI e aziende di grandi dimensioni.
Tuttavia si tratta di una riforma ad ampio raggio che coinvolgerà anche altre imposte, con l’obiettivo di semplificarle e effettuare un taglio delle tasse che i cittadini ogni anno versano allo stato. Per ciò che riguarda il comparto immobiliare, l’ipotesi di introdurre una cedolare secca estesa per tutti sembra essere la più accreditata.
La cedolare secca comporta una minore tassazione per coloro che mettono una casa in affitto, ovvero:
- tassazione al 10% sui guadagni derivati dai canoni, con contratti di affitto a canone concordato;
- tassazione al 21% sui guadagni derivati dai canoni, con contratti di affitto a canone libero.
Al momento la cedolare secca viene applicata in relazione ad affitti su immobili destinati ad un uso abitativo, ovvero residenziali. In alternativa a questo regime di vantaggio, si applicano gli scaglioni Irpef secondo la tassazione ordinaria. A queste tasse si sommano poi l’imposta di bollo e l’imposta di registro.
L’obiettivo del governo è quello di garantire l’applicazione della cedolare secca anche ad altri tipi di immobili, non solamente per finalità abitative. L’agevolazione potrebbe essere estesa con la riforma fiscale anche a immobili non residenziali, come i fabbricati.
Come funzionerebbe la cedolare secca con la riforma fiscale
Secondo le prime ipotesi, la cedolare secca sarebbe applicata anche a immobili posti in affitto diversi dalle abitazioni, come i fabbricati, con le stesse regole attuali previste per gli immobili residenziali. In questo modo i proprietari non dovranno pagare l’imposta Irpef, oppure altri tipi di tasse.
Una misura di questo tipo si era già vista precedentemente, nel 2019, con un particolare intervento che aveva predisposto il regime di tassazione agevolato al 21% escludendo l’applicazione di Irpef, imposta di registro e altre tasse, per immobili commerciali della categoria C1.
Si ipotizza che la misura introdotta con la riforma fiscale sarà simile a questo intervento, per tutti i contratti di affitto nuovi, ovvero non sarà applicabile per quelli già in corso. Tuttavia ancora non ci sono decisioni definitive in merito.
Dall’altro lato, le associazioni di categoria pongono l’accento sull’importanza di estendere la possibilità di una agevolazione di questo tipo a tutte le categorie di immobili, anche diversi da quelli a destinazione abitativa.
La misura applicata nel 2019 inoltre, prevedeva che i proprietari rinunciassero all’adeguamento Istat, ovvero al ricalcolo dell’affitto in base alle variazioni apportate dall’inflazione, per accedere al regime agevolato.
Se questa regola dovesse ripresentarsi tuttavia, non sarebbe complessivamente vantaggioso per i proprietari, data la lunga durata di questo tipo di affitti, e l’andamento dell’inflazione.
Il governo al momento è impegnato nella redazione del testo della riforma fiscale, che coinvolge un ampio raggio di imposte. Se l’ipotesi dovesse essere confermata, i proprietari di fabbricati potrebbero accedere a questa importante agevolazione. Tuttavia in ambito immobiliare non è l’unica misura attesa con le riforma del fisco.

Riforma fiscale: semplificazione delle tasse sugli immobili
La semplificazione del sistema fiscale voluta dal governo Meloni potrebbe impattare anche su altre imposte, che vengono generalmente applicate in Italia in relazione agli immobili.
In particolare si parla delle tasse che si pagano quando si procede all’acquisto di una abitazione (ma anche alla stipula di un contratto di affitto).
La riforma fiscale potrebbe infatti eliminare le seguenti imposte:
- imposta di bollo;
- imposta di registro;
- imposta catastale;
- imposta ipotecaria.
L’obiettivo potrebbe essere quello di accorpare queste tasse in un’unica imposta sostitutiva, per semplificare il sistema di tassazione attuale, che risulta essere piuttosto frastagliato.
Per quanto riguarda invece la riforma del catasto, annunciata dal precedente governo, si assiste ad un cambio di rotta: non si tratterebbe più di una priorità, per cui non si assisterà ad interventi di questo tipo, almeno nell’immediato.
I vantaggi della cedolare secca estesa
La cedolare secca estesa agli immobili diversi da quelli abitativi garantirebbe alcuni vantaggi importanti ai proprietari. Le associazioni di categoria infatti chiedono da tempo al governo di introdurre una agevolazione di questo tipo, considerando che sugli immobili pagano anche altre imposte, come l’IMU.
La cedolare secca potrebbe quindi introdurre un vantaggio rilevante per tutti i proprietari di fabbricati diversi da quelli destinati ad un utilizzo abitativo, e incentivare questo settore.
Con una cedolare secca di questo tipo infatti sarebbe incentivato questo mercato, soprattutto nelle aree non residenziali e periferiche, dove potrebbero nascere nuove imprese e attività.
Applicare una cedolare secca potrebbe infatti portare ad una diminuzione del costo degli affitti, elemento vantaggioso anche per chi intende aprire una attività in queste zone.
Una cedolare secca estesa a tutti consentirebbe a fabbricati al momento non utilizzati di essere presi in considerazione per lo sviluppo di nuove startup o piccole attività di impresa.
Riforma fiscale e cedolare secca – Domande frequenti
Con la riforma fiscale del governo Meloni, si ipotizza l’arrivo di una cedolare secca estesa anche ai proprietari di immobili non abitativi. Qui tutti i dettagli dell’intervento.
Al momento la cedolare secca si applica in relazione a immobili residenziali, con finalità abitative, con il 10% o 21% di tassazione in base al contratto. Con la riforma fiscale questo potrebbe cambiare.
La cedolare secca è una agevolazione fiscale per i proprietari degli immobili in affitto, tuttavia potrebbe convenire anche agli inquilini, con il conseguente abbassamento di prezzo dell’affitto.