La Riforma fiscale 2023 in 21 articoli, spiegati bene

Il Governo Meloni propone la rimodulazione dell'IRPEF in 3 aliquote flat tax incrementale per tutti, superamento dell'IRAP, novità su IRES e IVA. Ecco la riforma fiscale 2023 nei 21 articoli

di Giovanni Emmi

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La legge delega sulla riforma fiscale 2023 del Governo Meloni è pronta ad essere presentata in Consiglio dei Ministri, entro la prossima settimana.

Si tratta di una svolta importante per la riforma del sistema fiscale italiano, che verrà attuata gradualmente nel corso dei prossimi due anni.

Tra le novità più significative, la rimodulazione dell’IRPEF in 3 aliquote, rispetto ai 4 precedenti scaglioni. Ma anche flat tax incrementale, superamento dell’IRAP, novità su IRES e IVA.

Ecco la riforma fiscale 2023 riassunta in 21 articoli.

1. Definizione ed obiettivo

La riforma fiscale 2023, in 21 articoli, ha iniziato il suo iter e il suo percorso normativo. Destinazione: ridefinire il nostro sistema impositivo e renderlo sempre più aderente al dettato della costituzione e delle norme europee, ma allo stesso tempo anche flessibile e snello rispetto alle esigenze delle imprese e dei lavoratori.

Il primo obiettivo è la certezza del diritto, che in campo tributario non è un obiettivo scontato e facile da raggiungere, vista la complessità del sistema tributario italiano, riconosciuta in Italia e all’estero, come disincentivo alla libera attività di impresa.

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2. Efficienza e meno carico fiscale

È fondamentale stimolare la crescita, attraverso una doppia azione che deve essere attivata in modo complementare:

  • efficienza del carico fiscale;
  • riduzione del carico fiscale.

La riscossione delle imposte ha dei costi di gestione, a volte, difficili da sostenere. Il vantaggio per l’erario non sempre è compatibile con le spese di incasso che lo Stato o gli enti locali devono sostenere per stare in linea.

Si rende necessaria una ottimizzazione del quadro delle imposte, finalizzato a realizzare un risparmio per il sistema che, accoppiato alla riduzione del carico complessivo, possa essere un beneficio per tutta l’economia, senza grossi sacrifici che stravolgano il bilancio.

La lotta all’elusione e all’evasione fiscale è da sempre la bandiera di ogni nuovo governo che si insedia. La vittoria non è cosa certa, ma molto complicata in alcuni frangenti. Per vincere questa battaglia oggi ci sono gli strumenti tecnologici e digitali e la possibilità di accedere a numerose banche dati e informazioni, anche internazionali. Introdurre nuove misure per accelerare le dinamiche di elaborazione dei dati ed evitare la bulimia di informazioni che, al contrario, potrebbe essere un ostacolo al contratto all’evasione.

Il sistema tributario italiano deve e può essere razionalizzato, attraverso alcune misure:

  • la codificazione delle norme e il ricorso al testo unico è un modo per rendere più semplice e leggibile la lettura e interpretazione delle norme tributarie;
  • favorire l’interscambio delle banche dati per facilitare il reperimento e l’analisi delle informazioni agli organi di verifica;
  • eliminare tutti i tributi poco significativi da un punto di vista dell’importo e della rilevanza nel nostro panorama tributario

Un altro problema irrisolto al quale si tenterà di dare soluzione sono le dichiarazioni dei contribuenti. I tempi del modello di dichiarazione IRPEF, il c.d. 740 “lunare”, sono ormai lontani e le precompilate sono una realtà, tuttavia ancora molto c’è da fare sulla strada della semplificazione degli adempimenti. Con la digitalizzazione e la automazione dei processi, ci si augura di arrivare a un punto di svolta anche nel rapporto tra contribuente e fisco.

3. Fiscalità internazionale

Sul fronte internazionale, la riforma fiscale 2023 si pone l’obiettivo di centrare alcuni ambiziosi obiettivi che sono sempre stati nel mirino dell’Italia ma, per un motivo o per l’altro, è sempre stato difficile attuare.

L’armonizzazione delle norme tributarie al sistema comunitario e internazionale è un percorso che prosegue senza sosta da molti anni e che ha migliorato la compatibilità del nostro fisco con quello degli altri stati. Grandi passi in avanti sono stati fatti sul tema dello scambio di informazioni e sullo scambio di dati finanziari.

Un impegno preciso della riforma fiscale 2023 è quello di disciplinare in modo coerente le norme sulla residenza fiscale delle persone fisiche e giuridiche, dalle quali dipendono molti degli accordi bilaterali tra gli stati in materia di doppia imposizione.

Un sistema fiscale maggiormente comprensibile sarà il giusto viatico per l’attrazione degli investimenti esteri, per i quali, a dire il vero, esistono corsie preferenziali, con lo scopo di incentivare e mettere a proprio agio, da un punto di vista fiscale e burocratico, le società di diritto internazionale che intendono scommettere sul Belpaese.

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4. Statuto del contribuente

Con la riforma fiscale si intende fare chiarezza e, finalmente, mettere davvero a regime lo statuto del contribuente, croce e delizia del diritto tributario.

Lo statuto è un insieme di norme condivisibili ma, spesso, poco attuabili per delle congenite defaillance della nostra Pubblica amministrazione che non ha la mentalità e le risorse tecnologiche o umane, all’altezza delle imprese, con le quali interagisce quotidianamente.

Nel tentativo di mettere in sicurezza il rapporto con il contribuente, la prima mossa è quella di definire, nell’atto impositivo le motivazioni, in modo chiaro e puntuale e garantire al contribuente un principio generale di affidamento verso la pubblica amministrazione.

L’interpello e l’autotutela saranno due istituti da rafforzare, per anticipare il contenzioso e, addirittura, le attività di accertamento, da parte degli uffici fiscali.

Infine, ultimo ma non meno importante, una definizione del principio di invalidità degli atti tributari che, attraverso una pedissequa elencazioni di specifiche fattispecie, giunga a rafforzare la certezza del diritto che, come si è già detto all’esordio di questo articolo, rappresenta il fulcro del rapporto tra il cittadino-contribuente e lo stato-riscossore.

5. Flat tax per tutti

Il tema dei tributi ruota attorno alla questione del principio costituzionale della progressività dell’imposizione. Con la riforma fiscale del 2023, si intende semplificare il sistema tributario italiano senza pregiudicare il principio costituzionale.

Il primo passaggio da fare per i tributi, in special modo per l’IRPEF, è quello di passare al regime della flat tax per tutte le categorie reddituali, in due scatti progressivi:

  • passaggio a tre aliquote;
  • passaggio alla flat tax per tutti

A seguire la razionalizzazione del sistema delle esenzioni e detrazioni fiscali, che generano una spesa di quasi 200 miliardi in Italia.

Con questa razionalizzazione sarà semplice comprendere la tassazione prevista anche per le persone fisiche, riducendo le disparità e consentendo una corretta pianificazione fiscale.

Su due inglesismi si gioca un’altra fetta importante della c.d. equità orizzontale:

La creazioni di sistemi omogenei di tassazione IRPEF tra dipendenti, pensionati e partite iva è uno dei punti principali di questa riforma, sulla quale si punta molto per limitare le sperequazioni attuali tra le varie categorie reddituali.

Le novità interessano tutte le categorie reddituali a partire dai redditi fondiari. In questa categoria le novità interessano l’innovazione e la semplificazione.

Sul fronte dell’innovazione, gli strumenti digitali di rilevazione delle informazioni del catasto da un punto di vista del reddito dominicale e/o agrario e l’innovazione delle culture sono uno dei motivi della riclassificazione ad esempio delle vertical farm.

La classificazione della colture e un aggiornamento delle informazioni reali, su un impianto catastale, tutto sommato ancora vetusto, sono facilitati dagli strumenti digitali anche di rilevazione, che consentono di adeguare il dato informatico alla realtà “sul campo”.

Per i fabbricati commerciali, a certe condizioni, è prevista la determinazione dell’imposta sul modello della cedolare secca, con il doppio obiettivo di semplificare la gestione dei contratti di locazione e

I redditi finanziari sono un altro punto della riforma. L’elemento centrale è la tassazione dell’effettivo guadagno, in un orizzonte temporale più lungo. Probabilmente è meno semplice questa nuova gestione ma, sicuramente, si privilegia la capacità contributiva e il principio costituzionale di progressività, limitando le penalizzazioni per i risparmiatori, rispetto agli investitori istituzionali.

I redditi di impresa sono tassati in modo diverso se li produce una società o una ditta individuale, con questa riforma si crea un regime di tassazione ad aliquota proporzionale, anche per l’IRPEF, oltre che per l’IRES.

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6. Global minimum tax

Per rendere il nostro sistema imprenditoriale più attrattivo, rispetto ad altri stati esteri, è stata proposta la global minimum tax.

In pratica si tratta di una tassazione agevolata al 15% sull’IRES per le multinazionali che investono in Italia, premiando quelle che producono investimenti di qualità e incrementi di occupazione.

7. Cambiano IRAP e IVA

Non solo IRES e IRPEF, anche l’IRAP e l’Iva saranno interessate da profondi cambiamenti che avranno una introduzione graduale ma sistematica. L’Iva sarà razionalizzata, ottimizzando i tempi dei rimborsi e riducendo il numero delle aliquote.

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8. Abolizione IRAP

Per l’IRAP è prevista la graduale abolizione, prima per le società di persone e poi di capitali, con la progressiva introduzione di una sovraimposta ires per finanziare la spesa pubblica sanitaria, in precedenza coperta con l’imposta regionale per le attività produttive.

9. e 10. Imposte minori

Altre modifiche, meno significative dal punto di vista del gettito, finalizzate soprattutto alla semplificazione e razionalizzazione anche per le c.d. imposte minori e per alcune discipline antielusive, quali, ad esempio, la disciplina per le società di comodo, crisi di impresa e terzo settore.

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11. e 12. Diritto doganale e accise

Sul fronte del diritto doganale e delle accise, due argomenti spinosi, anche se limitati ad alcune imprese, vi saranno delle novità sul fronte della telematica.

In entrambi i sistemi di controllo è fondamentale qualificare gli operatori, per evitare le frodi e classificare le attività che questi svolgono.

Saranno potenziati tutti gli strumenti finalizzati alle verifiche periodiche, al fine di migliorare la tempestività nel rilevare eventuali inadempienze.

13. Autonomia regionale

L’autonomia regionale sarà accelerata attraverso l’istituzione di tributi regionali e una sempre maggiore connessione tra l’incasso delle imposte e la spesa. L’introduzione di queste misure sarà progressiva, per evitare che il sistema dei servizi regionali possa risentirne.

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14. Enti locali minori

Stesso percorso anche per gli enti locali minori, obiettivo dichiarato quello di aumentare l’autonomia nella spesa e nel gettito, evitando più passaggi di trasferimenti erariali all’interno del sistema tributario pubblico.

15. Giochi, lotterie, scommesse: pronto un riordino

Il riordino della disciplina dei giochi non ha solo una finalità di gettito ma, soprattutto educativa e di tutela della fede pubblica. Sono previsti strumenti ulteriori di controllo e di disincentivazione di questo fenomeno e, allo stesso tempo, una pianificazione territoriale nella dislocazione delle sedi di gioco aperte al pubblico.

Le sanzioni sono una delle note dolenti del nostro sistema tributario, in quanto incidono da un lato sul rapporto con il contribuente e, dall’altro, sulla capacità di gettito derivante dalle attività di verifica e, conseguentemente, dalla capacità di spesa pubblica per i servizi dello Stato e degli enti territoriali.

Per questo motivo si è pensato di procedere in direzione di una repressione meno incisiva verso gli evasori, intervenendo con un rafforzamento delle misure di compliance (la tax compliance volontaria). Il principio che sta alla base è quello di facilitare l’incasso attraverso un adempimento più agevole, coinvolgendo maggiormente i professionisti in queste attività di adesione.

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17. Accertamento tributario

Due le novità assolute sulle quali il sistema di accertamento tributario fa affidamento per migliorare le performance del recupero:

  • concordato preventivo biennale, un accordo preventivo sul pagamento delle imposte sviluppato dal fisco e proposto al contribuente che lo approva;
  • cooperative compliance con meccanismi premiali e incentivanti sulla prescrizione dell’accertamento fiscale.

18. Riscossione più semplice

La semplificazione della riscossione sarà il veicolo per accelerare le procedure di recupero, che si baseranno sul superamento del ruolo esattoriale. Vi sarà una armonizzazione delle fasi di gestione del credito che dovrebbero anche incidere sui costi del recupero forzoso, oggi molto ingenti.

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19. Contenziosi più veloci

Velocizzare il contenzioso con l’accesso alle procedure da remoto e l’eliminazione dell’istituto del reclamo/ mediazione che, di fatto, rappresenta una duplicazione del ricorso tributario, senza un vero e proprio effetto positivo sulla riduzione delle cause tributarie.

20. Sanzioni

Novità per le sanzioni nella riforma fiscale 2023, che poggiano sul principio della proporzionalità. Negli ultimi anni si sono succeduti casi eclatanti di recupero di somme in cui il rapporto tra sanzione e sorte capitale era palesemente squilibrato. L’incidenza di questo fenomeno, crea un effetto negativo sulla percezione della equità del sistema tributario sui cittadini che si ripercuote sulla compliance.

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21. I tempi per la codificazione

Le novità molto corpose della riforma fiscale non sono solamente di merito, rispetto alle scelte che dovrà operare il contribuente, ma anche nei tempi che sono stati dettati per l’agenda legislativa.

Il punto 21 della riforma descrive i tempi per la codificazione del diritto tributario e dei testi unici, molto ambiziosa, anche se auspicabile.

Entro 24 mesi tutte queste misure dovrebbero essere operative e portare una ventata di novità per le imprese e i cittadini a partire dall’IRPEF. Tutti ci auguriamo che qualcosa cambi nel sistema fiscale italiano che, insieme alla riforma della Pubblica amministrazione e della giustizia italiana appaiono dei temi non più procrastinabili.

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Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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