PMI e digitalizzazione: con Amazon aumentano le vendite all’estero

La digitalizzazione è importante per le PMI italiane: gli ultimi dati rilevano un aumento del fatturato per le PMI che hanno un e-commerce, o che vendono su Amazon. Ecco il report completo.

di Valeria Oggero

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PMI e digitalizzazione
  • Secondo recenti dati, le PMI italiane non starebbero al passo con la digitalizzazione in Europa. Tuttavia Amazon rappresenta una risorsa importante per le vendite all’estero.
  • Con Amazon le PMI italiane hanno venduto all’estero nel 2021 beni per 800 milioni di euro.
  • L’e-commerce per le PMI rappresenta un valido strumento per rivolgersi a nuovi mercati, tra cui quelli esteri.

La digitalizzazione delle PMI italiane è più lenta rispetto alle imprese degli altri stati europei, tuttavia segna dei risultati positivi. L’economia legata all’e-commerce cresce e le PMI individuano nella vendita online un mezzo per aumentare le proprie vendite e i guadagni.

L’utilizzo dell’e-commerce, anche tramite la piattaforma Amazon, permette alle PMI di rivolgersi a nuove fette di mercato, e di vendere prodotti anche fuori confine. Uno studio recente di Netcomm, con European House – Ambrosetti, segnala però che l’Italia si trova ancora al diciottesimo posto in Europa per innovazione digitale.

L’Italia quindi è ancora indietro rispetto a molti paesi del continente, tuttavia allo stesso tempo si registrano segnali positivi: l’e-commerce per molte imprese sta diventando uno strumento indispensabile per generare nuovi profitti.

PMI e digitalizzazione: a che punto è l’Italia

Quando si parla di digitalizzazione, in Italia si assiste ad un progressivo miglioramento delle infrastrutture digitali, sia nel pubblico che nel privato. Molte imprese hanno scelto, già dall’arrivo della pandemia, di affiancare la vendita offline, ovvero presso negozi fisici, alla proposta online, tramite negozi digitali, ovvero aprendo un e-commerce.

Secondo la recente ricerca Netcomm, con European House – Ambrosetti, l’Italia si trova al diciottesimo posto rispetto agli altri paesi europei per digitalizzazione. E questo nonostante l’e-commerce sia uno dei principali fattori di crescita dell’economia in questi anni, e nonostante questa fetta di mercato abbia un valore in Italia di 71 miliardi di euro.

Le potenzialità dell’e-commerce sarebbero quindi in parte inespresse nel paese, e c’è un grande margine di miglioramento. Le PMI che scelgono di adottare sistemi di vendita online percepiscono ricavi maggiori, e vendono all’estero in misura maggiore rispetto a chi non utilizza questi strumenti.

Ad oggi almeno 9 persone su 10 acquistano online: questo dato è rilevante per il business delle imprese italiane, e per le PMI vendere sul web potrebbe fare la differenza. Le imprese che lavorano con un e-commerce proprio, o affidandosi a piattaforme esistenti come Amazon, guadagnano nettamente di più.

Ma quali sono le ragioni per cui l’Italia si trova ancora indietro, nonostante i dati dimostrino che con la vendita online aumentano i profitti? Le ragioni sarebbero da ricollegare a fattori culturali e di scarsità di competenze digitali.

Il problema delle competenze per la digitalizzazione

Uno dei problemi collegati allo sviluppo dell’e-commerce presso le imprese riguarda la mancanza di competenze per procedere con la digitalizzazione. Mancherebbero quindi le conoscenze informatiche utili a sviluppare il business nella direzione della vendita online.

Secondo la ricerca infatti, il 58 per cento degli italiani tra i 16 e 74 anni non possiede competenze digitali di base. Si tratta di un gap di conoscenze che frena l’evoluzione dell’e-commerce. Nonostante la transizione digitale, voluta anche dai governi recenti, le imprese presentano un deficit di competenze che non permette il passaggio al digitale.

Una spinta in questa direzione l’ha data soprattutto l’arrivo della pandemia, momento in cui molte attività hanno scelto di riferirsi agli strumenti digitali per rimanere attive durante i periodi di lockdown, e riuscire così a rimanere aperte nonostante la crisi.

Altre imprese hanno chiuso battente proprio durante la pandemia, a causa dell’inflazione e della crisi economica che ne è conseguita. Molte PMI italiane hanno cavalcato l’onda della digitalizzazione partendo proprio dalla pandemia, e investendo nella formazione in questo senso.

Tuttavia le lacune sulle competenze informatiche sono ancora rilevanti, e costituiscono un freno allo sviluppo dell’economia in una direzione digitale.

Oltre a questo, va anche riscontrato come fattore di impedimento allo sviluppo anche quello culturale, per cui spesso vi è una vera e propria contrapposizione tra vendita fisica dei prodotti e vendita online, per cui le PMI scelgono spesso di proseguire con metodi tradizionali di vendita.

Mariangela Marseglia, country manager di Amazon.it e Amazon.es, ha rilevato gli svantaggi di questa contrapposizione:

“Questa visione di contrapposizione tra online e offline semplicemente non è coerente con il modo in cui 9 persone su 10 in Italia fanno i propri acquisti, ovvero in maniera ibrida, sia nei negozi fisici che su internet.”

tot business

Con Amazon le PMI italiane vendono all’estero

Un dato positivo è quello che riguarda le vendite online con Amazon: molte PMI italiane infatti, non disponendo di un proprio e-commerce in cui proporre online i propri prodotti, hanno scelto di affiliarsi ad Amazon, aprendo un negozio virtuale su questa piattaforma.

Le PMI italiane che utilizzano Amazon per vendere online spesso riescono ad aprirsi a nuovi mercati, anche all’estero, a causa della velocità e semplicità di acquisto sulla piattaforma. Alcuni dati relativi agli anni scorsi dimostrano come le imprese italiane che adottano questo strumento effettivamente ottengono ricavi non indifferenti.

Nel 2021 le PMI italiane che vendono su Amazon.it (circa 20.000) hanno registrato vendite all’estero per circa 800 milioni di euro, e di questi, almeno 60 milioni sono stati registrati al di fuori fuori dall’Unione Europea. 

Questi dati suggeriscono come questo strumento possa essere un potente veicolo per le PMI italiane per promuoversi all’estero, non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo. Poter vendere su Amazon è molto semplice, la procedura è veloce e guidata.

Come vendere su Amazon

Per le PMI italiane che vendono su Amazon sicuramente viene garantito l’accesso a nuovi mercati, grazie alla visibilità e notorietà di questo portale online. Per iniziare a vendere su Amazon è possibile proporre prodotti sia come privato, entro certi limiti, sia come Partita Iva, ovvero con la propria PMI.

Per farlo è sufficiente registrarsi al portale come venditore, e scegliere tra due piani proposti da Amazon:

  • piano individuale: per chi vende meno di 40 articoli al mese, per chi ancora sta decidendo cosa vendere, e senza strumenti di vendita avanzati, costa 0,99 euro di commissione ad articolo venduto;
  • piano professionale: per chi vende più di 40 articoli al mese, e vuole accedere a strumenti più avanzati come le API per i report di vendita. Costa 39 € al mese e non ci sono commissioni di chiusura fisse.

Vendere su Amazon è piuttosto semplice, inserendo i propri dati identificativi. I costi per l’abbonamento al servizio sono contenuti. A questi costi si sommano poi le spese di spedizione e di logistica in base alle soluzioni scelte.

PMI e digitalizzazione: perché è importante

La digitalizzazione per le PMI italiane è importante perché porta a diversi vantaggi, misurabili. In linea generale adottare gli strumenti digitali garantisce un aumento della performance dell’impresa: vengono ottimizzati i processi, snelliti i passaggi, aumentano le vendite.

Per la trasformazione digitale sono necessarie competenze, che si possono acquisire tramite specifica formazione, e l’impiego di strategie specifiche per promuovere l’attività anche online. Ad oggi sia le imprese che i professionisti spesso ricorrono al digitale come strumento principale di marketing e promozione.

L’e-commerce ha il vantaggio di poter essere affiancato al negozio fisico, per cui i dati dimostrano che chi sceglie di utilizzare i metodi di vendita tradizionali insieme a quelli digitali ottiene risultati migliori. Anche i dati che riguardano le abitudini di acquisto dei consumatori sono chiari.

Secondo l’Osservatorio e-commerce della Scuola di Management del Politecnico di Milano e di Netcomm, nel 2022 gli acquisti online sono aumentati del 20% rispetto all’anno precedente, evidenziando come le persone scelgano molto spesso di comprare online.

Le motivazioni sono semplici: semplicità di acquisto, immediatezza, possibilità di ricevere a un prezzo vantaggioso i prodotti al proprio domicilio.

PMI e digitalizzazione – Domande frequenti

Qual è lo stato di digitalizzazione delle PMI italiane?

L’Italia a livello di imprese è diciottesima in Europa per digitalizzazione: le motivazioni sono principalmente di tipo culturale e dovute alla mancanza di competenze informatiche.

Cos’è la digitalizzazione e perché è importante per le PMI?

La digitalizzazione consente di trasferire agli strumenti digitali processi e strategie aziendali. La trasformazione è importante per ottimizzare i processi e aumentare le vendite.

Quali vantaggi porta la digitalizzazione alle PMI italiane?

La digitalizzazione consente alle PMI italiane di accedere ad un mercato più ampio, nel caso della creazione di un e-commerce, vendendo anche all’estero. Ecco i dati degli ultimi anni.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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