E-commerce: sale il fatturato, ecco i dati italiani

Il fatturato dell'e-commerce mondiale è in costante crescita. Ecco tutti i dati, e quali sono le pratiche da assolvere per aprire la Partita Iva ed operare nel settore.

Ecommerce dati 2022
  • L’e-commerce sbanca a livello mondiale, con un incremento delle vendite nel 2022 del 15%.
  • In Italia, attraverso lo shopping online, si è arrivati a fatturare 40 miliardi di euro.
  • Per avviare un e-commerce è necessario aprire una Partita Iva per vendere online in modo continuativo.

Cresce il fatturato dell’e-commerce mondiale. Una recente analisi sulle vendite online nel 2022 ha messo in evidenza che i numeri migliorano. E sono destinati a brillare anche nel corso dei prossimi anni. Le previsioni delineano un 2022 particolarmente scoppiettante: 101 miliardi di dollari di fatturato, con un incremento del 15% rispetto al 2021.

Le prospettive sono buone anche per i prossimi anni: nell’arco di 5 anni si prevede che il fatturato possa arrivare a 160 miliardi di dollari. Solo e soltanto per il 2022 si stima che l’e-commerce rappresenti qualcosa come il 19% delle vendite al dettaglio mondiale. Quota che toccherà il 25% entro la fine del 2027. L’andamento in positivo coinvolge anche l’Italia.

E-commerce 2022: vendite in rialzo

Per il 2022 i numeri dell’e-commerce sono realmente sbalorditivi. Le vendite globali hanno avuto un incremento e raggiunto i 5,4 trilioni di dollari. Gli Stati Uniti e la Cina, da soli, rappresentano il 52% di questa cifra. Sono sette i mercati che coprono il 61% del totale delle vendite, pari a 3,3 trilioni di dollari:

  • Stati Uniti;
  • Cina;
  • Giappone;
  • Germania;
  • Regno Unito;
  • Canada;
  • Australia.

Volendo dare uno sguardo a quello che avviene nei sette paesi dove l’e-commerce fa da padrone possiamo facilmente sottolineare:

  • in Cina nel corso del 2022, le vendite online sono cresciute del 5,6%. La crescita è più lenta rispetto a quella dello scorso anno, che era stata pari al 10%;
  • negli Stati Uniti l’e-commerce è destinato a crescere ancora del 25%;
  • nel Regno Unito, invece, le vendite online dovrebbero calare del 3,6%, registrando una forte inversione di tendenza rispetto al passato;
  • in Germania si stima una crescita del 14%, in netto miglioramento rispetto al 2021 quando si era attestata intorno al 12% e superiore alla media triennale pre-pandemia, quando era pari al 10%;
  • crescita del 12% in Giappone, una percentuale superiore rispetto a quella registrata precedentemente;
  • valori in crescita anche in Canada, dove lo shopping online ha portato a casa un +10,1%;
  • numeri positivi anche in Australia, dove si prevede una crescita dell’8,4%, comunque inferiore a quello del 2021, quando si era attestato su un +24%.

Le stime di vendita tramite e-commerce per il 2023 sono in positivo: si parla di un aumento generale delle spedizioni previste per tutto l’anno almeno dell’8%, in confronto al 2022.

E-commerce in Italia

E-commerce in Italia: prospettive 2023

A spingere gli Italiani a comprare online gli scorsi anni è stata principalmente la pandemia, ed il conseguente lockdown. In Italia, gli abitanti che hanno deciso di fare acquisti online nel 2021 erano saliti a quota 40%, contro il 31% del 2020. Questo corrisponde ad un valore pari a 40 miliardi di euro.

Numeri che, al momento, non bastano a piazzare il nostro paese sul podio delle nazioni in cui brilla l’e-commerce, dato che siamo alla ventisettesima posizione su 36 nazioni, stando ai dati che sono stati diffusi dalla Commissione Europea.

Negli altri paesi dell’area euro, la percentuale media è pari al 60%, con paesi come la Francia e la Germania che arrivano rispettivamente al 66% e al 69%. La Spagna è molto più avanti di noi, con il suo buon 55%, mentre la Grecia tocca il 47%. I paesi scandinavi rappresentano un universo completamente diverso, arrivando al loro 80% circa.

Ma perché l’Italia è così indietro, quando si parla di e-commerce? Ai consumatori nostrani non piace lo shopping online? A tenere a freno la carta di credito degli italiani non sembrano essere ragioni anagrafiche.

Tra i giovani, con età compresa tra i 16 ed i 24 anni, chi ha effettuato un acquisto tramite un e-commerce sale al 51%. In Italia le persone più avvezze con gli acquisti online sono quelle con un’età compresa tra i 25 ed i 34 anni, tra i quali gli e-shopper raggiungo il 57%. In questa fascia d’età i loro coetanei europei sono molto di più, arrivando a toccare quota 75%.

Per l’Italia si stima nel 2023 un aumento della vendita tramite e-commerce, che supererà i 45 miliardi di euro, segnando un +14%. Gli italiani quindi quest’anno potrebbero spendere mediamente di più per acquistare prodotti online.

Come aprire una Partita Iva per e-commerce

Chi avesse intenzione di lavorare nell’e-commerce deve ricordare di svolgere alcuni adempimenti, come quello di aprire una partita Iva entro 30 giorni dall’inizio della sua attività.

Il codice Ateco da utilizzare sarà: 57.91.10. Per poter aprire un’attività che venda prodotti online è necessario, inoltre, costituire una ditta individuale, iscrivendosi alla Camera di Commercio della provincia di residenza. Successivamente sarà necessario effettuare tutte le comunicazioni previste per l’apertura della propria posizione previdenziale Inps, presso la gestione Commercianti.

Le operazioni, che abbiamo elencato fino a questo momento, potranno essere effettuate tramite la procedura denominata Comunica: è una pratica telematica, che permette di trasmettere contemporaneamente agli enti interessati la documentazione necessaria. E serve per assolvere alle relative pratiche burocratiche.

Il passo successivo è quello che riguarda l’invio della Scia comunale. Si tratta della Segnalazione Certificata di Inizio Attività, che deve essere indirizzata al Suap, lo sportello unico attività produttive del proprio comune

Per effettuare la Scia in Comune, è necessario essere in possesso delle seguenti informazioni, che dovranno essere indicate nella documentazione:

  • l’indirizzo del sito internet attraverso il quale saranno venduti i prodotti;
  • la sede fisica presso la quale sarà svolta l’attività;
  • categoria merceologica nella quale rientrano i prodotti che saranno venduti nell’e-commerce;
  • indirizzo Pec, ossia la posta elettronica certificata, al quale verranno inviate le comunicazioni ufficiali.

E-commerce – Domande frequenti

A quanto ammontano le vendite effettuate tramite gli e-commerce?

Entro la fine del 2022 si è stimato il raggiungimento di 5,4 trilioni di dollari nel mondo.

In Italia lo shopping online funziona?

Nel corso del 2020 le vendite online sono salite del 40%, arrivando a quota 40 miliardi di euro di fatturato nel 2022. Si ipotizza una crescita anche per il 2023. Ecco tutti i dati.

Bisogna aprire una Partita Iva per avere un e-commerce?

Sì, utilizzando la procedura denominata Comunica è possibile effettuare tutte le pratiche online. Sarà necessario, infatti, oltre alla Partita Iva, aprire una ditta individuale e comunicare la posizione previdenziale all’Inps

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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