- Per freelance si intende il lavoratore libero professionista che collabora con altri autonomi, società o organizzazioni senza un contratto di tipo subordinato.
- I freelance sono tenuti ad aprire la partita IVA per lavorare con continuità nel tempo e devono pagare le imposte e i contributi in autonomia.
- Lavorare come freelance vuol dire guadagnare potenzialmente più di un lavoratore dipendente, ma anche avere meno garanzie e assenza di ferie e permessi pagati.
Alcuni potrebbero trovare più vantaggioso lavorare come dipendenti di un’azienda, mentre per altri è un importante traguardo mettersi in proprio e diventare, quindi, freelance. Ma cosa fa e quanto guadagna?
Viene considerato freelance qualsiasi lavoratore autonomo o libero professionista che lavora con altre aziende, organizzazioni o con altri professionisti, ma senza il vincolo di subordinazione.
I lavoratori freelance trovano i clienti e offrono loro servizi, senza il vincolo dell’esclusività, senza dover sottostare a obblighi sull’orario lavorativo o sul luogo di lavoro, per cui in alcuni casi si può applicare lo smart working. Ma vediamo come diventare freelance e quando è necessario aprire la partita IVA.
Indice
Cosa significa freelance
La parola inglese freelance significava originariamente “mercenario” (free-lance, ossia “lancia indipendente” o “lancia libera”). Questo termine quindi oggi indica un professionista non legato a un datore di lavoro specifico, ma che riceve ricavi da più committenti.
Per questo, anche in Italia si utilizza questo termine per indicare quei professionisti che lavorano senza essere dipendenti di un’azienda.
In realtà, in Italia sono considerati freelance sia il libero professionista che il lavoratore autonomo, che offrono le proprie prestazioni ad altri soggetti dietro corrispettivo.
Negli anni sempre più professionisti hanno deciso di intraprendere questa strada, anche grazie alle agevolazioni fiscali, come il regime forfettario e man mano questa modalità si è fatta sempre più spazio nel mondo del lavoro.
Anche le aziende oggi fanno sempre più ricorso ai liberi professionisti, in quanto rappresentano anche un risparmio economico. La legge italiana negli ultimi anni si è arricchita di misure mosse a tutela dei freelance, offrendo regimi fiscali agevolati. Queste novità hanno reso sempre più allettante diventare freelance.
I principali lavori da freelance più richiesti oggi sono collegati al mondo digitale, e sono:
- giornalista o pubblicista;
- copywriter o web writer;
- ghostwriter, trascrittore, editor;
- graphic designer;
- fotografo, editor di video e videomaker;
- social media manager e social media specialist;
- traduttore e interprete;
- sviluppatore di siti internet, sviluppatore software;
- SEO specialist;
- consulente di marketing;
- web designer;
- tester di siti web;
- programmatore.
Come diventare freelance
Per diventare freelance bisogna avviare la propria attività da professionista o lavoratore autonomo. Tra i primi passaggi da compiere per diventare freelance c’è l’apertura della partita IVA.
Infatti, è fondamentale per i liberi professionisti e i lavoratori autonomi essere in regola con il fisco per non rischiare di dover pagare multe salate ed essere segnalati all’Agenzia delle Entrate.
Oltre alla partita IVA, è necessario anche aprire la posizione previdenziale all’INPS nella Gestione Separata o nella Gestione Artigiani e Commercianti, per poter versare i contributi previdenziali. Se si svolge un’attività freelance è anche possibile individuare un Ordine professionale a cui iscriversi e in base a questo possono cambiare i contributi da versare, in base alla cassa specifica.
Altro passaggio fondamentale è la ricerca dei clienti e quindi la stipula dei contratti di lavoro da freelance a seguito di una trattativa. Spesso chi diventa freelance ha alle spalle diversi anni di esperienza svolta come dipendente e ha seguito corsi di formazione specifici per il proprio settore.
Quanto guadagna un freelance
Il compenso riconosciuto al freelance viene pattuito con l’azienda con cui si avvia la collaborazione e viene inserito nel contratto di collaborazione per freelance oppure dal pagamento dei clienti per determinati prodotti o servizi.
Non è possibile stabilire quanto guadagna in generale un freelance e va ricordato che ogni anno il reddito prodotto complessivamente può essere differente.
Molto dipende anche dalle tariffe che il singolo freelance impone alla sua clientela e agli accordi specifici presi con i singoli committenti, che possono essere più o meno stabili nel tempo. Il guadagno è variabile e non fisso, al contrario dei lavoratori dipendenti e ogni mese può cambiare.
Freelance e partita IVA
Lavorare come freelance non significa obbligatoriamente aprire la partita IVA. Infatti, questa deve essere aperta quando l’attività è svolta in maniera:
- professionale;
- continuativa;
- abituale.
I liberi professionisti che rientrano in particolari settori, invece, sono obbligati ad aprire la partita IVA. Per farlo, i freelance devono svolgere alcune procedure burocratiche, come l’invio di opportuna documentazione, come il modello AA9/12 dedicato alle persone fisiche, per comunicare all’Agenzia delle Entrate l’apertura dell’attività.
In questa fase bisogna anche:
- individuare il codice Ateco relativo all’attività svolta;
- scegliere quale regime contabile adottare;
- aprire una posizione previdenziale all’INPS.
Adottando il regime forfettario gli autonomi pagano la cosiddetta flat tax, o imposta sostitutiva, pari al 15% (5% per i primi 5 anni) sulla base imponibile. A partire dal 2024, possono aderire al regime forfettario i freelance che non superano gli 85.000 euro di ricavi in un anno.
Pur non potendo portare in detrazione le spese, i forfettari possono fare una stima dei costi in base al codice Ateco relativo all’attività. Infatti, per ogni codice Ateco corrisponde un coefficiente di redditività, con cui si calcola la base imponibile a cui vengono applicate le aliquote di imposte e contributi.
Quindi, se il coefficiente di redditività è del 78%, ciò significa che il 22% dei ricavi sono considerati dei costi, su cui non si applicano le imposte.
Tramite regime fiscale ordinario invece non vi è alcun limite massimo di reddito e le aliquote IRPEF variano dal 23% al 43% in base al guadagno totale prodotto. A queste tasse si potrebbero sommare poi altre imposte in base al caso specifico. Per la scelta del regime fiscale è utile affidarsi ad un commercialista esperto.
Come trovare lavoro da freelance
I freelance gestiscono in autonomia il proprio lavoro, ovvero possono intraprendere collaborazioni con diversi soggetti e avere diversi clienti, al contrario di ciò che accade per chi lavora come dipendente, per un’unica azienda.
Da un certo punto di vista quindi chi ha una partita IVA ha maggiori possibilità e libertà di azione, ma deve comunque avere buoni doti organizzative e di conoscenza del settore in cui si muove per sviluppare al meglio la propria attività.
Per trovare lavoro come freelance ci sono diverse strade da percorrere: dal più tradizionale passaparola alla costruzione di un sito web utile a promuoversi, fino all’applicazione di diverse tecniche più o meno costose di marketing e pubblicità.
Oggi grazie al digitale è possibile sviluppare pubblicità e sponsorizzazioni mirate e creative per farsi conoscere sul web, ma anche strategie “di persona” possono funzionare molto bene: proporre sconti, promozioni periodiche, organizzare eventi sono solo alcune idee possibili per trovare clienti.
Online è anche possibile lavorare fornendo la propria consulenza o servizio professionale agendo attraverso alcuni portali, ovvero piattaforme di intermediazione per freelance intorno a particolari settori lavorativi.
Portali online per freelance
Oggi ci sono molte piattaforme online per freelance in cui clienti cercano professionisti e i professionisti si rendono disponibili per nuovi progetti.
Tra i più popolari ricordiamo:
- Fiverr;
- Upwork;
- Addlance;
- Freelancer.
Oltre a queste, anche i social come Facebook e LinkedIn sono strumenti ottimi per trovare nuovi clienti, soprattutto entrando a far parte di gruppi dedicati alla professione. Ogni lavoratore autonomo poi può mettere in campo le proprie strategie di comunicazione per individuare nuovi clienti e proporre una propria presentazione online tramite sito web.
1. Come funziona Fiverr
Fiverr è una piattaforma internazionale a cui i professionisti possono iscriversi per farsi trovare dai potenziali clienti e prevede una commissione sui lavori svolti.
Con questa piattaforma i freelance stabiliscono il prezzo delle prestazioni e possono anche proporre pacchetti di servizi.
Tuttavia, Fiverr prevede una commissione intorno al 5,5% su tutti i lavori proposti. Nello specifico, la piattaforma propone un servizio di base e uno avanzato, Fiverr Pro. Questa piattaforma è disponibile sia per i professionisti che cercano committenti per cui lavorare sia, al contrario, per imprese che cercano freelance specializzati in un certo settore.
In particolare vengono presi in considerazione soprattutto ambiti come la scrittura, la grafica, la programmazione, la produzione di video, l’interior design e il marketing.
2. Come funziona Upwork
Upwork è una piattaforma molto popolare e anche in questo caso è disponibile in tutto il mondo, perfetta quindi per i lavoratori autonomi che cercano clienti sia a livello nazionale che internazionale.
La piattaforma mette in contatto liberi professionisti e aziende e oggi conta 70 categorie di lavoro differenti. Si tratta di uno dei principali portali online dedicati ai freelance, soprattutto in ambito digitale.
Con Upwork, quindi, il professionista può candidarsi al progetto, da cui viene stipulato un vero e proprio contratto di collaborazione. Le aziende allo stesso tempo possono ricercare il freelance più adatto tramite il portale. La commissione anche in questo caso è di circa il 5% il valore del lavoro.
3. Come funziona Addlance
La piattaforma Addlance è italiana e oggi conta oltre 40 mila professionisti che lavorano da remoto. Qui si possono trovare sia nuove proposte di lavoro che un sistema di feedback per i professionisti.
La piattaforma è molto utilizzata soprattutto da programmatori web, sviluppatori di app web e mobile e lavoratori autonomi specializzati nel marketing e nella scrittura.
La creazione del proprio profilo come lavoratore autonomo è gratuita, ed è possibile inviare preventivi e proposte ai diversi clienti online. La piattaforma non prevede commissioni sui lavori, ma una serie di crediti spendibili per accedervi.
4. Come funziona Freelancer
Tra i marketplace più popolari nel mondo del lavoro c’è Freelancer, una piattaforma che conta oltre 20 milioni di iscritti in tutto il globo. Qui i clienti pubblicano un progetto per trovare il professionista più adatto proponendo una tariffa fissa o oraria.
Molto ricercate sono figure professionali come sviluppatori web, designer, copywriter e traduttori. La piattaforma permette l’iscrizione con un proprio profilo, in cui inserire tutte le competenze e servizi offerti e il libero professionista può scegliere tra le offerte presenti sul portale.
Successivamente può presentare la propria proposta economica, da cui segue la fase di selezione vera e propria volta a instaurare la collaborazione. I costi qui dipendono dal progetto, con circa il 3% di commissione.
Vantaggi e svantaggi del lavoro da freelance
Scegliere di diventare freelance non è una decisione facile da prendere, perché bisogna valutare i pro e i contro. Bisogna tenere conto di tutte le spese eventuali a cui si può incorrere, l’eventuale investimento e quali sono le reali possibilità del mercato.
In alcuni casi la strada della libera professione è quasi obbligata quando le possibilità di trovare lavoro come dipendente sono scarse. Ci sono, poi, diverse figure professionali che trovano più facilmente lavoro lavorando da autonome.
Altre figure professionali sono invece così specifiche da poter lavorare solamente con una partita IVA, ovvero come freelance, ad esempio tutte quelle professioni in cui esiste un Albo dedicato. Ma vediamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi di lavorare da autonomo.
I vantaggi
Il lavoratore autonomo può avere pochi o molti clienti, ma non è dipendente di nessuno. I principali vantaggi di questo tipo di lavoro sono:
- flessibilità nell’orario e nel luogo di lavoro: non c’è bisogno di svegliarsi prestissimo e affrontare ore di traffico per arrivare in ufficio. I freelance possono decidere dove lavorare, anche da casa, e non hanno l’obbligo di iniziare ad un orario prestabilito;
- poche spese: non dover andare ogni giorno in un ufficio può avere un impatto positivo anche sulle finanze, soprattutto per quanto riguarda le spese di trasporto. Tuttavia, alcuni professionisti preferiscono affittare o acquistare uno studio e sono costretti a pagare affitto o mutuo, utenze e spese di manutenzione;
- ferie autogestite: lavorare come freelance significa non dover presentare un piano ferie aziendale o organizzarsi con i colleghi per prenotare le vacanze;
- guadagni più alti: i lavoratori in proprio possono guadagnare pochissimo, ma anche tantissimo, molto dipende da diversi fattori, come la qualità dei servizi, il settore, la tipologia di clienti a cui ci si rivolge e anche un po’ alla fortuna, oltre alle doti di vendita e alle competenze. Di conseguenza, se un dipendente sa che oltre un certo importo il suo stipendio non potrà arrivare, il lavoratore può puntare anche a guadagni molto elevati.
Gli svantaggi
Non è sempre tutto rose e fiori, quando si sceglie di lavorare in autonomia. Infatti, ecco alcuni svantaggi da tenere in considerazione:
- non si stacca mai davvero dal lavoro: gli autonomi spesso non si fermano mai, neanche in vacanza, perché si è sempre alle prese con scadenze, consegne, fatture e con il pensiero che se non si lavora non si guadagna;
- nessuno stipendio fisso: le entrate dei freelance sono altalenanti, possono esserci mesi con stipendi molto alti, ma anche mesi in cui sarà difficile sbarcare il lunario, per cui è necessario imparare a gestire le entrate in modo da essere pronti ad affrontare anche i periodi negativi da un punto di vista finanziario;
- ferie, malattie, permessi inesistenti: nessuno paga un autonomo se non va a lavorare o si prende qualche giorno di pausa a causa di una malattia.
Come assumere un freelance
Chi ha una partita IVA, come abbiamo visto, può lavorare per diversi committenti, che a loro volta possono essere persone fisiche o imprese. Un’impresa può assumere un freelance? Generalmente no: non si può infatti lavorare come dipendente con partita IVA, se non in casi eccezionali.
La legge italiana consente di lavorare sia come dipendente sia con partita IVA, ma non si può lavorare solamente per un committente a tempo pieno come autonomo. Si tratterebbe in questo caso di un lavoro dipendente mascherato da autonomo, molto svantaggioso per il lavoratore. Alcune eccezioni sono comunque previste per particolari professioni con appositi Albi di riferimento.
Se invece un’impresa intende trovare un freelance a cui commissionare dei lavori, può individuarlo con una semplice ricerca online attraverso portali di incontro tra domanda e offerta di lavoro, oppure tramite piattaforme dedicate appositamente ai lavoratori autonomi, come quelle viste prima.
Freelance – Domande frequenti
Il freelance è un lavoratore autonomo, un professionista che lavora per altri soggetti come società, imprese e altri professionisti, senza essere dipendente, fornendo loro servizi e stipulando un contratto di collaborazione.
Oggi i freelance più richiesti sono giornalisti, copywriter, content writer, videomaker, ma anche designer e sviluppatori web.
Per diventare freelance è necessario trovare clienti e stipulare un contratto da freelance, oltre che aprire la partita IVA e la posizione previdenziale all’INPS.
Il guadagno di un freelance dipende da diversi fattori, per cui lo stesso professionista può percepire ricavi diversi in periodi differenti e questi cambiano in relazione al settore, alla zona o alla possibilità di individuare clienti.
Sono siti web e portali che permettono ai freelance di trovare nuovi clienti o progetti a cui partecipare e anche in Italia è possibile individuarne diversi in base alla professione svolta.
Avendo una partita IVA è possibile fissare una tariffa in autonomia, ma è consigliato fare un’analisi di mercato per sapere qual è la paga per i servizi proposti in una determinata zona e in un certo periodo. Generalmente i freelance chiedono un compenso orario o a progetto, da cui devono poi sottrarre le tasse e i contributi per ottenere il guadagno effettivo finale.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale