- Il bonus 200 euro può essere richiesto direttamente all’Inps o alla cassa previdenziale di appartenenza.
- È possibile per le Partite Iva richiedere anche il sussidio integrativo di 150 euro.
- Possono ottenere il bonus 200 euro nel 2023 anche gli autonomi senza Partita Iva.
Anche i lavoratori autonomi ed i liberi professionisti senza partita Iva nel 2023 possono ricevere il bonus 200 euro. Le erogazioni sono iniziate dal 26 settembre 2022 per i professionisti, e il governo ha introdotto questa novità per l’anno nuovo.
A confermare la partenza del bonus 200 euro l’anno scorso ci hanno pensato le Casse di previdenza private, che hanno fornito le istruzioni per poterlo chiedere insieme all’integrazione da 150 euro, e l’INPS.
Il via libera del bonus 200 euro è arrivato dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Attuativo, che è stato firmato lo scorso 19 agosto 2022. Si tratta del Decreto Aiuti Ter. Inoltre, è stato messo a disposizione anche un bonus aggiuntivo da 150 euro per i titolari di Partita Iva, che abbiano un reddito fino a 20.000 euro annui.
Indice
Bonus 200 euro: dopo lo stop, via alle domande
Facendo un rapido riassunto di ciò che è accaduto gli scorsi mesi, per i professionisti autonomi l’erogazione del bonus da 200 euro istituito dal Decreto Aiuti si è fatta attendere: per diversi mesi infatti la somma spettante a chi ha Partita Iva è rimasta bloccata, per cause organizzative.
Ricordiamo che questo sostegno, mentre per i lavoratori dipendenti e i pensionati è stato erogato dai datori di lavoro o dall’INPS, per i lavoratori con Partita Iva è stato corrisposto solamente in un momento successivo, in base ad una domanda che i professionisti presentano alla propria cassa previdenziale di appartenenza, che può essere l’INPS, oppure una cassa specifica per la professione svolta.
A questa prima erogazione segue anche il pagamento del secondo sostegno, ovvero il bonus da 150 euro. Tuttavia l’erogazione ha incontrato una sospensione temporanea dei pagamenti, per ciò che riguarda proprio i liberi professionisti. Dopo questo rallentamento, l’accredito è ripartito, tuttavia per l’anno in corso sono state introdotte ulteriori novità.

Le novità 2023 sul bonus 200 euro
Con l’arrivo dell’anno nuovo, vengono introdotte alcune interessanti novità sia sulla prima erogazione, da 200 euro, sia su quella da 150. Viene infatti disposta la possibilità del riesame della domanda. Questo significa che, accedendo al sito INPS, è possibile chiedere di riesaminare la domanda presentata, se non è stata accolta, tramite apposita sezione “Chiedi riesame“.
Tuttavia la novità principale riguarda l’estensione del sostegno a nuove categorie di beneficiari, che inizialmente erano del tutto escluse. Si tratta di tutti quei professionisti che lavorano senza partita Iva, ma svolgono una professione autonoma. Sono quindi inclusi i seguenti soggetti:
- collaboratori coordinati continuativi;
- dottorandi;
- assegnisti di ricerca;
- lavoratori stagionali determinati;
- lavoratori intermittenti;
- lavoratori del settore dello spettacolo.
Questi soggetti potranno ricevere il sostegno, previa presentazione di una apposita domanda, entro la fine del mese di gennaio 2023. Per poter accedere al sostegno, queste categorie devono disporre di un contratto in essere alla data dell’entrata in vigore del decreto apposito, e devono essere iscritti alla Gestione Separata INPS.
Per ciò che riguarda i lavoratori stagionali intermittenti, devono aver svolto nel 2021, 50 giorni di lavoro documentato, e non superare 20.000 euro di reddito per il bonus da 150 euro. Per presentare la domanda è necessario accedere al portale INPS con una credenziale digitale come lo SPID, CIE o CNS, e presentare un’autocertificazione nella sezione apposita.
Come confermano le fonti ufficiali, l’erogazione di questo mese riguarda tutti i bonus ancora da accreditare, ovvero non è prevista una nuova misura di questo tipo per il 2023. Questo significa che chi ha già ricevuto i bonus, non potrà accedere ad altri sostegni identici.
Alcune erogazioni saranno disposte dall’INPS anche nel mese di febbraio, ma in modo automatico: si tratta dei percettori di disoccupazione Naspi, Dis-Coll o disoccupazione agricola.
Bonus 200 euro: le istruzioni per l’accesso
La misura è stata prevista dall’articolo 33 del Decreto Legge n. 50/2022, ma sostanzialmente è rimasta in stand by dallo scorso mese di maggio fino agli ultimi mesi del 2022.
Ad anticipare le istruzioni per presentare la domanda, ci ha pensato l’Adepp, ossia l’Associazione degli enti previdenziali privati.
Quanti siano in possesso dei requisiti previsti dal Decreto Legge n. 144 del 2022 hanno la possibilità di richiedere anche l’integrazione di 150 euro, che è stata messa a disposizione per dare un sostegno concreto contro il caro carburanti.
Nel corso della giornata del 25 settembre 2022, le Casse previdenziali avevano iniziato a fornire le prime istruzioni per poter accedere al bonus 200 euro. Successivamente, sono arrivate anche le conferme dall’INPS, con la comunicazione apposita del 26 settembre 2022.
Per il 2023 inoltre il governo ha deciso di togliere la regola che andava ad escludere i professionisti autonomi senza partita Iva, e quest’anno stanno ancora arrivando alcune erogazioni di entrambi i sostegni, con l’aggiunta di questi nuovi beneficiari.

Bonus 200 euro: ecco come richiederlo per le Partite Iva
Liberi professionisti e lavoratori autonomi, dotati di Partita Iva, che hanno intenzione di ottenere il bonus 200 euro e l’integrazione di 150 euro, devono presentare la domanda online direttamente all’ente di previdenza al quale sono iscritti.
Nel caso in cui un contribuente abbia una doppia iscrizione, ad una cassa di previdenza privata e all’Inps, la richiesta dovrà essere effettuata unicamente all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
Per poter richiedere il bonus 200 euro, i diretti interessati dovranno necessariamente seguire le indicazioni fornite dai singoli enti di previdenza, che sono state stabilite in linea con le disposizioni del decreto attuativo. Quanti stanno aspirando ad accedere al sussidio, dovranno dichiarare di essere in possesso dei seguenti requisiti:
- essere un lavoratore autonomo o un libero professionista, e non essere titolare di una pensione;
- non percepire la stessa indennità sotto altra formula;
- aver percepito un reddito complessivo inferiore a 35.000 euro annui. Per ottenere anche l’integrazione da 150 euro, il reddito deve essere inferiore a 20.000 euro;
- al 18 maggio 2022 essere iscritto ad una delle gestioni previdenziali dell’Inps o ad uno degli enti gestori di forma obbligatoria di previdenza ed assistenza;
- nel caso di contemporanea iscrizione a diversi enti previdenziali, di non avere presentato per il medesimo fine istanza ad altra forma di previdenza obbligatoria.
La domanda per ottenere il bonus 200 euro deve essere accompagnata da questa documentazione:
- copia del documento di identità in corso di validità;
- copia del codice fiscale;
- coordinate bancarie o postali dove ricevere l’accreditamento del bonus 200 euro.
I pagamenti sono effettuati in ordine cronologico secondo la presentazione delle istanze. Sono stati stanziati complessivamente 600 milioni di euro per il bonus 200 euro e 412,5 milioni di euro per l’integrazione da 150 euro.
Ricordiamo che questi sostegni non sono rivolti solamente alle Partite Iva, ma sono già stati erogati nel 2022 a lavoratori dipendenti e pensionati, e ai percettori di disoccupazione.
Come funziona il bonus una tantum
Il bonus di 200 euro è una vera e propria indennità riconosciuta a fronte degli aumenti dei prezzi di materie prime e energia elettrica dell’ultimo periodo. In particolare il sostegno è nominativo, ovvero:
- non è cedibile, né sequestrabile, né pignorabile;
- non costituisce reddito né ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali ed assistenziali.
L’indennità una tantum di 200 euro spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro: è possibile chiedere il pagamento dell’indennità una tantum a un solo datore di lavoro, dichiarando a quest’ultimo di non avere presentato analoga richiesta ad altri datori di lavoro.
Nell’ipotesi in cui dovesse risultare, per il medesimo lavoratore dipendente, che più datori di lavoro abbiano compensato la predetta indennità una tantum di 200 euro, l’Istituto comunicherà a ciascun datore di lavoro interessato la quota parte dell’indebita compensazione effettuata, per la restituzione all’Istituto e il recupero verso il dipendente.
Qualora in sede di conguaglio dovesse emergere la non spettanza per superamento del limite reddituale, l’azienda provvederà al recupero di quanto erogato. Per tutti vale il tetto annuo del reddito di 35.000 euro.
Per il calcolo del reddito si terrà conto dei guadagni di qualsiasi natura, compresi quelli esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte o a imposta sostitutiva, mentre non rientrano nel conteggio:
- reddito della casa di abitazione e relative pertinenze;
- trattamenti di fine rapporto;
- competenze arretrate sottoposte a tassazione separata;
- assegni familiari e Assegno Unico universale.
Bonus 200 euro per i lavoratori part time
Il lavoratore con contratto a tempo parziale ha diritto al bonus nella misura intera prevista per i lavoratori a tempo pieno, con le stesse modalità. Tuttavia per questa categoria di lavoratori è stato predisposto anche un altro tipo di sostegno economico.
Si tratta di un bonus di 550 euro destinato ai lavoratori che nel 2021 hanno lavorato a tempo parziale come stagionali, ovvero con un certo numero di mesi di sospensione del lavoro.
Risulta importante sottolineare come i lavoratori part time hanno potuto ricevere lo scorso anno allo stesso tempo sia questo nuovo contributo, sia il bonus da 200 euro.

Bonus 200 euro per collaboratori coordinati e continuativi
L’indennità spetta ai titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di cui all’articolo 409 del codice di procedura civile i cui contratti sono attivi alla data del 18 maggio 2022.
Con riferimento ai titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, si ritiene che per tale categoria si devono intendere i soggetti titolari di contratto di collaborazione stipulato ai sensi dell’art. 409 c.p.c. e non gli amministratori di società i quali, pur percependo un reddito assimilato a reddito da lavoro dipendente ed essendo iscritti alla Gestione Separata INPS, non sono titolari di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.
Per questi soggetti, per ricevere il bonus è necessario rispettare i seguenti requisiti:
- iscrizione alla Gestione Separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335;
- non essere titolari dei trattamenti pensionistici che danno luogo all’indennità di 200 euro;
- non essere iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
- un reddito ai fini IRPEF derivante dai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa non è superiore a 35.000 euro per l’anno 2021.
L’indennità è erogata previa domanda all’Inps.
Bonus 200 euro per lavoratori autonomi occasionali
L’indennità una tantum spetta anche ai titolari di contratti di lavoro autonomo occasionali disciplinati dall’art.2222 e segg. del Codice civile. L’erogazione avviene su domanda all’Inps anche in questo caso.
Le condizioni per godere del beneficio sono:
- l’accredito di almeno un contributo mensile nel 2021 (si applica qualora il reddito annuo derivante da dette attività sia superiore a 5.000 euro);
- essere iscritti alla Gestione Separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335 al 18 maggio 2022.
Bonus 200 euro – Domande frequenti
Per poter presentare la domanda è necessario avere un reddito inferiore a 35.000 euro. Per ottenere l’integrazione da 150 euro, il reddito deve essere inferiore a 20.000 euro.
Secondo le ultime novità, vengono ampliati i beneficiari della misura, anche ai professionisti senza Partita Iva. Inoltre viene concesso il riesame delle domande. Ecco tutte le novità.
A partire dal 26 settembre 2022, il bonus 200 euro, ma anche quello da 150 euro, è stato erogato ai lavoratori autonomi, tuttavia per alcuni arriverà ancora entro la fine di gennaio 2023.
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