Riforma fiscale 2023, le proposte dei commercialisti

Dalla categoria dei commercialisti arrivano alcune proposte sulla riforma fiscale del governo Meloni, inclusa la richiesta di neutralità fiscale per le aggregazioni professionali.

di Giovanni Emmi

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Uno dei punti cardine della riforma fiscale 2023 è la condivisione con le parti sociali e con l’opinione pubblica di tutte le misure previste e da prevedere.

Per questo motivo i commercialisti, che il fisco lo masticano tutti i giorni, hanno avanzato delle richieste al Governo Meloni fornendo alcuni spunti molto interessanti che riguardano gli italiani molto da vicino e, alcuni di essi, la categoria professionale in prima persona.

Quali sono le proposte dei commercialisti per la legge delega in materia fiscale?

  • principio di equità orizzontale, attraverso il riordino e la riduzione delle aliquote e la riorganizzazione del sistema delle deduzioni e detrazioni sono il primo punto di modifica che i commercialisti mettono al centro della loro proposta per la modernizzazione del sistema fiscale italiano;
  • rimodulazione dell’IRES in funzione degli investimenti e della qualità dell’azienda, da valutare in base a specifici parametri;
  • progressiva eliminazione dell’IRAP a partire dalle società di persone, con decorrenza immediata;
  • estensione della cedolare secca anche agli immobili diversi da quelli ad uso abitativo, principalmente per quelli che ospitano negozi ed esercizi commerciali in genere;
  • riordino dell’Iva, eliminazione dei micro tributi e razionalizzazione del modello interpretativo, attraverso l’emanazione di testi e codici unici tributari;
  • revisione delle norme sulla società di comodo e, in genere, riforma dello statuto del contribuente, in senso favorevole a ristabilire il principio di certezza del diritto;
  • rivisitazione del sistema delle sanzioni tributarie, secondo il principio “ne bis in idem”;
  • armonizzazione di adempimenti e scadenze fiscali, anche al fine di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente;
  • ampliamento della platea dei soggetti che potranno aderire alla cooperative compliance, prevista per i soggetti di maggiori dimensioni.
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Neutralità fiscale per le società tra professionisti

Il punto forte della proposta dei commercialisti, inoltre, riguarda molto da vicino la categoria e, in genere, tutti i professionisti, quali medici, ingegneri e avvocati che, ricordiamo, possono costituire le società tra avvocati in luogo delle classiche società tra professionisti.

La richiesta avanzata è quella di neutralità fiscale delle operazioni di aggregazione professionale. Il Presidente della categoria, Elbano De Nuccio, ha più volte ribadito che, come per le aziende, anche per i professionisti dovrebbe essere esclusa l’ipotesi di tassazione per il conferimento di clientela o di strutture, per un generale principio premiale di tutte le operazioni societarie che prevedono un progresso nella struttura aziendale o professionale.

Passare da uno studio associato a una società tra professionisti non dovrebbe essere un’operazione che produce massa imponibile, in quanto si muove nel senso di un miglioramento per i professionisti che la mettono in atto e, in genere, per tutto il sistema paese.

Attraverso questa misura di chiarificazione dell’attività di sviluppo di strutture societarie adeguate allo svolgimento in modo aggregato di attività professionali tradizionali, dovrebbe essere più semplice vedere la crescita di società professionali che possono competere meglio sul mercato e fornire all’utenza un servizio più in linea con le esigenze dei clienti.

Società professionali e contributi previdenziali

Un altro nodo importante da sciogliere, per le società professionali, sarebbe quello della doppia contribuzione previdenziale integrativa, che colpisce, ad esempio, le società tra professionisti e le associazioni professionali costituite da commercialisti.

Oggi il maggior deterrente alla costituzione di società tra professionisti, in conclusione è:

  • tassazione delle operazioni di upgrade societario degli studi professionali di commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, ingegneri, medici, ecc.;
  • doppia contribuzione integrativa che si applica sia nei confronti della fatturazione della società verso il cliente che nella fatturazione dal socio professionista alla società, creando di fatto una contribuzione doppia a favore della cassa previdenza, con uno scarso beneficio previdenziale per l’iscritto.
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Il nodo della tassazione per competenza

Un altro limite alla costituzione delle società tra professionisti, inoltre, è il regime di imponibilità che passa dalla tassazione per cassa dello studio individuale o associato, alla tassazione per competenza in caso di società di capitali, quali s.r.l. o s.p.a..

Su questo aspetto, tuttavia, non vi saranno interventi specifici e non vi sono richieste da parte dei commercialisti.

Commercialisti certificatori fiscali

Nell’ambito della riforma fiscale uno degli spunti di proposta dei commercialisti, per il futuro, è quello di assumere, all’interno delle aziende, il ruolo di certificatori fiscali.

Un ruolo che rappresenterebbe:

  • una opportunità di crescita per le aziende, grazie alla possibilità di avere un sistema contabile e fiscale regolare e certificato da parte di professionisti;
  • una opportunità di ritagliarsi uno spazio di mercato importante per i commercialisti.

Il tutto a beneficio del sistema paese che, probabilmente, potrebbe godere di una riduzione della cronica evasione fiscale ed avere maggiori certezze anche da un punto di vista economica, promuovendo le aziende sane che creano buona occupazione e pagano regolarmente le tasse.

In questo modo si potrebbe sanare la situazione di costante distorsione della concorrenza che, operare in un sistema economico a forte rischio di evasione, crea nelle aziende con maggiori potenzialità di crescita e sviluppo, verso le quali si dovrebbe indirizzare l’occhio benevolo della nostra società.

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Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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