IRAP: cos’è, chi deve pagarla e come funziona

L'IRAP è l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive. Ecco chi sono i soggetti coinvolti nel pagamento di questa tassa, chi è esonerato e come funziona.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • Il tributo IRAP è l’imposta regionale che si applica sulle attività produttive. Le ultime riforme in materia fiscale hanno abrogato questa tassa per diversi soggetti.
  • Si tratta di una tassa che deve essere versata da chi svolge un’attività di tipo produttivo.
  • L’IRAP viene versata tramite un saldo per l’anno precedente e un acconto per quello corrente. Le date da ricordare sono: il 30 di giugno, salvo proroghe, per il primo versamento, il 30 di novembre per il secondo.

L’IRAP, ovvero l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, consiste nella tassazione del reddito derivato dalla produzione, ovvero il guadagno netto dell’impresa. Tale importo risulta destinato prevalentemente, ovvero per il 90%, alla Regione di competenza.

Le norme relative all’IRAP sono contenute nel decreto legislativo n. 446/19971. Nelle prossime righe analizzeremo chi sono i soggetti che pagano l’IRAP, come ci calcola, quanto e quando si paga e chi, invece, non la deve pagare, secondo le ultime novità 2024.

Hai aperto partita IVA e ti stai domandando se devi pagare il tributo IRAP? Su questa tassa vi è spesso un po’ di confusione su quali sono le imprese o i liberi professionisti obbligati a versarla, soprattutto a seguito dell’ultima riforma del fisco. L’IRAP è un tributo che si applica come tassa regionale a tutte le attività produttive, salvo alcune eccezioni. 

Bisogna tenere presente che negli ultimi anni l’applicazione dell’imposta si è ridotta notevolmente, e il governo Meloni ha dichiarato di avere l’obiettivo di eliminarla completamente. Di seguito ti aiuteremo a chiarire cos’èchi la deve versare e come si effettua il pagamento.

Che cos’è l’IRAP

Cosa significa IRAP? Questo acronimo fa riferimento all’Imposta Regionale sulle Attività Produttive. Questo è un tributo che ogni anno, in quanto detentore di partita IVA, dovrai versare alla Regione in cui ha sede la tua azienda o dove svolgi la tua professione, se rientri tra i soggetti coinvolti da questa imposta.

L’IRAP è un tributo che deve essere versato ogni anno alla propria Regione di appartenenza, in relazione al reddito che è stato percepito nell’anno precedente. Per l’IRAP 2024 si farà dunque riferimento ai redditi del 2023.

La tassa si applica sulla capacità di produzione economica, definita anche come valore di produzione. Ciò significa che dovrai versare un’aliquota, con riferimento al guadagno netto che hai generato nel corso dell’anno.

Il calcolo tiene in considerazione una serie di fattori, ma in linea di massima il tributo IRAP si applica valutando la differenza tra i proventi che hai ottenuto, sottraendo a questo valore i principali costi di gestione.

A cosa serve questa imposta? Attraverso di essa si sovvenzioneranno le casse regionali, in particolare i fondi riguardanti i servizi sanitari. Riassumiamo nella tabella le principali caratteristiche di questa tassa.

Imposta Caratteristiche
Normativa di riferimentoD.Lgs. 446/1997
Tipo di tributoTassazione che si applica sul guadagno netto annuale
A chi si rivolgeStudi associati, società di persone e di capitali, enti commerciali e del terzo settore
Tipologia di tassaRegionale
A cosa serveFinanziare i servizi pubblici sanitari
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Chi paga l’IRAP?

Altro aspetto da chiarire sin da subito è quali sono le attività produttive soggette al versamento dell’IRAP e quelle esentate. La Legge di Bilancio 2022 aveva cancellato definitivamente l’Irap per i professionisti, le ditte individuali ed i lavoratori autonomi, che non sono più tenuti a pagarla.

Per correttezza dobbiamo ricordare che i contribuenti, che hanno aderito al regime forfettario, ne erano già esclusi in precedenza. Questa novità, sostanzialmente, allarga l’esclusione dal pagamento dell’Irap a tutti i contribuenti che stiano esercitando l’attività di impresa o di lavoro autonomo in maniera personale ed individuale. Continuano, però, a pagare l’Irap i seguenti soggetti:

  • studi professionali associati;
  • società di persone;
  • società di capitali;
  • enti commerciali in generale;
  • enti del terzo settore.

Come puoi notare, la tipologia di soggetti sottoposti a questo tributo regionale è ancora molto ampio. Ciò che li accomuna sono però alcune caratteristiche. Infatti, per essere sottoposta a IRAP si richiede che la tua attività sia organizzata e strutturata in modo da disporre anche di sottoposti, dipendenti e soci. Inoltre, dovrà essere a scopo di lucro o a fini commerciali.

Ricordiamo che il Decreto Rilancio del 13 maggio 2020, aveva sospeso il pagamento dell’imposta IRAP per parte dell’anno fiscale 2019 e per tutto il 2020. In questo modo si è venuto incontro alle aziende per le difficoltà collegate alla pandemia. Per il pagamento dell’IRAP sono stati introdotti diversi casi di esonero aggiuntivi.

Chi è esentato dal tributo regionale

Tributo IRAP

La tassa IRAP, in quanto spesa fissa, deve essere preventivata nella programmazione annuale economica dell’azienda, al fine di non trovarsi in difficoltà ad affrontare il pagamento. Per questo, diventa utile considerare in quali circostanze non è previsto questo tributo, anche alla luce delle ultime disposizioni che hanno abrogato l’IRAP dal 2022 per diversi soggetti.

I casi sono i seguenti:

  • imprese individuali, società di persone e capitali collegati al settore pesca;
  • ditte individuali e partite IVA personali sottoposte a regime forfettario;
  • fondi comuni di investimento;
  • produttori agricoli con reddito inferiore a 7.000 euro;
  • persone fisiche esercenti attività di impresa e lavoro autonomo dal 2022;
  • collaborazione coordinata e continuativa;
  • gli organismi di investimento collettivo del risparmio;
  • i fondi pensione;
  • i GEIE, Gruppi Economici di Interesse Europeo.

Nel primo caso si dovrà fare riferimento alla legge di Stabilità del 2016 la quale prevede l’esenzione di questi soggetti. Per ciò che riguarda il regime forfettario per le nuove partite IVA sono previste una serie di agevolazioni. Tra queste si considera il pagamento di un’unica aliquota sul guadagno ottenuto, che per i primi 5 anni sarà pari al 5%, mentre successivamente salirà al 15%.

Per quanto riguarda i liberi professionisti e gli artisti, come anticipato, l’IRAP è obbligatoria nei casi in cui questi ultimi abbiano dei collaboratori, quindi degli ausiliari, che prendano parte all’attività produttiva. 

L’IRAP non è invece prevista nei casi in cui i professionisti svolgano la propria attività in modo individuale, senza il supporto di altre persone. Potrebbero comunque anche avere dipendenti e collaboratori che, però, non partecipano in modo attivo alla produzione del lavoro.

Irap abrogata: i benefici

Abolire l’Irap per i liberi professionisti ed i lavoratori autonomi è un intervento molto ben congegnato, perché a fronte di un utilizzo ridotto di risorse economiche per attuarlo, porta ad una serie di benefici:

  • riduce la pressione fiscale sui contribuenti che sono soggetti all’aliquota progressiva;
  • si riducono i contenziosi che riguardano l’Irap.

Ricordiamo, infatti, che i titolari di Partita IVA sono tenuti al pagamento dell’Irap nel caso di autonoma organizzazione. Per le società questo requisito si presume che sia implicitamente esistente. Differente è la situazione di quanti svolgono la propria attività in forma individuale: in questi casi, a determinare l’obbligo del pagamento dell’Irap è il fatto che esista o meno un’autonoma organizzazione.

Molti dei contenziosi aperti dai contribuenti riguardano proprio l’esistenza o meno dei requisiti. L’intervento normativo fa venir meno l’assoggettamento all’Irap di tutti quei soggetti per i quali l’autonoma organizzazione non si può assumere implicitamente esistente, sfoltendo così una parte del contenzioso sul tema.

Imprese familiari: addio Irap

Dal 1° gennaio 2022 è arrivata l’abolizione definitiva dell’Irap anche per le imprese familiari e le aziende coniugali. Per tutti i soggetti che riescono a beneficiare di questa importante novità, vengono meno anche tutti gli adempimenti dichiarativi e gli eventuali obblighi documentali.

Ricordiamo, infatti, che nell’impresa familiare viene considerato imprenditore solo e soltanto il titolare, dato che siamo davanti ad un’attività di natura individuale e non collettiva. Anche perché il titolare prende sulle proprie spalle tutti i diritti, le responsabilità e le obbligazioni.

Con un ulteriore chiarimento, nella risposta all’interpello n. 195 del 18 marzo 2021, che a sua volta richiama la risoluzione n. 176/E/2008, l’Agenzia delle Entrate ha espressamente specificato che:

l’unico soggetto in un’impresa familiare ex articolo 230-bis del codice civile avente la qualifica di imprenditore è il titolare dell’impresa stessa.

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Partita IVA e tributo IRAP

Un discorso a parte deve essere effettuato sui liberi professionisti o sulle ditte individuali. Infatti, se appartieni a una di queste categorie è necessario fare qualche distinzione per il pagamento dell’IRAP.

Nel testo del D.Lgs. 446/1997 si definiscono i casi in cui un professionista o una ditta individuale è soggetta a IRAP. Dovrai pagare questa imposta nel momento in cui contribuiscono alla tua attività produttiva anche altri soggetti, in quanto consulenti o dipendenti.

Ne sarai esentato invece se l’attività viene svolta con una tua organizzazione indipendente. Questo punto è determinante. Quindi per comprendere se sei soggetto oppure no al tributo IRAP dovrai fare una distinzione tra:

  • semplice collaborazione con altri soggetti;
  • collaborazione continuativa e produttiva, anche sotto forma di studio associato.

Un esempio può essere utile. Immagina di essere un architetto e farti aiutare in maniera costante da un collaboratore per velocizzare la realizzazione dei tuoi progetti. In questo caso, in base a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, sarai tenuto a pagare l’IRAP. Anche uno studio associato dovrà provvedere a questo pagamento.

Se invece lavori in completa autonomia, non dovrai provvedere al pagamento dell’IRAP, anche se chiederai un supporto sporadico a collaboratori esterni.

Come si calcola l’IRAP

IRAP imprese

Come fare a stabilire l’importo che dovrai versare come l’aliquota IRAP? Questa imposta si calcola sul tuo imponibile, ovvero sul guadagno che hai ottenuto sottraendo le spese collegate alla produzione della tua attività. Il procedimento va eseguito con cura. Non tutti i costi possono essere sottratti al fine di ridurre l’IRAP. Ecco quali sono quelli non deducibili:

  • stipendi dei dipendenti;
  • costi del professionista associato;
  • emolumenti di amministratori, compreso i contributi INPS e TFR;
  • compenso con riferimento alle prestazioni occasionali.

La tassa IRAP per il 2023 corrispondeva alla percentuale del 3,90%. Abbiamo però specificato che in quanto imposta regionale, i singoli enti avranno la possibilità di modificare l’IRAP con un’aggiunta di un massimo di 0,92 punti percentuali. Per alcune categorie di soggetti sono previste delle aliquote differenti. Ecco qualche esempio pratico. 

Soggetto passivoAliquota IRAP prevista
banche e altri intermediari finanziari4,65%
compagnie assicurative5,90%
amministrazioni pubbliche8,50%

Quindi è importante verificare, in base alla regione di appartenenza, la somma che dovrà essere versata. A questo devi aggiungere che alcune attività prevedono una percentuale già determinata. Per esempio, per le banche l’IRAP è del 4,65%, mentre per le assicurazioni sale al 5,90%. Infine, dovrai anche valutare l’eventuale calcolo dell’IRAP a credito.

Tributo IRAP a credito: quando si verifica

Questa condizione avviene quando hai effettuato un versamento dell’Imposta Regionale sull’Attività Produttiva anche se non eri tenuto a farlo. In altri casi il credito si verifica se la somma versata è stata superiore a quella che dovevi regolarmente pagare.

Un evento che può avvenire dato che, come hai letto, ancora oggi vi è un po’ di confusione su quali sono le situazioni che prevedono l’obbligatorietà del versamento.

Come ottenere l’IRAP a credito? L’art 28 del D.P.R 1973 n. 602 ribadisce la possibilità di ottenere un rimborso previa istanza, per eventuale versamento di tributi non dovuti. La tempistica prevista per la richiesta è quella di 48 mesi. Una volta presentata la domanda, gli esiti sono due:

  • accettazione del credito IRAP;
  • rifiuto da parte dell’Agenzia delle Entrate.
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Quando si paga l’IRAP

Conoscere quando si versa l’IRAP è importante al fine di inserire queste date all’interno del tuo calendario economico ed evitare ritardi. Infatti, in base alla legge, sono previsti diversi scaglioni per i versamenti da effettuare. Nella tabella seguente abbiamo riportato quali sono le date da rispettare.

Pagamento IRAP per le partite IVA Scadenze
Primo acconto IRAP30 giugno
Secondo acconto IRAP30 novembre
Saldo dell’anno precedente30 giugno

Ricapitolando: entro il 30 giugno, si versa il saldo del tributo IRAP dell’anno precedente, con un acconto per quello successivo. Invece, entro il 30 novembre si dovrà versare la seconda quota di IRAP.

La dichiarazione IRAP dovrà essere inviata telematicamente, tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure dai sostituti d’imposta, con l’utilizzo del servizio Entratel. Al fine ei evitare errori di calcolo, in particolare nella sezione dedicata alle spese detraibili, si consiglia di farsi supportare da un consulente esperto in materia nella compilazione e successivo invio della dichiarazione IRAP. 

Come si paga l’IRAP

Per effettuare il versamento IRAP sarà necessario compilare la dichiarazione IRAP che dovrà essere presentata presso l’Agenzia delle Entrate in maniera telematica. Ecco i passaggi da seguire:

  • registrati a FiscoOnline;
  • accedi al tuo account sul sito;
  • compila il modulo con la dichiarazione IRAP;
  • effettua il pagamento dell’IRAP attraverso F24.

In apparenza la procedura sembra semplice, ma è consigliabile rivolgersi a un consulente o a uno studio di commercialisti. In questo modo potrai avere un aiuto nella procedura per il versamento.

Sarà necessario verificare prima di tutto se sei tenuto a pagare l’IRAP, anche in base alle ultime normative. Il passo successivo è quello di calcolare l’imponibile, che varia in base all’attività che svolgi e alle spese che puoi andare a detrarre.

Questo valore è specifico, dato che si dovranno conoscere le singole detrazioni fiscali e quali sono le spese che si possono sottrarre. Inoltre, al momento del pagamento si dovrà inserire il codice tributo nell’F24 con riferimento alla tipologia di versamento.

Codice Tributo F24Causale
codice tributo 3800Saldo tributo IRAP
codice tributo 3805Interessi per dilazionamento
codice tributo 3812Acconto prima rata
codice tributo 3813Secondo acconto
codice tributo 3883 Compensazione credito IRAP

Deduzioni IRAP

Elenchiamo di seguito quali sono le deduzioni ammesse per il calcolo della base imponibile IRAP.

Deduzione IRAPPer chi spetta
Contributi per le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro Dipendenti e lavoratori obbligati ad avere un’assicurazione contro gli infortuni
Deduzione forfettaria di 7.500 o 15.000 euroCiascun dipendente assunto a tempo indeterminato, gli importi aumentano fino a 13.500 e 21.000 euro in caso di lavoratori di sesso femminile e/o che hanno meno di 35 anni
Deduzione dei contributi previdenziali e assistenzialiLavoratori dipendenti
 Deduzione delle spese  Per apprendisti, per disabili, per il personale assunto con contratto di formazione lavoro e per addetti alla ricerca e sviluppo
Deduzione di 1.850 euro Per ciascun dipendente fino ad un massimo di 5 dipendenti, per i soggetti che concorrono alla formazione del valore della produzione non superiori nel periodo d’imposta i 400.000 euro
Deduzione del costo residuoPersonale dipendente
Deduzione per incremento della base occupazionale Spetta qualora vengano effettuate nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato
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Cosa succede se non si paga l’IRAP

L’IRAP è un tributo e quindi, come tassa dovuta alla regione, vi è l’obbligo di effettuare il versamento. Se non lo esegui, scatteranno una serie di sanzioni. Devi distinguere però tra:

  • pagamento in ritardo;
  • mancato versamento della tassa annuale.

Nel primo caso si fa riferimento a un eventuale mancato adempimento di uno dei versamenti, saltando una rata. Si applicherà una moratoria per ogni giorno di ritardo che andrà a crescere nel tempo. Avrai però ancora la possibilità di effettuare un ravvedimento, ovvero un pagamento in ritardo.

È importante precisare che se effettui il pagamento entro il 14° giorno di ritardo, avrai la possibilità di ottenere una sanzione minima. Dal 15° giorno in poi è prevista una moratoria che potrà aumentare ulteriormente. Il ravvedimento potrà essere effettuato in ogni momento al fine di sanare la tua posizione contributiva, anche se è stato aperto un contenzioso o vi sono in sospeso eventuali verifiche.

Ben diversa è la situazione di un mancato versamento dell’intero importo collegato al tributo IRAP. In questa situazione, ti verrà inviato prima un avviso bonario, e successivamente al mancato pagamento verrà emessa una sanzione con relativa cartella esattoriale.

IRAP e partita IVA

Tasse IRAP società

Riassumendo quanto visto prima, la percentuale generale dell’IRAP è pari al 3,90% per il 2023 e viene calcolata sull’imponibile, ma varia in base ai singoli enti.

Quando decidi di aprire una attività e quindi una partita IVA, l’IRAP è un costo che dovrai preventivare al fine di non trovarti inadempiente, con la conseguenza di effettuare il pagamento in ritardo, subendo sanzioni e moratorie.

Per questo nel momento in cui apri una partita IVA sarà importante verificare subito se la tua attività rientra tra quelle che devono versare l’IRAP. Dallo scorso anno, con le nuove normative, puoi esserne esentato. Per esempio i regimi forfettari ne sono esclusi, con l’obbligo di un’imposta unica che è pari al 5%.

In questa prospettiva, un utile consiglio, per la dichiarazione IRAP, è quello di farsi affiancare da un commercialista, in modo da avere la certezza di adempiere correttamente ai tributi dovuti per la tua attività d’impresa.

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IRAP, modifiche 2023 delle Regioni

Tra le ultime novità sull’Irap, sicuramente vi è l’intenzione del governo Meloni di arrivare ad eliminare completamente questa tassa, tramite la riforma fiscale attesa. Attualmente le Regioni stanno prendendo precisi provvedimenti che vanno in parte a modificare le aliquote, e in parte a proporre nuovi casi di esenzione.

Per fare qualche esempio, l’aliquota si abbassa dal 3,90% a 3,30% nella provincia autonoma di Bolzano, mentre in Abruzzo e Valle d’Aosta viene confermata l’esenzione per le Onlus. L’aliquota Irap più vantaggiosa rimane quella della Provincia Autonoma di Trento, con il 2,68%.

Una regione in cui è altrettanto vantaggiosa è la Sardegna, con aliquota al 2,93%, e in questa regione viene anche confermato per il 2023 l’esonero dal pagamento per le imprese ricettive turistiche, che hanno domicilio fiscale e sede operativa in Sardegna. Si tratta della novità principale per la regione, con una decisione che sostiene le imprese del territorio.

La Campania invece si attesta come la regione con aliquota più alta, al 4,97%, mentre in Friuli Venezia Giulia ci sono molte aliquote, e si arriva a 35 percentuali differenti in base alla categoria. Sul sito www.finanze.gov.it  è possibile visionare tutte le specifiche per il 2023.

Tributo IRAP – Domande frequenti

Cos’è l’IRAP?

L’acronimo IRAP identifica l’Imposta Regionale sull’Attività Produttiva. Alcune attività sono tenute al suo versamento, scopri quali leggendo il nostro articolo.

Come si paga l’IRAP?

Il tributo viene versato a scaglioni: entro il 30 settembre ed il 30 novembre. Il pagamento va effettuato con il modello F24, inserendo il codice tributo 3800 per il saldo, 3812 e 3813, rispettivamente per il primo e il secondo acconto.

Chi è soggetto all’IRAP?

Il tributo IRAP è una tassa regionale, e sono tenute al pagamento le società di capitali, gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale, le persone fisiche che percepiscono reddito di impresa. Scopri qui tutti i casi di esenzione.

  1. Decreto legislativo 15 dicembre 1997, n.446, gazzettaufficiale.it ↩︎
Autore
Foto dell'autore

Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.
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Avatar di Giovanni Emmi
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 20 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

2 risposte a “IRAP: cos’è, chi deve pagarla e come funziona”

  1. Avatar Giulia
    Giulia

    Buongiorno, sono Giulia e avrei una domanda al riguardo applicazione IRAP con aliquota 8,50% da parte del comune x il quale svolgo una presentazione occasionale con impego di 45 giorni circa come rilevatore ISTAT per il censimento, ho cercato di capire se sono soggetto al pagamento di tale tassa sulla produttività, io non ho redditi che superano i 5 mila euro, già ritenevo ingiusta la ritenuta del 20% a carico mio, ora mi sembra esagerato che io debba pagare anche IRAP, la domanda che pongo è la seguente: requisito principale non è la prestazione di esercizio abituale nella regione? Sono io che produco oppure il comune sono leggermente confusa per il modo in cui il comune mi impone di accettare questo impegno lavorativo? Grazie mille per la vostra disponibilità

    1. Avatar Redazione Professionale
      Redazione Professionale

      Buongiorno,
      l’IRAP è a carico dell’ente pubblico. In questi casi l’ente ha la disponibilità di risorse lorde e con quelle risorse deve effettuare i pagamenti agli operatori ed all’erario statale. Per questo motivo è stato evidenziato l’importo dell’IRAP che, in ogni caso, resta a carico dell’ente.

      Grazie per averci scritto

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