Acconto IMU 2023: scadenze, aliquote e modalità di pagamento

Per il 2023 sono arrivate nuove modalità di calcolo dell’acconto IMU, da versare entro il 16 giugno. Continua a leggere per sapere cosa cambia e come calcolare l’acconto da versare.

di Ilenia Albanese

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Acconto IMU 2023
  • L’acconto dell’IMU 2023 dovrà essere versato entro il prossimo 16 giugno e bisogna utilizzare le percentuali dell’anno precedente.
  • Nella stessa scadenza dell’acconto IMU è possibile anche versare l’importo dovuto per intero, purché si utilizzino le aliquote deliberate per l’anno in corso.
  • L’IMU è prevista con un’aliquota pari all’1,06%, ma i comuni possono incrementare o ridurre la percentuale.

Tra le scadenze fiscali di giugno, in arrivo nei prossimi giorni, c’è l’acconto IMU 2023, l’Imposta Municipale Propria. La scadenza del versamento è fissata al 16 giugno 2023, così come nella stessa data è prevista la scadenza del pagamento dell’imposta per chi sceglie di procedere per intero.

Per questo versamento è prevista l’applicazione delle aliquote e delle detrazioni dell’anno precedente, ma per effettuare il pagamento per intero occorre applicare le aliquote deliberate per l’anno in corso.

Ma quali sono le novità per il versamento dell’imposta 2023? Ecco tutte le informazioni da conoscere prima di effettuare il pagamento dell’IMU 2023.

Acconto IMU 2023: cos’è chi deve pagare

L’IMU, o Imposta Municipale Unica, o Imposta Municipale Propria, è il tributo che è stato istituito nel 2011 dal Governo Monti nella manovra Salva Italia e colpisce i contribuenti proprietari di beni immobiliari. Infatti, grava sugli immobili che appartengono a determinate categorie catastali.

Tuttavia, dal 2011 fino ad oggi è stata più volte modificata la normativa sugli immobili su cui grava il tributo.

Oggi l’IMU deve essere pagato da:

  • proprietari di immobili che appartengono a determinate categorie catastali;
  • contribuenti che vantano diritti reali sull’immobile (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi o superficie).

L’acconto IMU 2023 è dovuto anche dal genitore assegnatario della casa familiare a seguito di provvedimento del giudice, ma anche il concessionario di aree demaniali e il locatario per gli immobili concessi in locazione finanziaria.

Lo stesso vale per il coniuge che, successivamente alla separazione o al divorzio, ha ottenuto l’assegnazione della casa appartenente alle abitazioni di lusso.

Gli immobili su cui si paga l’IMU sono:

  • le abitazioni diverse da quella principale, cioè sulle cosiddette seconde case;
  • i terreni agricoli;
  • i fabbricati commerciali e industriali;
  • le aree fabbricabili.

Il pagamento dell’acconto IMU 2023 deve essere effettuato mediante modello F24 o bollettino postale.

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Le esenzioni IMU 2023

La prima esenzione prevista è quella delle prime case, vale a dire per l’abitazione principale, a meno che non si tratti di un’abitazione di lusso.

Per quanto riguarda i terreni agricoli, sono esenti dall’imposta i terreni posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, oltre ai terreni ubicati nei comuni “montani” stabiliti dalla circolare 9/1993.

Ulteriore esenzione è prevista per abitazioni principali non di lusso che appartengono a categorie catastali diverse da A/1 A/8 A/9. Questo a patto che la dimora coincida con la residenza del contribuente. Lo stesso vale per le pertinenze, entro il massimo di una unità appartenenti rispettivamente alle seguenti categorie catastali:

  • C/2 – cantine o solai;
  • C/6 – box o posto auto;
  • C/7 – tettoie.

Sono esenti dall’IMU anche i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita purché siano, appunto, destinati alla vendita e non siano locati.

Acconto IMU 2023 calcolo

Acconto IMU 2023: le aliquote

Per quanto riguarda, invece, l’aliquota dell’IMU, questa deve essere approvata dal Comune entro il termine stabilito dalle norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione.

Infatti, a partire dall’anno 2021, i comuni possono diversificare le aliquote IMU, ma solamente con riferimento alle fattispecie individuate con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze.

Le aliquote devono essere pubblicate entro il 28 ottobre e, in caso di mancata pubblicazione, per l’anno in corso verranno si applicano le percentuali dell’anno precedente.

L’aliquota massima dell’IMU è di 1,06%. Tuttavia, i Comuni che hanno aumentato in passato aliquota Tasi dello 0,8 per mille hanno incrementato l’IMU fino all’1,14%. La percentuale minima è invece di 0,76%.

1. Aliquota IMU sui fabbricati di categoria catastale D

I Comuni hanno la facoltà di ridurre l’aliquota fino ad azzerarla completamente, ad eccezione dei fabbricati di categoria catastale D. Infatti, per questa categoria di immobili la quota di imposta riferibile all’aliquota dello 0,76% è riservata allo Stato e il Comune può aumentare il prelievo fino all’1,06%, mentre non è consentito ridurre l’aliquota al di sotto di quella riservata allo Stato.

Inoltre, per i fabbricati di categoria catastale D privi di rendita sin dall’origine, la modalità di determinazione della base imponibile si basa sui costi contabilizzati attualizzati tramite specifici coefficienti annualmente approvati. Per il 2023 sono stati fissati i coefficienti da applicare con il D.M. 13.02.2023.

Invece, per i fabbricati provvisti di rendita, la base imponibile è calcolata facendo riferimento alla rendita catastale, proprio come per gli altri fabbricati. Vediamo qui di seguito come funziona il calcolo dell’IMU per diversi tipi di proprietà.

2. Aliquota IMU sui fabbricati rurali ad uso strumentale

Per quanto riguarda i fabbricati rurali ad uso strumentale, l’aliquota base è dello 0,1%. I Comuni hanno, però, la facoltà di azzerarlo. Ricordiamo che i Comuni hanno infatti una certa autonomia sulle decisioni che riguardano questa tassa.

In particolare, il calcolo per determinare le somme da pagare viene fatto partendo dalle caratteristiche del fabbricato, e applicando poi l’aliquota comunale.

3. Aliquota IMU sui terreni agricoli

L’aliquota IMU di base per i terreni agricoli parte dallo 0,76%. I comuni, però, possono aumentarla fino all’1,06% o ridurla fino ad azzerare l’imposta. Anche in questo caso i Comuni hanno una certa autonomia decisionale sulla percentuale da applicare per il calcolo dell’IMU.

4. Aliquota IMU su abitazioni locate a canone concordato

Secondo quanto stabilito dalla L. 431/1998, per le abitazioni locate a canone concordato è prevista una riduzione speciale pari al 25% sull’imposta calcolata con l’aliquota applicata dal comune. Il proprietario va quindi a versare solamente il 75% della tassa.

Ricordiamo che il canone concordato è un preciso accordo che garantisce l’accesso a particolari incentivi e agevolazioni fiscali.

5. Aliquota IMU abitazioni di lusso

Le abitazioni di lusso appartengono alle categorie catastali:

  • A/1 (Abitazioni di tipo signorile);
  • A/8 (Abitazioni in ville);
  • A/9 (Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici).

Per questi tipi di immobili è prevista un’aliquota stabilita dal Comune fino ad un massimo dell’1,06%.

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Acconto IMU 2023: le scadenze

Come abbiamo anticipato nell’introduzione, il versamento dell’acconto IMU 2023 deve essere effettuato entro la scadenza del 16 giugno.

I soggetti passivi devono, quindi, rispettare le scadenze delle due rate:

  • l’acconto dell’imposta dovuta per l’anno 2023: il 16 giugno 2023;
  • il conguaglio con il saldo: il 16 dicembre 2023.

Per quanto riguarda l’acconto dell’imposta, questo deve essere versato calcolando le aliquote e le detrazioni dell’anno precedente.

Invece, il conguaglio di dicembre prevede il pagamento del saldo, calcolato con le aliquote pubblicate entro il 28 ottobre sul sito del MEF. Ricordiamo che, in caso di mancata pubblicazione, si applicheranno le aliquote dell’anno precedente.

È, inoltre, possibile procedere con il versamento in unica soluzione dell’imposta dell’intero 2023, entro la scadenza dell’acconto. Tuttavia, in tal caso bisognerà utilizzare da subito le aliquote deliberate per l’anno in corso.

Per quanto riguarda, invece, gli enti non commerciali, sono previste specifiche modalità di versamento. Questi soggetti passivi, infatti, sono tenuti ad effettuare due versamenti “provvisori” rispettando le scadenze del 16 giugno e del 16 dicembre.

Ad ogni scadenza, il versamento è pari al 50% dell’imposta corrisposta per l’anno precedente. Successivamente, il 16 giugno dell’anno seguente, i soggetti passivi devono corrispondere un terzo versamento a conguaglio dell’imposta dovuta nell’anno di riferimento.

Poiché il 16 dicembre sarà un sabato, la scadenza slitterà al primo giorno lavorativo successivo, e quindi al 18 dicembre 2023.

Acconto IMU 2023 scadenze

IMU 2023: quanto si paga

Per stabilire quanto si andrà a pagare di IMU, occorre conoscere il valore dell’immobile. Infatti, per calcolare l’IMU dovuta si parte dalla rendita catastale dell’immobile. Su questa si esegue il seguente calcolo:

  • si effettua la rivalutazione della rendita del 5%, moltiplicando il valore della rendita per 1,05;
  • si moltiplica la rendita rivalutata per il coefficiente dell’immobile, in base alla tipologia di immobile;
  • si moltiplica il risultato per le aliquote stabilite dal Comune entro il 28 ottobre e variabili di anno in anno, a seconda delle possibilità di bilancio della stessa amministrazione comunale.

Per effettuare questo calcolo, quindi, è necessario conoscere il coefficiente catastale, che varia in base alle categorie catastali. Questo è pari a:

  • 160 per le categorie catastali A (eccetto A/10), C/2, C/6, C/7;
  • 140 per il gruppo catastale B, C/3, C/4, C/5;
  • 80 per le categorie catastali A/10 e D/5;
  • 65 per i gruppi catastali D (eccetto D/5);
  • 55 per i gruppi catastali C/1.

Di conseguenza, occorre moltiplicare la rendita per il coefficiente catastale dell’immobile di riferimento per moltiplicare ulteriormente per l’aliquota stabilita dal Comune.

Acconto IMU 2023 – Domande frequenti

Quando si versa l’acconto IMU 2023?

L’acconto dell’IMU del 2023 si versa entro la scadenza del 16 giugno 2023, per il 50% dell’imposta dovuta per l’intero anno, applicando le detrazioni e le aliquote dell’anno precedente.

Come si calcola l’acconto IMU 2023?

L’imposta municipale unica si calcola partendo dalla rendita catastale. Si moltiplica, quindi, per il coefficiente catastale di riferimento. Il risultato va, infine, moltiplicato per l’aliquota imposta dal Comune di riferimento. Scopri qui i dettagli.

Cosa cambia per l’IMU nel 2023?

Per il 2023 l’acconto IMU è versato applicando le aliquote e le detrazioni dell’anno precedente. Tuttavia, per gli enti non commerciali si paga il 50% dell’imposta corrisposta per l’anno precedente come acconto, il restate come saldo e la differenza a conguaglio nel mese di giugno.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 27 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

2 commenti su “Acconto IMU 2023: scadenze, aliquote e modalità di pagamento”

  1. Per incomprensione con il CAF non ho pagato l’IMU degli ultimi 3anni, preciso che non ho ricevuto da parte del Comune il documento di pagamento F24. Domanda: è obbligo del Comune inviare F24? Grazie Pietro Fortugno

    Rispondi
    • Buonasera,
      non è un obbligo del comune inviare il modello F24, si consiglia l’accesso all’istituto del ravvedimento operoso prima del ricevimento dell’avviso di liquidazione.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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