Partita IVA per vendere online: quando serve e quanto costa

La vendita di prodotti su siti web o e-commerce online richiede l'apertura della partita IVA? Ecco i casi in cui è obbligatorio regolarizzare la propria posizione fiscale e quando è possibile vendere senza partita IVA.

Adv

vendere online partita iva
  • La partita IVA è un requisito fondamentale per chi desidera vendere prodotti online tramite e-commerce in modo continuativo nel tempo, a prescindere dal fatturato conseguito.
  • I costi di apertura e gestione della partita IVA per vendite online variano in relazione al fatturato, al regime fiscale a alla tipologia di attività che si intende svolgere.
  • In alcuni casi, se l’attività commerciale è occasionale e non continuativa, è possibile vendere online senza partita IVA rispettando alcune regole.

Il commercio di prodotti online tramite e-commerce o marketplace è una soluzione interessante per arrotondare lo stipendio mensile, ma in alcuni casi è necessario regolarizzare la propria posizione fiscale e aprire la partita IVA.

Quando l’attività di vendita diventa continuativa e organizzata, a prescindere dal fatturato conseguito, occorre mettesi in regola con il fisco. Viceversa, se l’attività è occasionale e non organizzata non è richiesta la partita IVA.

Come fare per vendere online con la partita IVA: quali sono i requisiti, come scegliere il codice Ateco, il regime fiscale e quali sono i costi da sostenere per avviare un’attività di commercio elettronico.

Vendere online con partita IVA: quando è necessaria

Per vendere online è necessario aprire la partita IVA? In Italia il commercio elettronico è regolamentato dal decreto Bersani1 (d.lgs. n. 114/98), con il quale l’e-commerce è equiparato alla vendita tradizionale: ciò significa che se l’attività di vendita online è abituale e continuativa nel tempo, occorre aprire la partita IVA per regolarizzare la propria posizione fiscale e contributiva.

Non ci sono limiti minimi di fatturato al di sopra del quale aprire la partita IVA, in quanto sono l’abitualità dell’attività e la continuità nel tempo a fare la differenza.

Esistono diverse modalità per vendere prodotti online con la partita IVA, per esempio:

  • tramite e-commerce online o siti web specializzati, con i quali si vendono prodotti ai consumatori finali;
  • tramite Amazon, e-Bay, Shopify o altri marketplace, se l’attività è abituale e continua nel tempo (se si vende un solo prodotto all’anno, invece, non è richiesta la partita IVA);
  • tramite dropshipping, se si vendono prodotti tramite un fornitore terzo.

Aprire una partita IVA per vendere online: i requisiti

Prima di aprire la partita IVA per vendere online occorre soddisfare una serie di requisiti amministrativi e fiscali. In primis, il titolare dell’e-commerce (o colui che intende avviare l’attività di commercio online) deve essere maggiorenne e possedere la cittadinanza italiana, oppure la cittadinanza di un altro Stato UE. I cittadini extra-UE possono aprire la partita IVA solo se possiedono un permesso di soggiorno per lavoro autonomo.

Per l’avvio della pratica è necessario possedere un codice fiscale valido e un indirizzo per la sede fiscale dell’attività, che può coincidere con la propria residenza o con il proprio ufficio.

Infine, nel rispetto della normativa più recente è richiesta l’apertura di una casella di posta elettronica certificata (PEC) grazie alla quale ricevere comunicazioni con valore istituzionale, e attivare un software per la fatturazione elettronica.

Partita IVA per vendite online: adempimenti e costi

Oltre ai requisiti da soddisfare, per regolarizzare la propria posizione occorre rispettare anche numerosi adempimenti. I costi di apertura e gestione della partita IVA variano in relazione a diversi fattori.

La pratica di apertura della partita IVA si può svolgere tramite il sito web dell’Agenzia delle Entrate, compilando il modulo AA9/12 per le persone fisiche o il modulo AA7/10 per le società (in forma gratuita); oppure affidandosi a un commercialista per non commettere errori (a pagamento secondo il tariffario concordato).

Prima di avviare l’attività è necessario iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio (per un costo di circa 200 euro + IVA) e, se si intende vendere prodotti all’estero, è obbligatorio iscriversi anche al VIES2 (VAT Information Exchange System), ovvero la banca dati delle partite IVA europee.

Se si intende aprire un e-commerce, infine, è necessario presentare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) presso il Comune di residenza o dove l’attività ha sede fiscale.

1. Codice Ateco per vendita online

Il codice Ateco da associare alla partita IVA per vendere prodotti online varia in relazione alla tipologia di clienti ai quali ci si rivolge. Solitamente, per aprire un e-commerce e vendere a consumatori finali si utilizza il codice 47.91.10, che identifica le attività di “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet”.

Codice AtecoDescrizione attività
47.91.10Commercio al dettaglio ai consumatori (e-commerce)
46.19.02Procacciatori d’affari di vari prodotti senza prevalenza di alcuno

2. Regime fiscale

Mentre il codice Ateco definisce la tipologia di attività svolta, il regime fiscale permette di calcolare l’ammontare delle tasse da versare per la propria attività. Per effettuare la scelta è necessario considerare l’ammontare di fatturato atteso e i costi che si intendono sostenere per l’avvio dell’attività:

  • il regime forfettario prevede un limite di fatturato annuo pari a 85.000 euro e non consente di accedere a detrazioni e deduzioni fiscali, ma permette di godere di un’aliquota sostitutiva unica al 5% per i primi cinque anni di attività e al 15% a partire dal sesto anno;
  • il regime ordinario non prevede alcun limite di fatturato, consente di accedere a detrazioni e deduzioni fiscali, ma utilizza le aliquote IRPEF per il pagamento delle tasse (con scaglioni dal 23% al 43% in base al fatturato). In questo regime è necessario applicare l’IVA sulle vendite effettuate.

3. Contributi INPS e adempimenti obbligatori

Una volta conclusa la procedura di apertura della partita IVA è necessario effettuare l’iscrizione all’INPS presso la Gestione Artigiani e Commercianti per regolarizzare il pagamento dei contributi previdenziali.

Il sistema contributivo prevede due tipologie di versamenti annuali:

  • i contributi fissi pari a circa 4.000 euro l’anno fino a un reddito di 18.555,00 euro;
  • i contributi variabili pari al 24% della soglia di reddito eccedente il limite.

Chi aderisce al regime forfettario può richiedere la riduzione del 35% sui contributi, ma deve valutare con attenzione l’impatto che potrebbe avere questa scelta sulla pensione futura.

Fatturazione con partita IVA per vendere online

La fatturazione con partita IVA per chi vende prodotti online varia in relazione alla tipologia di clienti a cui ci si rivolge.

Generalmente, la fattura non è obbligatoria per le vendite verso i consumatori privati (B2C), a meno che non venga richiesta espressamente dall’interessato. Occorre però registrare gli incassi per seguire le norme di legge.

La fattura è obbligatoria per le vendite verso liberi professionisti, aziende o imprese (B2B) e deve essere emessa tramite il Sistema di interscambio riportando il numero, la quantità di prodotti e il rispettivo prezzo. Coloro che aderiscono al regime ordinario devono applicare l’IVA al 22% su prodotti venduti.

Come dichiarare i guadagni dalle vendite online

Nel momento in cu l’attività di vendita online diventa continuativa e organizzata, per la quale è necessaria l’apertura della partita IVA, occorre anche dichiarare i proventi realizzati con il commercio elettronico. Questi ultimi vengono considerati redditi di impresa e richiedono il rispetto di altre formalità e adempimenti.

Un soggetto privato che vende prodotti tramite il proprio e-commerce online, invece, dovrà dichiarare i compensi percepiti tra i “redditi diversi” di cui all’articolo 67 del TUIR, riportandoli nell’apposita sezione del Modello 730 o del modello Redditi annuale e pagando su di essi l’Irpef in base alle aliquote applicate sugli scaglioni di reddito complessivo.

Se invece l’attività di commercio online è occasionale e sporadica, le vendite non costituiscono base imponibile.

Come vendere online senza la partita IVA: limiti e obblighi

Esistono dei casi in cui è possibile vendere online senza aprire una partita IVA, ma bisogna rispettare alcuni limiti e obblighi: non esiste un fatturato massimo entro il quale mantenere i guadagni, ma occorre prestare attenzione alla tipologia di attività svolta.

La partita IVA non è necessaria per le attività di commercio online con carattere saltuario e occasionale: per essere considerata tale, l’attività in oggetto non deve avvenire in modo ricorrente né essere organizzata come un’attività strutturata.

La legge fissa un periodo massimo di 30 giorni nell’arco dell’anno solare per considerare un’attività occasionale: oltre questa soglia è necessario regolarizzare la propria posizione fiscale.

Partita IVA per vendere online – Domande frequenti

Si può vendere online senza partita IVA?

Vendere online senza partita IVA è possibile solo nel caso in cui l’attività abbia carattere occasionale, limitato a poche transazioni all’anno o comunque per un periodo non superiore ai 30 giorni. Non ci sono limiti di fatturato da rispettare, ma se l’attività diventa continuativa nel tempo occorre regolarizzare la propria posizione.

Quale partita IVA serve per vendere online?

Chi desidera vendere prodotti online tramite una piattaforma di e-commerce può optare per l’apertura di una partita IVA in regime forfettario con codice Ateco 47.91.10. Il coefficiente di redditività per questa tipologia di attività è pari al 40%.

Serve la partita IVA per vendere su Amazon?

Indipendentemente dal volume delle vendite e dal fatturato conseguito, per vendere prodotti su Amazon serve la partita IVA in quanto viene considerata un’attività commerciale e continuativa. Se invece viene venduto un singolo prodotto, non è necessario aprirla.

  1. Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, Gazzetta Ufficiale, gazzettaufficiale.it 
    ↩︎
  2. VIES VAT number validation, European Commission, ec.europa.eu ↩︎

Autore
Foto dell'autore

Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

Lascia un commento

Continua a leggere

Iscriviti alla Newsletter

Il meglio delle notizie di Partitaiva.it, per ricevere sempre le novità e i consigli su fisco, tasse, lavoro, economia, fintech e molto altro.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.