Partita IVA per e-commerce: come aprirla, quanto costa e tasse

Aprire un e-commerce necessita di una Partita IVA, al pari di un'attività di vendita tradizionale. Ecco una guida all'apertura, con alcuni consigli fiscali per iniziare.

di Gennaro Ottaviano

Revisione a cura di Rosario EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • La partita IVA è necessaria se vuoi vendere online tramite un e-commerce in maniera continuata e organizzata, in pieno rispetto delle normative di legge.
  • Per aprire la partita IVA per uno shop online dovrai utilizzare il sistema telematico ComUnica per le procedure iniziali, compresa quella di apertura della società.
  • Sono previsti una serie di costi e una specifica tassazione che variano in base alla tipologia di regime fiscale che andrai a scegliere.

Serve la partita IVA per aprire un e-commerce? È una domanda che ti sarai posto se hai intenzione di sviluppare il tuo commercio attraverso un negozio online. Infatti scegliere di aprire un e-commerce può essere una valida soluzione per creare il tuo business sul web, oppure potenziare una tua attività occasionale. A dimostralo vi è la crescita negli ultimi anni di questo settore.

Basta considerare che oggi sono 2,14 miliardi gli utenti che effettuano acquisti online, ovvero una persona su quattro sul Pianeta. Un valore che in base ad alcune previsioni dovrà crescere di oltre il 200% nei prossimi anni.

Infatti si ipotizza che, entro il 2040, il 95% degli acquisti effettuati avverranno attraverso gli shop online. Inoltre, secondo le stime del 2021, gli e-commerce hanno generato un fatturato di oltre 300 miliardi di dollari

In base a queste statistiche, il commercio online in Italia e in Europa può essere un fattore di interesse se sei un piccolo o medio imprenditore. Per questo conoscere come aprire una partita IVA per uno shop online, le normative di riferimento e quali sono i passaggi, diventa fondamentale. Come fare? Ti basterà leggere la nostra guida.

Partita IVA per e-commerce: quando è necessaria

L’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia ha dato un impulso all’evoluzione del mercato digitale e allo shopping online. Infatti, tramite e-commerce, è possibile effettuare una vendita diretta, e quindi allestire un sito, dedicarsi all’attività di dropshipping, o utilizzare le cosiddette affiliazioni. In questo caso, potrai impiegare sistemi come Amazon FBA oppure approfittare di siti come e-Price ed Ebay, per citare quelli più famosi. 

Ritorniamo alla domanda con cui abbiamo iniziato il nostro articolo: serve la partita IVA per un e-commerce? La risposta è . In merito a questo argomento, citiamo le principali normative:

  • Direttiva 2000/31/CE: è la direttiva del Parlamento Europeo che ha istituito il Commercio Elettronico in Europa;
  • Legge 70/2003: prevede la libera circolazione dei servizi e dei beni, tra i quali il commercio elettronico;
  • D.Lgs. 2005 numero 206: fa riferimento al codice del consumo e all’attività di vendita online;
  • Legge 40/2007: ha introdotto il sistema telematico ComUnica.

In base alle normative indicate vengono stabiliti i casi in cui un’attività di prestazione di servizi o di vendita richiede la presenza di una partita IVA. Dovrai aprirla ogni volta che effettui un’attività di vendita online, con le seguenti caratteristiche:

  • strutturata;
  • continuativa;
  • svolta in maniera professionale;
  • prevede la produzione di un reddito.

Sono tutti fattori che riflettono la particolare natura degli e-commerce. Inoltre, se vuoi aprire uno shop online dovrai fare attenzione anche a una serie di aspetti burocratici e alla tipologia di struttura aziendale. In particolare, non potrai utilizzare una partita IVA personale, ma sarà necessaria una ditta individuale o altre forme di impresa.

e-commerce e dropshipping

Vendita occasionale e IVA

E per la vendita occasionale? Con questo termine si indentifica quell’attività commerciale che avviene in maniera saltuaria e sporadica e che viene fatta in autonomia senza una struttura commerciale ben definita.

È l’esempio tipico se vendi un prodotto online ogni tanto, oppure se offri un servizio sporadico. Puoi farlo senza aprire una partita IVA solo se manterrai il principio di occasionalità. Ecco quali sono alcuni possibili parametri da considerare, anche se non esistono parametri oggettivi:

  • tempistica: attività per massimo 30 giorni in un anno;
  • ricavi: non devono superare i 5.000€ di reddito in 12 mesi.
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Come aprire Partita IVA per un e-commerce

Aprire una partita IVA è un procedimento più semplice rispetto a quello che puoi immaginare, grazie alla possibilità di eseguire alcune operazioni velocemente online.

In particolare, il D.Lgs. 40/2007 ha istituito un sistema telematico, chiamato ComUnica, che ti permetterà di eseguire questa procedura in maniera da svolgere in un’unica operazione l’iter burocratico necessario per la tua attività online. Se vuoi aprire partita IVA avrai due opzioni:

  • apertura in maniera autonoma;
  • affidarti a un professionista del settore.

Infatti, anche se la procedura è online, dovrai scegliere la tipologia di sistema societario oltre ad affrontare un iter burocratico specifico. In tutti questi casi è richiesta una certa conoscenza della normativa riguardante la vendita online, oltre alle diverse conseguenze per ciò che concerne l’ambito della tassazione e i costi. Sono fattori che se sottovalutati possono influenzare il successo del futuro e-commerce.

Per questo ti suggeriamo di affidarti a uno studio di commercialisti, che potrà consigliarti sui singoli passi da effettuare, oltre a svolgere per te l’iter burocratico. Ecco quali sono gli step che dovrai effettuare per aprire una partita IVA per un e-commerce:

  1. compilazione ComUnica;
  2. scelta del codice ATECO;
  3. valutazione del regime fiscale;
  4. L’apertura delle posizioni previdenziali.

1. Apertura tramite sistema ComUnica

ComUnica è un termine che fa riferimento alla Comunicazione Unica d’Impresa, un sistema che permette di aprire partita IVA per un e-commerce online. Questa procedura telematica può essere utilizzata solo in casi particolari.

La procedura si riferisce a tutte quelle attività che richiedono la costituzione di una ditta individuale, mentre per i professionisti o i lavoratori autonomi sarà necessario eseguire la registrazione a FiscoOnline, con la compilazione del modello apposito AA9/12.

Per comprendere quali sono le potenzialità di questo sistema basta considerare che con ComUnica avrai l’opportunità di effettuare le seguenti operazioni in un unico passaggio:

  • segnalazione certificata inizio attività (da verificare comunque con il comune di rirferimento)
  • apertura partita IVA;
  • costituzione ditta individuale;
  • iscrizione al Registro delle Imprese;
  • scelta del codice ATECO;
  • indicazione del regime Fiscale;
  • iscrizione del regime previdenziale.

Prima dell’introduzione di questo sistema, per aprire una ditta individuale per un e-commerce era necessario effettuare le singole attività indicate separatamente richiedendo una tempistica molto più lunga, che ritardavano nettamente lo sviluppo di imprese digitali, e con costi maggiori.

2. La scelta dei codici ATECO

Il codice ATECO è un numero che identifica nello specifico l’attività che andrai a svolgere con il tuo sito online. Nella tabella seguente abbiamo inserito quali sono le diverse opportunità riferite alla vendita online.

Tipologia attività Codice ATECO
Vendita online 47.91.10
Dropshipping e affiliazioni73.11.02

Se vuoi aprire partita IVA per dropshipping o se vuoi operare utilizzando Amazon FBA viene richiesto, oltre al codice ATECO principale, con riferimento all’attività di vendita online, anche quello che permette questa operazione attraverso sponsorizzazioni pubblicitarie. 

Valutare come vendere i prodotti o servizi è determinate, dato che incideranno sui costi del tuo e-commerce: ogni codice ATECO e attività aggiuntiva potrebbe prevedere una spesa in più.

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3. Partita IVA forfettaria per e-commerce

Il regime fiscale del tuo e-commerce inciderà notevolmente sui tuoi guadagni, dato che in base alla scelta che effettuerai dovrai adempiere al pagamento di una certa percentuale di tasse e tributi.

Per avviare un’attività può essere utile aprire una partita IVA per e-commerce con regime agevolato o anche definito regime forfettario. Questa tipologia di scelta fiscale può essere applicata solo se vengono rispettate una serie di condizioni:

  • essere un libero professionista o ditta individuale;
  • avere un fatturato annuo che non supera i 65.000€;
  • apertura di una nuova attività con partita Iva.

Perché valutare il regime forfettario? Disporrai di una serie di vantaggi organizzativigestionali fiscali. Soffermiamoci sui primi due aspetti. In primo luogo, non dovrai emettere fatture con IVA, ma solo inserendo un’imposta che la sostituisce: la marca da bollo di 2€, per gli importi delle fatture superiori a 77,47€.

Inoltre, potrai gestire la tua contabilità senza utilizzare la fatturazione elettronica, rispettando solo il numero progressivo. Se superi il limite di fatturato imposto, o se vuoi creare una SRL, dovrai optare per un regime fiscale ordinario.

Quante tasse paga un e-commerce? Per rispondere a questa domanda, devi considerare la tipologia di regime fiscale su cui si basa la tua attività. Quindi dovrai distinguere tra quello ordinario e il forfettario.

Ecommerce e regime forfettario

Tassazione con regime forfettario

Il regime forfettario prevede una partita IVA agevolata per gli e-commerce, con una riduzione della tassazione. Si tratta di un fattore molto importante che può spingerti a valutare di sceglierlo soprattutto all’inizio delle tue attività. Vediamo quali sono le caratteristiche dal punto di vista fiscale e previdenziale del regime forfettario:

  • tassazione al 5% per i primi 5 anni;
  • esenzione dall’IVA;
  • contributo INPS ridotto.

Tra gli aspetti che ti possono spingere a valutare di utilizzare il regime forfettario vi è l’opportunità di ridurre in maniera sostanziosa la tassazione che inizialmente sarà pari al 5% dei tuoi introiti.

Se lo paragoni a circa il 40% di imposte nel caso del regime ordinario, puoi subito evidenziare la differenza di tasse. Inoltre, devi considerare che non dovrai pagare l’IVA, un altro costo che ti permette di ridurre le spese mensili oltre a mantenere i prezzi del tuo e-commerce concorrenziali.

Infine, è prevista un’agevolazione anche per ciò che riguarda l’aspetto collegato all’ambito contributivo con una riduzione pari al 35% proprio per le attività di e-commerce.

Tassazione con regime semplificato/ordinario

Riportiamo anche il caso in cui venga scelta una contabilità ordinaria, per cui dovrai valutare i seguenti costi:

  • IVA: equivalente al 22% su ogni vendita;
  • IRAP: l’Imposta Regionale per le Attività Produttive, varia in base alla regione in cui ha sede la tua società;
  • IRPEF: è un’aliquota che viene calcolata in base a degli scaglioni predefiniti, con un minimo del 23% fino a un massimo del 43%;
  • IRES: è l’imposta sui redditi delle società e fa riferimento all’eventuale distribuzione di utili ove presente ai soci e corrisponde al 24%.
  • INPS: contributi INPS fissi di circa 4.000 euro l’anno oltre a un variabile di circa il 24% sull’eccedenza rispetto a 15.000 euro di reddito (indicativamente)

4. Apertura delle posizioni previdenziali

Tra i motivi per cui consigliamo di farsi affiancare da un consulente, come uno studio commercialista, vi è anche la scelta del regime contributivo collegato alla tua attività. Infatti, sarà necessario scegliere il piano previdenziale ed eventualmente aprire delle posizioni INPS per dipendenti o collaboratori che ti aiuteranno nella creazione del negozio online. 

Partita IVA per e-commerce: costi

Come tutte le attività commerciali, aprire un e-commerce prevede un’attenta progettazione nel valutare gli obiettivi, un investimento iniziale oltre a una serie di costi.

Anche se il tuo negozio è virtuale, dovrai considerare l’allestimento del sito, che prevede la necessità di acquistare uno spazio sul Web, definito hosting, e di affidarsi a un web agency per la sua creazione e la pubblicità. Per ciò che riguarda l’aspetto collegato all’IVA devi valutare le seguenti spese:

  • apertura partita IVA per sito e-commerce;
  • onorario commercialista o notaio;
  • adempimenti burocratici.
Tipologia di SpesaDitta IndividualeSRL
Apertura IVACosto non previstoCosto non previsto
Imposta di registro200€200€
Commercialista o notaioDai 250€ agli 800€Dai 500€ ai 1.300€
Diritti di segreteriaCirca 18€90€
Imposta di bollo17,50€Dai 47€ ai 156€
PECCirca 30€ all’anno30€ all’anno

L’apertura della partita IVA non richiede un costo, ma utilizzando il sistema ComUnica dovrai considerare le spese che fanno riferimento alla costituzione della società. In questo caso dovrai valutare una somma di circa 350€ per la ditta individuale e oltre i 500€ per una SRL.

In questa cifra si includono l’imposta di registro, i diritti camerali, l’imposta di bollo e i diritti di segreteria.

Consulente o notaio

Per creare una società per un e-commerce potrai rivolgerti a un notaio, oppure a un commercialista. In base alla tipologia di scelta dovrai considerare una spesa tra i 500€ e i 1.300€ come onorario. Il range di costo viene influenzato in base alla tipologia di società. Ovviamente la creazione di una ditta individuale prevede un procedimento semplificato e quindi un investimento iniziale contenuto.

E-commerce e adempimenti burocratici

Infine, sono presenti una serie di adempimenti burocratici, tra i quali la dichiarazione di inizio attività, perché anche un e-commerce è considerato al pari di un’impresa commerciale e viene applicata la spesa per la PEC, obbligatoria per legge.

Infine, devi valutare anche eventuali costi per effettuare modifiche della tua partita IVA. È il caso di considerarlo se vuoi ampliare la tua attività con la vendita all’estero, oppure se hai necessità di trasformare la tua ditta individuale in una SRL per ampliare la vendita online.

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E-commerce per vendere all’estero 

Le politiche comunitarie finalizzate a equiparare le attività commerciali tra tutti i Paesi che fanno parte della UE sono state fondamentali per la crescita del settore degli e-commerce. Infatti, se disponi di una partita IVA italiana e vuoi vendere anche in Europa potrai farlo con una partita IVA intracomunitaria e registrandoti al servizio VIES.

La procedura prevede una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, un’operazione che avviene in maniera diversa se stai aprendo una nuova società oppure hai già a disposizione un e-commerce

Infatti, nel primo caso dovrai indicare all’interno della richiesta, tramite il sistema ComUnica, la volontà di aprire una partita IVA intracomunitaria. Invece, se già disponi di un codice IVA, dovrai scaricare il modulo AA7 in quanto ditta individuale o società di capitali, e indicare al suo interno la volontà di trasformare la tua partita IVA locale in intracomunitaria.

Una volta scelta questa opzione, il tuo codice IVA sarà immesso all’interno del sistema VIES, ovvero il Vat Information Exchange System, un registro elettronico previsto in ambito europeo. Attraverso questo sistema avrai la possibilità di:

  • verificare la partita IVA di altri fornitori e clienti;
  • ricercare una società che lavora in ambito comunitario;
  • cancellare la tua partita IVA intracomunitaria.

L’iscrizione al VIES comporta anche una serie di obblighi, tra i quali è prevista la comunicazione ogni trimestre di tutte le operazioni economiche effettuate in ambito comunitario.

Partita IVA per e-commerce – Domande frequenti

Serve la partita IVA per vendere online?

Sì, l’apertura della partita IVA per un e-commerce è necessaria e obbligatoria, dato che la vendita con uno shop online viene considerata come un’attività continuativa, strutturata e professionale.

Quante tasse paga un e-commerce?

La tassazione varia in rapporto alla tipologia di regime fiscale che hai scelto al momento dell’apertura della partita IVA per e-commerce, con un range tra il 5% e il 40%.

Quanto costa la partita IVA per un e-commerce

L’apertura di una partita IVA per e-commerce prevede un costo che varia da un minimo di 500€ circa fino a un massimo di 3.000€ in base alla tipologia di società che andrai a costituire. Scopri di più nella guida completa.

Autore
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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.
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Rosario Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 24 Aprile 2024
Dottore commercialista specializzato in startup e pmi innovative, operazioni di equity crowdfunding, e-commerce, food and casual dining. Con uno sguardo sempre rivolto al futuro, trova sistemi innovativi nello sviluppo dell’attività professionale.

12 commenti su “Partita IVA per e-commerce: come aprirla, quanto costa e tasse”

  1. Buongiorno,

    Se uno è artista e vende opere di propria produzione (codice ATECO 90.03.09) ed unici, può vendere da libero professionista?

    Grazie infinite
    Marco

    Rispondi
    • Buongiorno,
      un artista può vendere le proprie opere con il codice ateco 90.03.09, in caso di avviamento di un e-commerce il codice attività e le regole saranno diverse e potranno aggiungersi a quelle previste per gli artisti.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  2. Buonasera, lavoro nel network marketing con p.iva da 7 anni come procacciatrice di affari, ora vorrei aprire uno small business con e-commerce per le mie creazioni handmade (non c’entra nulla con il lavoro da networker). E’ possibile avere due codici ateco in questo caso? Non trovo nessuno che mi segua per questa situazione e non so come fare. Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      per la stessa partita iva può utilizzare due diversi codici ateco. Per l’attività di ecommerce sarà necessaria l’iscrizione alla Camera di commercio, previo invio della SCIA al comune di riferimento.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  3. Salve sono uno studio di tatuaggi con partita iva forfettaria, vorrei ampliare lo studio e vendere all’interno alcuni mobili antichi e oggetti d’ arredo. come devo fare? con la mia partita iva posso farlo?
    grazie in anticipo

    Rispondi
    • Buongiorno,
      dovrebbe adeguare la partita iva con questa seconda attività e verificare se il locale è idoneo. Per adeguare l’attività dovrebbe presentare una SCIA al comune e comunicare la variazione in Agenzia delle entrate e camera di commercio.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  4. Salve,
    Sto pensando di avviare un e-commerce in dropshipping. Dato che sono anche dipendente, prima di procedere con tutto l iter burocratico ( p iva, scia, iscrizione artigiani etc), avrei voluto provare a vedere sul campo se l attivita’ possa essere o meno redditizia. Ho letto che la p. Iva puo essere aperta entro i 30 gg, perche 30 gg e’ il limite massimo di vendita considerabile occasionale. E’ possibile pertanto aprire comunque lo store senza avviare le procedure legate alla fiscalita’ e verificare l andamento nei primi 25 giorni, oppure si incorre comunque in ulteriori problematiche ( i.e reato di vendita illegittima, mancata tracciabilita’ etc)? Grazie in anticipo

    Rispondi
    • Buongiorno,
      per l’attività di commercio elettronico è necessario avere inviato la SCIA al comune, pertanto quello prospettato non è un percorso praticabile.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  5. Buongiorno, vorrei aprire un negozio online di stampe personalizzate, con partita iva forfettaria per iniziare, attualmente lavoro in svizzera come dipendente frontaliera, è possibile praticare entrambe le cose inizialmente? o per aprire la P.iva e il mio e commerce, dovrei prima licenziarmi? leggevo che per la vendita all’estero bisogna anche iscriversi al vies, ma vale solo per la vendita in europa? e se volessi vendere sempre online, al di fuori dell’europa? Scusate su questa cosa ho un pò di confusione.
    Grazie a chi mi risponderà

    Rispondi
    • Buongiorno,
      a nostro avviso il regime forfettario non dovrebbe essere applicabile, tuttavia sarebbe opportuno approfondire il caso. Per quanto riguarda l’iscrizione al VIES è obbligatoria per le operazioni comunitarie.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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