Lavoro dopo pensione: serve la partita iva?

Foto dell'autore

Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Buongiorno, sono in pensione da 6 anni e in questo periodo ho lavorato con ritenuta d’acconto (quindi come lavoratore occasionale). Il mio lavoro รจ di tipo intellettuale, faccio formazione su procedure informatiche (programmi di lavoro, non dovrebbe servere la comunicazione preventiva). Il reddito prodotto รจ stato sempre sotto i 5.000โ‚ฌ: il prossimo anno forse potrei superarlo, anche se non di molto. Aprirei anche una partita iva ordinaria (la mia pensione รจ oltre 30.000 โ‚ฌ), ma poi quanto mi puรฒ costare? Vale la pena per compensi totali inferiori a 10.000 โ‚ฌ? Pochi committenti ( < di 10 fattura media 500 โ‚ฌ ) e di solito lontano dal mio domicilio ( ma a volte anche da remoto). Oppure รจ meglio l’iscrizione alla gestione separata all’INPS? Grazie.

Buongiorno.

Il lavoro autonomo occasionale non รจ soggetto a comunicazione preventiva. รˆ necessario distinguere e definire il trattamento ai fini INPS e il trattamento fiscale.

Da un punto di vista previdenziale i lavoratori autonomi occasionali, superata la soglia di reddito annuale di 5.000 euro, sono tenuti all’iscrizione alla Gestione Separata e al versamento dei contributi.ย 

In questo caso il lavoratore autonomo occasionale deveย comunicareย tempestivamente ai committenti occasionali ilย superamento della soglia di esenzioneย e iscriversi alla Gestione Separata.

L’iscrizione รจ necessaria solo la prima volta. Se il collaboratore รจ giร  iscritto per altre gestioni non รจ necessaria. Se la soglia fosse superata conย piรน compensi nello stesso mese, ciascun committente concorrerร  in misura proporzionale, in base al rapporto fra il suo compenso e il totale delle erogazioni del mese.

La percentuale della contribuzione nel suo caso รจ pari al 24%, di cui 1/3 a carico del lavoratore e 2/3 a carico del committente.

Da un punto di vista fiscale, il reddito deve essere dichiarato nel modello unico ai sensi dell’articolo 67, comma 1 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, trattandosi di redditi diversi.

Dal reddito devono essere sottratti i costi diretti di produzione del reddito, da indicare sempre nel modello unico nel quadro RL.

In questo caso la ritenuta di acconto sarร  un credito fiscale da recuperare nel quadro RN del modello unico (o equivalente in caso di presentazione di modello 730).

L’apertura della partita iva comporterร  una analoga contribuzione (in questo caso addebito totale al titolare di partita iva che รจ obbligato a versare i contributi in dichiarazione dei redditi), con diritto di rivalsa parziale (4%) sul committente.

In pratica su 1.000 euro fatturate o da fatturare, sarร  possibile aggiungere 40 euro di addebito al committente a titolo di parziale rivalsa.

Dal punto di vista fiscale il reddito maturato con la partita iva si somma al reddito da pensione.

L’obbligo di apertura della partita iva non รจ conseguente al supero della soglia dei 5.000 euro, ma dipende da un insieme di altri fattori (esercizio in modo abituale e prevalente della attivitร ) non correlati ad elementi come l’importo della prestazione. Ciรฒ significa che potrebbe giร  essere obbligatoria da prima o non essere obbligatoria al superamento della soglia.

Autore
Foto dell'autore

Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Commercialista dal ๐Ÿง—๐Ÿพโ€โ™€๏ธsecondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio๐Ÿƒ๐Ÿพโ€โ™‚๏ธ. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla societร  alla rete tra professionisti".

Lascia un commento

NOTA: la presente non rappresenta un'attivitร  di consulenza ma semplicemente la risposta a un quesito posto sul sito partitaiva.it alla quale rispondiamo gratuitamente ai lettori, tramite il nostro coordinamento scientifico formato da un team di commercialisti e consulenti del lavoro.

Hai una domanda simile a questa?

Chiedi consulenza ai nostri esperti

Fai la domanda

Gratis

Ottieni la risposta

Via email

Approfondisci

Consulenza con esperti