Regime impatriati 2024: tutte le novità e i requisiti per l’agevolazione

Il regime fiscale impatriati 2024 presenta alcune novità: dalla riduzione del vantaggio fiscale ai nuovi requisiti. Scopri qui come funziona.

di Giovanni Emmi

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  • Il regime impatriati garantisce alcune agevolazioni fiscali non indifferenti per chi si trasferisce in Italia e svolge un lavoro specializzato.
  • Questo particolare regime agevolativo ha l’obiettivo di attirare talenti e nuove competenze all’interno del paese.
  • Nel 2024 le norme intorno a questa possibilità sono cambiate notevolmente: si assiste ad una stretta sia sui requisiti che sulla percentuale di agevolazione.

L’Italia, nel corso degli anni, ha implementato diverse strategie per attrarre talenti e competenze dall’estero, specialmente nel campo professionale. Una di queste strategie è il regime fiscale per lavoratori impatriati, un’iniziativa che mira a incentivare il rientro o l’immigrazione di professionisti e lavoratori altamente qualificati in Italia.

Questo regime offre vantaggi fiscali significativi, rendendo il nostro paese un’opzione allettante per molti professionisti internazionali. Non solo favorisce l’arrivo di nuove competenze e stimola la crescita economica, ma contribuisce anche a colmare il divario di abilità in alcuni settori chiave.

Con il passare degli anni, è diventato un elemento fondamentale per migliorare l’attrattività dell’Italia come destinazione lavorativa e per promuovere la competitività nel panorama globale.

Nel 2024, la normativa relativa a questo regime subisce delle modifiche significative. Queste variazioni porteranno a nuove dinamiche e opportunità, sia per i lavoratori che per l’economia italiana. È fondamentale comprendere in che modo queste modifiche influenzeranno il regime e quali saranno le implicazioni per coloro che desiderano approfittare di questa opportunità.

Cos’è il regime impatriati e modifiche

Il regime fiscale per lavoratori impatriati in Italia ha origine con lo scopo di attrarre talenti e competenze dall’estero, in un contesto di crescente globalizzazione e mobilità internazionale del lavoro.

Inizialmente concepito per incentivare il rientro dei cittadini italiani che avevano lavorato all’estero, il regime si è gradualmente esteso per includere anche professionisti stranieri, trasformandosi in uno strumento di politica fiscale finalizzato all’arricchimento del capitale umano nazionale.

Dal suo avvio, questo regime ha generato un impatto significativo sul mercato del lavoro italiano. Non solo ha facilitato l’ingresso di competenze specializzate e professionalità di alto livello, ma ha anche contribuito a una maggiore diversificazione del tessuto economico e professionale del paese.

I risultati fino al 2023 evidenziano un aumento del numero di impatriati che hanno beneficiato di questo regime, testimoniando l’efficacia della strategia in termini di attrattività e competitività.

Nel corso degli anni, il regime ha subito varie modifiche, ciascuna mirata a migliorare e ottimizzare l’attrattività dell’Italia per i lavoratori stranieri.

Queste modifiche hanno riguardato aspetti chiave come la durata del regime, la percentuale di reddito esente da imposizione e l’estensione dei benefici a categorie professionali sempre più ampie. L’evoluzione di questo regime rispecchia l’adattamento dell’Italia alle esigenze di un mercato del lavoro globale e in continua evoluzione.

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Regime impatriati 2024: requisiti

Nel 2024, si assiste a un significativo aggiornamento del regime fiscale per lavoratori impatriati, con cambiamenti che mirano a rifinire e ottimizzare questa politica fiscale. Le variazioni più rilevanti sono:

  • riduzione della detassazione: il regime prevede ora una detassazione del 50% (del 60% il alcuni specifici casi) del reddito, a differenza del precedente 70%;
  • limitazione del regime ai redditi da lavoro dipendente e autonomo: diversamente dal passato, l’agevolazione si applica ora esclusivamente ai redditi derivanti da lavoro dipendente e autonomo, escludendo altre tipologie di reddito. Questa specificazione restringe il campo di applicazione ma mantiene il focus su professionisti e lavoratori autonomi;
  • introduzione di un limite di reddito: dal 2024 viene introdotto un tetto massimo di reddito di 600.000 euro per poter beneficiare delle agevolazioni;
  • nessuna maggiorazione per chi decide di trasferirsi nelle regioni del Sud Italia.
modifiche regime impatriati

Allo stesso tempo le condizioni per fruire del regime sono state aggiornate e precisate: i lavoratori devono impegnarsi a risiedere fiscalmente in Italia per almeno cinque anni (sei o sette anni in casi specifici di continuazione del rapporto di lavoro con società dello stesso gruppo), non essendo stati residenti fiscali italiani nei tre anni precedenti al trasferimento.

L’attività lavorativa deve essere svolta sotto un nuovo rapporto di lavoro con un datore di lavoro diverso da quello estero precedente e non appartenente al medesimo gruppo aziendale. La maggior parte dell’attività lavorativa deve essere eseguita sul territorio italiano.

I lavoratori devono possedere requisiti di elevata qualificazione o specializzazione, come definiti dal decreto legislativo 28 giugno 2012, n. 108, e dal decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206. Altre condizioni specifiche riguardano:

  • durata dell’agevolazione: i vantaggi si applicano nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento della residenza fiscale in Italia e nei quattro periodi d’imposta successivi;
  • condizioni di decadenza: in caso di mancato mantenimento della residenza fiscale in Italia per almeno cinque anni consecutivi, si perde il diritto all’agevolazione, con conseguente recupero delle agevolazioni già fruite e applicazione degli interessi;
  • destinatari dell’agevolazione: il vantaggio è limitato ai cittadini italiani iscritti all’AIRE per il triennio antecedente al trasferimento o a coloro che avevano la residenza in un altro Stato ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni;
  • norme sugli aiuti di Stato: le nuove disposizioni si applicano nel rispetto delle condizioni e dei limiti delle norme sugli aiuti di stato “de minimis”.

Regime impatriati 2024 e residenza anagrafica

Queste modifiche rappresentano un equilibrio tra la necessità di attirare talenti e la gestione responsabile delle risorse statali. Riducendo la percentuale di detassazione e introducendo un limite di reddito, lo Stato italiano mira a focalizzare le agevolazioni su una fascia specifica di lavoratori altamente qualificati, massimizzando l’efficacia del regime nello stimolare l’immigrazione di competenze preziose.

Allo stesso tempo, queste modifiche riflettono un approccio più mirato e sostenibile per il bilancio statale. Le nuove condizioni per l’utilizzo dell’opzione, più stringenti e dettagliate, garantiscono che il regime sia utilizzato in maniera efficace e responsabile.

L’impegno a una residenza fiscale di almeno cinque anni in Italia assicura un contributo più duraturo al tessuto economico e sociale del paese, mentre il requisito di una nuova relazione lavorativa evita abusi del sistema e incentiva la creazione di nuove opportunità lavorative.

Cosa cambia quindi in base alla residenza anagrafica? Secondo i requisiti, gli interessati devono risiedere in Italia nell’anno del trasferimento nel paese e nei 4 successivi, purché non siano stati già residenti nei tre periodi di imposta che precedono il trasferimento. Va ricordato che il limite per l’agevolazione è di 600.000 euro annui.

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Il regime impatriati 2024 è retroattivo?

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Vediamo da vicino cosa comportano questi cambiamenti per gli interessati a partire da quest’anno. In particolare, le nuove norme sono retroattive?

Le ultime modifiche, che hanno reso più stringente l’accesso al regime impatriati, dispongono dei limiti precisi per ciò che riguarda la permanenza all’estero prima di entrare in Italia.

Tuttavia si può dire che queste nuove regole si applicano a partire dal 1 gennaio 2024, ovvero non sono retroattive. Per l’anno trascorso si applicano le regole in vigore precedentemente.

Vantaggi del regime impatriati: alcuni esempi

Il nuovo regime fiscale per lavoratori impatriati modificato nel 2024 presenta caratteristiche specifiche che possono essere meglio comprese attraverso casi ed esempi pratici. Questi esempi mostrano come il regime influisca positivamente sui lavoratori che scelgono di trasferirsi in Italia.

1. Lavoratore dipendente con famiglia

Un manager IT, trasferisce la sua residenza in Italia nel 2024. Guadagna 100.000 euro all’anno e si trasferisce con un figlio minore. In base al nuovo regime, il suo reddito imponibile sarà del 50% del totale, ossia 50.000 euro.

Se decidesse di acquistare una casa in Italia entro 18 mesi dal trasferimento, potrebbe prolungare il regime agevolato per ulteriori tre periodi d’imposta, mantenendo la stessa aliquota del 50%.

2. Ricercatore accademico

Una ricercatrice in biologia molecolare, si trasferisce in Italia nel 2024. Riceve un salario annuo di 80.000 euro. Secondo il nuovo regime, il suo reddito imponibile sarà ridotto al 10% del totale, ovvero 8.000 euro. Inoltre, se avesse due figli minorenni, potrebbe estendere il regime agevolativo fino a 11 periodi d’imposta.

3. Professionista specializzato senza famiglia

Un ingegnere del software spagnolo, si trasferisce in Italia nel 2024 per un nuovo lavoro. Con un reddito annuo di 90.000 euro, beneficia del regime agevolato con il 50% del suo reddito tassabile, ovvero 45.000 euro. 

4. Professionista nel settore creativo

Una designer grafica freelance dalla Germania, decide di trasferirsi in Italia nel 2024 e avviare la sua attività autonoma. Con un reddito annuale di 70.000 euro, sotto il nuovo regime, solo 35.000 euro del suo reddito saranno tassabili. 

5. Cittadino italiano rientrato dall’estero

Una cittadina italiana che ha vissuto negli Stati Uniti per sei anni, decide di rientrare in Italia nel 2024. Grazie alla sua iscrizione all’AIRE durante il suo soggiorno all’estero, può beneficiare del regime agevolato. Con un reddito annuo di 60.000 euro da lavoro autonomo, il suo reddito imponibile sarà di 30.000 euro. 

6. Docente universitario con famiglia

Un professore universitario spagnolo, si trasferisce in Italia nel 2024 con la sua famiglia, inclusi tre figli minorenni. Con un salario annuo di 100.000 euro, il suo reddito imponibile sarà solo del 10%, ovvero 10.000 euro. Inoltre, grazie alla presenza di tre figli minorenni, potrà estendere il regime agevolativo fino a 13 periodi d’imposta.

Regime fiscale impatriati – Domande frequenti

Cos’è il regime fiscale impatriati?

Si tratta di uno specifico regime fiscale agevolato per i lavoratori altamente specializzati che si trasferiscono in Italia, entro i requisiti che abbiamo indicato qui.

Regime fiscale impatriati 2024 in Gazzetta Ufficiale: quali sono le novità?

Secondo le ultime modifiche a questo regime fiscale, per il 2024 viene applicata una stretta notevole che riguarda sia i vantaggi sia i requisiti per accedervi. Scopri qui tutte le novità.

Le regole del regime fiscale impatriati 2024 sono retroattive?

Secondo le ultime novità, le nuove regole si applicano dal 1 gennaio 2024, ovvero non sono retroattive.

Con il regime fiscale impatriati cosa cambia per la residenza?

I beneficiari devono risiedere in Italia nell’anno del trasferimento nel paese e nei 4 seguenti, ma non devono essere stati già residenti nei tre periodi di imposta che precedono il trasferimento.

Autore
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Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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