Chi è protestato può aprire partita Iva? Ecco quali sono i rischi

Se hai ricevuto un protesto puoi iniziare una nuova attività d’impresa aprendo partita IVA? Scoprilo leggendo la nostra guida.

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Protesto aprire Partita Iva
  • Il protesto è un atto pubblico in base al quale un notaio o un ufficiale giudiziario attesta il mancato pagamento di un titolo di debito a favore del creditore.
  • In quanto soggetto protestato subirai delle limitazioni per l’apertura di un conto corrente, oppure per la richiesta di un finanziamento.
  • Subire un protesto cambiario o di un assegno non è di ostacolo alla procedura di apertura di una partita IVA.

In momenti di difficoltà economica può capitare di non riuscire a far fronte ai propri debiti e subire un protesto di un assegno o di una cambiale. Anche se sono previsti degli effetti, con limiti in alcuni casi per l’apertura di un conto corrente o per richiedere un finanziamento, potrai comunque dedicarti a un’attività d’impresa.

Se hai contratto quindi dei debiti, ma desideri comunque avviare un’attività di impresa, o professione autonoma, alcune operazioni le potrai effettuare, mentre per altre potresti trovarti di fronte a degli ostacoli, come vedremo nella guida.

Se ti stai domandando se in quanto soggetto protestato puoi aprire una partita IVA, ti rispondiamo subito in modo affermativo. Nella guida spieghiamo perché la partita IVA e un protesto possono coesistere, e quali sono gli eventuali effetti che questo atto determina a livello personale e sulla società che andrai a costituire.

Protesto e partita IVA: possono coesistere?

La partita IVA è un codice che identifica l’inizio di una nuova attività d’impresa o come lavoratore autonomo. Dovrai aprirla nel momento in cui ti dedichi a un lavoro continuato, strutturato e professionale che produce un reddito certo.

Sono tutte caratteristiche che non vanno tuttavia in contrasto con il protesto. Infatti, questo atto pubblico non produce effetti sulla possibilità del debitore di lavorare. Se così fosse, il protestato non potrebbe più liberarsi dell’eventuale debito, procurandosi un reddito utile al suo pagamento.  Quindi se hai ricevuto un protesto, non avrai un pregiudizio se vuoi iniziare un’attività come:

  • lavoratore autonomo o professionista;
  • una SRL unipersonale;
  • acquisire una quota di minoranza o di maggioranza in una società di capitali o di persone.

Tuttavia, il protesto non deve essere sottovalutato, dato che comporta una serie di conseguenze dal punto di vista della tua operatività bancaria e creditizia, e potresti subire azioni da parte del creditore. Andiamo a vedere come funziona un protesto e le conseguenze sull’apertura di una nuova attività.

Cos'è un protesto
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Cos’è un protesto

Iniziamo con il definire cos’è il protesto. È un atto pubblico, tramite il quale un notaio o l’ufficiale giudiziario attestano il mancato pagamento di un titolo di credito legittimo, come un assegno o la cambiale.

Devi fare riferimento al R.D del 1933 n. 1669, dagli articoli 53 a 75 per quanto riguarda gli assegni, mentre per le cambiali devi considerare il R.D. 1933 n. 1733 dagli articoli 45 a 65. Inoltre, la pubblicità di questo atto oggi è disciplinata dalla legge n. 235 del 2000, con riferimento alle “Nuove norme in materia di cancellazioni dagli elenchi dei protesti e delle cambiali“.

Con il protesto viene stabilito il diritto del creditore di agire nei confronti del debitore, al fine di recuperare il debito che non è stato saldato.  

Quando avviene un protesto

Per verificarsi un protesto, il creditore deve essere in possesso di un titolo al portatore che identifichi il suo diritto ad avere una precisa somma di denaro. I titoli di credito che possono determinare questo atto pubblico sono:

  • assegno;
  • cambiale;
  • vaglia cambiario.

Infatti, quando emetti un assegno collegato a un conto corrente personale o aziendale, dai ordine alla tua banca di versare una somma di denaro, equivalente a quella indicata nel documento a favore di una terza persona, definita come beneficiario.

Ciò prevede la presenza di una disponibilità economica per l’importo versato sul tuo conto bancario. Nel momento in cui l’assegno viene incassato dal creditore, ma non vi è il denaro sul conto, inizia la procedura che porterà al protesto.

In linea di massima la banca ti contatterà per  richiede entro un massimo di 24 o 48 ore di adempiere ai tuoi debiti. Se ciò non avviene, l’assegno sarà consegnato al notaio o all’ufficiale giudiziario con la pubblicazione all’interno dell’Ufficio Protesti presso il tribunale competente.

Un sistema simile avviene con il protesto della cambiale. Anche questo è un titolo creditizio che dimostra la legittimità di un creditore a ricevere la somma di denaro indicata su di essa. Nel momento in cui questo non avviene, il creditore potrà effettuare la cosiddetta levata del protesto e quindi si determinano tutti i relativi effetti.

Ribadiamo che il diritto del creditore ad agire nei confronti del debitore non comporta limitazione all’apertura di una partita IVA. Tuttavia, devi valutare quali sono le altre possibili conseguenze per lo sviluppo della tua attività d’impresa.

Come aprire partita IVA con un protesto

L’apertura di un partita IVA come protestato non prevede documenti aggiuntivi o procedure specifiche, ma è identica a quella di un soggetto con una situazione creditizia immacolata.

Puoi valutare se effettuare questa operazione in maniera indipendente, utilizzando il sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure farti affiancare da un commercialista o un consulente esperto. In ogni caso i passaggi sono i seguenti:

  • scelta della forma giuridica di attività di impresa;
  • identificazione del codice ATECO;
  • valutazione del regime fiscale e contributivo.

Il primo step è quello di scegliere la forma giuridica, la quale andrà a condizionare anche il regime fiscale che potrai adottare. Ad esempio, se apri una ditta individuale o un partita IVA personale potrai aderire al regime forfettario, con diverse agevolazioni fiscali. Invece, se decidi di creare un società di persone puoi optare per il regime semplificato.

Infine, le società di capitali richiedono di rientrare nel sistema fiscale ordinario. Anche la scelta del codice ATECO influenza la tua impresa, dato che in base a esso potrai svolgere una precisa attività, e va a determinare la tua posizione contributiva. Per questo può essere utile far riferimento a un professionista del settore in modo da non commettere errori. Se vuoi conoscere nel dettaglio tutti i passaggi, leggi la nostra guida su come aprire partita IVA.

impresa e protesto
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Partita VA e protesto: cosa comporta

Se da un alto non vi sono limitazioni per aprire la partita IVA, dall’altro devi tenere presenti gli effetti sulla tua attività d’impresa di un protesto. Dobbiamo però fare una distinzione. Se diventi socio di una società di capitali o di persone e non svolgi il ruolo di amministratore, le conseguenze del protesto saranno solo a titolo personale.

Invece, se apri una partita IVA come lavoratore autonomo o libero professionista in questo caso le conseguenze del protesto si ripercuoteranno anche sulla tua attività d’impresa. Infatti, devi considerare alcuni aspetti:

  • limiti nelle operatività bancarie;
  • limite di accesso al sistema creditizio;
  • azioni legali da parte del creditore sui beni del debitore.

1. Limiti bancari

Il protesto ha il fine di tutelare il verificarsi di un evento simile per altri creditori. Per questo puoi subire una serie di effetti bancari e finanziari. Nel primo caso, fin quando non viene chiuso il protesto, non potrai emettere altri assegni o sottoscrivere delle cambiali. Può avvenire anche che se hai un conto corrente bancario da diversi anni, ti venga richiesto di chiuderlo.

Lo stesso concerne per la presenza di un fido. Gran parte degli istituti di credito che concedono un affidamento sul conto, richiedono la sua estinzione entro 15 giorni dalla registrazione del protesto.

Ovviamente questa non è una regola stabilita, dato che non è presente una legge che definisce l’incompatibilità di un fido o di un conto corrente con il protesto. Quindi ogni banca può essere libera di scegliere come comportarsi con un soggetto protestato.

Anche la stessa apertura di un conto bancario risulta più complicata. Infatti, ritornando al principio che il protesto non limita la tua capacità di produrre reddito, per aprire un conto corrente aziendale ti dovrai rivolgere a istituti di credito che accettano anche questa condizione. Leggi anche la nostra guida sui migliori conti correnti aziendali.

2. Limiti al sistema creditizio

Un altro effetto tra protesto e partita IVA è relativo alla richiesta di finanziamenti o mutui, qualunque sia l’importo di cui hai bisogno. Infatti, se sei stato iscritto nell’elenco dei protestati, difficilmente una banca ti concederà un prestito, soprattutto se hai aperto una partita IVA da poco e non hai un bilancio consolidato.

Precisiamo che anche in questo caso non vi è una legge che stabilisca l’esclusione dal credito. Ovviamente il protesto sarà subito segnalato, dato che le banche effettuano come prassi una visura al CAI e al CRIF per assicurarsi della tua affidabilità creditizi. Tuttavia, vi sono diversi sistemi per ricevere un finanziamento anche se si è subito un protesto.

Nel momento in cui compare il protesto, le tempistiche di richiesta di un prestito si potrebbero allungare, con la necessità di aggiungere garanzie. Ad esempio, una banca potrebbe richiedere l’ipoteca su un immobile oppure l’obbligo di sottoscrizione di un fideiussore come garante del prestito.

Ciò vale anche per il rilascio delle carte di credito sia tradizionali, sia quelle revolving, ovvero che prevedono un pagamento dilazionato, oppure per la richiesta di un fido bancario.

Azioni del creditore

3. Azioni del creditore

Un altro aspetto che non devi sottovalutare riguarda le azioni da parte del creditore per ottenere il pagamento del debito che hai contratto.

Infatti, il protesto di un assegno gli garantisce il diritto a richiedere quanto dovuto, grazie al fatto di possedere un titolo di credito certo e non contestabile, salvo casi di illegittimità.

Per recuperare il proprio denaro il creditore potrebbe richiedere un decreto ingiuntivo da parte del tribunale, al fine di effettuare un pignoramento del conto corrente oppure dei beni, con relativi disagi per la tua attività d’impresa.

Come verificare se si è ricevuto un protesto

Precisiamo che ricevere un protesto non significa essere inseriti in un elenco di cattivi pagatori. Infatti, quando diventi un soggetto protestato, il tuo nome e quello di una società è inserito all’interno del Registro Protestati presso la Camera di Commercio competente per territorio.

Inoltre, verrà aggiunto al database del CAI, la Centrale di Allarme Interbancaria presso la Banca d’Italia. Invece, la segnalazione del protesto non comparirà nel CRIF (Centrale rischi finanziari), un registro telematico nel quale viene riportata tutta la tua cronistoria creditizia sia in positivo, sia in negativo con riferimento a:

  • finanziamenti;
  • prestiti;
  • mutui;
  • rate pagate o insolute;
  • carte revolving.

Per verificare la presenza del protesto, potrai fare domanda alla Camera di Commercio territoriale, controllando il Registro dei Protestati. L’altra alternativa è quella di rivolgersi a siti web specializzati che, previo pagamento, eseguono la visura. In ogni caso dopo 5 anni dalla registrazione del protesto, questo automaticamente verrà cancellato.

Partita IVA e protesto: domande frequenti

È possibile aprire partita IVA se si è protestati?

Il protesto è un atto pubblico che non va in conflitto con l’apertura della partita IVA. Scopri di più qui.

Quali sono gli effetti del protesto sulla partita IVA?

Non sono presenti effetti sull’apertura della partita IVA, ma se subisci un protesto avrai delle limitazioni dal punto di vista della tua operatività bancaria, per la richiesta di finanziamenti e strumenti di pagamento.

Quanto tempo dura un protesto?

Se effettui il pagamento entro 12 mesi dal protesto, dovrai richiedere la riabilitazione al tribunale. Trascorso questo tempo dovrai attendere 5 anni per la cancellazione che avviene automaticamente.

Autore
Foto dell'autore

Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

2 risposte a “Chi è protestato può aprire partita Iva? Ecco quali sono i rischi”

  1. Avatar De Simone Gennaro
    De Simone Gennaro

    Buon giorno mi chiamo de Simone Gennaro
    Vorrei chiederle un informazione
    Sono andato in protesto con assegno
    Ma è stato pagato in contanti dal mio creditore che a sua volta l’assegno lo avevo girato ad un suo fornitore nel momento in cui scadeva assegno invece di fare bonifico lo ha liquidato con soldi contanti .
    Io ho chiamato il suo fornitore x farmi avere assegno indietro con un documento che certifica il pagamento
    Risposta:. Per noi l’assegno è stato pagato posso solo farti una carta scritta che è stato pagato
    Cosa devo fare xchè io ho aperto una partita iva. E la banca mi ha aperto un conto ma non aziendale. Come faccio a fare fatture? Grazie mille

    1. Avatar Redazione Professionale
      Redazione Professionale

      Buonasera,
      non crediamo abbia alcuna difficoltà ad emettere fatture, è sufficiente aprire un profilo con aruba, fattureincloud o altri service provider di fatturazione.

      Grazie per averci scritto

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