Partita IVA errata in fattura: come risolvere il problema

Cosa succede se si inserisce una partita IVA sbagliata in fattura? Leggi la guida per risolvere il problema e le eventuali conseguenze.

di Ilenia Albanese

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  • In caso di partita IVA errata in fattura in genere il Sistema di Interscambio riscontra l’errore e rimanda la fattura al mittente, indicando il codice relativo all’errore commesso.
  • Per rettificare una fattura con partita IVA errata, una soluzione è quella di emettere una nota di variazione o, in alternativa, il cliente dovrà emettere un’autofattura elettronica.
  • Per errori meno gravi non è necessario emettere una nota di variazione, ma semplicemente comunicare i dati corretti al cliente.

Durante la compilazione delle fatture, può capitare di commettere degli errori, ma l’importante è porre rimedio, come nel caso della partita IVA errata in fattura. Cosa fare in questo caso?

La partita IVA è un codice univoco assegnato ad un’attività o ad un professionista. Di conseguenza, assume una fondamentale importanza nelle fatture emesse e anche in quelle ricevute.

Per emettere le fatture occorre fare attenzione ad alcuni elementi essenziali, tra cui l’intestazione, il codice di partita IVA, la descrizione, la data e il numero di fattura. Abbiamo già visto in precedenza come correggere una fattura sbagliata, ma cosa bisogna fare se abbiamo inserito la partita IVA errata in fattura? Continua a leggere la guida per scoprire come risolvere questo problema.

Partita IVA errata in fattura: cosa fare

In caso di fattura emessa in modo errato, e quindi che contiene informazioni non corrette, ci sono diverse soluzioni a cui ricorrere. Prima di tutto, se la fattura deve ancora essere emessa o consegnata al cliente, è possibile modificare la fattura senza alcun problema e senza correre alcun rischio.

Invece, se la fattura è stata ormai emessa e inviata, bisogna agire in un altro modo. Gli errori in fattura possono riguardare gli elementi descrittivi, tra cui i dati identificativi del cliente, la data o il numero della fattura. Oppure, l’errore può riguardare l’importo della fattura o il calcolo dell’IVA.

Quello che andremo ad analizzare in questo contesto rientra nel primo caso, e quindi se si tratta di un errore nell’inserimento degli elementi descrittivi in fattura.

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In questo caso la soluzione è quella di chiedere allo stesso cliente di rettificare la fattura. Ma, nel caso in cui questa sia stata già registrata e archiviata, un’altra soluzione può essere quella di stornare la fattura errata per emetterne successivamente una nuova. Lo storno è la soluzione anche per importi errati in fattura o il calcolo sbagliato dell’imposta.

L’Agenzia delle Entrate, nel 2020, ha risposto ad un quesito relativo alla problematica in argomento. Nella risposta n. 133 l’Agenzia ha chiarito che l’articolo 21, comma 2, lettera f), del decreto IVA stabilisce che la fattura deve contenere tra le altre indicazioni:

“il numero di partita IVA del soggetto cessionario o committente ovvero, in caso di soggetto passivo stabilito in un altro Stato membro dell’Unione europea, numero di identificazione IVA attribuito dallo Stato membro di stabilimento; nel caso in cui il cessionario o committente residente o domiciliato nel territorio dello Stato non agisce nell’esercizio d’impresa, arte o professione, codice fiscale”.

Di conseguenza, la corretta indicazione della partita IVA del committente è uno dei requisiti richiesti affinché la fattura sia regolare.

Il cliente che riceve una fattura errata, per risolvere la problematica deve avvisare il fornitore che ha emesso la fattura, che dovrà poi procedere con l’emissione di una nota di credito, per stornare la fattura errata, e la successiva emissione di una nuova fattura corretta, come stabilito dalla Risoluzione n. 7/E/2019.

Come stornare le fatture

In caso specialmente di importi sbagliati, il soggetto che emette la fattura rischia pesanti sanzioni, che vedremo di seguito. Per questo è fondamentale correggere tempestivamente la fattura mediante lo storno.

Per rimediare all’errore occorre emettere una nota di variazione, che può essere in aumento o in diminuzione. La nota dovrà essere in accredito se l’importo inserito in fattura è maggiore a quanto realmente dovuto, o una nota di debito per integrare sia l’imponibile sia l’imposta dovuta se l’importo indicato è inferiore.

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Fattura elettronica inviata allo SDI con partita IVA errata

Oggi per la maggior parte dei titolari di partita IVA è obbligatorio emettere la fattura elettronica, da inviare al SDI, o Sistema di Interscambio. Ma cosa succede se una fattura elettronica inviata al SDI riporta una partita IVA errata?

L’SDI ha il compito di verificare la correttezza del file. Infatti, se la fattura risulta compilata in modo corretto, invierà una notifica al soggetto che l’ha emessa comunicando l’esito positivo dell’invio. In caso contrario, invece, comunicherà che la fattura risulta errata, e viene rinviata all’emittente in modo che apporti le dovute modifiche. Poi questi potrà inviarla nuovamente.

L’SDI quindi comunica il codice relativo all’errore riscontrato in fattura. Se, invece, il Sistema di Interscambio non ha riscontrato problemi, questo significa che non ha individuato errori formali. In questo caso non sarà possibile modificare la fattura, in quanto questa risulta emessa e non modificabile. In questo caso, tuttavia, la soluzione per eventuali modifiche è quella di emettere una nota di variazione.

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Va tenuto comunque in considerazione che generalmente l’SDI riconosce l’errata partita IVA in fattura come un errore, e ne impedisce l’invio effettivo al cliente.

Potrebbe, tuttavia, succedere che il Sistema invii ugualmente la fattura con la partita IVA errata. In questo caso, come abbiamo già visto, il cliente dovrebbe avvisare dell’errore il fornitore. Quest’ultimo dovrà emettere una nota di variazione.

Se ciò non dovesse avvenire, però, il destinatario della fattura con l’errata indicazione della partita IVA, per poter detrarre l’imposta ed evitare le sanzioni dovrà emettere una autofattura elettronica e trasmetterla al Sistema di Interscambio.

Fattura con intestazione errata ma partita IVA corretta

Ci sono casistiche in cui non è necessario emettere una nota di variazione, e cioè quando l’errore non è troppo grave. Questo è, ad esempio, il caso in cui risulta errato l’indirizzo PEC o il codice destinatario.

In tal caso la fattura risulterà comunque disponibile all’interno dell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” dell’Agenzia delle entrate.

Invece, quando è stato inserito un IBAN errato, la soluzione è semplicemente quella di comunicare al cliente l’IBAN corretto su cui si intende ricevere il pagamento riportato.

In caso di dati errati che riguardano i campi facoltativi della fattura, sarà sufficiente comunicare al cliente i dati corretti.

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Fattura estera inviata al SDI con partita IVA errata

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Nel caso di emissione di una fattura estera, all’interno del campo “Codice Destinatario” va inserita la sequenza di 7 caratteri “XXXXXXX”. Questo vale sia per i clienti residenti nell’Unione Europea che fuori dall’Unione Europea.

Se è stata emessa una fattura estera e inviata allo SDI con partita IVA errata, se il Sistema non ha riscontrato alcun errore, allora in tal caso l’unica soluzione sarà quella di emettere una nota di variazione.

In caso di autofattura estera inviata allo SDI con partita IVA errata, il Sistema di Interscambio non sarà in grado di verificare il corretto inserimento della partita IVA. Ne consegue che in questo caso il soggetto che ha emesso la fattura non potrà emettere una nota di variazione a credito.

Infatti, la soluzione è solamente quella di riemettere una nuova fattura  indicando gli importi anticipati dal segno meno e inserendo una spiegazione delle ragioni della emissione. Bisogna, inoltre, indicare nel blocco 2.1.6 (DatiFattureCollegate) gli estremi del documento che si vuole annullare o rettificare, e riemettere poi il documento in maniera corretta.

Errata indicazione partita IVA in fattura: sanzione

Se la fattura è stata emessa con dati inesatti relativi alle parti, come nel caso dell’errata partita IVA, il documento diventa oggetto di violazione.

Di conseguenza, l’errata indicazione della partita IVA in fattura può comportare una sanzione amministrativa. Tale sanzione è prevista in misura fissa che va dai 250 euro ai 2.000 euro, se non si procede con la tempestiva correzione richiesta dal sistema di invio.

La sanzione è, poi, ridotta a 1/10 del minimo (pari a 25,00 euro) nel caso in cui tale violazione riguarda anche le imposte, ma viene sanata dal soggetto che ha emesso il documento entro il termine di presentazione della dichiarazione annuale IVA, relativa all’anno di commissione della violazione.

Partita IVA errata in fattura – Domande frequenti

Come correggere una fattura con partita IVA errata?

Per correggere una fattura emessa con partita IVA errata, la soluzione più comoda è quella di emettere una nota di variazione e trasmetterla al cliente.

Cosa succede se si sbaglia una fattura?

Per errori formali e di calcolo, o in caso di errori presenti in fattura occorre emettere una nota di variazione. Se l’errore non è grave, invece, basterà comunicare al cliente i dati corretti.

Quali sono gli errori formali fattura elettronica?

Sono considerati errori formali: l’errata indicazione della partita IVA del cliente o del Codice Destinatario, così come l’inserimento delle imposte non corrette, l’errata indicazione del codice “natura”.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.

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