- L’obbligo della fattura elettronica è esteso a chi ha una partita Iva ordinaria e ai forfettari.
- Da luglio 2022 la fattura elettronica è obbligatoria per i forfettari con ricavi superiori a 25.000 euro.
- Da gennaio 2024 la fatturazione elettronica sarà obbligatoria per tutti i forfettari.
I titolari di partita Iva, che hanno aderito al regime forfettario, sono tenuti ad emettere la fattura elettronica. È una delle principali novità fiscali a proposito di questi lavoratori autonomi, degli ultimi anni. I professionisti ed i lavoratori autonomi, che beneficiano delle agevolazioni fiscali ed amministrative previste proprio dal regime forfettario, devono aggiornarsi tramite fattura elettronica.
L’Italia aveva ottenuto il via libera dall’Unione Europea ad allargare la platea dei contribuenti, che devono adeguarsi al nuovo standard contabile. Lo scopo è quello di contrastare, in tutte le sedi possibili, l’evasione fiscale.
Per sapere se sussiste o meno l’obbligo di fatturazione elettronica, nel 2023, è necessario fare riferimento ai ricavi ottenuti nel 2022. In particolare, superata una certa soglia, è obbligatorio utilizzare questo sistema. Vediamo di cosa si tratta.
Come funziona la fattura elettronica per i forfettari
Dalla seconda metà del 2022 anche le Partite Iva con regime fiscale forfettario si devono adeguare alla fatturazione elettronica, secondo uno degli obiettivi specifici che sono stati previsti all’interno della riforma fiscale e del PNRR.
Il nostro paese, sostanzialmente, ha promesso di adottare una serie di atti di diritto primario e derivato, il cui scopo è quello di incoraggiare la cosiddetta tax compliance. Da un lato la fatturazione elettronica oggi è già obbligatoria per chi lavora con una Partita Iva ordinaria.
Dall’altro lato, viene garantito ancora un lasso di tempo di esclusione dall’obbligo per i forfettari, entro certi requisiti, ovvero:
- fattura elettronica obbligatoria dal 1° luglio 2022 per chi nell’anno precedente ha avuto ricavi o compensi superiori ai 25.000;
- fattura elettronica obbligatoria da gennaio 2024 per tutte le Partite Iva.
Secondo questa prospettiva, nel 2023 ancora diversi soggetti possono essere esonerati dall’obbligo, ma le cose cambieranno a partire dai redditi prodotti nel 2024.
Ma quale sarebbe, sostanzialmente, lo scopo principale dell’allargamento degli obblighi della fattura elettronica? Secondo il Mef andare ad includere tra i soggetti obbligati all’e-fattura anche i forfettari è una delle vie da seguire per cercare di contrastare l’evasione fiscale, soprattutto quella che riguarda l’Iva, ma non solo. L’Unione europea ha già autorizzato l’estensione di questo obbligo, anche in base agli obiettivi del PNRR.

I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate
Intorno all’obbligo della fatturazione elettronica per i forfettari, possono sorgere non pochi dubbi, soprattutto in relazione a quelli che sono i redditi cumulati nel corso di diversi anni, che per un lavoratore autonomo possono essere piuttosto differenti.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito questi aspetti con la FAQ 150 del 22 dicembre 2022. Ecco come devono comportarsi questi lavoratori al superamento della soglia di 25.000 euro di ricavi, in base all’anno:
- lavoratore che ha superato nel 2021 la soglia di 25.000 euro di ricavi: l’obbligo della fatturazione elettronica parte da luglio 2022;
- lavoratore che ha superato nel 2022 la soglia di 25.000 euro di ricavi: l’obbligo della fatturazione elettronica parte dal 2024.
C’è ancora tempo quindi, per questi ultimi professionisti autonomi per adeguarsi al sistema di fatturazione elettronica, come ha spiegato l’Agenzia delle Entrate.
Fattura elettronica: le sanzioni previste
Nel caso in cui il contribuente dovesse dimenticarsi di emettere la fattura elettronica, verrà applicata una sanzione amministrativa compresa tra il 5 ed il 10% dei corrispettivi che non sono stati documentati o che non siano stati registrati.
Nel caso in cui questa particolare violazione non dovesse essere determinante ai fini del reddito, si applicherà una sanzione amministrativa che potrà andare da un minimo di 250 euro ad un massimo di 2.000 euro.
I diretti interessati avranno sempre la possibilità di poter accedere al ravvedimento operoso, che permetterà loro di ridurre la sanzione. L’ammontare di quest’ultima sarà, comunque, condizionata dalle tempistiche entro le quali la violazione viene sanata.
Nel caso in cui la correzione della violazione dovesse avvenire entro 90 giorni dalla scadenza, il contribuente si troverebbe applicata una sanzione pari ad 1/9 del minimo.
Fattura elettronica: come farla gratis
Senza dubbio, uno dei motivi per i quali molti contribuenti hanno deciso di aderire al regime forfettario è quello della convenienza economica: meno spese, meno oneri, ma soprattutto una contabilità semplificata all’osso.
In questo contesto sono in molti che si domandano se sia indispensabile dover acquistare qualche software per emettere la fattura elettronica. Rispondiamo immediatamente: no.
L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione un programma online che permette di adempiere a questo obbligo: sarà possibile inviare, ricevere e conservare tutte le fatture elettroniche, senza costi aggiuntivi.
Tuttavia, per chi desidera, è comunque possibile individuare uno tra i migliori software di fatturazione elettronica in circolazione, accedendovi a prezzi talvolta molto vantaggiosi.

Cosa serve per emettere fattura elettronica
Per poter compilare ed inviare una fattura elettronica è necessario essere in possesso di:
- un personal computer, un tablet o uno smartphone;
- un programma che ci dia la possibilità di compilare la fattura in formato XML, così come prevede la legge.
L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione, gratuitamente, tre diverse modalità attraverso le quali preparare le fatture elettroniche (questi suggerimenti valgono sia per quanti siano nel regime ordinario che per quanti siano in quello forfettario). Proviamoli a vedere:
- procedura web, che si può utilizzare attraverso il portale Fatture e Corrispettivi, del sito dell’Agenzia delle Entrate;
- un software che è scaricabile direttamente sul personal computer;
- un’apposita App per tablet e smartphone, che si chiama Fatturae, che può essere scaricata dagli store Android ed Apple.
Le fatture elettroniche vanno poi conservate per un periodo di tempo piuttosto lungo, ovvero per almeno 10 anni. Il lavoratore autonomo può utilizzare i software di fatturazione elettronica anche per l’invio dei documenti al commercialista.
Come accedere a Fatture e Corrispettivi
Per poter creare la propria fattura elettronica direttamente sul Web è necessario accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate. Per poterlo fare è necessario:
- essere connessi ad Internet;
- essere in possesso delle credenziali SPID, Fisconline/Entratel o CNS.
Una volta entrati, nella sezione Fatture e Corrispettivi è possibile predisporre la fattura elettronica ed inviarla. L’invio potrà essere effettuato gratuitamente online tramite il sistema di trasmissione dell’Agenzia delle Entrate oppure anche tramite Pec.
Fattura elettronica tramite Pec
Una delle alternative che i diretti interessati possono utilizzare per inviare la fattura elettronica è la Pec. Oltre alle soluzioni messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, ci sono alcuni software privati che permettono l’invio delle stesse gratuitamente tramite la Pec.
L’invio della fattura elettronica gratis tramite Pec, è espressamente ammesso dall’Agenzia delle Entrate nelle specifiche tecniche della fatturazione elettronica. Infatti, colui che è in possesso di un indirizzo Pec, può inviare il file XML della fattura elettronica quale allegato della Pec. Un unico messaggio può contenere diversi file allegati.
Regime forfettario: come si emette la fattura elettronica
Per chi opera in regime forfettario, emettere una e-fattura può spaventare all’inizio. Ma niente panico. Una fattura elettronica, sostanzialmente, non cambia molto rispetto a quella tradizionale.
Sarà necessario inserire tutti i dati di chi sta emettendo la fattura e di chi la riceve, incluso il codice specifico del destinatario. Si deve poi descrivere la prestazione e l’importo, che si vorrà ricevere per quel particolare servizio. Fin qui niente di nuovo.
Voce importante è l’imposta di bollo di due euro, che deve essere inserita se il valore della fattura supera i 77,47 euro. Ovviamente, nel caso della fattura elettronica, non è possibile inserire una marca da bollo tradizionale, ma è necessario flaggare una determinata voce che ci permette di inserirla. Ogni tre mesi, poi, sarà obbligatorio pagare il bollo virtuale tramite il Modello F24.
Molto importante, poi, è anche aggiungere la voce che molti contribuenti erano abituati ad inserire sulle fatture cartacee e che identifica i documenti emessi nel regime forfettario:
Operazione in franchigia da IVA ai sensi dell’art. 1 Co. 54-88 della L.23.12.2014 n. 190. Corrispettivo non soggetto a ritenuta d’acconto in quanto assoggettato a imposta sostitutiva ex art.1, comma 67 L. 190 del 23.12.2014.
Solitamente questa dicitura con il software di fatturazione viene inserita sempre tramite un click. Dopo che la fattura sarà completata, gli ultimi due step riguardano l’inserimento della firma digitale e l’invio del file creato al Sistema di Interscambio. Solitamente il software di fatturazione elettronica permette di fare entrambi i passaggi molto velocemente, con un click.
Fattura elettronica, obbligo forfettari – Domande frequenti
Per chi lavora con regime fiscale forfettario, il funzionamento è lo stesso rispetto al regime ordinario. Tuttavia alcuni lavoratori sono obbligati a procedere con l’e-fattura, altri no. Ecco cosa sapere.
Sono obbligati coloro che nel 2021 hanno superato ricavi per 25.000 euro. Ecco l’esempio dell’Agenzia delle Entrate.
Si procede con un software di fatturazione elettronica, che può essere a pagamento o gratuito se fornito dall’Agenzia delle Entrate.
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