Mancato invio della fattura elettronica: cosa fare, sanzioni e ravvedimento operoso

In caso di mancato invio della fattura elettronica, il contribuente rischia sanzioni più o meno salate in base alla gravità dell’omissione. Leggi quali sono le conseguenze e come porvi rimedio

di Ilenia Albanese

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  • In caso di mancato invio della fattura elettronica i titolari di partita IVA rischiano sanzioni che possono andare dal 5 al 10%, ma anche arrivare al 90 e al 180% nei casi più gravi.
  • Le fatture elettroniche, in base alla legge, devono essere emesse entro 12 giorni dal momento in cui è stata effettuata l’operazione o, per quelle differite, entro il 15 del mese successivo.
  • Per regolarizzare la posizione, il contribuente può ricorrere all’istituto del ravvedimento operoso inviando la fattura e pagando una sanzione ridotta relativa all’omessa documentazione dell’imposta.

Le fatture elettroniche devono essere emesse entro 12 giorni da quando è stata effettuata l’operazione. La legge stabilisce che i soggetti titolari di partita IVA devono emettere la fattura entro 12 giorni, mentre nel caso delle fatture differite, il termine si sposta al 15 del mese successivo.

Ma cosa succede in caso di mancato invio della fattura elettronica? La mancata emissione di questo importante documento potrebbe causare conseguenze spiacevoli, come previsto dalla normativa.

In questo articolo vedremo nel dettaglio quali sono i rischi che si corrono in caso di mancato invio della fattura elettronica entro i termini fissati dalla legge e come fare per porvi rimedio.

Mancato invio fattura elettronica: cosa fare

Oggi i titolari di partita IVA, sia in regime ordinario che in regime forfettario, sono obbligati ad emettere la fattura elettronica. La normativa vigente stabilisce che la fattura elettronica deve essere emessa entro:

  • 12 giorni dall’operazione per le fatture normali;
  • il 15 del mese successivo per le fatture differite.

Molto spesso le sanzioni per l’invio tardivo di fattura elettronica interessano proprio la modalità di fatturazione differita. Infatti, in questi casi gli adempimenti fiscali sono più complessi rispetto alle fatture tradizionali, in quanto necessitano dell’indicazione del mese in cui è avvenuta la vendita di un bene o un servizio, mentre la liquidazione periodica dell’IVA riguarderà il mese trascritto.

Ne consegue, quindi, che una fattura differita emessa il 15 marzo per un’operazione di febbraio rientra ugualmente nella liquidazione IVA di febbraio.

Può capitare, tuttavia, che ci si dimentichi di emettere la fattura, o di riscontrare problemi con i servizi erogati o i prodotti venduti, per cui non si invia entro i termini la fattura al cliente.

Ma, in questi casi, indipendentemente dalla ragione, non emettere nei tempi previsti dalla legge la fattura elettronica porta a conseguenze spiacevoli. Infatti, tra le conseguenze previste ci sono le sanzioni, che possono essere più o meno salate.

Lo stesso vale per la fattura elettronica emessa rispettando le scadenze, ma in un formato non corretto. Anche in questo caso, infatti, si considera come non emessa, perché non si considera come transitata dal Sistema di Intercambio. Per essere in regola, quindi, la fattura deve essere emessa entro i termini e passare il vaglio del Sistema di Interscambio.

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Quali sono le sanzioni per mancato invio della fattura elettronica

In base all’articolo 6 del D.Lgs. n.471/97, in caso di omessa emissione della fattura elettronica è prevista una sanzione che può andare dal 90% al 180% dell’imponibile non correttamente documentato, con un minimo di 500 euro.

Infatti, l’omessa emissione della fattura elettronica può portare al pagamento di sanzioni per evasione fiscale. Questo perché l’omessa fatturazione di un’operazione comporta anche un omesso versamento delle imposte, quali l’Imposta sul Valore Aggiunto presente in fattura (nel caso del regime ordinario).

Invece, se la violazione non incide sulla corretta liquidazione del tributo, la sanzione prevista dalla normativa è prevista in misura fissa, e può andare da 250 a 2.000 euro.

La regola sulla “Violazione degli obblighi relativi alla documentazione, registrazione ed individuazione delle operazioni soggette all’imposta sul valore aggiunto” (articolo 6 del D.Lgs. n.471/97) stabilisce, inoltre, che la cifra da pagare è differente in base alla violazione. Infatti, la sanzione è:

  • compresa tra il 90% e il 180% dell’imposta relativa all’imponibile che è stato documentato nel modo corretto, con un minimo di 500 euro;
  • compresa tra il 5% e il 10% dei corrispettivi non documentati in caso di operazioni esenti, non imponibili, soggette o non soggette a inversione contabile.

Invece, per il mancato invio della fattura che non compromette la giusta liquidazione del tributo, la violazione è solo formale, e la sanzione è di minore entità o nulla, in base al caso.

Mancato invio fattura elettronica: ravvedimento operoso

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Anche in caso di mancato invio della fattura elettronica il contribuente può ricorrere all’istituto del ravvedimento operoso. Questo consente al titolare di partita IVA di pagare le sanzioni ridotte. L’istituto è utilizzabile sia in caso di emissioni di fatturazione elettronica avvenute con ritardo, ma anche per fatture errate e omesse.

A regolare il calcolo del ravvedimento operoso su tardiva emissione di fattura elettronica è l’art. 13 del D. Lgs. numero 472/97. La normativa sancisce che la riduzione della sanzione è direttamente proporzionale alla rapidità con cui si cerca di regolarizzare la posizione:

La riduzione è pari a:

  • 1/9: del minimo se si risolve l’inadempienza entro 90 giorni;
  • 1/8: del minimo se si risolve entro il termine della dichiarazione IVA dell’anno di invio tardivo;
  • 1/7: del minimo se si risolve entro la scadenza della dichiarazione IVA dell’anno successivo all’invio tardivo;
  • 1/6: del minimo se si risolve oltre la scadenza della dichiarazione IVA nell’anno successivo alla violazione.

Il procedimento di ravvedimento operoso richiede la compilazione del Modello F24. Inoltre, per beneficiare del ravvedimento operoso occorre:

  • rimediare all’inadempimento emettendo la fattura;
  • versare l’imposta omessa;
  • versare la sanzione ridotta in relazione alla riduzione prevista.

Compilazione del modello F24

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Per effettuare il ravvedimento operoso è necessario utilizzare il modello F24, inserendo il codice tributo 8911: “sanzioni pecuniarie per altre violazioni tributarie relative alle imposte sui redditi alle imposte sostitutive all’IRAP e all’IVA”.

I campi da compilare, nella sezione Erario, sono le seguenti:

  • codice tributo: 8911;
  • rateazione/regione/prov/mese rif: da non compilare;
  • anno di riferimento: anno d’imposta per cui si effettua il pagamento;
  • importi a debito versati: indicare l’importo a debito;
  • importi a credito compensati: da non compilare;
  • TOTALE A: somma degli importi a debito indicati nella Sezione Erario;
  • TOTALE B: somma degli importi a credito indicati nella Sezione Erario, da non compilare se non sono presenti importi a credito;
  • Saldo (A – B): indicare il saldo (TOTALE A – TOTALE B)
  • codice ufficio: da non compilare;
  • codice atto: da non compilare.

Mancato invio fattura elettronica – Domande frequenti

Cosa succede se non si invia una fattura elettronica?

La normativa prevede una sanzione che può andare dal 90 al 180% dell’imponibile non documentato in caso di omesso invio della fattura elettronica, con un minimo di 500 euro.

Cosa succede se non invio la fattura entro 12 giorni?

12 giorni è il termine previsto dalla legge per inviare la fattura elettronica dopo aver effettuato l’operazione oggetto della fattura. In caso di omesso invio, è prevista una multa che può andare dal 90 al 180% dell’imposta non correttamente dichiarata.

Si può ricorrere al ravvedimento operoso per mancato invio della fattura?

Si, con il ravvedimento operoso il contribuente può regolarizzare la sua posizione inviando la fattura e pagando una sanzione ridotta da 1/10 a 1/6 del minimo. Bisogna utilizzare il codice tributo 8911 nel modello F24.

Come si calcola il ravvedimento operoso in caso di mancato invio della fattura elettronica?

Per calcolare quanto è dovuto con il ravvedimento operoso in caso di fattura elettronica, bisogna tenere in considerazione quanto tempo è passato dalla scadenza dell’obbligo dell’invio. Scopri qui tutti i dettagli.

Cosa fare se un fornitore non emette la fattura?

Ricevendo un prodotto da un fornitore, la fattura deve esserti consegnata dallo stesso entro 4 mesi dalla data di emissione. Se questo non avviene, dovrai emettere un’autofattura, versare l’Iva tramite un F24 e inviare i documenti all’Agenzia delle Entrate.

Mancato invio fattura elettronica, come funziona per i forfettari?

Anche per chi ha una Partita Iva forfettaria si applicano le stesse regole sull’obbligo di inviare per tempo le fatture. Tuttavia la fattura elettronica sarà obbligatoria per tutti, anche forfettari, a partire dal 1 gennaio 2024, quando finirà il regime transitorio.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.

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