Contributi previdenziali per Partite Iva: come funzionano, la guida completa

In base al settore di riferimento, anche le partite Iva versano i contributi previdenziali: ecco come, le scadenze e gli obblighi.

di Valeria Oggero

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • Anche chi lavora con una Partita Iva deve versare i contributi a fini previdenziali, in base alla cassa previdenziale professionale di riferimento o all’INPS;
  • Chi lavora con una Partita Iva come artigiano o commerciante deve iscriversi gestione INPS Invalidità Vecchiaia Superstiti (IVS);
  • I professionisti con Partita Iva senza cassa previdenziale specifica, versano i contributi in autonomia insieme alla dichiarazione dei redditi, e si iscrivono alla gestione separata INPS.

Lavorare con una Partita Iva vuol dire operare in autonomia, soprattutto per ciò che riguarda gli adempimenti fiscali e contabili. Oltre a dover versare ogni anno le tasse allo stato, un lavoratore autonomo deve anche provvedere ad accantonare i contributi a fini previdenziali.

Questi contributi non sono altro che somme di denaro che il professionista deve accantonare e versare ad una cassa previdenziale, come l’INPS. Va tenuto presente che rispetto ad un lavoratore dipendente, il professionista si occupa in autonomia del versamento di tasse e contributi, in base al tipo di attività svolta.

Il versamento di queste somme può generare qualche preoccupazione iniziale, tuttavia i lavoratori autonomi possono ricevere consulenza specifica nel pagamento da un Dottore Commercialista.

Infine, chi ha una Partita Iva e costituisce una attività di impresa, dovrà occuparsi anche di versare i contributi ai propri lavoratori dipendenti, oltre a seguire ulteriori adempimenti in base al tipo di attività e al settore in cui si muove.

Contributi previdenziali: come funzionano per le Partite Iva

Quando si parla di Partite Iva, la principale caratteristica che le contraddistingue rispetto al lavoro dipendente è l’autonomia nel versamento.

Mentre il lavoratore dipendente ha un sostituto di imposta, ovvero un datore di lavoro che si occupa di versargli le somme dovute per i contributi previdenziali, il lavoratore autonomo deve provvedere da sé al versamento.

Può tuttavia avvalersi della consulenza di un professionista come un Dottore Commercialista. Va tenuto in considerazione che non tutte le Partite Iva versano la stessa tipologia di contributi, che possono variare sulla base del tipo di attività svolta e in relazione alla cassa previdenziale di appartenenza.

Allo stesso modo di come accade per i lavoratori dipendenti, versare i contributi per accantonare delle somme destinate alla pensione in Italia è obbligatorio per legge, per cui il mancato versamento può comportare conseguenze spiacevoli, come l’applicazione di specifiche sanzioni.

I liberi professionisti che svolgono un’attività professionale specifica devono fare riferimento ad altre casse previdenziali, come vedremo tra poco, in base all’Albo di appartenenza, per cui le aliquote contributive, ovvero le percentuali applicate sul reddito, possono essere molto variabili.

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Gestione Artigiani per Partite Iva

La prima categoria di lavoratori con Partita Iva che andiamo ad analizzare corrisponde agli artigiani, ovvero a coloro che svolgono un tipo di lavoro manuale e artigianale in autonomia. Questi lavoratori devono iscriversi alla Gestione Artigiani INPS, e questo comporta anche l’invio obbligatorio della Comunicazione Unica all’Albo delle imprese artigiane.

Riportiamo la definizione ufficiale dell’INPS che identifica chi è il lavoratore artigiano autonomo:

“Colui che svolge un’attività di produzione di beni e semilavorati o di prestazione di servizi, a esclusione delle attività agricole e commerciali, di intermediazione nella circolazione di beni o ausiliarie di queste ultime, salvo il caso in cui siano solamente strumentali e accessorie all’esercizio dell’impresa.”

Rientrano in questa categoria i soggetti maggiorenni, titolari dell’impresa artigiana, o coloro che lavorano con l’aiuto della propria famiglia, che si occupano di svolgere il lavoro manuale in modo abituale. Sono incluse nella Gestione Artigiani INPS le imprese individuali e familiari, le società di persone e di capitali.

Chi è iscritto alla Gestione Artigiani, paga una quota annuale fissa di contributi, da versare entro determinate scadenze, sulla base degli aggiornamenti ISTAT che tengono conto della variazione dei prezzi.

Prendendo in considerazione il 2022, si può fare la seguente distinzione:

  • lavoratori artigiani di età superiore a 21 anni: 3.905,76 euro;
  • lavoratori artigiani di età inferiore a 21 anni: 3.710,84 euro.

Si tratta in questo caso della quota fissa annuale che il lavoratore deve versare alla Gestione INPS, tuttavia ogni anno questa cifra viene ricalcolata sulla base delle variazioni dei prezzi. Queste quote si calcolano prendendo in riferimento la cifra di 16.243,00 euro come minimo annuo di reddito. Da questa cifra in poi, si applicano i contributi in base ad una aliquota specifica.

La quota da pagare per ciò che riguarda il fatturato superiore alla soglia vista prima, è determinata da alcune percentuali applicate sul guadagno, ovvero:

  • lavoratori artigiani di età superiore a 21 anni: aliquota al 24%;
  • lavoratori artigiani di età inferiore a 21 anni: aliquota al 22,80%.

Riassumendo, un lavoratore iscritto alla Gestione Artigiani INPS deve versare ogni anno una quota fissa, in base all’età, e una variabile, calcolata applicando l’aliquota contributiva al fatturato che supera la soglia stabilita per il 2022.

Gestione Commercianti per Partite Iva

La Gestione Commercianti INPS si riferisce ad un’altra categoria di lavoratori con Partita Iva, e il suo funzionamento è similare a quello visto prima che coinvolge gli Artigiani. Anche in questo caso il lavoratore deve inviare una Comunicazione Unica obbligatoria, alla Camera di Commercio.

Rientrano in questa categoria gli imprenditori commerciali, ovvero i titolari di impresa del settore del commercio, del terziario e del turismo, indipendentemente dal numero di lavoratori dipendenti. L’attività deve essere in ogni caso organizzata prevalentemente con il proprio lavoro, o con quello dei componenti della propria famiglia.

Rientrano nella Gestione Commercianti quindi le imprese individuali, familiari, le società di persone e le società di capitali. Ricordiamo anche alcuni dei requisiti indispensabili per rientrare in questa categoria:

  • il titolare ha la responsabilità dell’impresa;
  • il titolare partecipa al lavoro in modo abituale e prevalente;
  • il titolare svolge il lavoro secondo le licenze o autorizzazioni previste per il settore specifico in cui opera.

Fatte queste premesse, vediamo come funziona il versamento dei contributi all’INPS per la Gestione Commercianti. Anche in questo caso, ogni anno l’ISTAT propone un ricalcolo del fatturato annuo da cui partire per l’applicazione della quota fissa contributiva da versare e la successiva quota variabile.

Come per gli Artigiani, per il 2022 è stata impostata la cifra di 16.243,00 euro. La quota fissa annuale da versare, nel caso dei commercianti è la seguente:

  • lavoratori commercianti di età superiore a 21 anni: 3.983,73 euro;
  • lavoratori commercianti di età inferiore a 21 anni: 3.788,81 euro.

Questa quota va quindi versata annualmente entro la soglia di guadagno vista prima, come cifra fissa e obbligatoria. Al superamento della soglia, viene poi applicato un calcolo che porta ad un versamento variabile, in base alle seguenti aliquote:

  • lavoratori commercianti di età superiore a 21 anni: aliquota al 24,48%;
  • lavoratori commercianti di età inferiore a 21 anni: aliquota al 23,28%.

Va ricordato che sia nel caso degli Artigiani che dei Commercianti con Partita Iva, in questo calcolo rientrano sia i contributi IVS che i contributi per maternità. Inoltre, quando annualmente si supera il guadagno di 48.279,00 euro, viene applicata una leggera maggiorazione delle aliquote.

Quali sono le scadenze per Artigiani e Commercianti con Partita Iva

Quando si parla di versare i contributi tuttavia, nel caso di lavoratori con Partita Iva è necessario prestare attenzione alle scadenze previste dalla legge. In mancanza di sostituti di imposta infatti bisogna procedere in autonomia, anche con l’aiuto di un commercialista.

Come abbiamo visto, il calcolo delle cifre da versare varia in relazione alla base imponibile, ovvero in base a quanto effettivamente guadagnato durante l’anno, tuttavia la quota fissa va sempre versata, indipendentemente dal fatturato. Per questa parte, le scadenze da considerare sono le seguenti, divise in quattro rate:

  • 16 maggio;
  • 20 agosto;
  • 16 novembre;
  • 16 febbraio.

Per ciò che riguarda invece i contributi da versare oltre a quelli fissi, si devono pagare due acconti dello stesso importo, calcolati sul reddito percepito l’anno precedente, e un saldo nell’anno successivo. A seguito dei versamenti, gli enti preposti possono applicare diversi controlli sulla correttezza di quanto pagato.

Autonomi e Gestione Separata INPS
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Professionisti autonomi e Gestione Separata INPS

Oltre alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS, l’ente previdenziale mette a disposizione anche una ulteriore cassa, dedicata a quei professionisti che non ricadono nelle casistiche viste sopra, ma che non hanno neanche una propria cassa di riferimento in base ad un Albo.

Per questi lavoratori autonomi è disponibile la Gestione Separata INPS, a cui iscriversi quando si intende aprire una Partita Iva in un settore diverso da quelli visti sopra o da quelli relativi alle professioni autonome. Per fare un esempio, un copywriter, un informatico o un programmatore web possono iscriversi alla Gestione Separata.

Iscrivendosi a questa gestione previdenziale INPS è possibile accedere poi ad alcune prestazioni erogate dall’ente, ovvero:

  • pensione o assegno di invalidità;
  • pensione di vecchiaia;
  • pensione di reversibilità;
  • pensione anticipata.

Tutti i liberi professionisti che svolgono una professione che di fatto non ha alcun regolamento secondo un apposito Albo, sono obbligati all’iscrizione alla Gestione Separata. Non iscriversi può comportare non poche conseguenze, dato che si tratta di un obbligo di legge.

A questa gestione tuttavia non si iscrivono solamente i professionisti con Partita Iva, ma anche coloro che stanno lavorando con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, venditori a domicilio, soggetti che ricevono assegni di ricerca o borse di studio, lavoratori occasionali, medici in formazione e amministratori locali.

Quali sono le aliquote nella Gestione Separata INPS

Per ciò che riguarda le aliquote, ovvero le percentuali con cui vengono calcolati i contributi da versare, non vi è una quota fissa come accade per la Gestione Artigiani e Commercianti, ma le somme si pagano in base al reddito imponibile. Vediamo nella seguente tabella quali sono le percentuali per il 2022.

SoggettoAliquota
Collaboratori e figure assimilate non assicurate presso altre forme pensionistiche obbligatorie per cui è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL35,03%
Collaboratori e figure assimilate non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per cui non è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL33,72%
Collaboratori e figure assimilate titolari di pensione o provviste di altra tutela pensionistica obbligatoria24%
Professionisti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie26,23%
Professionisti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria24%

La Gestione Separata INPS è anche una delle casse di riferimento per molti lavoratori autonomi con regime fiscale forfettario, che pagano un’aliquota di tassazione molto ridotta. Lo stesso vale per la Gestione Artigiani e quella Commercianti.

Quali sono le scadenze per la Gestione Separata INPS

Per ciò che riguarda le scadenze nei pagamenti, i professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS devono tenere a mente principalmente due date, ovvero giugno e novembre.

Per fare l’esempio dell’anno in corso, la scadenza del saldo relativo al 2021, con il primo acconto 2022, è fissata al 30 giugno 2022, mentre il secondo acconto si paga entro il 30 novembre 2022.

Queste sono le principali scadenze per questo tipo di Gestione, tuttavia è anche possibile prorogare il pagamento di 30 giorni, applicando una maggiorazione dello 04,0%.

Il versamento dei contributi si effettua sempre con modello F24, procedendo in autonomia o con il supporto di un commercialista, e provvedendo al pagamento anche con i servizi di banking online. Non è invece più possibile procedere con metodi di pagamento cartacei.

Riduzione contributi INPS al 35% per le Partite Iva con regime forfettario

A proposito del regime fiscale forfettario, vale la pena citare una importante agevolazione disponibile annualmente proprio a chi lavora con questa partita Iva. In particolare, i lavoratori iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti possono accedere a questo vantaggio, che va ad alleggerire ulteriormente il versamento dei contributi.

Artigiani e commercianti, con regime fiscale forfettario, possono accedere all’agevolazione per il lavoro svolto in forma di ditta individuale, ma anche di impresa familiare. Questo vuol dire che un imprenditore che rientra in questi parametri lavorando con la propria famiglia può beneficiare del sostegno.

Si tratta di una riduzione del 35% dei contributi da versare a livello annuale, accessibile presentando una domanda di accesso specifica entro febbraio di ogni anno. L’INPS ricorda che è possibile continuare successivamente a beneficiare dello sgravio anche senza presentare ulteriori domande di accesso.

Al contrario, non possono accedere al beneficio i professionisti autonomi che si iscrivono alla Gestione Separata INPS. Per chi rispetta i requisiti, è possibile accedere il beneficio dal primo anno in cui viene aperta la partita Iva e si avvia l’attività.

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Albi professionali e casse previdenziali

Va evidenziato che non tutti i professionisti che lavorano in autonomia si iscrivono di conseguenza all’INPS. Infatti, i professionisti autonomi che hanno un Albo di riferimento si iscrivono ad una cassa specifica, diversa dall’ente previdenziale pubblico.

Citiamo nella seguente tabella le principali casse previdenziali di riferimento, in base alla professione svolta.

Liberi professionistiEnte previdenziale
Dottori CommercialistiCNPADC
GiornalistiINPGI
AvvocatiCassa Forense
FarmacistiENPAF
NotaiCassa Nazionale del Notariato
PsicologiENPAP
GeometriCIPAG
Consulenti del lavoroENPACL
BiologiENPAB
MediciENPAM
VeterinariENPAV
Addetti e impiegati nell’agricolturaENPAIA
Dottori ForestaliEPAP
ArchitettiInarcassa

In questi casi, data la presenza di un Albo e di una cassa specifica, i professionisti non seguono le stesse regole previste per chi si iscrive all’INPS, ma devono informarsi su quali sono le diverse aliquote contributive presenti per ciascuna professione, quando vanno versati i contributi e con quali modalità.

Data la varietà delle regole di ciascuna cassa, è consigliato avvalersi di un commercialista esperto per l’individuazione corretta della propria cassa e per rispettare tutti i requisiti per l’accesso, oltre alle scadenze fiscali e previdenziali.

Contributi previdenziali e Partita Iva – Domande frequenti

Come funzionano i contributi per le Partite Iva?

Anche chi ha una Partita Iva versa i contributi previdenziali: è possibile versarli ad una gestione INPS oppure ad una cassa specifica in base alla professione. Ecco la guida completa.

Quanto si paga di INPS con la Partita Iva?

Dipende dal tipo di cassa a cui si è iscritti: è possibile infatti che il metodo di pagamento, per quota fissa o variabile, cambi in base al tipo di attività svolta.

Le Partite Iva pagano una quota fissa all’INPS?

Le Partite Iva pagano all’INPS una quota fissa solamente se iscritte alla Gestione Artigiani e Commercianti. Ecco di cosa si tratta.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.
Fact-Checked
Avatar di Giovanni Emmi
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 26 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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