- La prestazione occasionale può essere una alternativa al lavoro autonomo, entro certi limiti.
- Per richiedere la prestazione occasionale il datore di lavoro deve comunicare in anticipo le informazioni sul suo svolgimento, sul sito dell’Ispettorato del Lavoro.
- La prestazione occasionale è cumulabile con l’indennità di disoccupazione (entro certi limiti).
La prestazione occasionale è una situazione lavorativa di tipo non continuativo e che non comporta un vincolo di subordinazione. Può essere svolta liberamente secondo termini concordati e secondo alcuni limiti di importo annuale.
Negli ultimi anni sono state stabilite delle precise norme per limitare il ricorso a questo metodo di lavoro in modo illecito. Un esempio è l’obbligo di comunicazione, da parte del datore di lavoro, all’Ispettorato del Lavoro. Inoltre, ci sono precisi limiti di guadagno per chi lavora in questo modo.
Oltre al contratto di prestazione occasionale, i datori di lavoro possono anche utilizzare il Libretto Famiglia INPS per questo tipo di collaborazione, come vedremo tra poco.
Prestazione occasionale: come funziona
Ogni volta che viene richiesta una consulenza, o una qualunque prestazione professionale che esula dall’attività abituale, bisogna operare con una prestazione occasionale.

Vediamo qual è la definizione della prestazione occasionale fornita dall’art. 2222 del Codice Civile:
Il soggetto che si obbliga a compiere, dietro corrispettivo, un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente proprio senza vincolo di subordinazione, ne potere di coordinamento del committente ed in via del tutto occasionale.
Ne consegue che, nell’ipotesi in cui il rapporto si svolga in modo continuativo e con vincolo di subordinazione, ad esempio per cui il lavoratore deve rispettare precisi orari e luoghi in cui svolgere il lavoro, i requisiti decadono. In questo caso è necessario assumere un lavoratore dipendente, oppure il collaboratore dovrà aprire la propria partita IVA avendo più committenti.
Non solo. Il contratto di prestazione occasionale vale solo entro un certo limite di prestazioni annue lorde, che non deve superare i 5.000 euro complessivi. Superata questa soglia, è necessario versare i contributi all’ente previdenziale INPS.
La Legge di Bilancio relativa all’anno 2022 ha poi introdotto degli obblighi per il committente che riguardano:
- la comunicazione preventiva all’Ispettorato del Lavoro, che deve avvenire entro e non oltre 30 giorni dall’inizio dell’attività; in caso di mancato adempimento è prevista un’ammenda da 500 a 2.500 euro;
- l’introduzione di misure per la formazione e l’addestramento.
Prestazione occasionale: novità 2023
La Legge di Bilancio 2023 invece ha istituito diverse novità intorno a questo tipo di collaborazione. I datori di lavoro possono avvalersi della prestazione occasionale per importi fino a 10.000 euro complessivi, all’anno, mentre per il prestatore rimane attivo il limite di 5.000 euro. Se il singolo lavoratore occasionale svolge una mansione per lo stesso datore tuttavia, il limite si abbassa a 2.500 euro.
I nuovi limiti sono applicati da quest’anno anche alle attività come discoteche, sale da ballo e similari, mentre per le società sportive che rientrano nel decreto del Ministro dell’Interno dell’8 agosto 2007 è possibile erogare fino a 5.000 euro a singolo collaboratore.
Anche le imprese che rientrano nel settore alberghiero e turistico possono adoperare le prestazioni occasionali con le nuove soglie, tuttavia, e questo vale per tutti i datori di lavoro, devono essere presenti almeno 10 lavoratori dipendenti assunti regolarmente.
Le cose cambiano per il settore agricolo, per cui le prestazioni occasionali vengono vietate, se non per alcune particolari categorie di lavoratori:
- disoccupati percettori di NASPI;
- pensionati;
- studenti fino a 25 anni;
- soggetti detenuti.
Tuttavia anche per questi casi ci sono limiti ben precisi, ovvero non è possibile superare 45 giorni lavorati all’anno con prestazione occasionale, per ciascun soggetto.
Prestazione occasionale: le regole
Vediamo quali sono gli ulteriori obblighi da rispettare. La prestazione deve essere svolta in un ambito professionale diverso dall’abituale. Così ad esempio per un commercialista sarà possibile svolgere delle docenze in scuole od enti di formazione, o allo stesso modo, un medico potrà occasionalmente suonare il proprio strumento musicale con la propria band presso un locale od altro.
In poche parole l’attività svolta in via occasionale non deve rientrare nell’ambito dello stesso codice ATECO dell’attività principale.
Un altro obbligo è quello del rilascio di una ricevuta per prestazione occasionale della cui compilazione ci occuperemo più avanti, che certifica l’avvenuto pagamento del servizio.
I requisiti di una prestazione occasionale, in breve, sono:
- l’attività non deve essere svolta in modo regolare, ma per l’appunto, occasionalmente;
- non deve esserci alcun vincolo di subordinazione con il committente, e questo significa che il prestatore può svolgere il proprio lavoro nel momento in cui ritiene più opportuno, senza soggiacere ad orari o vincoli organizzativi e di coordinamento, quindi svolge la propria attività in completa autonomia;
- deve trattarsi di un’attività che non rientra nella professione di chi la presta.
Chi può offrire una prestazione occasionale
Un ingaggio che prevede questo tipo di prestazione è possibile per una larga parte di lavoratori, anche se ci sono delle esclusioni.
La maggior parte dei professionisti con partita IVA può accettare incarichi extra, mentre ne restano esclusi:
- i dipendenti pubblici;
- gli iscritti ad albi professionali (ingegneri, architetti, avvocati etc.);
- i soggetti che fanno parte di organi amministrativi e di commissioni ed enti sportivi riconosciuti (ad es. il CONI);
Per tutti gli altri professionisti è possibile svolgere questa tipologia di lavori, rientrando nei limiti della normativa. A questo punto si entra in una trattazione particolarmente vasta che riguarda tutti quei professionisti con partita IVA forfettaria ed i professionisti che operano con regime ordinario.
Per tutti questi lavoratori è necessario capire come essere perfettamente in regola con la disciplina sia giuridica che fiscale. Di seguito andremo ad analizzare come trattare il tema della Prestazione occasionale con la partita IVA, forfettaria od ordinaria, sia il tema della ritenuta d’acconto da indicare sulla ricevuta rilasciata.
Prestazione occasionale e regime forfettario
Se sei titolare di Partita IVA e operi secondo il regime forfettario, hai la possibilità di fare delle prestazioni occasionali, anche se è importante capire in che modo trattarle.
Esiste infatti una discriminante per capire se svolgere l’attività come occasionale o abituale, ed è la vicinanza di ambito professionale con l’attività principale.
Se l’attività che dovresti svolgere è simile a quella principale, sei obbligato a realizzarla facendola rientrare in questa, mentre invece se rientra in un genere di attività che è in qualche modo estranea, può diventare prestazione occasionale.
Ne è un esempio classico quello del consulente di Marketing che collabora con un ente di formazione per effettuare docenze. In questo caso la docenza non è infatti un ambito simile alla professione principale.
Quindi nel caso in cui dovrai svolgere l’attività facendola rientrare nell’ambito delle tue attività abituali, dovrai emettere fattura e il compenso rappresenterà reddito da dichiarare, mentre i compensi che percepirai per l’attività diversa dalla tua non andranno inclusi nei tuoi redditi, ma andranno certificati attraverso una ricevuta specifica che si chiama ricevuta per prestazione occasionale.
Ma questi redditi devono essere dichiarati? La risposta è si: Se si tratta di compensi che non eccedono i 4.800 euro, andranno inseriti in dichiarazione dei redditi, nel quadro redditi diversi.

Come funziona la ritenuta d’acconto
L’obbligo previsto per legge, per regolare la relazione fra committente e prestatore è quello del rilascio di una ricevuta.
Nel caso in cui la prestazione occasionale è resa nei confronti di soggetti sostituti d’imposta, è necessario che nella compilazione della ricevuta si inserisca la voce relativa alla ritenuta d’acconto, che è pari al 20% del compenso che andrai a percepire.
Facciamo un esempio pratico:
- compenso € 1.000;
- ritenuta d’acconto € 200 (20% di 1.000);
- compenso netto da corrispondere: € 800.
L’importo della ritenuta sarà trattenuto dal committente, il quale lo verserà tramite modello F24 entro il giorno 16 del mese successivo al pagamento, mentre l’importo corrisposto andrà indicato da te che hai reso il servizio nel quadro redditi diversi della dichiarazione dei redditi.
Come abbiamo già detto, la ritenuta d’acconto va contabilizzata solo se i soggetti a cui viene resa la prestazione sono sostituti d’imposta.
Ma quali sono i soggetti che rientrano in questa categoria?
- imprese;
- professionisti che non hanno adottato il regime forfettario o dei minimi;
- enti ed associazioni;
- condomini.
Oltre a questi fattori, è importante anche capire quali sono i passi successivi che ti daranno la certezza che le ritenute sono state versate.
Per questo scopo, il sostituto d’imposta dovrà inviarti, entro il 31 marzo dell’anno successivo alla data di esecuzione della/le prestazioni, una certificazione dell’avvenuto versamento, in cui dovrà indicare in modo analitico, importi corrisposti e trattenuti, in modo che tu possa indicarlo in sede di dichiarazione dei redditi.

Prestazione occasionale e contributi
Ed a questo punto è bene evidenziare un ulteriore aspetto, inerente il trattamento pensionistico, per chi presta un servizio occasionalmente: la prestazione occasionale non dà diritto al versamento di un trattamento pensionistico perché dal compenso non viene effettuata alcuna detrazione INPS a questo scopo.
L’ulteriore vincolo da rispettare ha poi un carattere sia fiscale che previdenziale: l’ammontare dei compensi non deve superare i 5.000 euro percepiti nel corso di un anno solare.
Qualora questo importo dovesse essere superato, la prestazione rientrerebbe nell’ambito professionale e nell’inquadramento fiscale del prestatore (professionista con partita IVA o lavoratore dipendente).
Ma non basta, perché in questo caso il professionista sarebbe costretto all’iscrizione presso la gestione separata INPS (qualora già non lo fosse) ed al versamento delle quote previdenziali che eccedono i 5.000 euro percepiti.
Prestazione occasionale e indennità di disoccupazione
Un importante aspetto che potrebbe esserti utile riguarda la compatibilità delle prestazioni di cui parliamo con un’indennità di disoccupazione pre-esistente per un precedente licenziamento (ovvero la NASPI, Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego).
La legge prevede una cumulabilità delle somme che derivano da entrambe le situazioni, però con alcuni limiti:
- questa indennità è interamente cumulabile con attività accessorie nel limite dei 3.000 euro annui;
- è ridotta nella misura dell’80% del compenso percepito, se viene superato il tetto dei 3.000 euro (entro il limite dei 7.000 euro).
Accettando l’esecuzione di una prestazione occasionale, sei però obbligato a comunicare all’INPS l’inizio di questo tipo di rapporto entro il mese, oppure, se già svolgevi precedentemente questo tipo di collaborazione, alla data di presentazione della domanda dell’indennità.
Lavoro occasionale con il Libretto Famiglia
In alcuni casi possibile utilizzare il Libretto Famiglia INPS per una prestazione occasionale. Si tratta di un libretto che si può facilmente ottenere all’ente previdenziale INPS. Con questo strumento è possibile pagare solamente per determinate prestazioni di lavoro, ovvero:
- lavori domestici;
- lavoro di baby sitting;
- lavori di giardinaggio, pulizia o manutenzione di aree verdi;
- assistenza domiciliare ad anziani, bambini, persone malate o con disabilità;
- insegnamento privato supplementare;
- attività svolte da steward negli impianti sportivi;
- servizi per l’infanzia.
Con il Libretto Famiglie è possibile quindi attingere a lavoro sporadico e saltuario per lo svolgimento di specifiche mansioni. Il valore della singola prestazione, di un’ora, è di 10 euro, e si può usare questo strumento effettuando dei versamenti con F24 Elide, con causale “LIFA” oppure con il portale dei pagamenti apposito.
Prestazione occasionale – Domande frequenti
La prestazione occasionale è un tipo di collaborazione regolamentata per legge che per essere realizzata ha necessità di tre condizioni: rapporto non continuativo, senza vincoli di subordinazione e la prestazione deve avere natura diversa dal lavoro abituale. Ecco tutte le regole da rispettare.
Il lavoratore occasionale, emette una ricevuta e viene pagato da un committente, il quale trattiene una ritenuta d’acconto.
La possibilità di effettuare prestazioni occasionali è riservata in genere alla maggioranza dei soggetti, sia lavoratori che non, anche se ci sono alcune professioni a cui la possibilità è negata.
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