Contratto di espansione: come funziona, requisiti e proroghe con il Decreto Lavoro

Il contratto di espansione offre la possibilità alle aziende di anticipare il cambio generazionale con un pensionamento programmato. Ecco come funziona e quando conviene.

di Gennaro Ottaviano

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Contratto di espansione
  • Il contratto di espansione è uno strumento a sostegno delle imprese che vogliono riorganizzare e modernizzare la struttura imprenditoriale.
  • Per aderire a questo strumento sia l’azienda, sia il dipendente dovranno avere una serie di requisiti.
  • La sottoscrizione del contratto dovrà essere comunicata direttamente all’INPS attraverso il modulo telematico e allegando una serie di dati.

La Legge di Bilancio 2022 aveva esteso la possibilità per le aziende di stipulare il contratto di espansione per il 2022 e il 2023. In particolare, per l’anno in corso sono stati stanziati 80,4 milioni da utilizzare al fine di rafforzare quelle misure rientranti nel quadro della Riforma degli Ammortizzatori sociali.

Questo è uno strumento che offre l’opportunità a chi dispone di una Partita IVA, con un minimo di 50 lavoratori, di attuare sin da subito il cambio generazionale dei dipendenti, anticipando la pensione o riducendo le ore dei lavoratori. Il recente Decreto Lavoro contiene alcuni interventi su questo tipo di contratto.

Come dipendente o collaboratore hai la possibilità di andare in pensione anche senza aver raggiunto l’età richiesta o i contributi necessari. Scopri nella nostra guida tutto quello che c’è da sapere sul contratto di espansione.

Cos’è il contratto di espansione

In un momento di incertezza economica sono diverse le iniziative dello Stato italiano per alleggerire i costi delle aziende. Dai  bonus alla riduzione del cuneo fiscale, fino al contratto di espansione INPS.

Cos’è esattamente? Può essere definita come misura di supporto alle imprese in difficoltà finanziarie, finalizzato a una riorganizzazione aziendale, e a favorire l’esodo anticipato verso la pensione del personale.

In questo modo si permette di dare più respiro all’innovazione tecnologica con l’assunzione di nuove figure, oltre ad accedere a diversi vantaggi fiscali e contributivi.

Il contratto di espansione è stato introdotto dal Decreto Crescita del 2019, andando a sostituire il contratto di solidarietà espansiva previsto dal D.lgs. 148 del 14 settembre 2015, con una serie di novità.

Inoltre è stato stabilito che, come azienda, puoi richiedere questo strumento se disponi di minimo 50 dipendenti, contro i 100 previsti dalla vecchia normativa.

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Contratto di espansione con il Decreto Lavoro

La legge di Bilancio 2022 ha previsto uno stanziamento di 641 milioni di ero suddivisi nei prossimi 4 anni e finalizzati a supportare le imprese nella stipula del contratto di espansione. Sono state previste anche delle novità rispetto al Decreto del 2015.

Era stata inizialmente ipotizzata dal Decreto Lavoro una proroga fino al 2025 del contratto di espansione, che poi però è stata cancellata, lasciando alle imprese la possibilità di di riorganizzare le uscite dal lavoro anche nel 2023, per contratti stipulati nel 2022.

Di fatto quindi, le imprese che hanno già stipulato un contratto di espansione nel 2022 possono procedere anche nel 2023 con le cessazioni dei rapporti di lavoro in essere, con accesso per i dipendenti alla pensione anticipata con questa misura. Per i lavoratori può anche essere prevista la riduzione del 30% dell’orario di lavoro.

Ne consegue che queste aziende devono provvedere poi ad assumere almeno un nuovo lavoratore ogni tre dipendenti che rientrano nel contratto di espansione, in linea con il cambiamento generazionale.

Inoltre, sono state inserite, oltre all’opportunità di pensionamento anticipato e di cassa integrazione, delle iniziative finalizzate all’aggiornamento e alla formazione del personale, con una serie di sgravi fiscali e contributivi.

Contratto di espansione pensione

Requisiti del contratto di espansione

Per accedere al contratto di espansione devono essere presenti dei requisiti per l’azienda e per i lavoratori. Nel primo caso, come datore di lavoro hai la possibilità di proporre questo strumento se:

  • la tua attività d’impresa prevede un organico non inferiore a 50 dipendenti;
  • la riorganizzazione e la reindustrializzazione avrà il fine di migliorare i processi aziendali e il progresso tecnologico dell’attività;
  • sono stabiliti precisi accordi sindacali.

Le imprese possono aderire al contratto di espansione indipendentemente dalla tipologia di attività che svolgono. Ecco quali sono invece i requisiti per il lavoratore:

  • presenza di un contratto di lavoro indeterminato o di apprendistato;
  • deve essere presente l’iscrizione al FPLF (Fondo pensione dei lavoratori dipendenti) o ad altre forme di Assicurazione obbligatoria previste dell’INPS;
  • il rapporto di lavoro deve essere stato risolto consensualmente entro il 30 novembre 2022 per il piano di espansione del 2022, ed entro il 30 novembre 2023 per quello successivo.

Questo aspetto è importante, dato che non è ammessa l’applicazione del contratto di espansione se vi è stata una lettera di dimissioni volontaria. Inoltre, si esclude la stipula di questo contratto per il dipendente che ha  diritto alla pensione di invalidità anticipata non inferiore all’80% e per la pensione di vecchia per i lavoratori viaggianti.

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Come funziona il contratto di espansione

Il fine del contratto di espansione è quello di supportare le imprese che necessitano di ridurre i costi del personale e modernizzare l’attività produttiva con l’assunzione di nuove leve generazionali.

In questo modo si offre l’opportunità di evitare eventuali licenziamenti di lavoratori che ormai hanno un’età vicina alla pensione, e che difficilmente troverebbero collocazione nel mercato del lavoro odierno.  A questo fine, il contratto di espansione prevede un accordo tra:

  • impresa che lo vuole utilizzare;
  • Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali;
  • Sindacati che rappresentano i lavoratori;
  • lavoratore dipendente.

In base a quanto pattuito tra le parti, è possibile intervenire con diverse soluzioni:

  • riduzione degli orari e sospensione dell’attività lavorativa;
  • scivolo pensionistico anticipato di 5 anni;
  • piano di formazione e di riqualificazione con nuove assunzioni.

Contratto di espansione e cassa integrazione

Se il lavoratore non rientra nei requisiti per la pensione anticipata, è stata prevista la possibilità dell’azienda di:

  • programmare una riduzione degli orari;
  • sospendere temporaneamente l’attività dei dipendenti.

La riduzione media degli orari prevede un limite pari al 30% di quello giornaliero, settimanale o mensile. Nel caso in cui tale operazione non sia sufficiente per la riorganizzazione aziendale, l’impresa può utilizzare la CIGS, ovvero la cassa integrazione guadagni straordinaria.

In questo caso è prevista una tempistica massima  per un periodo pari a 18 mesi, con la possibilità di utilizzare la sospensione al lavoro anche in maniera frazionata e non continuata.

Come funziona il contratto di espansione
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Contratto di espansione e pensione anticipata

Uno dei principali vantaggi del contratto di espansione è quello di permettere la pensione anticipata volontaria a quei lavoratori che si trovano a un massimo di 5 anni o di 60 mesi dalla pensione. Ciò si applica solo se sono presenti i requisiti per accedere alle pensione di vecchiaia o quella anticipata.

Quindi potrai andare in pensione a 62 anni, invece dei 67, previsti da quella di vecchiaia, solo se hai conseguito un minimo di 20 anni di contributi IVS INPS versati. Invece, per la pensione anticipata ti basteranno 37 anni e 10 mesi di contributi rispetto ai 42 per gli uomini. Nelle donne si considera il raggiungimento di 36 anni e 10 mesi contro i 41.

Il lavoratore ha diritto a un’indennità economica mensile che sarà equivalente alla pensione maturata al momento della sottoscrizione del contratto di espansione. Il calcolo prenderà come riferimento il trattamento pensionistico maturato dal lavoratore per i successivi 60 mesi, partendo dalla sottoscrizione del contratto di lavoro concordato.

Nel caso della pensione anticipata il datore di lavoro dovrà aggiungere anche una contribuzione che verrà calcolata sulla retribuzione media dei 5 anni, fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici. L’indennità mensile partirà dal primo giorno successivo al mese di risoluzione del rapporto di lavoro e verrà corrisposta fino al primo versamento pensionistico da parte dell’INPS.

Nuove assunzioni con il contratto di espansione

Per favorire il turn-over generazionale, il contratto di espansione offre anche la possibilità di attuare:

  • un piano di formazione e riqualificazione per i lavoratori che rimangono;
  • agevolazioni per le nuove assunzioni.

In questo caso, per le aziende che hanno più di 1.000 dipendenti è prevista una riduzione dei versamenti contributi per i primi 12 mesi. Questo sgravio viene applicato se per ogni tre lavoratori che sottoscrivono un contratto di espansione viene attuata una nuova assunzione.

Inoltre, come imprenditore avrai anche dei vantaggi dal punto di vista fiscale, dato che si applicheranno degli sgravi sui costi complessivi per i nuovi contratti a tempo indeterminato.

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Come richiedere il contratto di espansione

La richiesta del contratto di espansione dovrà essere redatta secondo uno schema preciso. Al suo interno dovrai indicare:

  • il piano di esodo annuale;
  • numero di dipendenti che intendi assumere in base al piano di riorganizzazione aziendale;
  • il programma delle assunzioni con l’indicazione temporale;
  • per i lavoratori che hanno subito una riduzione di orario, dovrai indicare la media degli orari, il numero dei soggetti e quali sono coloro che hanno i requisiti per accedere allo scivolo pensionistico;
  • dovrai inserire la stima dei costi a carico dell’azienda per affrontare i contratti di espansione;
  • vene richiesta la presunta data in cui verranno terminati i rapporti di lavoro.

La domanda deve essere presentata all’INPS dal datore di lavoro in via telematica. Successivamente, in base alla circolare n.88 del 25-07-2022, la comunicazione deve essere trasmessa anche alla struttura INPS territoriale, allegando:

  • contratto di espansione;
  • richiesta di variazione dell’indennità mensile;
  • richiesta per l’accesso al portale PRTA (Portale Prestazioni Atipiche).
Nuovo contratto di espansione

Un esempio pratico del contratto

Sono diverse le domande da parte degli imprenditori e dei datori di lavoro su quale sia la reale convenienza di utilizzare il contratto di espansione. Al fine di valutare i pro e i contro ti forniamo una simulazione. Prendiamo come esempio un soggetto con:

  • reddito: 37.000€;
  • età: 62 anni;
  • contributi versati: 35 anni.

Nella tabella abbiamo riportato quali sono le differenze tra attendere la pensione di vecchiaia e scegliere di sottoscrivere il contratto di espansione.

DescrizionePensione di vecchiaiaContratto di espansione
Assegno mensile2.789€1.878€
TFR13.154€9.145€
Contributi previdenziali2.219€2.050€

Se vai a calcolare il totale degli importi in un quinquennio, si avrà una perdita per il lavoratore, che si aggira tra il  -20% e il -50% di quanto potrebbe essere percepito con una pensione di vecchiaia. La simulazione nel caso della pensione anticipata è simile, ma si avrà una riduzione tra il 10% e il 25%.

Quando conviene il contratto di espansione?

Conviene utilizzare il contratto di espansione? La risposta è: dipende. Per le aziende si ha l’opportunità di ottenere un ricambio generazionale senza attendere il raggiungimento dell’età pensionabile oppure di quella per altre misure previdenziali.

Inoltre, sono previsti dei benefici economici, dato che il datore di lavoro può ottenere una riduzione del versamento dell’indennità mensile, per un massimo di 24 mesi, grazie alla NASPI maturata fino al momento della sottoscrizione dell’accordo.

A questo devi aggiungere i benefici contributivi per le aziende al di sopra dei 1.000 dipendenti per le nuove assunzioni, oltre al fatto che, con la nuova normativa, possono accedere a questo strumento le aziende a partire dai 50 dipendenti.

Ovviamente il datore di lavoro deve affrontare dei costi, soprattutto nel caso in cui viene richiesto il versamento dell’intera indennità o, nel caso di quella mensile, dovrà affrontare il rilascio di una fideiussione a copertura dell’importo.

Per ciò che riguarda i vantaggi e gli svantaggi per il dipendente, si può avere l’opportunità di andare in pensione con 5 anni di anticipo, ottenendo comunque parte dei contributi e il compenso per i 60 mesi successivi.

Questo è molto utile se si vuole migliorare la qualità di vita oppure intraprendere una nuova attività come lavoratore autonomo e aprire Partita Iva. Dall’altro lato, data l’anticipazione di 5 anni del piano pensionistico, si ha una riduzione dei contributi e dell’indennità percepita.

Come hai notato dalla simulazione, è importante calcolare con attenzione quali sono i costi per l’azienda e per il lavoratore dipendente. Per questo prima di sottoscrivere un contratto di espansione, ti consigliamo di consultare un esperto commercialista.

Contratto di espansione – Domande frequenti

Quali aziende possono aderire al contratto di espansione?

Possono aderire al contratto di espansione tutte le aziende che hanno un minimo di 50 dipendenti e che vogliono riorganizzare la propria attività d’impresa. Scopri come procedere.

Qual è la finalità del contratto di espansione?

Il contratto di espansione ha la finalità di sostenere le imprese, permettendo il ricambio generazionale con uno scivolo pensionistico.

Come fare domanda del contratto di espansione?

La domanda  del contratto di espansione dovrà essere effettuata dal datore di lavoro, in accordo con il lavoratore, il Ministero dello Sviluppo Economico e i sindacati, direttamente all’INPS.

Autore
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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 25 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

20 commenti su “Contratto di espansione: come funziona, requisiti e proroghe con il Decreto Lavoro”

  1. Sono in contratto di espansione e l’azienda versa i contributi per i prossimi 2 anni e 9 mesi… quando chiederò la pensione definitiva l’indennità sarà rivalutata ?

    Rispondi
    • Buonasera,
      per la richiesta le consigliamo di rivolgersi ad un ente di patronato che la assisterà gratuitamente fornendolo delle informazioni certe in base ai documenti in suo possesso.

      Grazie per averci scritto

      Team partitaiva.it

      Rispondi
  2. Buongiorno
    in caso di premorienza durante il tempo del contratto di espansione, il coniuge quanto viene a prendere di reversibilità in base al calcolo fatto per gli anni occorsi al contratto?

    Rispondi
    • Buongiorno,
      L’importo dipende da diversi fattori, numero dell’organico dell’azienda, contratto di espansione per pensione anticipata, di vecchiaia, ecc. dovrebbe verificare la propria posizione in un Caf.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  3. In contatto di espansione si può lavorare solo con p.iva o anche come dipendente. Se si, i contributi che saranno versati andranno ad aumentare la pensione quando si effettuerà il
    ricalcolo pensionistico. Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      secondo quanto previsto dalla Circolare Inps n.48 del 24/03/2021. Svolgimento di attività lavorativa durante il periodo di fruizione dell’indennità.
      La norma in esame non prevede specifiche disposizioni per quanto riguarda il cumulo dell’indennità mensile con eventuali redditi da lavoro dipendente, autonomo o professionale.
      Ne consegue che l’Istituto, ferme restando le vigenti disposizioni di legge in materia, non provvederà a modificare l’importo dell’indennità mensile in caso di percezione di redditi derivanti dallo svolgimento di attività lavorativa.

      Per approfondimenti può consultare un professionista specializzato in diritto previdenziale.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  4. In merito al contratto di espansione, dovendo aderire, in caso di riforma pensionistica a quota 41, l’azienda è comunque tenuta a versare fino al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi indipendentemente dalla riforma.
    Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      A norma del comma 5-bis del citato articolo 41 del decreto legislativo n. 148/2015, qualora la prima decorrenza utile della pensione sia quella prevista per la pensione anticipata, il datore di lavoro esodante versa anche i contributi previdenziali (c.d. contribuzione correlata) utili al conseguimento del diritto. Detta contribuzione correlata è accreditata nell’estratto conto del lavoratore. Nel caso in cui la prestazione sia finalizzata al conseguimento della pensione di vecchiaia la contribuzione correlata non è dovuta.

      Può chiedere conferma al suo ente di patronato di riferimento o a un professionista specializzato in materia.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  5. Con il contratto di espansione, cambia qualcosa per i lavoratori in merito ai 24 mesi di naspi di cui le aziende usufruiranno. Ed inoltre in questo periodo si potrà lavorare con cumulo reddituale con quanto si percepirà in cde. Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      con la risoluzione del rapporto di lavoro, l’azienda riconosce al lavoratore per tutto il periodo e fino al raggiungimento del primo diritto a pensione, un’indennità mensile.
      Dal momento che la manovra non prevede specifiche disposizioni relativamente al cumulo dell’indennità mensile con eventuali redditi da lavoro, l’INPS conclude che non c’è incompatibilità tra il beneficiario e l’attività lavorativa dipendente, autonoma o professionale e non provvederà a modificare l’importo dell’indennità in caso di percezione di tali redditi.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  6. Buongiorno, se al momento di stipulare con l’azienda il contratto di espansione mancano al lavoratore 5 anni e 10 mesi alla pensione anticipata , quet’ultimo può coprire i 10 mesi effettuando versamenti volontari all’Inps? Grazie.

    Rispondi
    • Buonasera,
      l’art.41 del D.lgs 148 del 2015 cita i lavoratori “che non si trovino a non più di 60 mesi dalla prima decorrenza utile della Pensione”.
      Nei 60 mesi sono compresi anche i 3 mesi di decorrenza ritardata (le cd. finestre) in caso di accesso alle pensioni anticipate.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
    • Buongiorno,
      il decreto 4/2019 ha previsto che per la decorrenza della pensione anticipata sia necessario attendere una finestra di 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti, quindi per il contratto di Espansione nei 60 mesi sono compresi anche i 3 mesi di decorrenza ritardata (le cd. finestre) in caso di accesso alle pensioni anticipate, attualmente non si fa riferimento ad ulteriori periodi.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  7. Salve, la mia azienda ha deliberato di utilizzare lo strumento del contratto di espansione.
    Ho 62 anni compiuti a gennaio e 39 anni di servizio. Quindi per arrivare a 41 anni e 10 mesi non manca molto (3 anni circa).
    Mi conviene prendere in considerazione questa proposta?
    Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      la valutazione è soggettiva, secondo le stime sindacali la sua pensione potrebbe subire un taglio dal 20% al 50%.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  8. Buongiorno io andrei in pensione anticipata il 29.2.2028 . Vorrei aderire al contratto di espansione. Inps mi ha comunicato che andrei con un assegno mensile di 1470 lordi. Quando prenderei al raggiungimento della pensione anticipata? La stima è stata di circa 1600 lordi . È veritiera? Inoltre è vero che l’azienda versa solo i contributi fino ad un imponibile lordo di 1800 euro ? Grazie cordiali saluti

    Rispondi
  9. Ho aderito al CdE e raggiungerò il requisito della pensione di anzianità (42 anni e 10 mesi) a marzo 2025.
    Sino a questa data l’azienda continuerà a versare i contribuit.
    Sino a giugno del 2025 continuerò a percepire l’indennità calcolata nel momento in cui si è interrotto il rapporto di lavoro e successivamente inizierò a percepire una regolare pensione dall’INPS.
    Nel caso in cui con la prossima legge di bilancio in vigore dal gennaio 2024 venisse modificato il metodo di calcolo misto (retributivo sino al 1996 e contributivo per gli anni successivi) come verrà calcolato l’importo della pensione? Con i coefficienti in vigore nel momento in cui si è aderito al CdE o con i coefficienti in vigore nel momento del calcolo della pensione? Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      si dovrebbe attendere l’approvazione della Legge di Bilancio e la pubblicazione dei decreti attuativi.
      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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