Isopensione: cos’è e come funziona per imprese e lavoratori

Il Decreto Milleproroghe ha confermato la misura dell'isopensione fino alla fine del 2026. Ecco come funziona e cosa cambia per lavoratori e imprese.

di Valeria Oggero

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Isopensione proroga
  • L’isopensione è uno strumento che permette alle imprese di stabilire, insieme ai sindacati, piani di esodo specifici per lavoratori vicini alla pensione.
  • Una recente decisione ha prorogato la misura dell’isopensione oltre il termine previsto a fine 2023, e per un periodo che arriva al 2026.
  • L’isopensione garantisce al lavoratore in esodo una somma mensile versata dall’impresa fino al raggiungimento della pensione.

La misura dell’isopensione permette ai lavoratori vicini alla pensione di uscire in anticipo dal lavoro, secondo la pianificazione aziendale specifica, accedendo ad una indennità versata mensilmente in sostituzione dello stipendio o della pensione, fino al raggiungimento dei requisiti per accedere alla pensione vera e propria.

I datori di lavoro possono quindi utilizzare questa misura fino al 2026, secondo i recenti provvedimenti, e i lavoratori possono accedervi con 7 anni di anticipo alla pensione.

Il Decreto Milleproroghe è intervenuto a portare avanti diverse misure tra cui l’isopensione. Vediamo come funziona nel dettaglio il meccanismo con cui le aziende possono stabilire dei piani di esodo nel caso di personale in eccedenza, in accordo con i sindacati.

Cos’è l’isopensione

L’isopensione, anche chiamata “assegno di esodo” è una misura introdotta nel 2012 dalla Legge Fornero per sostenere le imprese che prevedessero operazioni di esodo dei lavoratori. Questa misura garantisce diversi vantaggi per imprese e lavoratori:

  • le imprese possono pianificare operazioni di esodo di diversi lavoratori vicini alla pensione, nel caso di eventi particolari o eccedenza del numero di dipendenti;
  • i lavoratori vicini alla pensione possono essere esonerati dal lavoro e ricevere un assegno di esodo fino al raggiungimento dei requisiti effettivi per la pensione.

L’isopensione per il lavoratore è come una sorta di pensione anticipata, pur non trattandosi di una vera e propria pensione, ma di una indennità particolare.

Il datore di lavoro può procedere con questo strumento tuttavia solamente se sussiste un accordo specifico con i sindacati, e se ha almeno 15 dipendenti. Un esempio di applicazione di isopensione recente è quello di Tim, per cui per il 2023 sono state previste 2.000 uscite volontarie dal lavoro.

Questa misura si applica fino a 7 anni prima del raggiungimento dei requisiti per l’accesso alla pensione del lavoratore: questa soglia nel tempo è infatti stata aumentata rispetto alla regola iniziale che prevedeva un anticipo per un massimo di 4 anni.

Va ricordato anche che l’isopensione non varia con gli adeguamenti Istat e su queste somme non possono essere effettuate trattenute, come la cessione del quinto.

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Quali sono gli obblighi per le imprese

Le imprese sono obbligate quindi a rispettare diverse condizioni, per poter accedere allo strumento dell’isopensione. Nello specifico:

  • l’impresa deve presentare un piano di esodo in accordo con i sindacati;
  • l’accordo deve anche essere siglato dall’INPS, che controlla il piano di esodo valutando quali sono i contributi già versati ai lavoratori e il requisito dimensionale dell’azienda;
  • l’impresa deve avere almeno 15 dipendenti;
  • l’impresa deve versare le somme dovute al lavoratore per il periodo fino al raggiungimento della pensione. Inoltre, deve procedere con una fidejussione per garantire la solvibilità di queste somme al lavoratore;
  • al lavoratore spetta una somma calcolata dall’INPS in base ai contributi versati.

I datori di lavoro devono quindi assicurarsi di poter rispettare tutti gli obblighi previsti dalla misura, e programmare un piano di esodo specifico. Inoltre, per i lavoratori coinvolti si tratta di uno strumento volontario.

Come chiedere l’isopensione

Isopensione 2026

A chiedere l’accesso all’isopensione non sono i lavoratori, ma l’impresa. La misura infatti è strettamente correlata al piano di esodo previsto dall’azienda per diverse motivazioni. L’isopensione prevede sempre un piano di esodo programmato dall’azienda per garantire l’uscita ai lavoratori più anziani, nei casi di eccedenza di personale.

I lavoratori coinvolti inoltre accettano in modo volontario di aderire all’isopensione, come visto prima, in anticipo di 7 anni massimo dal momento della pensione effettiva. Tuttavia il lavoratore deve poi procedere alla domanda di accesso alla pensione una volta raggiunti i requisiti.

Ricapitolando, le richieste intorno all’isopensione sono le seguenti:

  • l’impresa chiede l’accesso all’isopensione all’INPS previo accordo con i sindacati sul piano di esodo dei lavoratori più anziani, e ogni mese invia le somme per la prestazione, insieme alla fidejussione;
  • il lavoratore che riceve l’isopensione chiede all’INPS l’accesso alla pensione di vecchiaia o di anzianità al momento in cui raggiunge i requisiti per accedervi. Il passaggio da isopensione a pensione non è quindi automatico.

L’isopensione non è reversibile ai superstiti, e a livello fiscale viene considerata come reddito da lavoro dipendente. Viene garantita, al pari di come accade per lo stipendio, per 13 mensilità all’anno.

Si può lavorare percependo l’isopensione?

Il lavoratore in esodo che riceve l’isopensione può in ogni caso essere reimpiegato in un altro lavoro dipendente o autonomo e non perdere l’accesso alla misura. A chiarire questo aspetto è stato l’ente previdenziale, già nel 2013.

I lavoratori in esodo che ricevono isopensione possono essere reimpiegati in qualunque momento, prima dell’accesso alla pensione, senza perdere l’indennità. Questo significa che è possibile per il percettore svolgere un lavoro dipendente, anche part time, oppure aprire una partita Iva per svolgere un lavoro autonomo, oppure ancora lavorare saltariamente.

Va tenuto presente che generalmente, salvo alcune eccezioni, anche quando si inizia a percepire la pensione di vecchiaia o di anzianità è possibile continuare a svolgere un lavoro, non ci sono leggi che lo vietano espressamente.

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Quali sono i vantaggi dell’isopensione

Questo strumento può essere molto vantaggioso sia per le aziende che per i lavoratori. Nella gestione dell’esodo aziendale infatti si tratta di una vera e propria opportunità per programmare l’uscita da lavoro in anticipo di tutti i lavoratori vicini alla pensione.

Dall’altro lato, per i lavoratori questo strumento consente di accedere al periodo di pensione con diversi anni di anticipo, ricevendo comunque un’indennità mensile in denaro. In ogni caso si evita così di procedere con il licenziamento di lavoratori che difficilmente potranno trovare una ricollocazione nel mercato del lavoro.

Per l’azienda questa scelta comporta comunque un dispendio di denaro, attraverso l’indennità da versare ogni mese in anticipo, tuttavia è una scelta che grosse aziende possono fare in determinati contesti.

Importi dell’indennità di isopensione

Andiamo a vedere da vicino come funziona l’indennità prevista per i lavoratori che escono in anticipo da lavoro tramite isopensione. L’impresa si impegna ad erogare una somma specifica, tramite INPS, per 13 mensilità, al pari di come accadrebbe per una normale pensione.

Gli importi tuttavia non sono gli stessi, perché non si tratta di una vera e propria pensione. Per calcolare queste somme, bisogna tenere in considerazione l’importo del trattamento pensionistico che si dovrebbe applicare quando si accede alla pensione, escludendo la contribuzione figurativa che il datore di lavoro va a versare. Su queste cifre non viene applicata la perequazione automatica prevista ogni anno.

Il lavoratore deve anche tenere presente che la pensione non scatta in automatico quando vengono realizzati i requisiti per accedervi, ma bisogna procedere alla richiesta specifica.

Isopensione e tassazione

Una questione interessante è quella che riguarda la tassazione dell’indennità prevista per i lavoratori in esodo con l’isopensione. Nel dettaglio, queste cifre non corrispondono ad una vera e propria pensione: come vengono tassate?

Secondo le normative attuali questi importi sono soggetti alla tassazione ordinaria, ovvero alla stessa prevista per le pensioni. Va evidenziato anche che queste somme non sono reversibili: nel caso di decesso del beneficiario, i superstiti ricevono la pensione indiretta.

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Come cambia l’isopensione con il Decreto Milleproroghe

Con il recente Decreto Milleproroghe, il requisito di 7 anni massimi all’accesso alla pensione rimane invariato, tuttavia cambiano le scadenze di tale misura. L’isopensione infatti stava per terminare, alla fine del 2023.

Tuttavia il decreto l’ha prorogata ancora fino almeno al 31 dicembre 2026, consentendo alle imprese di ricorrere a questo strumento anche nei prossimi anni. Per ciò che riguarda il funzionamento della misura, rimane lo stesso: l’impresa deve necessariamente avere un piano di esodo in accordo con i sindacati.

Va evidenziato anche che tale misura comporta per l’impresa, quindi per il datore di lavoro, diversi obblighi, al fine di garantire un esodo programmato e con le dovute indennità ai lavoratori.

Isopensione 2024 – Domande frequenti

Cos’è l’isopensione?

Si tratta di una misura che garantisce ai lavoratori in esodo una somma mensile versata dall’azienda prima di poter ricevere la pensione.

Chi è in isopensione può lavorare?

Chi è in isopensione può lavorare, sia come dipendente che in autonomia, o svolgere prestazioni occasionali.

Come viene tassata l’isopensione?

L’isopensione viene trattata come reddito da lavoro dipendente, e viene tassata con le modalità ordinarie.

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Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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