Opzione Donna: come cambia la misura per dipendenti e autonome

Opzione Donna è una misura di prepensionamento dedicata alle dipendenti e alle autonome. Ecco le ultime novità sui requisiti di accesso.

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Opzione Donna
  • Opzione Donna è una misura di prepensionamento rivolta alle lavoratrici donne dipendenti e autonome.
  • Recentemente la misura ha subìto alcune modifiche: non è più a libero accesso, ma è possibile accedervi solamente entro certe condizioni.
  • Potranno accedere a Opzione Donna le lavoratrici che prestano assistenza ad un familiare disabile, che hanno un’invalidità civile o perdono il lavoro in caso di crisi aziendale.

Opzione Donna è una misura di prepensionamento rivolta alle donne, sia alle lavoratrici dipendenti che alle autonome con Partita Iva. Si tratta di una misura di pensionamento che è stata al centro della manovra 2023: di fatto è stata riconfermata, tuttavia con diverse modifiche.

La misura infatti non sarà più ad accesso libero, ma si prevede che le lavoratrici potranno accedervi solamente se rientrano in determinati casi di svantaggio. L’INPS con la circolare 25 del 6 marzo 2023 ha comunicato i dettagli delle modifiche.

Al momento viene presa in considerazione anche l’ipotesi di accantonate il requisito dei figli, e viene invece data priorità a chi assiste un familiare disabile, chi ha una disabilità o a coloro che sono astate licenziate da aziende per cui si è aperto un tavolo di crisi. Vediamo nell’articolo tutti i dettagli.

Cos’è Opzione Donna

Opzione Donna non è una misura nuova, ma era già presente negli scorsi anni. Si tratta di un sistema di prepensionamento dedicato esclusivamente alle lavoratrici donne, sia dipendenti che autonome, pensato per agevolare l’ingresso alla pensione per queste categorie di lavoratori.

Con la manovra 2023, il requisito anagrafico cambia in base al numero di figli, consentendo l’ingresso alla pensione in anticipo soprattutto per chi ha più figli. Questo criterio tuttavia potrebbe presto essere accantonato, a seguito anche delle richieste presentate da parte delle associazioni sindacali.

La manovra ha introdotto una vera e propria stretta sulla misura, e le associazioni sindacali hanno chiesto al governo una proroga ulteriore di Opzione Donna per come era applicata nel 2022. Tuttavia su questa proroga al momento si può parlare solamente di ipotesi: la più accreditata è quella di un’estensione per altri sei mesi delle regole precedenti.

In ogni caso è importante evidenziare che Opzione Donna è accessibile sia a lavoratrici autonome che dipendenti, entro alcuni requisiti e limiti precisi.

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A chi è rivolta Opzione Donna

La Legge di Bilancio 2023 come anticipato, ha introdotto una stretta su Opzione Donna, pur riconfermandola. Per quest’anno ha stabilito che per poter accedere alla misura bisogna avere 60 anni di età, ma questo requisito scende a 59 nel caso di lavoratrice con un figlio, e a 58 nel caso di due figli. L’anzianità contributiva comunque non deve essere inferiore a 35 anni.

Tuttavia, come riporta la circolare 25 del 6 marzo 2023, oltre a questi requisiti, la lavoratrice deve anche trovarsi in una delle seguenti situazioni, dette anche requisiti soggettivi:

  • assistere da almeno sei mesi un familiare portatore di handicap in una situazione di gravità, che sia convivente. Il familiare dev’essere di primo grado, oppure di secondo se i genitori o il coniuge del soggetto con handicap hanno compiuto 70 anni, siano deceduti o affetti da situazioni invalidanti;
  • hanno una riduzione della capacità lavorativa con invalidità civile almeno al 74%;
  • se sono lavoratrici licenziate o dipendenti di imprese soggette a crisi aziendale, per cui è stato aperto un tavolo di confronto.

Come specifica la circolare INPS, i requisiti di anzianità contributiva e di età anagrafica devono essere accertati entro la fine dello scorso anno:

“La norma in esame si applica alle lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022, abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni, e che si trovino in una delle condizioni indicate nella stessa norma.”

Attualmente si discute quindi sulla possibilità di eliminare i requisiti a proposito dei figli, e ridurre la componente anagrafica per tutte le lavoratrici. Tuttavia su questo punto si parla ancora di ipotesi.

Opzione Donna Partite Iva

Opzione Donna: come funziona per le Partite Iva

Opzione Donna è rivolta anche alle lavoratrici autonome, pur con qualche particolarità rispetto alle dipendenti. Con l’ultima Legge di Bilancio vengono equiparati i requisiti di età per entrambe le categorie di lavoratrici, mentre in precedenza sussisteva una differenza per cui le dipendenti potevano accedervi in anticipo di un anno rispetto alle autonome.

Con le ultime modifiche non cambia il requisito di età anagrafica nei due casi, e anche il requisito contributivo di 35 anni è lo stesso. Per poter accedere a Opzione Donna tuttavia è stabilita una certa finestra mobile, ovvero un periodo di tempo che deve trascorrere tra il momento in cui si raggiungono i requisiti e il momento in cui si riceve effettivamente la pensione.

Su questo punto sussistono alcune differenze tra autonome e dipendenti:

  • finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti;
  • finestra mobile di 18 mesi per le lavoratrici autonome.

Non ci sono differenze invece per ciò che riguarda i nuovi requisiti soggettivi per l’accesso alla misura, ovvero quelli che riguardano familiari a carico con handicap, la riduzione della capacità lavorativa e il tavolo di crisi aziendale.

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Come accedere ad Opzione Donna

Sull’accesso alla misura, l’INPS specifica l’importanza di raggiungere i requisiti di età e contributivi entro il 31 dicembre 2023. La domanda tuttavia può essere comunicata in qualsiasi momento successivo a questa data, anche negli anni seguenti.

Viene poi specificato che il raggiungimento dei requisiti soggettivi può avvenire anche se queste situazioni si verificano negli anni successivi al raggiungimento di età e contributi necessari ad accedere. La richiesta quindi può essere presentata anche nel 2024 o nel 2025.

Per accedere ad Opzione Donna, chi ne beneficia deve presentare una apposita domanda all’ente previdenziale, corredata di documentazione che attesta la sussistenza dei requisiti. Sono necessarie quindi le autocertificazioni per i requisiti soggettivi e le certificazioni mediche correlate.

Al momento si attende un nuovo decreto, che potrebbe arrivare entro aprile 2023, che vada a modificare l’attuale criterio di accesso alla misura con età pensionabile ridotta alle donne con figli: a questo proposito i sindacati stanno chiedendo al governo di livellare l’età per tutte le donne indipendentemente dal numero di figli.

Al momento uno dei problemi su cui si discute è quello delle risorse, ovvero dei fondi da destinare ad Opzione Donna se questa vedrà allargarsi la platea di beneficiari, che attualmente ha subito una stretta da parte della manovra 2023.

Opzione Donna – Domande frequenti

Cos’è Opzione Donna?

Opzione Donna è un sistema di prepensionamento dedicato alle lavoratrici donne autonome e dipendenti. Ecco come funziona e ultime novità.

Quanti anni ci vogliono per accedere a Opzione Donna?

Attualmente le lavoratrici donne possono accedervi, sia autonome che dipendenti, con 60 anni di età e 35 anni di contributi versati. L’età scende di un anno per ciascun figlio.

Quali sono le ultime novità su Opzione Donna?

I requisiti per l’accesso sono resi più stringenti dalla Legge di Bilancio 2023, per cui la misura viene limitata ad una piccola fascia di lavoratrici. Leggi qui per conoscere i dettagli.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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