Opzione Donna: requisiti e Novità. Quanto si perde di pensione?

Opzione Donna è una misura di prepensionamento dedicata alle dipendenti e alle autonome. Ecco le ultime novità sui requisiti di accesso.

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  • Opzione Donna è un trattamento pensionistico rivolto alle lavoratrici donne dipendenti e autonome.
  • Possono aderire a Opzione Donna le lavoratrici che hanno compiuto 60 anni di età, con anzianità contributiva di almeno 35 anni.
  • In futuro Opzione Donna potrebbe ancora cambiare: con la Legge di Bilancio 2024 potrebbe anche arrivare la misura Ape Donna.

Opzione Donna è un trattamento pensionistico rivolto alle donne, sia alle lavoratrici dipendenti che alle autonome con Partita Iva. Si tratta di una misura che è stata centrale nella manovra 2023, che tutt’ora è tra le questioni affrontate dal governo e che ha subito diverse modifiche negli ultimi anni.

Questa misura è stata all’attenzione di un ampio dibattito, soprattutto per le limitazioni alla platea di possibili beneficiarie dell’ultimo anno. Nel frattempo il governo Meloni sta pianificando delle modifiche a Opzione Donna, e l’ipotesi di introduzione di una nuova Ape Donna.

Attualmente è possibile accedere alla misura ad un’età di 60 anni, dopo aver versato contributi all’INPS per almeno 35 anni. Tuttavia questo limite di età viene abbassato in base ad alcune situazioni specifiche, e con la presenza di figli a carico.

Cos’è Opzione Donna

Opzione Donna non è una misura nuova, ma era già presente negli scorsi anni. Si tratta di un trattamento dedicato esclusivamente alle lavoratrici donne, sia dipendenti che autonome, pensato per agevolare l’ingresso alla pensione per queste categorie di lavoratori.

Con la manovra 2023, il requisito anagrafico è cambiato in base al numero di figli, consentendo l’ingresso alla pensione in anticipo soprattutto per chi ha più figli. Questo criterio tuttavia potrebbe presto essere accantonato, a seguito anche delle richieste presentate da parte delle associazioni sindacali durante l’anno.

La manovra per quest’anno ha introdotto una vera e propria stretta sulla misura, e al momento il governo sta programmando di modificare ulteriormente i requisiti e il suo funzionamento per garantire l’accesso ad una fascia più ampia di persone, tuttavia è in programma anche una nuova misura similare, ovvero l’Ape Donna, per il 2024.

Ma cos’è Opzione Donna, e come funziona al momento attuale? Si tratta di una pensione anticipata, erogata alle lavoratrici che al 31 dicembre 2022 hanno maturato tutti i requisiti previsti dalla Legge di Bilancio 2023, per ciò che riguarda l’età e i contributi versati e che si trovano in determinate condizioni.

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Requisiti di accesso a Opzione Donna

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La Legge di Bilancio 2023 come anticipato, ha introdotto una stretta su Opzione Donna, pur riconfermandola. Per quest’anno ha stabilito che per poter accedere alla misura bisogna avere 60 anni di età, ma questo requisito scende a 59 nel caso di lavoratrici con un figlio, e a 58 nel caso di due figli. L’anzianità contributiva comunque non deve essere inferiore a 35 anni.

L’età scende a 58 anni anche in assenza di figli nel caso in cui la lavoratrice si trova presso un’impresa in cui è aperto un tavolo di crisi, o se è stata licenziata da un’azienda in questa situazione.

Le lavoratrici tuttavia possono accedere a Opzione Donna, sempre con 35 anni di contribuzione, solamente se rientrano in una delle seguenti situazioni:

  • se assistono da almeno sei mesi un familiare portatore di handicap in una situazione di gravità, che sia convivente. Il familiare dev’essere di primo grado, oppure di secondo se i genitori o il coniuge del soggetto con handicap hanno compiuto 70 anni, siano deceduti o affetti da situazioni invalidanti;
  • se hanno una riduzione della capacità lavorativa con invalidità civile almeno al 74%;
  • se sono lavoratrici licenziate o dipendenti di imprese soggette a crisi aziendale, per cui è stato aperto un tavolo di confronto.

Attualmente si discute quindi sulla possibilità di eliminare i requisiti a proposito dei figli, soprattutto in previsione del prossimo anno, e ridurre la componente anagrafica per tutte le lavoratrici. Tuttavia su questo punto si parla ancora di ipotesi.

Cosa prevede Opzione Donna

La misura è stata introdotta come sostegno per la popolazione femminile, per consentire alle donne lavoratrici di accedere in modo anticipato alla pensione. Tuttavia questo trattamento prevede che la lavoratrice accetti di ricevere un importo inferiore rispetto a quanto previsto dalla normale pensione.

Quanto si perde di pensione?

Il trattamento viene infatti calcolato in base al solo sistema contributivo, più penalizzante dal punto di vista degli importi rispetto al sistema retributivo o misto. Va considerato che questa misura è stata al centro di alcune importanti revisioni, comunicate da diverse circolari INPS.

In media, andare in pensione con Opzione Donna può far perdere circa il 30% della pensione1 rispetto al pensionamento di vecchiaia, o ad altre forme di pensione anticipata.

In un messaggio del 4 maggio 2023 l’INPS comunica che la pensione non può avere decorrenza anteriore:

  • alla data del 1 febbraio 2023 per le lavoratrici, sia autonome che dipendenti, che siano a carico dell’assicurazione obbligatoria e delle forme sostitutive dell’AGO;
  • al 2 gennaio 2923 per le dipendenti statali, a carico delle forme esclusive dell’assicurazione obbligatoria.

Ricordiamo che per l’accesso alla misura è necessario tenere conto della finestra mobile, ovvero del tempo che deve intercorrere dal momento della maturazione dei requisiti a quando la lavoratrice può accedere effettivamente alla misura, che è di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome.

Questi meccanismi, insieme al calcolo esclusivamente contributivo e alle limitazioni di accesso alla misura, l’hanno resa una delle soluzioni più criticate per accedere alla pensione, tant’è che molte lavoratrici preferiscono continuare a lavorare.

Intorno a queste criticità sta lavorando al momento il governo, in previsione della Legge di Bilancio 2024, avanzando diverse ipotesi di riforma del trattamento e di sostituzione con altre misure.

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Ape Donna e ipotesi di modifica

Vediamo brevemente quali sono le modifiche ipotizzate per il 2024 per la misura di Opzione Donna, tenendo presente che il governo ha confermato il ritorno di questa possibilità per il prossimo anno. Principalmente al vaglio ci sono due ipotesi, che potrebbero arrivare in parallelo: da un lato una revisione di Opzione Donna, e dall’altro lato l’introduzione dell’Ape Donna.

Per ciò che riguarda il primo punto, la misura potrebbe essere modificata sul requisito dell’età di accesso: verrebbe eliminato il requisito dei figli, e l’età potrebbe abbassarsi a 58 anni per tutte. Per il momento comunque le ipotesi più accreditate sono quelle di una misura rivolta solamente alle categorie viste sopra, senza modifiche ulteriori al suo funzionamento.

Per ciò che riguarda invece l’Ape Donna, una delle ipotesi al vaglio è quella di introdurre una misura simile all’Ape Sociale, ma rivolta alle lavoratrici. Si tratterebbe di una misura con sussidio massimo di 1.500 euro lordi mensili, per 12 mensilità, che andrebbe ad estendere il prepensionamento alle donne che svolgono lavori definiti come gravosi.

Una delle ultime possibilità al vaglio inoltre è quella di introdurre una Quota 84 che garantirebbe l’accesso alla pensione a 64 anni di età e con 20 anni di contributi versati.

Opzione Donna: come funziona per le Partite Iva

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Opzione Donna è rivolta anche alle lavoratrici autonome, pur con qualche particolarità rispetto alle dipendenti. Sono stati equiparati i requisiti di età per entrambe le categorie di lavoratrici, mentre in precedenza sussisteva una differenza per cui le dipendenti potevano accedervi in anticipo di un anno rispetto alle autonome.

Con le modifiche per il 2023 non cambia il requisito di età anagrafica nei due casi, e anche il requisito contributivo di 35 anni è lo stesso. Per poter accedere a Opzione Donna tuttavia è stabilita una certa finestra mobile, ovvero un periodo di tempo che deve trascorrere tra il momento in cui si raggiungono i requisiti e il momento in cui si riceve effettivamente la pensione, come anticipato.

Su questo punto sussistono alcune differenze tra autonome e dipendenti:

  • finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti;
  • finestra mobile di 18 mesi per le lavoratrici autonome.

Non ci sono differenze invece per ciò che riguarda i nuovi requisiti soggettivi per l’accesso alla misura, ovvero i destinatari effettivi: lavoratrici con familiari a carico con handicap, con riduzione della capacità lavorativa oppure coinvolte in una crisi aziendale.

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Come accedere ad Opzione Donna

Sull’accesso alla misura, l’INPS specifica l’importanza di raggiungere i requisiti di età e contributivi entro il 31 dicembre 2022. La domanda tuttavia può essere comunicata in qualsiasi momento successivo a questa data, anche negli anni seguenti.

Per accedere ad Opzione Donna, chi ne beneficia deve presentare una apposita domanda all’ente previdenziale, corredata di documentazione che attesta la sussistenza dei requisiti. Sono necessarie quindi le autocertificazioni per i requisiti soggettivi e le certificazioni mediche correlate.

Chi è interessato può presentare la domanda nei seguenti modi:

  • sul sito www.inps.it accedendo tramite una credenziale digitale come lo SPID, CIE o CNS;
  • chiedendo il supporto di un patronato sul territorio;
  • telefonando al contact center dell’INPS.

Opzione Donna – Domande frequenti

Cos’è Opzione Donna?

Opzione Donna è un sistema di prepensionamento dedicato alle lavoratrici donne autonome e dipendenti. Ecco come funziona e ultime novità.

Quanti anni ci vogliono per accedere a Opzione Donna?

Attualmente le lavoratrici donne possono accedervi, sia autonome che dipendenti, con 60 anni di età e 35 anni di contributi versati. L’età scende di un anno per ciascun figlio.

Quali sono le ultime novità su Opzione Donna?

I requisiti per l’accesso sono resi più stringenti dalla Legge di Bilancio 2023, per cui la misura viene limitata ad una piccola fascia di lavoratrici. Leggi qui per conoscere i dettagli.

Quali sono le principali criticità di Opzione Donna?

Questo trattamento prevede un calcolo puramente contributivo, più svantaggioso rispetto a quello misto, ed è presente una finestra temporale che va da 12 a 18 mesi di attesa per l’accesso.

Opzione Donna sarà sostituita dall’Ape Donna?

Per il momento si possono solo fare ipotesi per il 2024, tuttavia le due misure potrebbero coesistere, con alcuni specifici correttivi.

A quale età si può accedere a Opzione Donna?

Attualmente si può accedere ad Opzione Donna con 60 anni di età, che si abbassa di un anno per ciascun figlio a carico. Nel 2024 questo requisito potrebbe essere eliminato.

  1. Fonte: Patronato ACLI https://www.patronato.acli.it/opzione-donna-quanto-bisogna-attendere/ ↩︎
Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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